Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Galbo: Mediocre commedia diretta da Sergio Rubini, che vorrebbe cavalcare l'attualità parlando di mobbing e in particolare di molestie sessuali sul luogo di lavoro (in modo tutto sommato simile a Rivelazioni di Levinson), ma finisce per realizzare una commedia senza capo nè coda (la sceneggiatura è a dir poco lacunosa), sciatta e poco curata, e con interpreti (a partire dallo stesso regista) svogliati.
Galbo: Il ritorno di Bertolucci in un film tratto da Ammaniti suscita sentimenti contrastanti; da un lato non si può che riconoscere il tratto d'autore nella direzione degli attori e nella scelta degli stessi. La protagonista femminile in particolare è una presenza che lascia il segno; si rimane però perplessi davanti ad una storia davvero minimale che non consente al regista grandi momenti di creatività così che le emozioni latitano parecchio. Fatto bene ma esangue.
Belfagor: Non so quale sia l'aspetto peggiore: le indegne scopiazzature da Full metal jacket e Ufficiale e gentiluomo, l'assortimento di patinati cliché o la bieca e reazionaria visione della brutalità militaresca come valido strumento per "raddrizzare la gobba" ad un perdente. Vi si aggiunga anche l'insidiosa metafora quasi socialdarwinistica dell'arrampicata sociale basata sulla violenza. Leggo che è stato prodotto dalla Disney: che i dirigenti abbiano ripreso a frequentare l'American Nazi Party come papà Walt?
Saintgifts: Abilene town - punto di partenza delle mandrie che, dopo tre mesi di viaggio, venivano spedite al nord con la ferrovia - non accetta di buon grado l'arrivo di pionieri agricoltori. Credo che a parte i nativi non manchi nessun personaggio, in questo western piuttosto classico, come ormai classica è la vicenda sentimentale tra l'eroe di turno e la ballerina del saloon. Scott è oltremodo sicuro di sé, ma tutti i personaggi risultano fortemente caratterizzati. Lloyd Bridges è un giovane agricoltore.
Ciavazzaro: Ceccherini (attore che non apprezzo molto, anzi direi pochissimo) gira, insieme all'inseperabile Paci, uno dei suoi film meno brutti. Le varie parodie dei film presenti nella pellicola da Lo Squalo a Hannibal Lecter funzionano in modo altalenante, ma almeno si fanno guardare fino alla fine.
Galbo: Talmente assurdo e involontariamente ridicolo da diventare paradossalmente divertente questo film di tale Jack Perez in cui un mega squalo entra in rotta di collisione con una piovra gigante ed entrambi contro l'universo mondo. Recitazione "cagnesca" e doppiaggio se possibile ancora peggiore con effetti speciali fatti in casa.Il divertimento consiste nel vedere dove si vuole andare a parare...
Pinhead80: Il film preme sin da subito sull'acceleratore catapultandoci nell'incubo vissuto dalla cittadina di Raccoon. Quindi tra orde di zombi mutanti e combattenti eccezionali che cercano di contrastarli, le teste spappolate non si riescono a contare, così come i litri di sangue (infetto) versati. Un buon seguito che rilancia la serie e che porta finalmente lo spettatore a confrontarsi con le atmosfere vissute nel videogioco. Ben fatto.
B. Legnani: Tiene benino fino al "suicidio", poi cala e non si risolleva più (**). Le cose migliori sono pertanto neI rapporti con Svampa e con la moglie e nelle battute da "padrone" e da "povero-primo periodo". Pozzetto fa (bene ) Pozzetto, la Muti è mediocre come sempre, Mazzarella bravissimo (ma il suo personaggio viene presto a stancare). Confezione curata, ma era lecito attendersi di più.
Ruber: Commedia godibile solo a metà e quella metà è per la bravura della MacLaine, che ce la mette tutta per tirar su qualcosa da una sceneggiatura alquanto scialba e un cast con il solito Cage che continuerà anche in seguito sulla stessa linea (mediocre). Classica la storiella che vorrebbe fare il verso a un bel film come A spasso con Daisy, solo che qui il soggetto del rapporto amore/odio della vedova capricciosa del defunto presidente americano con la guardia funziona poco e male, inoltre il finale è pessimo. Divertente solo a tratti.
Galbo: Dal celebre romanzo di Cooper, il regista americano per definizione più votato all'action moderno (Mann) dirige un'avventura di ampio respiro e di stampo straclassico. Nessuna sovrastruttura ideologica o complicazioni di sorta: avventura allo stato puro, personaggi semplici e lineari, grandi spazi (bella la fotografia di Dante Spinotti) ed un interprete inaspettato (DD Lewis) ma in forma, straordinariamente fedele ed aderente al personaggio. Forse un po' prolisso, ma godibile.
Pumpkh75: Il fischio iniziale promette calcio e zombi, una manna per horrorofili scatenati e schiavi nel week-end di moviole e Sky. Inferiore è però la partita, seppur non disprezzabile: il film va a sprazzi, anche a causa dei due registi differenti, le critiche a certo mondo pallonaro (il doping, i procuratori, il tipo becero e ottuso) sono assist velleitari per inscenare qualche sanguinosa sgranocchiata. La piacevolezza non ne è corrotta, si sghignazza e ci si disgusta, ma pare di arrivare al 90esimo con poche occasioni da gol. Sta a metà classifica.
Homesick: Eclettico e cine-letterario, sposa bene la parte erotica (la lubrica De Selle e il suo pelo esposto, la Wilson) con la commedia (la faccia semplice e comune e la non recitazione di Belardi, nonchè i gustosi contributi dell'editore Vargas e del timido soldatino Ghiani), non senza visionarie incursioni tra sogno e realtà. Musiche ad hoc di Gianfranco Plenizio.
MEMORABILE: L'onirica scena di sesso tra la De Selle e Belardi nel pre-finale, quasi una sorta di anticipazione di [f=2999]Basic Instinct[/f]...
B. Legnani: Quasi micidiale opera di Lattuada, che (purtroppo) qui non vuole descrivere la provincia, come invece avviene nel celebre Venga a prendere il caffé... da noi, ma ambienta nel contado lombardo un apologo ecologista di rara afflizione. La vicenda, già di per sè improbabile, assume risvolti grotteschi con l'arrivo della Di Lazzaro, dopo il quale il film si fa sì lentissimo (Davinotti dixit), ma pure si avvìa celermente verso la catastrofe.
B. Legnani: Brutta eroscommedia ricca di mezzi e malriuscita. Al 30', quando la Andress galleggia in piscina, il film inizia ad affondare inesorabilmente, verso un finale previstissimo e banale (l'infermiera svizzera, lo giuro, non ci risparmia neppure un "Ja, Herr Doktor!"). Del Prete è fuori ruolo, la Andress non recita (ma quando mai le viene richiesto...), Palance fuma il sigaro e basta, deliziosi Vargas e la Confalone, bella la Paluzzi, Toffolo al meglio solo quando prega e flirta con la Romanelli, servetta da tutti trombabile, come da logoro cliché.
Caesars: Simpatica commedia ben diretta dallo specialista Steno ed altrettanto ben interpretata da Pozzetto e Massimo Ranieri. La prima parte, nella quale si delinea il personaggio di Gandi (Pozzetto), militante comunista tutto d'un pezzo, e del suo incontro con l'omossessuale Cludio (Ranieri) del quale ignora la vera natura, è la più riuscita; poi nel finale il film si siede un po', rimanendo comunque piacevole. Visto a quasi trent'anni dalla sua uscita mantiene comunque una freschezza non comune. Veramente splendida Edwige Fenech.
B. Legnani: Delizioso (il metaforico finale western, poi ...). È superfluo definire "felliniano" un film di Fellini, ma credo che non esista aggettivazione migliore per narrare questa vicenda di sogni, di ricordi, di nostalgìa, di premonizioni. Atto d'amore verso Cinecittà, verso il cinema, verso la finzione che produce il cinema. Rubini adeguato al ruolo, dolcissima la Ponziani. Divertente, come sempre con Fellini, il cast secondario: la Facchetti, Ettore Geri, Cantàfora...
B. Legnani: Girato per la NBC, segna un passaggio fra l'abortito "Mastorna" e Satyricon (ma anche Roma), con provini per piccoli ruoli. Tutto è recita, perché i vari candidati sono attori in parte, volti ai quali si dà un nome (ci sono, fra i molti, Vitali, Luigi Leoni e, nel finale, il gigantesco Sulemain Alì Nashnush, come ci viene cortesemente segnalato dall'Archivio Franco Pinna). Prima s'erano visti Antonelli e Barbara Herrera. Molto felliniano nei volti, ha il motivo d'interesse principale con il set di "Mastorna".
B. Legnani: Buono, ma monocorde. Manifesto contro volgarità, maleducazione, mancanza di rispetto, tramite lo strumento televisivo, sullo sfondo di una chiassosa metropoli. Ma se in Roma c’era tempo e spazio per lo struggente ricordo e per le bellezze nascoste, qui è tutto affollato da un mondo, nella migliore ipotesi, di cialtroni. L’orrore per i "mala tempora" sarà poi ripreso in La voce della luna. Fantastica la Masina. Fra gli n.c. ci sono Partexano (marinaio), Antonelli (inserviente all’hotel) e Moana (ragazza spot "Olivoil").
Homesick: La sceneggiata napoletana include diverse sottotrame - dramma familiare e sentimentale, noir, canzoni e folklore partenopeo -, su ciascuna delle quali Mario Bianchi si sofferma con artigianalità da b-movie. Il punto di forza sono comunque gli attori: in primis il piccolo Sal Da Vinci, con la sua tenerezza di bambino unita ad amare consapevolezze da adulto vissuto, e Maria Fiore che, dopo essere stata la "malamente" della situazione, trova il suo riscatto morale producendosi nel pathos conclusivo.
MEMORABILE: I pettegolezzi della Di Luzio; La recita dei travestiti; La confessione della Fiore.
Caesars: Pakula porta sullo schermo l'inchiesta nata dal celebre caso Watergate. Per lo spettatore italiano (sia allora che oggi) non è per nulla facile seguire la storia, zeppa di nomi non tutti conosciuti; però la pellicola, grazie anche alle buone interpretazioni di Redford (anche produttore del film) e di Hoffman (ma anche il rsto del cast è eccellente, basti pensare al grande Jason Robards), riesce ad essere interessante e a raccontarci come i giornalisti del Washington Post scoperchiarono la pentola contenente il famosissimo scandalo. ***
Il Gobbo: John Reed, giornalista americano di simpatie comuniste, va in Messico a seguire la revoluciòn... Peccato, questa risposta sovietica a Reds poteva essere l'ultimo, grande tortilla-western. Invece al posto dell'epica c'è la retorica, il film è fiacco, legnoso malgrado il grande impegno nelle scene di massa, Nero "buono" non funziona e la Andress come Grande Dame è ridicola. La scena del colloquio Reed-Villa prefigura il genere "interviste in ginocchio a dittatori" alla Oliver Stone o Gianni Minà (siamo lì).