Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Zender: Spregevole nelle ricostruzioni di chi l'ha conosciuto e ha il compito di tratteggiarne il carattere, ora che è condannato a morte in un paese mediorientale Armando Feroci riesce indirettamente a far emergere la sua ingenua tenerezza, nascosta da quel gallismo puerile da sempre cifra stilistica di una delle più note facce verdoniane. Fanatico di macchine e di Elvis, Armando diverte quando nei panni di agente immobiliare seduce la futura moglie e quando fugge con la cognata non vedente (perfetta la Orioli) oppressa da un marito che non la fa mai ridere.
MEMORABILE: Il virtuosistico inganno uditivo ai danni della cognata cieca: un anonimo spiazzo nel verde spacciato per Piazza dei Miracoli a Pisa!
Didda23: Tecnicamente un film che regge il trepidante peso delle attese, con inquadrature dall'innegabile fascino visivo e un Rodriguez che, svestendosi da ogni qualsivoglia patina da cinema-bis, mostra un'eleganza registica per certi versi sorprendente. Peccato che la sceneggiatura abbia una grinta diversa, annegando in percorso narrativo scontato e con pochissime sorprese. Cast corretto, ma non sempre entusiasmante. Un bel giocattolone che svolge il proprio compito, purtroppo non premiato al botteghino come i produttori si aspettavano.
MEMORABILE: L'armatura scovata sulla navicella; Le scene action nel locale; Le telecronache di Guido Meda.
B. Legnani: Lenta, sguaiata, non riuscita commediola (*½) di corna desiderate. Da un'idea simpatica esce un film pasticciato, con snodi troppo strambi, talora eccessivi, talora troppo urlati, cosicché lo si guarda fino in fondo più che altro per la Bouchet, in forma smagliante. Di tutto il cast il personaggio più azzeccato è quello della Morana, parrocchiana austera e bigotta. Trascurabile, alla fine dei conti.
Matalo!: Storia di un pittore alla ricerca di sé attraverso le vicende dal III Reich alla Germania dell'Est liberata dai sovietici. Nelle vicende di Kurt privato e storia si intersecano ma, a causa di una sceneggiatura e di una regia televisivi, tutto è massimalizzato e sfiorato, drammi compresi. Così il gioco del fato non affonda, la storia è ritratta per sommi capi, le ragioni dell'arte banalizzate e la scelta individualista del pittore appare risibile. Un film più furbo che sentito, con un protagonista un po' stoccafisso.
Rambo90: Un ex crociato difende un bambino cinese, futuro imperatore e la sorella dalla ferocia del fratello più grande. Un film che vorrebbe essere epico ma fallisce sotto tutti i punti di vista. La storia è banale e il ritmo troppo lento, la regia dell'esordiente Powell riesce bene nei combattimenti ma scade nei dialoghi e nella messa in scena generale. La recitazione è il colpo di grazia: se Christensen se la cavicchia, Cage esagera con smorfie e urli, rendendo ridicola ogni sua inquadratura. Evitabile.
Stefania: Divertente! Divertente l'assurda premessa, divertente l'escalation di trovate comiche (spesso demenziali), divertente e anche arguta la presa in giro di tutti i luoghi comuni, le regole e le regolette - un po' terroristiche - su "cosa si deve o non si deve fare per conquistare un uomo (o una donna)". Come quasi sempre accade nelle commedie degli equivoci, nell'ultimissima parte un po' di smalto lo si perde, le cose devono andare a posto e, in questo caso, deve esserci spazio per un lieto fine. Carini e bravi la Hudson e McConaughey.
Digital: Sequel decisamente poco riuscito di un film del 2013. Ciò che colpisce negativamente sono in primis la regia di Miller, distante anni luce da quella di Håfström e la palese ristrettezza di mezzi ma soprattutto di idee. La sceneggiatura affastella tutta una serie di sciocchezze con dialoghi fumosi e snodi narrativi più che prevedibili. Nel cast l’unico degno di nota è il veterano Stallone, ma viene sciaguratamente messo in un angolo per dar risalto ad attori anonimi, davvero poco carismatici. Doppiaggio modesto (Massimo Corvo escluso). Obliabile.
Von Leppe: Film che racconta una preistoria fantasiosa ma poco riuscita, con una trama banale: la ragazza con qualche tratto somatico europeo (in questo caso gli occhi chiari, per questo più pregiata o più evoluta) che viene rapita. Da qui il viaggio per ritrovarla in un guazzabuglio geografico e di razze... La parte egiziana poteva anche starci, ma risulta poco affascinante nella ricostruzione della civiltà pre egizia. Gli effetti al computer sono perlopiù scadenti. Pessima la voce narrante.
Paulaster: Dura vita quotidiana per una barista senza giorni di riposo e l’amica performer innamorata della sua partner. Sempre borgate romane, ma stavolta la protagonista non è coatta; solo una che si sbatte da mattina a sera con marito disoccupato. Vicari illustra bene la situazione e accosta armonicamente le due vicende all’inizio, poi ammicca a sfumature che non vanno da nessuna parte (l’uscita coi ragazzi, la madre, la tabaccaia, i ritardi). Conclusione che serve a far riflettere ma senza infierire.
MEMORABILE: La prima performance; La doccia insieme; Il limone delle mance.
Caesars: Finora i film con i tre comici milanesi in veste di protagonisti erano stati sempre di una certa qualità (anche se non sempre elevatissima); quest'ultima opera invece fa cadere letteralmente le braccia. È con un certo dispiacere che si stronca il film, ma è innegabile che questa volta non si reisca a raggiungere l'obbiettivo di divertire lo spettatore anche se qua e là qualche (rarissimo) sprazzo della comicità che rese famoso il trio si può trovare. La stuttura ad episodi non aiuta la sceneggiatura e nessuno dei 4 (più raccordo) è riuscito.
Galbo: Il debuttante Wayne Beach dirige un thriller dominato dalla frammentarietà della vicenda e dall'ambiguità dei personaggi, per la quale ciascuno appare a prima vista colpevole di qualcosa. A parte una discreta prova del cast, però, la vicenda si rivela subito poco originale, ricca di riferimenti (plagi ?) ad altri film e la stessa caratterizzazione dei personaggi è debole.
Gestarsh99: Storiaccia di vendetta ipocritamente retorica e antimilitarista, che tira in ballo guerra e religione solo come semplici cavicchi con cui lardellare a vuoto un infantile rubabandiera moral-predicatorio. Estenuantemente portato per le lunghe fra twist irricevibili e ribaltamenti di scena degni di un filmcon LeslieNielsen, l'insieme assomiglia tanto a una presa per i fondelli colossale ma la comicità della vicenda è ben più involontaria, micidiale e demoralizzante. Thriller da sbirciare rassegnatamente di sottecchi tra un facepalm e l'altro, sempre che si riesca a beccare l'istante propizio.
MEMORABILE: La limonata salata sulle ferite; De Niro appeso a testa in giù ad una cordicella infilata nel polpaccio; la scheggia di guerra estratta e usata come arma...
Disorder: Quasi un lungo hard dalla trama assolutamente pretestuosa e funzionale al fatto che la Parietti faccia vedere il più possibile. La fotografia con pretese artistiche indugia lungamente su pezzi di carne sanguinante o sulle carcasse di animali da macelleria: voltastomaco assicurato. Assai deludente la prova attorale della Parietti, che incespica sulle parole ed è monoespressiva. Discreti gli altri ma non serve a nulla. Terribile.
MEMORABILE: Nel primo incontro della Parietti col macellaio, si sente in sottofondo musicale "T'appartengo" di Ambra: più trash di così...
Capannelle: Cronaca dell'assassinio di Kennedy e dei giorni seguenti. Ci si attiene ai fatti e ai pseudo-fatti (il che evita eccessi retorici) rivelando qualche particolare interessante ma al contempo si limita sensibilmente il coinvolgimento. Attori e regia non girano male e questo permette di non scadere ai livelli di certi film tv, ma si ha anche la sensazione di un'occasione sprecata o, peggio, dell'ennesimo film sul tema di cui non si sentiva il bisogno.
Herrkinski: Uno strano action, che cerca di creare una vicenda un po' più intricata del solito, con risultati non proprio eclatanti. Arnold fa il poliziotto infiltrato tra i mafiosi, snocciolando qualche battuta delle sue e ovviamente distruggendo persone e cose con la solita esagerazione yankee ottantiana; ma qualcosa non convince, rispetto ad episodi più brillanti di Schwarzy (vedi il contemporaneo Commando). Rimane solo una scena geniale (il massacro con sotto "Satisfaction" degli Stones), il resto è aria fritta e confusione inutile.
Pigro: Il film penetra tagliente nelle fessure lasciate aperte dal tradizionale ménage borghese, per riscoprirne la più borghese delle invenzioni sentimentali: l’amante come soluzione all’insoddisfazione sessuale, senza mettere in crisi il rapporto di coppia. In questo orizzonte erotico-ipocrita, non a caso solcato da truci tragedie, fa breccia la presenza di due figli e la loro dialettica generazionale: l’adottato che verrà ‘punito’ e l’adolescente che diventerà a sua volta padre. Un'opera amorale e moralista, che solletica i sensi per irriderli.
Ciavazzaro: Buon lungometraggio anime dedicato a Lupin, godibile sin dalle prime battute (la scena in biblioteca, ovviamente censurata in televisione). Il fondere la trama classica di Lupin con la storia dei Romanov rende tutto intrigante; come al solito l'antagonista è ben caratterizzato. Sfortunatamente Zenigata, in questo caso, funge più da accessorio.
Gestarsh99: David Twohy, re leone delle oscurità intergalattiche e delle buie profondità oceaniche, cambia del tutto habitat rischiando l'insolazione a picco in un thriller avventuroso gaudentemente spalmato tra gli aprici paesaggi insulari delle Hawaii, sponsorizzati senza ritegno da una fotografia ipnotica e sfolgorante. La situazione è quella annosa dei turisti e degli estranei amichevolissimi, ma si apre con un filo d'effervescenza al giochino delle apparenze ingannevoli, del faccio intendere senza dirlo e dei ruoli scivolosamente ribaltabili, diluendosi in ultimo nella prolissità utile a spuntare il minutaggio pattuito.
Homesick: Subentrato a Lattuada nella direzione del film, Manfredi inscena una commedia erotico-fantastica all’interno di una Venezia elegante e fellinianamente carnevalesca. I contenuti - filtrati dalle doti comiche di Manfredi, Wilson e Bagno e dalla vivace sensualità di una Giorgi double-face - sono riavvicinabili agli enigmi della donna di Buñuel e di alcune loro filiazioni italiche come La donna invisibile. Musiche eclettiche di Gatto e Gianmarco.
Caesars: Più una versione del dottor Jeckill al femminile che una trasposizione del fumetto Satanik, il film vive di poche idee tirate assai per le lunghe al fine di arrivare a sfiorare i 90 minuti canonici. Belle la Konopka e la fotografia, ma per il resto il prodotto è molto deludente; la trama parte abbastanza bene, poi però molto in fretta sfuma nel nulla più assoluto. Si respira comunque una bella atmosfera anni '60 e per gli amanti dei film di genere del periodo un'occhiata la può anche valere. Un pallino e mezzo.
Alexpi94: Strana commedia agrodolce (con diversi risvolti drammatici) che può contare sulla bravura degli ottimi protagonisti (superba la Melato, bravo Manfredi, un po' sopra le righe Wallach), ma tutto ciò non basta a risollevare le sorti di un prodotto eccessivamente lento (che viene subito a noia). Peccato, perché l'idea di partenza non era affatto malvagia e lo scontro sociale tra ex marito e nuovo consorte (in grana) poteva riservare interessanti sorprese. Piacevole la colonna sonora di Morricone.
MEMORABILE: La scena finale in chiesa con protagonista la Melato; Il suadente trio Berté-Gajoni-Blanc.
B. Legnani: Dignitosa (ma nulla di più) pellicola poliziesca, sorprendentemente diretta da Giuliano Montaldo che, più che Sette uomini d’oro di Vicario, ricorda Topkapi di Dassin. Di grande spicco la presenza di Edward G. Robinson. Cast ultra internazionale. Dei nostri ci sono due big, Celi e Cucciolla.