Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Il Gobbo: Oggetto stravagante e bizzarro, situato in un imprecisabile punto fra La chinoise (pluri-citata o saccheggiata) e Max Bunker, aderente anche nelle scelte visive a un'estetica pop-fumettara. Samperi non ha mai avuto un gran senso della misura, ma qui il risultato è divertentissimo e col senno di poi la sua dissacrazione ha il percorso (e l'effetto del boomerang). Gravina bella, Beba Loncar magnifica.
MEMORABILE: Il libraio che rifila Justine di Sade a una mamma petulante
Galbo: Nei primi Anni Venti dello scorso secolo, una giovane vedova napoletana si innamora contemporaneamente di due uomini: un socialista e un gangster. Film tipicamente wertmülleriano, ricco di personaggi, fatti e situazioni, con una scenografia e un'ambientazione efficacissime, ha il suo limite in una sceneggiatura non ben calibrata, in cui gli avvenimenti vengono confusamente affastellati senza rigore logico. Buone le intepretazioni del cast, molto assortito.
Markus: Il film di Grimaldi non si discosta molto dai diversi musicarelli con Al Bano e Romina usciti sul finire degli Anni '60: qualche canzonetta, buoni sentimenti che vertono in direzone della consueta solfa del Bene contro il Male (ottimo Carlo Giordana nei panni di un arrogante figlio di papà) e una manciata di comici per sketch più o meno spassosi. Nessuno eccelle, ma il tenore del film è quantomeno dignitoso. Particolarmente divertenti Franco e Ciccio, che qui impersonano due bizzarri salumieri.
B. Legnani: Film di medio livello (**) del bel tempo del cinema italiano che fu. Nulla di eccezionale, con una vicenda gialla conclusiva i cui barocchi e inverosimili movimenti ricordano addirittura quelli della complessa soluzione di Assassinio sul Nilo. Dorelli come sempre perfetto in questi ruoli, che sono un misto di astuzia e di candore. Dufilho inverosimile coma italo-americano. Carina la Villoresi, ma soccombe al grande fascino della Spina (oggi la si direbbe MILF...). Divertente Robutti. Qualche gag non è vecchia, ma addirittura stravecchia.
Geppo: Mariano Laurenti è in un certo senso una garanzia, per come dirige in maniera sicura Nino D'Angelo. La trama è piacevole e strappa qualche sorriso (a parte alcune sequenze banali, ma nulla di deludente). Ovviamente dopo i film precedenti (Un jeans e una maglietta e La discoteca) Laurenti sentiva l'esigenza di cambiare la partner femminile di Nino e quindi al posto della storica Roberta Olivieri sceglie Claudia Vegliante (azzeccatissima). Fantastiche le ambientazioni newyorkesi a Little Italy. Bravi anche Enzo Cerusico e Eddie Constantine.
MEMORABILE: Nino D'Angelo canta "Notte in bianco" nel ristorante; I piccoli furti di Nino e Matumba per tirare su qualche soldo; Lo scontro con le biciclette.
Galbo: Grande e classico film fordiano, girato come altri suoi capolavori nella Monument Valley, vero e proprio archetipo geografico dei grandi western. La storia si rifà a quella del generale Custer e presenta una particolare attenzione alla caratterizzazione psicologica dei personaggi, specie il protagonista, militare paranoico splendidamente interpretato da Henry Fonda. Quasi secondario il ruolo di Wayne, impeccabile la presenza di grandi caratteristi del cinema western come Ward Bond.
Daniela: Una vergine scaltra, un giovane architetto e il padre dell'ex fidanzata di lui: un triangolo in cui si intromettono altri personaggi con funzioni di disturbo: da un successo di Broadway, una commedia sofisticata che con il passare del tempo ha perso l'aura di scandalo, ma ha conservato una piacevole frizzantezza. Merito di dialoghi in punta di penna e soprattutto del cast, con Niven perfettamente a suo agio nel ruolo di maturo dongiovanni, Holden attraente e volenteroso, la minuta esordiente McNamara che ricorda la grazia di Audrey Hepburn.
Daniela: Sontuoso cineromanzo sulla vita e gli amori di Paolina Bonaparte, sorella preferita dell'imperatore, dagli anni della giovinezza in Corsica alla partenza di quest'ultimo verso l'isola d'Elba. Cast ricco di nomi, bei costumi e scenografie d'effetto, ma spettacolo superficiale, ricostruzione mediocre. La Paolina della Lollo appare donna capricciosa e frivola, una chiave di lettura del personaggio cui contribuisce la modestia dell'interprete (nonostante i riconoscimenti ottenuti).
Reeves: La dura repressione americana ha messo fine alle rivolte messicane e alcuni yankee cercano di vendicarsi di Zorro inducendolo a scoprirsi grazie ad alcuni efferati delitti e rapine che compiono usando la sua maschera. La trama è semplice, banale e già vista mille volte, eppure c'è un bel ritmo che consente allo spettatore senza troppe pretese di divertirsi per tutta la durata del film. Claudio Undari è al solito cattivissimo ma efficace come falso Zorro. Piccolo ruolo per la Carrà, coproduttore italiano Alberto Grimaldi che poi passerà a produrre Leone, Bertolucci, Pasolini.
MEMORABILE: Undari vestito da Zorro che terrorizza i poveri passeggeri della diligenza; Zorro che scala una montagna per eliminare una sentinella.
Caesars: Buon esordio cinematografico di Mel Brooks che ci regala una commedia molto divertente (purtroppo in Italia intitolata con l'orribile "Per favore non toccate le vecchiette"). Veramente ottima l'interpretazione di Zero Mostel che con la sua maschera regala il sorriso anche senza aprire bocca, mentre Gene Wilder gli è degna spalla. La sceneggiatura è intelligente e solo verso il finale ha qualche caduta che comunque non compromette l'esito della pellicola (tre pallini li merita). Anche di questo film recentemente ne è stato fatto un remake.
Geppo: Siamo all'ultimo capitolo della commedia sexy all'italiana, ma il buon Mariano Laurenti non sbaglia un colpo. Pellicola spassosa con un Lino Banfi mattatore nel ruolo dell'onorevole a caccia della Agren. Piacevole anche il resto del cast. Questa era proprio la grandezza di Laurenti: sapeva dare agli attori i personaggi perfetti (a volte anche stralunati, come il doppio ruolo di Leo Gullotta). Janet Agren è di una bellezza incantevole e fantastico Dino Cassio (doppiato da Lino Banfi). Memorabile la scena del vagone letto. Cult!
MEMORABILE: La sequenza del vagone letto con Lino Banfi e Gigi Reder; Il registratore: "Chera, succhiami l'orecchio che mi piace!"; Janet Agren sotto la doccia.
Geppo: È decisamente il miglior film di Pippo Franco e di Pingitore. Dopo il pessimo Il casinista si rifanno entrambi con questa straordinaria pelliccola davvero spassosa e ricca di gag strepitose grazie anche agli ottimi caratteristi che fanno da contorno alla storia. È il ruolo giusto per Pippo Franco, qui davvero bravissimo. Il povero Stroppaghetti Marino (Pippo Franco) per trovar casa a tutti i costi passa da una disavventura all'altra. Bravi Enzo Cannavale, Gigi Reder (sopratutto), Roberto Della Casa... e poi naturale... Bombolo non si discute. Cult!
MEMORABILE: L'ufficio del dottor Pellecchia (Gigi Reder); Lo smoking di Bombolo; La collezione di francobolli di Oreste Lionello.
Markus: Se lo scorso anno rimasi deluso da Un’estate al mare, con questo “Un’estate ai Caraibi” lo sono stato ancor di più. Episodi stiracchiati, senza alcun senso dello comicità se non a tratti e, in ogni caso, più per merito dell’estro del singolo attore che per il concepimento del film in se stesso. Il pezzo forte del film, Proietti, arranca, ma ci regala qualche buona battuta. I Vanzina brothers, finiti gli anni Ottanta, non sono stati più in grado di fare gran miracoli... Gradito ritorno cult di Luca Sandri (I 5 del 5° piano).
Galbo: Episodi biografici della vita della principessa glamour per eccellenza, tra realtà e ricostruzioni più o meno veritiere. Biopic sulla carta interessante ma sostanzialmente segnato da una narrazione piatta e priva di vero interesse. L’interpretazione della Kidman (e degli altri attori) è buona, così come la ricostruzione ambientale ma nel complesso il film è noioso e non suscita l’interesse dello spettatore.
Il Gobbo: Ottimo spaghetti-western cucito su misura per Gemma qui in uno dei suoi personaggi-simbolo, aitante e sorridente pistolero infallibile. Si fa chiamare Arizona, si unisce a un bandito sanguinario che lo ha involontariamente aiutato a evadere, ma presto ci saranno divergenze di opinione. Alla regia c'è Michele Lupo, quindi ritmo e divertimento sono assicurati. Un classico dell'età d'oro del genere. Grande canzone di De Masi ("He came out from nowhere, with no one beside him"....). Due falsi sequel, con Steffen e Lawrence
MEMORABILE: "Mio padre mi disse: quando morirò questo orologio sarà tuo. Cinque minuti
dopo... era mio!" (Fernando Sancho)
Caesars: Celebrata pellicola, ben oltre ai suoi meriti. Infatti si ha un inzio spumeggiante, con Nando Moriconi (o Meliconi, il nome viene pronunciato in vari modi sia in questo che nel precedente film) americano di Roma che si trova stretto nella natia Italia, ma poi la storia mostra il fiato corto e ha quindi bisogno di strutturasi in una serie di episodi abbastanza scialbi. Nessuno avrebbe potuto interpretare il personaggio come fece Sordi. La battuta sui "macaroni" è oramai storia del cinema.
Gestarsh99: Per modernizzare Lovecraft e riqualificare ipertecnologicamente la sua oscura teratologia interdimensionale servivano attributi d'acciaio e uno sforzo titanico. Quelli messi in campo appunto da Del Toro che, senza mai perdere il bandolo della matassa, esorbita nell'ipertrofia mastodontica, congegnando una sincrasi fragorosa ispirata alla tradizione dei Kaiju eiga, alle serie tv tokusatsu (Ultraman) e alla cultura nipponica degli anime (da Jeeg fino a Patlabor). I Transformers di Bay sono giocattolini a batteria rispetto ai mega-automi di questo enorme concentrato di sentimento e fanta-fumetto.
MEMORABILE: Gli scontri ottimamente coreografati; Il papponeggiante Pearlman; I due imbranati scienziati alla Mignolo & Prof.
Undying: Ultimi giorni di vita di uno spietato e sadico imperatore: tra una lunga sequela di degenerazioni sessuali e diaboliche esecuzioni. Sulla scia del più celebre Caligola brassiano (dal regista erotico abbandonato in fase di editing e diventato quindi Gore Vidal's Caligola) Mattei dirige il secondo film di un duetto (l'altro è Caligola e Messalina) pressoché realizzato con il medesimo cast tecnico artistico. Ottenendo, sul piano sleazy (ma non solo), un risultato praticamente identico al predecessore.
Caesars: Come non concordare con chi asserisce che la fama di questo film è legata all'episodio con Sordi? Questo è infatti l'unico momento davvero soddisfacente della pellicola, per il resto si naviga all'interno di sketch che poco o nulla hanno da dire, se si esclude la bravura di Peppino De Filippo e Turi Pandolfini. Da Steno ci si poteva aspettare di più.
Gestarsh99: Niente, altra occasione sprecata. Tutti lo attendevano al varco, chi a braccia conserte, chi con le lacrime in tasca, chi con mazze e coltelli, ma qui ci si trastulla indecisi col piede in due scarpe, tra remake hawksiano e prequel carpenteriano e, a parte due/tre colpi di scena ben guidati, il film rinuncia senza reclami autoriali a qualsiasi percorso innovativo o riconversione genialoide, accontendandosi di spiaggiarsi sull'entertainment spettacolare più futile e programmatico. I crostacei aracniformi e l'astronave sotto ghiaccio qualche spicciolo di copyright ad Alien dovrebbero sganciarlo...
MEMORABILE: L'inatteso "capovolgimento di ruoli" sull'elicottero dei fuggitivi...
Galbo: Curiosamente quasi contemporaneo ad un altro film sul birdwatching, questo di Rob Meyer focalizza la sua attenzione su un adolescente colto in un momento fondamentale della sua crescita. La storia e i suoi sviluppi non sono nuovi, ma la sceneggiatura caratterizza bene i personaggi e le interpretazioni sono affidate ad un gruppo di attori validi e ben doppiati, così da rendere il film abbastanza godibile e discretamente informativo su un gruppo (quello dei birdwatchers appunto) che fa in America parecchi proseliti.
Il Dandi: Anche se realizza un film su commissione da un soggetto del produttore Juso, la mano dell'Autore qui si fa sentire: Di Leo personalizza una banale vicenda di vendetta, senza minimamente preoccuparsi della verosimiglianza o di approfondire i personaggi, ma costruendo un piccolo road-movie (che porta aria fresca) con un ritmo da film di kung-fu, tra esplosioni di violenza e lunghe sospensioni zen (anche la musica di Bacalov sembra sottolineare con evidenza questo clima). Luc Merenda dà una rara dimostrazione di efficacia.
MEMORABILE: Il passaggio di denaro, spiato col binocolo.