Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Gestarsh99: Il regista friulano toglie corrente alla sua anima civile per "abbandonarsi" ad un più leggero hostage-movie poliziesco a base di macchinazioni CIA, vendette estorsive trasversali e tentati incidenti diplomatici. Non c'è una vera spallata ideologica contro i servizi segreti statunitensi ma solo un impasto di accenni politico-spionistici puramente "generici". Il cast mantiene un profilo onorevole, pur restando sottoutilizzati sia la Cardinale - francamente inadatta al ruolo di attricetta cornificatrice - che il televisivissimo Forsythe, ambasciatore USA caratterizzabile in maniera più nodale.
MEMORABILE: La scoperta dello scambio di persona; Claudia Cardinale che fa urinare in un vaso da fiori il suo amante ammanettato...
Gestarsh99: Tre anni dopo un'opera sgranata e di nicchia come Pi Greco, Aronofsky si ripresenta con un film ancora più duro ed esplicito ma probabilmente meno penetrante e personale del precedente. Il regista abbandona quel bianco-nero rancido e spettrale dell'esordio ma non sfugge alla tentazione di riutilizzarne in parte gli stilemi (montaggio in alcuni punti sincopato, accompagnamento musicale techno, loop ossessivi). Una disumana discesa negli inferi della dipendenza, agghindata in un abito cool, accattivante e glorificato dalla magistrale partitura d'archi del Kronos Quartet.
MEMORABILE: Ellen Burstyn, impressionante nella sua appassionata intensità e la sempreverde Jennifer Connelly, che qui riserverà un vero pugno "hard" nello stomaco
Galbo: Generalmente considerato un episodio minore della filmografia si Steven Spielberg, il film è effettivamente privo di quel tocco da grande cinema a cui il maestro ci ha tradizionalmente abituato mancando l'equilibrio tra le varie componenti. Ad una prima parte parecchio spettacolare, segue infatti una seconda parte dove la componente sentimentale viene profusa a piene mani, derivandone un tono eccessivamente melenso. Commovente l'apparizione della Hepburn.
Puppigallo: Eterogeneo gruppetto precipita con l’aereo in pieno Kalahari. Dovranno tentare di sopravvivere e non sarà certo facile. La pellicola può contare su un’ottima ambientazione desertica, seppur non priva di vita (ci bazzicano antilopi e zebre, oltre agli abitanti fissi, come varani, tartarughe e un branco di agguerriti babbuini). Purtroppo, la costruzione dei personaggi è un po' grossolana; soprattutto la ragazza, quasi fastidiosa nella sua ingenuità sognante. E anche la iena umana della situazione è un individuo tra il fumettistico e il reale. Comunque resta piuttosto godibile fino alla fine.
MEMORABILE: Il territorio è dei babbuini, ma il cacciatore la pensa diversamente; Le uova-borracce; Mors tua vita mea; Faccia faccia col mulo; Regredito e felice.
Markus: Secondo capitolo della saga "piedoniana". Il film è diverso rispetto al precedente, da cui tutto sommato prende le distanze (anche geografiche, visto che dal sole di Napoli ci trasferiamo nell'umida Hong Kong). Per via delle ambientazioni e di alcune scene "action" appare quasi un film con James Bond. Si ride abbastanza e all'epoca era un film formidabile per i bambini, nonchè per gli adulti che volevano passare un paio d'ore spensierate. Una bella pellicola, dotata anche di una stupenda colonna sonora.
Nando: Una pellicola solida ambientata durante la caccia ai nazisti vergognosamente fuggiti in lidi lontani. Interessante lo sviluppo narrativo che affronta situazioni non sempre diffuse in Italia ma soprattutto l'analisi verso i nazisti riciclati nella Germania post guerra crea pensieri. Ottimo il cast con gli interpreti principali appropriati, certo la vicenda omosessuale appare come un riempitivo ma mostra le solide basi del protagonista.
Herrkinski: Discreto film tra fantascienza ed action per il buon Van Damme. L'attore belga sembra credere nel progetto, ma non può far altro che offrire qualcuna delle sue mosse tipiche e una prova attoriale corretta; soggetto e sceneggiatura infatti lasciano abbastanza a desiderare e spesso il film risulta confusionario e difficile da seguire. Accettabili gli SPFX, ben coreografate alcune scene di lotta e simpatica qualche trovata, ma nel complesso è un po' una tamarrata, adatta più che altro a un pubblico adolescenziale. Guardabile, ma non certo bello.
B. Legnani: Perché vederlo oggi per la prima volta, pur prevedendo la noia? Per colmare una lacuna, per godere d'una spettacolare Cassini poco più che ventenne, per capire cosa scandalizzava mezzo secolo fa (un paio di scene all'epoca dovettero far effetto). Vivarelli recupera Benti, che viveva in America all'epoca, e gioca tutte le carte sulle due donne. Probabilmente girò in fretta, perché se dalla debuttante non poteva pretendere, non pare che abbia chiesto molto neppure a Benti, che era ben esperto. Celebrate le musiche di Martelli e la fotografia di Frattari, che poi tornò lì in zona, per Jacopetti.
Galbo: Realizzato all'alba del nuovo millennio dai geniali fratelli Wachowski, Matrix è stato giustamente definito il prototipo (nonchè l'esempio maggiormente riuscito) del cyber movie. Anche dopo un certo numero di anni dalla sua realizzazione, rimane un formidabile esempio di action movie realizzato in modo superbo (gli effetti speciali sono efficacissimi) che si pone e pone allo spettatore molte domande (sul significato della libertà, sul destino e quant'altro). Ha avuto due sequel purtroppo non all'altezza.
Caesars: Buon western, però lontano dall'essere quel capolavoro che taluni acclamano. Lo scontro psicologico tra i due protagonisti è ben reso dagli attori e la regia di Delmer Daves è funzionale allo svolgersi della vicenda, però la trama non presenta grandi intuizioni e alla fin fine il film risulta al di sotto delle (mie) aspettative. Comunque una pellicola che merita di essere vista anche per confrontarla col recente remake.
Galbo: Poco convincente l'esordio americano del nipponico Lau, peraltro parecchio rimaneggiato (pare senza la collaborazione del suo autore) prima dell'uscita in sala. Il film senz'altro affascinante dal punto di vista visivo per le torbide amosfere che riesce e creare e segnato dalla buona prova del cast (specie Gere, molto convincente nel suo ruolo) è però parecchio carente dal punto di vista narrativo con troppi rimandi ad opere precedenti (Seven su tutte) e poca originalità.
Gestarsh99: Pseudo-sequel di Napoli violenta. Al posto di Merli troviamo Leo Manzella, con l'aria fintamente corrucciata e perennemente indaffarato nel tentare di dare spessore cassavetesiano al suo personaggio piatto e monodimensionale. Il suo compito è acchiappare uno scaltro capo gang, Henry Silva. Questi, dopo la convincente prova in Milano Odia, torna mestamente nei binari della sua routinaria marmoreità espressiva da moai rapanuense. Risibili forzature dialettali e l'inutile insert della caccia al pedofilo in un film diretto in modo frettoloso e svogliato.
MEMORABILE: La sequenza, totalmente avulsa dal contesto del film, della caccia al pedofilo, con conseguenti linciaggio ed evirazione carceraria...!
Gestarsh99: Sognante e maestoso. Jacopetti, padre dei mondo, dirige il suo personale Via col vento: riprese suggestive, ralenti ammalianti ed onirici, passaggi indimenticabili. Con uno sfoggio di tecnica ineccepibile l'autore ci mostra gli effetti deleteri della caduta degli imperi coloniali nel continente nero. L'Africa che vediamo non è quella che ci ritroviamo attualmente ma quella pre-fame e pre-aids, pre-guerre e pre-caos. Un documento d'epoca imprescindibile, un film ed un genere che hanno influenzato l'intero costume socio/mass-mediatico dei '60 e '70.
Caesars: Chiaramente ispirata agli 007 movie, di gran moda in quel periodo, questa pellicola ne rappresenta la versione scanzonata e ironica. La trama, piuttosto banale e confusa, è assolutamente poca cosa, ma il film viene "nobilitato" dagli scambi verbali tra Dean Martin e Sharon Tate, che assicurano la giusta dose di divertimento. Come si conviene a un film dell'epoca i colori accesi regnano sovrani e donano gioia agli occhi. Non certo un capolavoro ma, se si è in cerca di uno svago mentale, può valere la visione.