Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Gestarsh99: Girolami e Vitali daccapo assieme per il lancio di un "nuovo" personaggio studiato ad hoc per sobbarcarsi schermicamente l'eredità comico-romanesca di un Pierino in profonda crisi d'identità, prosciugato nel morale dalla pipinara di emuli-vampiro rovesciatasi in sala agli inizi dell'82. Tanto carismatico e ingagliardito l'uno, quanto rattristante e perennemente randellato quest'altro: un cialtronello trasteverino dedito a guasconate fallenti degne di Er più e Rugantino. La voglia di riscossa e divertimento è costantemente castrata dai paliatoni e dai fiaschi sonori incamerati dal protagonista.
MEMORABILE: Il sor Augusto rivolto a Giggi: "Me dispiace, a Giggè, ma la zampogna mia sòna n'artra musica, tiè!" e giù un pernacchione fragoroso.
Galbo: Discreta commedia italiana diretta da un regista del quale si sono perse le tracce. E' piuttosto efficace la rappresentazione dell'ambiente provinciale, romagnolo in questo caso, che fa del ballo liscio un vero caposaldo della cultura popolare (e l'apparizione del mitico Casadei è giustificata in questo senso); funziona anche la coppia di protagonisti (specie la Dazzi) mentre la regia ha un impianto un po' troppo televisivo. Gradevole.
B. Legnani: Impresa non facile, quella cui puntano Suso Cecchi d'Amico, Age e Amanzio Todini (pure regista). Visti i timori della vigilia, l'opera è quanto meno accettabile. A non essere più accettabili sono i tempi, per i quali i "delinquenti di buon cuore" sono oramai sorpassati. Questo nel 1985, anno del film. Figurarsi oggi. Interpreti principali bravissimi. Forse era impossibile essere verosimili e fare di meglio.
Homesick: I feroci pirati musulmani del XVI secolo infestano le coste dalmate: il conte Marco Trevisan interviene. Il film di Mauri esce dall’arrugginito stampo del cappa e spada di Cinecittà ed è fiappo e svogliato con personaggi dalla consistenza paragonabile a quella dei disegni del fumetto più anonimo. Raccomandabile solo al nocciolo duro dei feticisti del cinema avventuroso italiano anni Sessanta oppure del regista cult Paolo Solvay aka Luigi Balzella, qui presente come attore in un ruolo determinante.
MEMORABILE: L’esecuzione delle due traditrici musulmane sotto gli zoccoli dei cavalli.
Aborym: Solido western di serie B diretto dal grande Budd Boetticher e interpretato dall'eroe di guerra Audie Murphy, che nel film interpreta un fuorilegge redento, costretto suo malgrado a tornare a delinquere. Curioso il fatto che i buoni siano quasi tutti dei banditi: se non fosse per un finale tanto conciliante quanto improbabile, sembrerebbe quasi di trovarsi di fronte a una pellicola di un Sam Peckinpah o di un Arthur Penn, con diversi anni di anticipo.
Homesick: Il secondo western di Tullio De Micheli viaggia lungo i tracciati dell’imprevedibilità, in un susseguirsi di violenza e commedia – ben esemplificati dalla presenza di Fernando Sancho, attore feticcio di tale binomio – e di improvvisi colpi di scena e voltafaccia. In uno dei suoi infrequenti ruoli da “buono”, il volto torvo del mascellone Robert Hundar si distende nella presa di coscienza del killer Dakota Joe e nel suo convertirsi alla causa della rivoluzione zapatista e della libertà.
MEMORABILE: Hundar a Sancho dopo la fucilazione di un rivoluzionario: «Quello almeno è morto per uno scopo, una cosa che difficilmente capiterà a noi due».
Belfagor: Per far ingelosire il marito, lei gli fa credere di avere un amante. Scoperto l'inganno, lui decide di stare al gioco. Commedia sentimentale che si rifà ai classici hollywoodiani degli anni '30 e '40, fra scaramucce, gelosie e scherzi reciproci fra innamorati. La coppia Dee-Darin assicura la giusta dose di zucchero, che fortunatamente è accompagnata da un buon numero di battute. I comprimari, soprattutto Romero, sono più spigliati dei due protagonisti.
MEMORABILE: "Sii una bostoniana in salotto e una francese nel boudoir, ma mai il contrario".
Il Gobbo: Gary McGuire, detto Uragano West, è un abilissimo pistolero circense, che per un trauma non è più capace di sparare per uccidere. Senonchè... Misconosciuto, inusuale spaghetti melodrammatico di Ferroni, con uno Steffen ottimo nei panni dell'anti-eroe vigliacco che passerà per un percorso catartico in un tripudio di caratteristi del nostro western. Notevole anche il ruolo di Wood/Cianfriglia, uno dei suoi più prominenti come cattivone che oscura l'altro bad guy (il moscio Wyler). Da riscoprire.
Markus: Delizioso Buzzanca-movie, in cui si tratta l'allora scottante fenomeno della contestazione comunista giovanile nei confronti dei potenti e di chi comanda in genere. Ovviamente si aggiunge un aspetto sexy, grazie alla presenza della bella Rossana Podestà. La pellicola ha delle venature pochadistiche (nei momenti casalinghi di Buzzanca) davvero divertenti. Un buon film, avvalorato da un ritmo sostenuto per tutta la sua durata.
B. Legnani: Film così felliniano che più felliniano non si può. Tanti echi da altre opere dell’autore e alcune situazioni che saranno riprese in La voce della luna. Parte un po' lento, ma poi prende e affascina. Fenomenale la galleria audiovisiva di Katzone. La prima ragazza del "Giro della Morte" è Marina Lotar. Non accreditati si notano anche attori carissimi del tempo che fu (Diogene, Cerulli, Pazzafini, Mimmo Poli).
Pinhead80: Difficile trovare delle parole che possano descrivere il disappunto per questo film per la tv che pareva promettere bene (almeno dal titolo) e che invece si rivela un totale disastro. Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere vedendo come è caratterizzato il mad doctor saltellante, costantemente in mutande, che si fa portare giovani donne da seviziare a suon di adrenalina. Chi può lo eviti.
Galbo: Esordio cinematografico della coppia di cabarettisti di Zelig, Ficarra e Picone, alle prese con personaggi che ricalcano quelli già interpetati sul piccolo schermo: lo sforzo è dunque minimo e il risultato non è memorabile: una sceneggiatura piuttosto scontata e una regia ad impronta televisiva per un film assai scontato nelle premesse e nello svolgimento e giustamente snobbato dal pubblico.
Deepred89: Commedia interessante, ripetitiva, involuta ma ricca di buoni spunti. Si inizia con una serie di sketch in stile Un sacco bello non particolarmente esaltanti, poi il film nel secondo tempo si fa meno frammentario e prende quota, descrivendo un personaggio, per quanto simpatico, di un'incoscienza che sfocia spesso nel cinismo più gratuito. Peccato che tale discorso si involva in un prefinale rivelatore (con annesso finale) piuttosto idiota. Comunque si ride molto e alcuni dettagli dimostrano ancora una volta l'intelligenza del regista. Non male.
Galbo: Il regista Dick Maas realizza un remake di un suo stesso film riguardante misteriosi ascensori in un avveniristico palazzo. La storia è intrigante ma si avverte una palese incapacità del regista (pare non riguardante il film originale) di mantenere alta la tensione che si stempera anche a causa di una durata eccessiva. Del cast, la più incisiva e la Watts.
Caesars: Ottimo film dei fratelli Coen, i quali paiono sempre più convinti che il mondo sia popolato, quasi esclusivamente, da imbecilli che non hanno la più pallida idea di quello che stanno facendo e delle sue possibili conseguenze. Aiutati da un supercast attoriale (sorprendente Brad Pitt nel ruolo di un trainer atletico di rara idiozia), ci regalano un autentico gioiellino di divertimento. Reduci da un paio di film non all'altezza del loro genio, i fratellini terribili dimostrano di essere tornati più vivaci che mai.
Il Gobbo: Micidiale esempio della stupidità censoria, che ha consegnato all'immortalità una pizza indigesta come poche, ammuffita nella sua tetra, accademica dissacrazione da salottino, nel suo erotismo penitenziale e in ultima analisi sessuofobico, nelle sue lungaggini per fare tanto auteur. E, per di più, completamente inguardabile dopo la meticolosa demolizione operata da Nando Cicero. Il che ci fa pensare che almeno un merito - quello di aver ispirato quel capolavoro - il film di Bertolucci ce l'ha. Bellissimo soundtrack di Gato Barbieri.
Galbo: Semplicemente distante anni luce dal primo capitolo, The mask 2 è la prova provata che i sequel sono spesso pellicole prive di senso, buone solo a raggranellare quattrini, cosa che peraltro spesso non riescono a fare e guardando questo si capisce perchè: storia ridicola, effetti speciali scadenti e cast privo di talento. Pessimo.
Jcvd: Per catturare uno spietato serial killer (Van Damme) viene realizzato un suo clone (lo stesso Van Damme) affibbiato a uno stanco e cinico sbirro, il sempre perfetto Rooker. Ringo Lam dirige questa bella pellicola d'azione, ma neanche troppa, ben recitata da Jean-Claude, bravissimo soprattutto nei panni del clone, un bambinone tenero e innocente. Bello il finale. Film godibilissimo. Una sorpresa!
Homesick: Prolisso e tautologico in tutto il primo tempo, il film alza la testa nella seconda parte, che ha precisi rimandi a I diabolici e soprattutto a Lo strano vizio, da cui si recupera pari pari la sequenza dei cubetti di ghiaccio per abbassare il catenaccio della porta. Sensuale e impaurita la Gravina, statico Flaherty, tagliente la Russinova; Calissano, per non smentirsi, sniffa (off-screen) coca. Luciano Martino firma il soggetto; il fratello Sergio è produttore.
Galbo: Girata in varie località australiane, è una classica commedia generazionale nella quale il protagonista è circondato da figure che esprimono una varia umanità di giovani adulti del nuovo continente. Si tratta nel complesso di un'opera discreta, con una buona sceneggiatura, una regia piuttosto personale ed una convincente prova del cast.
Nicola81: "6 Passi nel giallo" sta crescendo e questo terzo film, finora, è il migliore della serie. La sceneggiatura gioca molto bene le poche carte a sua disposizione e Margheriti dirige con indubbio mestiere, regalando agli amanti del genere anche qualche situazione piuttosto inusuale per una prima serata televisiva. L'epilogo è un po' telefonato, ma ci si giunge in modo non certo scontato. Meglio Goritsas e la Surina della (presunta) stella Vaporidis.
Homesick: Protogono del giallo erotico complottista d’alta società, di lì a poco perfezionato e rafforzato dalla trilogia lenziana. La sceneggiatura, debitrice de I diabolici di Clouzot e decorata di venature gotiche (la villa, il suono del piano), presenta più di un’incongruenza e mira piuttosto ai molteplici colpi di scena conclusivi e a costruire gli avidissimi personaggi: la sensuale Baker – anche nuda e in tutina optical - , il tagliente Pistilli, la nordica Stewart, l’ambiguo e tempestivo Hilton; piuttosto scialbo Sorel.