Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Giùan: Dal ritmo fin troppo assennato, dalla recitazione macchinosamente meditata, è un film d'azione vecchia maniera, assimilabile curiosamente più a certi polizieschi americani anni '50 che ai nostri film di genere del decennio 1970. L'inizio documentario, con la filiera della morfina, è intrigante parecchio, così come dissonante ma di buon mestiere risulta la presentazione dei "Papaveri" palermitani. Poi però Baldi perde il filo e il film diventa narcotico, scosso da rari accessi epilettici. Subitanea e mal contata la svolta "infiltrata" del sulfureo Gazzara.
MEMORABILE: La scenetta "zenzuale" a casa di Don Calogero con le neanche troppo sottaciute profferte di Greci e Longo (bellissima).
Deepred89: Melodramma vecchio stile il cui interessantissimo, toccante soggetto è stiracchiato oltre ogni misura da una sceneggiatura che poteva benissimo essere condensata in metà delle pagine. Per il resto regia efficace (nonostante alcune soluzioni un po' effettistiche, come il cercare sempre la lacrima facendo piangere gli attori), montaggio scattante, fotografia smorta, buon cast. Nemmeno un film lento, solo inutilmente ripetitivo, pur coi suoi indubbi pregi (tra i quali si cita il bel finale). Nulla di eccezionale.
Graf: Mattoli con il suo stile da “inquadratura fissa e lunga” non è mai stato un modello di ritmo e di dinamismo, ma quando filmava la maschera mobile di Totò la pagnotta la portava a casa. Qui ci sono Peppino De Filippo in un ruolo da guest star e quella lagna di Teddy Reno come “cantante” protagonista. Film girato con eleganza ma mediocre e macchinoso, con poche idee comiche e il solo Peppino a “cantare” e portare la croce: interpreta un buffo pensionato che si finge pittore per rimediare qualche donna ma che rimedia solo un sacco di botte.
MEMORABILE: La dolcissima Giulia Rubini è un raggio di sole che illumina un film piuttosto spento.
Galbo: Una celebre chef di New York si trova ad occuparsi della nipote quando la bambina rimane orfana e contemporaneamente si innamora del suo aiuto cuoco. Remake di una produzione europea con Sergio Castellitto (Ricette d'amore), Sapori e dissapori ha i ritmi e la struttura narrativa della commedia romantica metropolitana e sebbene non abbia nulla di particolarmente originale, si rivela prodotto abbastanza gradevole grazie anche ad una buona prova del cast. Colonna sonora di Philip Glass.
Daniela: Avevamo lasciato quattro amici inglesi a brindare sul ciglio di un dirupo in Australia. Il sequel riprende da quel punto, con uno di loro che, previa caduta, diventa un cadavere da riportare in patria fra mille imprevisti... Se il primo capitolo era stato caciarone ma divertente, questo è volgare e basta, con gags straviste oppure di imbarazzante pochezza, tanto da far rivalutare come capolavoro Weekend con il morto . A parte i graziosi titoli di testa animati e qualche bel paesaggio desertico, non c'è proprio nulla da salvare: film perdibile senza rimpianti.
Markus: La vicenda dell’eruzione del vulcano islandese (che nel 2010 per qualche tempo bloccò il traffico aereo) si rivela sin da subito una fievole giustificazione per trascinare la scoppiettante coppia Valérie Bonneton/Dany Boon da un aereo a… tutti i possibili mezzi di trasporto in un rocambolesco viaggio verso la Grecia! Tolta qualche fantasia un po’ stucchevole ai fini del perenne lieto fine, resta una pellicola divertente che delizia senza sosta uno spettatore in cerca di svago. Un road-movie di ampio respiro pronto per l’esportazione.
Markus: Diatribe sentimentali tra un comandante di cavalleria e una contessa rimasta vedova. Subentrerà una rivale in amore. La mano esperta di Anton Giulio Majano assicura frasi d'effetto ("Mai fare attendere una bella donna: è un peccato che si sconta") per assecondare un piagnucoloso pubblico femminile per il quale l'opera è forse concepita. Ci si trascina non molto brillantemente verso un finale scontato; come forse lo è tutto il film, che inanella una serie di sciocchezze con personaggi improbabili.