Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Geppo: Buon giallo ambientato interamente su uno yacht. La trama è discretamente interessante ma il film si lascia guardare soprattutto per il bel mare e per il fascino dei paesaggi. Il giallo è condito da alcuni delitti ideati dalla diabolica e bellissima Teresa Velázquez; il tutto per recuperare un tesoro legato forse a una bombola subacquea. Si riesce comunque a creare una buona tensione, anche grazie agli ottimi Franco Fabrizi e Massimo Girotti. Eccellente la fotografia, meravigliose le musiche estive dirette da Carlo Savina.
MEMORABILE: Gli ultimi minuti, che ricordano il finale di [f=5178]Roma bene[/f]: che sia stato lo stesso Fabrizi (anche nel cast di [f=5178]Roma bene[/f]) a suggerire l'idea a Lizzani?
Homesick: Regia collettiva per una storia corale sugli sposi: coppie che si creano, si disfano, si ricompongono, sull'onda di ricordi, nostalgie, fallimenti, amori ritrovati o perduti. L'episodio migliore è quello diretto da Pupi Avati, che svela gli altarini del corrotto mondo dello spettacolo, con un Calà serio e una Boccardo schiva e biancovestita come nella mazurka. Più leggeri, seppur piacevoli, gli altri segmenti.
Il Gobbo: Pre-Le iene minore all'italiana del regista di Lola colt, un po' raPpattumato specie nel cast, e noiosetto per due terzi, prende ritmo nella parte conclusiva, con un paio di sequenze divertenti (specie quella con Pazzafini al luna-park). Reiterate scene danzerecce consentono a Umiliani di scatenarsi con lo shake d'ordinanza, Citti fa il salernitano doppiato da Amendola (!). Così così.
Pigro: Dopo un disastro in miniera, un professorino va a Milano per far saltare il grattacielo della compagnia, ma scopre il miracolo economico. Storia caustica, amara, quasi violenta nel denunciare in tempo reale l’evoluzione sociale del nostro paese. Lizzani costruisce una narrazione convulsa, sincopata, sgraziata, con un montaggio che definirei ‘jazz’. Peccato che la bella intuizione non riesca a funzionare al meglio, come se il regista non avesse davvero osato forzare fino in fondo e rimodellare i codici cinematografici.
B. Legnani: L'eclettico veterano Giorgio Ferroni firma un film d'avventura per sale parrocchiali. La buona mano registica spesso si sente, ma ancora di più si notano le scarse prestazioni di Gemma (che si doppia, male, da sé) e di una Dionisio quanto mai statica. Meglio il cast di contorno, con Adorf, ovviamente, su tutti. Un po' folle il finale, con un'incredibile accelerazione per rendere possibile il "deus ex machina": ma Damon è andato e tornato dalla Germania volando in Concorde?
Galbo: Il tentativo di realizzare una satira dei film del filone avventuroso prevalentemente di produzione americana, produce una commedia modesta diretta da Mongherini; la pellicola è intepretata da bravi attori come Villaggio e Banfi che sono serviti da una sceneggiatura mediocre che fallisce il bersaglio principale, quello di fare ridere, affidandosi ad una serie di momenti per lo più poco riusciti piuttosto che ad un prodotto organico ed unitario. Buona la prova di Haber e Moschin.
Galbo: Sorvolando sulla scarsa logica dell’assunto (una sola valle in tutto il pianeta risparmiata dalla catastrofe nucleare!), un film che di fantascientifico ha solo le premesse e che diventa presto un ibrido tra survival movie e dramma esistenziale, tutto con ritmi rarefatti di un opera non brutta ma noiosa e tutto sommato abbastanza banale nelle sue ovvie metafore. Si salvano l’ambientazione suggestiva e la buona prova degli unici (se si escludono gli animali) tre personaggi in scena.
Buiomega71: Il talento burtoniano è già in nuce e alcune trovate visive sono notevoli (su tutte le imprese horror grottesche disastrose della coppia Davis/Baldwin per scacciare i nuovi inquilini) ma l'inclinazione pagliaccesca dell'operazione ne limita il risultato finale. A partire dai cartooneschi e baracconeschi SFX di Chuck Gaspar, dall'insopportabile gigioneria clawnesca di Keaton (che, spesso, diventa irritante) fino a steccate nel ridicolo (la danza sulle note di "Banana Boat"). C'è tutto il mondo "freak" fiabesco di Burton, ma a mancare è il senso della misura.
MEMORABILE: La vecchia con la gola tagliata da cui esce il fumo della sigaretta; La scena horror che omaggia [f=15314]Sleepaway camp[/f]; Il fumettoso aldilà.
Gestarsh99: Basta leggere il nome del regista per comprender sin da subito che per misericordia e condiscendenza non è affatto giornata. Tira brutta aria per quel canagliume in debito "iuris et sanguinis" verso una vedova disfigliata recisa dagli affetti nella maniera più infame. Sparatorie, esplosioni, scontri fisici, automedicazioni con graffette e chucknorrismi in quantità: tutto molto strong, molto sostenuto, molto ramboidale. Un revenge matrifocale da accademia oleografica, con l'imprendibile sgominatrice di gang a far da capo hooligan per la gioia e il tifo scalmanato dei tanti neesoniani da stadio.
MEMORABILE: Il sommario rattoppo della ferita tramite spillatrice; L'eliminazione del giudice corrotto.
B. Legnani: L'idea di base (non so se fosse davvero originale) non è male, ma la sceneggiatura la rovina in maniera decisiva, con alcune assurdità e momenti di involontario ridicolo, fino al finale che rappresenta un "coup de théatre" assolutamente ingiustificato, a meno che non lo si motivi con il nome (Django) del protagonista... Filmettino, insomma, ma con grandi facce (Hill, Montefiori, Frank, la Simon, Scratuglia, qui quanto mai visibile), divertenti zoom leoniani, buona fotografia, splendide voci al doppiaggio, lunghi momenti sul Treja, la cui cascata principale, curiosamente, non è mai inquadrata.
MEMORABILE: "Soltanto un boia può sopravvivere a questo veleno!"
Deepred89: Piccolo, coerente e riuscito thriller da camera (con unità di luogo, tempo e azione), forse un po' troppo tirato per le lunghe (per quanto superi di poco gli 80 minuti, poteva essere ulteriormente sfoltito) e un po' frettoloso nel giocarsi la sua macabra ("i vermi": bella trovata) e riuscitissima carta decisiva, ma intrigante e ben interpretato, oltre che credibile nella sua svolta etica alla Locke ed efficacissimo nel far percepire in maniera quasi tangibile immagini e sensazioni con la sola forza dei dialoghi.
Puppigallo: Allegra fantascemenza con un Nielsen in grande forma e un Greggio che se la cavicchia. Ci sono persino effetti speciali e un complotto alieno per impossessarsi di tutto il silicone della Terra (raro altrove). Le boiate non si contano, ma ci si diverte anche (il gioco "Simone dice", "Avrà un regolare processo e poi lo impiccheremo"; Le allucinazioni; i travestimenti di Greggio). Certo, tutto è retto dalla verve di Nielsen e la scena alla Scala è un po' tirata, ma nel complesso, questa pellicola non è male, se non si hanno troppe pretese, ma una buona birra e dei pop corn. Merita un'occhiata.
MEMORABILE: Come Leslie distrugge inavvertitamente l'alloggio del cattivo dottore; L'ambasciatrice: "Questo documento puzza di strano". E Leslie lo annusa.
Caesars: Sicuramente il film che portò il genio di Cronenberg alla popolarità. La trama è complessa e si apre a molte interpretazioni, cosa che può lasciare allibiti molti, ma indubbiamente si assiste ad un'opera di un autore vero che affascina per come è realizzata. Personalmente preferisco i Cronenberg precedenti a questa opera, ma sicuramente non si può negare al film una certa "rottura" con il modo di fare cinema più tradizionale. Bellissima l'ex cantante dei Blondie Deborah Harris (e anche brava) e molto convincente James Woods. Da vedere.
Markus: In un grande spogliatoio sulla spiaggia di Ostia vediamo (a turno e sotto forma di microepisodi senza stacchi) una carrellata delle umanità più disparate. Citti (qui anche attore) offre allo spettatore il suo estro e gli stilemi dell’amico Pasolini; il risultato è una sorta di pellicola sperimentale e dall’intento evidentemente sociologico dotato effettivamente d’una certa efficacia, pur tenuto conto delle estremizzazioni fini al desiderio di spettacolo. Curiosa la presenza della Foster.
Viccrowley: La nefasta e abusata moda dei mockumentary incontra Jurassic Park. Un gruppo di zoologi si addentra in inesplorati territori africani in cerca di dinosauri che si pensa sia sopravvissuti all'estinzione. Prendete questa risicata trama, aggiungete interminabili riprese di tutti i tipi fatte con ogni possibile aggeggino hi-tech e avrete un nuovo sinonimo per la parola noia. I macchiettistici personaggi sono insopportabili, i momenti horror latitano e l'atmosfera non riesce mai a creare la giusta tensione. Buone un paio di sequenze, dimenticabile il resto.
MEMORABILE: L'attacco al villaggio; Crypto, il dinosauro con la telecamera come collare.
Zio bacco: Buona commedia della coppia Boon-Merad, fra le più affiatate degli ultimi tempi. Le premesse sono molto divertenti, con un protagonista prigioniero di un'ipocondria al limite del parossismo. Ottimo il cast, ben supportato da validi attori di contorno. La svolta a metà film però fa volgere la commedia in un action a tinte tragicomiche fin troppo surrealista e la sensazione di esagerazione è evidente. Il godibile finale riporta il carrozzone sui binari iniziali. Seppur non memorabile, è certo migliore della media delle attuali commedie nostrane.
Galbo: La storia di una coppia alle prese con le ordinarie difficoltà della vita di relazione. Il tema non è nuovo nè per il regista, nè tantomeno per il cinema italiano. Paolo Virzì, però, ama molto i suoi personaggi e con l'aiuto di due giovani bravissimi attori, ci regala uno sguardo affettuoso e bonario, veritiero ed ironico che fa sempre apprezzare le sue storie, peraltro prive (è questa è una gradita conferma) di ogni volgarità. Molto bella la colonna sonora, curata dalla stessa interprete principale, la cantautrice Thony.
Markus: Forse il titolo promette più di quel che in realtà mantiene, in quanto sesso e violenze non sono poi così presenti (probabili tagli in censura). Resta in ogni caso un buon film, avvincente e con personaggi talvolta azzeccati, che riesce nell'intento di attanagliare lo spettatore fino all'ultimo minuto. Trionfo di product placement tra tute Sergio Tacchini e biancheria Lovable; si beve J&B e si fumano Marlboro nel tetro ma funzionale panorama di un invernale casale di campagna. Molto buone le musiche di Pippo Caruso.
Panza: Si inizia abbastanza bene e si capisce che il film perlomeno avrà un aggancio storico su cui fare leva. Poi man mano che le solite scene d'azione a suon di stoccate incominciano a passarci davanti il film si fa sempre più ripetitivo e alla lunga stanca molto. Colpa di un protagonista inappropriato con connotazioni troppo scanzonate, topòs francese che intende il cappa e spada in modo allegro e non serioso come noi italiani. Non parliamo poi della solita piatta liaison del protagonista. Dirige Borderie, autore di due film della serie Angelica.
Rambo90: Come storia non è male, ma lo sviluppo è noioso, con poca azione e troppi discorsi politici poco coinvolgenti. La Sharpe è adatta come killer (bellissima ma glaciale), Connery carismatico ma molto improbabile come arabo. La durata è breve ma la lentezza lo fa sembrare interminabile! Buona la colonna sonora, sprecatissimo il nostro Adolfo Celi.