Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Saralex: Bell'omaggio a Napoli. Musicato, cantato, ballato e parlato, il film è diviso in brevi sketch teatrali, tutti comici, che inevitabilmente riportano alla memoria le originali macchiette napoletane d'altri tempi. Da cantastorie, un Pulcinella nostalgico che ripercorre un po' i migliori momenti del varietà partenopeo a Totò (anche per la presenza del suo sosia Dino Valdi) a Nino Taranto, da Eduardo a Peppino. Bravissimi gli attori e i ballerini. Capocomico Giacomo Furia. Buona regia di Mastrocinque.
MEMORABILE: Perfetto e divertentissimo lo sketch della "Traviata".
Galbo: Giovane donna in carriera, Helen vede cambiare improvvisamente la propria vita quando le vengono affidati i figli della sorella morta in un incidente stradale. Specialista in commedie brillanti (vedi il grande successo di Pretty Woman), il regista Garry Marshall affronta questa volta il tema del passaggio verso la vita adulta e le responsabilità e lo fa con un tono leggero, grazie ad una sceneggiatura non sempre impeccabile (presenta alcuni momenti di pausa narrativa) e una direzione non particolarmente personale. Buono il cast.
Il Gobbo: Ennesimo ersatz di Sartana, l'Alleluja di Hilton (perfetto in queste parti) si muove sullo sfondo della rivoluzione messicana (una vale l'altra) in cerca di un tesoro, sulle cui tracce ci sono anche Camardiel capo straccione di una banda di guerriglieri, Southwood principe russo (sic) e Agata Flory suora bonona. Una macchina per cucire è il gadget più bizzarro. Modesto, ma Anthony Ascot/Carnimeo conosce il mestiere, e c'è una canzoncina (di Cipriani) stupidotta ma che rimane in testa. Avrà un seguito...
Markus: Brutto episodio, la cui colpa principale è quella d'aver cambiato le carte in tavola e, anziché presentarci lo schema dell'omicidio premeditato, dunque la ricerca degli alibi da proporre al solerte tenente, fionda lo spettatore direttamente in un caso di rapimento. Colombo, sarà che avrà a che fare con un parente (suo nipote), è bolso e privo di mordente, inoltre la vicenda non decolla mai. Un film per la tv che si può anche guardare ma dimentichiamoci, almeno qui, di guardare una puntata di Colombo.
Markus: Lo scambio di personalità mediante un esperimento genetico da parte di un chimico universitario (Greg) su un rozzo (Lillo) dovrebbe dar adito a situazioni rocambolesche/ridanciane. Purtroppo l'idea di base di voler rinverdire, almeno nell'input della vicenda, il loro episodio più riuscito di sempre nel film Colpi di fulmine porta a un risultato insoddisfacente. La mancata risata è un fatto grave, inutile girarci attorno: l'esordio alla regia del duo è assai deludente anche per la pochezza registica. Mancano o quasi i momenti da ricordare. Peccato.
Ruber: I gialli della famosa scrittrice ambientati negli Usa non sono mai un granché, e questo non è differente dagli altri. La sceneggiatura è anche scritta bene, ma manca il tipico humor inglese, inoltre il giornalista/detective di turno non ha il classico fiuto dell'investigatore degli altri film della serie. Il cast è composto perlopiù da attori televisivi di serie tv di moda in quegli anni, quindi con modeste capacità. Storia già rivista più volte che, anche se non annoia e si lascia vedere, ha una regia modesta (come modesto è tutto il film).
Enzus79: Buon film (alla sceneggiatura c'è anche Leone) e per di più anche molto divertente, con un Carlo Verdone veramente bravo. Interpretare il coatto è per lui cosa semplice. Ben riuscito anche il personaggio di Alberto Sordi. La colonna sonora invece non mi ha convinto molto.
Pigro: L’insulso titolo italiano non rende il senso dell’originale “Tale padre, tale figlio”, ossia: si può accettare un figlio non proprio, scambiato nella culla? Film sul significato della paternità, che sconta il rigore di un plot da dramma didattico, con schematismo dei personaggi (anche sociale e perfino urbanistico, fino a riflettere lo scontro tra 2 diverse anime del Giappone e della modernità), nel quale però Koreeda riesce a calarsi con delicata umanità, soprattutto nella lenta trasformazione dell’ambizioso padre in genitore maturo.
Pigro: Geniale l’idea del docufilm sui vampiri neozelandesi, notevole la realizzazione, con la perfetta combinazione della narrazione col mockumentary, con attori strepitosi capaci di dar vita e anima a personaggi egregiamente a tutto tondo, con idee gustose che punteggiano il film di molti momenti comici, con una qualità tecnica esemplare. Poteva essere una goliardata, e invece è humour nero di straordinaria fattura che sa incunearsi nel vasto archivio sul tema riuscendo a uscirne con originalità e intelligente ironia in un tripudio di invenzioni.
Pigro: L’aspetto encomiabile è sicuramente la scelta di una narrazione popolare e di un’iconografia pauperistica e un po’ burina che sembra incarnare al meglio il dettato dei Fioretti di San Francesco che sono alla base del film. Ma puntare tutto esclusivamente su una stucchevole agiografia aneddotica risulta micidiale e perfino ridicolo: soprattutto nei due squinternati protagonisti, il fraticello naif e il vecchio rimbambito. Bel b/n, grande cura visiva, ma l’involontaria autoparodia (su cui sa giocare l’unico bravo, Fabrizi) incombe inesorabile.
Gestarsh99: Deprimente e poveristico filmettino girato da un regista più portato per il western (diciamo...), con protagonista Paul Naschy che si trascina claudicante per tutta la storia, muovendosi tra miserrime scenografie ed insulsi flashback, virati in blu, del proprio sventurato passato circense. L'incipit non era malvagio, rifacendo in salsa spagnola quello del magistrale L'occhio che uccide, di Michael Powell, il proseguo però smorza ogni fievole entusiasmo, con effetti gore indegni ed una trama a metà strada tra giallo sbiadito e telenovela cilena.