il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

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337347 commenti | 63733 titoli | 25253 Location | 12512 Volti

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  • Film: Quel tesoro di papà (1959)
  • Luogo del film: Il cinema teatro dove lavora il barone Ludovico (Fierro) e dove la figlia Marina (Monlaur) va a trov
  • Luogo reale: Hotel Victoria, Corso Mazzini 4, Cava de' Tirreni, Salerno
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  • Film: Miracolo a Milano (1951)
  • Luogo del film: L'orfanotrofio in cui viene portato Totò dopo la morte di Lolotta
  • Luogo reale: Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi, Via Conservatorio 12, Milano, Milano
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ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Livia Rossetti

    Livia Rossetti

  • Fernando Daviddi

    Fernando Daviddi

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Herrkinski
La coppia di cacciatori di taglie di Dudikoff e Howard stavolta interrompe una rapina e viene presa di mira dal mandante, un boss intenzionato a eliminarla. Rispetto al godibile precedente, stavolta si nota una certa mancanza d'idee; continuano i battibecchi da buddy-movie tra i due protagonisti e l'azione non manca tra esplosioni, sparatorie e pestaggi vari, tuttavia lo script ha il fiato corto e tende a divagare, rendendo la visione meno divertente del previsto. Rimane un prodotto decoroso e guardabile in double-bill col prototipo, ma come film a sé non convince troppo.
Commento di: Noodles
Da un libro di Leonardo Sciascia, un altro ottimo esempio di cinema politico targato Francesco Rosi, espertissimo nel genere. L'andamento è un po' didascalico e non proprio velocissimo, ma l'efficacia della denuncia è assolutamente notevole. Il regista si circonda di un grande cast - di cui alcuni esperti di questo tipo di cinema - che non delude. Come detto, è meglio avere una certa passione per questo genere di film perché la pellicola è ad andamento (molto) lento e ciò può annoiare. Inizio degno di nota, con Charles Vanel circondato dalle mummie. Buono.
Commento di: Capannelle
Girata in quel di Lecce ma si vorrebbe essere nell'isola sicula per mettere in scena una commedia sexy inframezzata ai soliti personaggi della mafia. Toni scanzonati ma con diverse cadute di gusto e una complessiva difficoltà a seguire dialoghi generalmente elementari e scontati. Qualche bellezza femminile e sguardo malizioso non la risollevano più di tanto. Musichette in tono ma ripetitive, qualche scorcio paesaggistico ma niente di speciale quanto a location.
Commento di: Paulaster
Due amici si recano in una casa vicino al mare per lavorare. La sceneggiatura ha i tempi perfetti nel descrivere le dinamiche tra i pochi protagonisti, con un’alternanza di situazioni che spostano gli equilibri di continuo. Il pericolo incombente degli incendi boschivi trasmette un’ansietà di fondo che sfocia in microtensioni appena palpabili. I dialoghi sono realistici e decisamente sottili. Qualche piccola forzatura è presente, ma è funzionale. Ultima parte letteraria di grande presa emotiva.
Commento di: Reeves
Un noir in apparenza molto simile ai tanti altri che venivano prodotti in quel periodo, ma che visto oggi dmostra tutte le enormi potenzialità che in seguito Stanley Kubrick ha saputo sviluppare. La narrazione prosegue avanti e indietro nel tempo ed è diventata un modello per chi vuole creare suspense e stimolare lo spettatore. E Sterling Hayden, con la sua faccia da perdente, è magnetico.
Commento di: Paulaster
Avvocato difensore di malavitosi si innamora di una ballerina. Noir che spazia dalle aule di tribunale ai toni da gangster, dai numeri di danza alle mitragliate. La sceneggiatura, equilibrata, non scade nel melenso e ha un paio di decise impennate (forse la polizia è un po' troppo magnanima nell’occasione del rilascio). Discreti i numeri sul palco di Charisse, che non sono solo un riempitivo. Conclusione abbastanza cruda e inaspettata nei modi.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Che ci si trovi in una Terra distrutta da una guerra nucleare ce lo devono dire, altrimenti non c’è modo di capirlo; ma d’altra parte la cosa è chiaramente dovuta a una produzione no-budget girata tra amici o poco più che tira in ballo gli squali tanto per acchiappare qualche povero appassionato ormai abituato a sorbirsi pure di peggio.

In Russia l’immancabile scienziato pazzo (Qualiana), che scopriremo poi essere in realtà tedesco, sperimenta il più classico dei sieri fantassurdi, in grado di trasformare piccoli squali in uomini che in...Leggi tutto luogo della testa si ritrovano il muso inconfondibile d’un pescecane (di cartapesta, ma tant’è…). Vestiti di tutto punto, marciano su quel che resta dell’America per conquistarla. A difenderla non si capisce bene chi ci sia, a parte qualche sparuto manipolo di soldati e un altro scienziato sballato (O’Keefe) che, incaricato dal governo di trovare qualche soluzione al problema, ha condotto esperimenti sui cani riuscendo solo a trarne Bruno, una specie di San Bernardo dotato di parola che chiede solo di riavere la sua palla!

Presentati in scena i campi avversi non resta che far procedere l’azione, che consta di ben poco: da una parte uomini squalo che assaltano barbecue e luoghi di ritrovo facendo strage (si noti che prima ammazzano le loro vittime e poi le addentano come perfetti vampiri, ma con dentature di dimensioni assai differenti…); dall’altra, in Russia, un comandante che fa piani di conquista del mondo spiegando ai suoi uomini (senza crederci minimamente) quanto sia sbagliato ammazzare civili.

Se non fosse che si tratta di un film che non ha alcuna ambizione al di là di far sghignazzare qualcuno che si accontenta di costumi da carnevale, molta cartapesta e un po’ di sangue finto, ci sarebbe da discutere sul clamoroso manicheismo che fa schierare da una parte gli americani buoni e patrioti e dall’altra i russi perfidi e spietati. Ma dal momento che siamo nei territori della parodia – per quanto becera – il tutto va considerato solo un facile modo per far sorridere. Il problema, come quasi sempre in questi casi, è che buona parte del metraggio va perso in fiumi di dialoghi del tutto inutili e superflui, frasi campate in aria un tanto al chilo, risate maniacali o da beoti dei protagonisti, incontri tra persone che non hanno nulla da dirsi e scontri a fuoco con armi giocattolo in boschi e radure che manco in una sfida a soft-air.

Insomma, l’ennesimo shark-movie che di shark ha poco o niente, nonostante l’entrata in scena – nel finale – di un temibile “squalo gargantua” approntato dal malefico mad doctor tedesco, uno squalo gigantesco che arriverà a terrorizzare New York (tradotto in immagini una sagoma di cartapesta che ruggisce e si muove sullo sfondo di qualche palazzo che crolla). Da mani nei capelli lo scienziato americano che, dopo aver fallito l’esperimento col canuomo, invita un barbone a casa, lo droga e lo trasforma a sua volta in un cane col risultato di fargli fare woof woof mentre si gratta dappertutto… Insomma, mancano i soldi, mancano le idee al di là di quella – di un certo effetto – di vedere una testa di squalo in cartapesta che spunta fuori dal cappottone di un soldato. Fa alzare un sopracciglio il tipo che perde interiora di pezza e se le riattacca al corpo girandosi attorno alla voluminosa pancia lo scotch da pacchi.

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Tutto ambientato all'interno di uno sparuto gruppo di cheerleader, il film mette i maschi all'angolo e nemmeno li mostra giocare sui campi. Compaiono qua e là come accompagnatori delle ragazze e giusto nel finale, presenze comunque marginali. La protagonista è Cindy (Patterson), adolescente acqua e sapone col sogno di diventare una cheerleader come la madre (McAtee), che così aveva fatto innamorare di sé l'ormai da anni defunto marito. Su di giri per quella che dovrà essere l'iniziazione attraverso la quale dovrà essere promossa “regina”...Leggi tutto da semplice “ape” quale ancora è, Cindy scopre lentamente - assieme alle sue amiche - che l'iniziazione non è affatto cosa da nulla: le "regine" ci danno dentro, approfittano della situazione per umiliare le povere ragazze con prove assai "pesanti", irridendole e giustificandosi con un semplice "l'anno scorso era toccato a noi, funziona così".

Ciò che però cambia tutto è la morte - a quanto pare accidentale - di una delle giovani apette, trovata senza vita fuori dalle docce. Ci si aspetterebbe che questo qualcosa cambi, ma le più anziane non la pensano affatto così: l'iniziazione deve continuare come se nulla fosse accaduto e per questo Cindy, che accetta di sottostare alle regole, finisce con lo scontrarsi con sua madre, la quale non può accettare di buon grado tanto cinismo. Ma quando anche una seconda ragazza sparirà, Cindy capirà che forse sua madre non aveva tutti i torti... Cosa succede alle feste alle quali di volta in volta hanno acesso le vincitrici delle prove giornaliere? Qual è il lato oscuro di quelle "regine" per nulla complici o vicine alle cheerleader che istruiscono?

La storia, per quanto semplice nella sua costruzione, viene complicata da una sceneggiatura piuttosto fumosa, che mette molta carne al fuoco dimenticadosi di cuocerla a dovere. Se lo schema sembra in fondo sempre lo stesso (un quotidiano fatto di sfide ma turbato da drammatici accadimenti), se si accenna a qualche accenno giallo con la figura ambigua del classico sfigato di buon cuore che nessuno cerca, va detto che lo scorrimento lineare viene movimentato con alcune sorprese in grado di donare un minimo di vivacità al film, che come prodotto televisivo una sua dignità la mantiene. Le giovani recitano accettabilmente e riescono a rendere nell'insieme abbastanza verosimile l'intreccio, drammatizzando gli incontri tra loro in cui tuttavia è la sola Cindy (insieme alla sua amica del cuore Allison/Hampton) a rendersi conto che qualcosa non quadra.

Un finale concitato come d'abitudine per questi thriller “da divano” e un lato oscuro che viene celato fino all'ultimo con una certa furbizia, lasciando che in chi guarda cresca la curiosità di sapere cosa accade alle misteriose cene delle regine. La McAtee nel ruolo della madre preoccupata delle uscite notturne della figlia sa mostrare le difficoltà di chi deve mediare tra la comprensione verso la figlia e la necessità di controllarla per non perderla. Conduzione onesta in regia per il classico thriller tutto al femminile, condito di tanto in tanto da qualche capriola di gruppo o evoluzione notevole da parte delle ragazze... Sesso e sentimento sono banditi; nelle protagoniste qui dominano preoccupazione e paura...

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Un titolo che si fa beffe d’una frase di uso comune, pronunciata nell'incipit da una lunga trafila di presidenti francesi (anche il film lo è) i quali presentano l'anno successivo come difficile mettendosi così al riparo da eventuali critiche sul loro operato. In realtà difficile è il momento storico, soprattutto a giudizio di un gruppo di ambientalisti (o eco-terroristi, come li chiamerebbe qualcuno) che il giorno del Black Friday si presenta di fronte alle serrande abbassate di un centro commerciale cercando di far ragionare l'orda che attende di...Leggi tutto entrare. E che lo farà ugualmente, travolgendo tutto e tutti come nel coevo THANKSGIVING, in cui l'assalto agli oggetti in offerta ancor di più si trasformava in una lotta all'ultimo sangue.

E' qui che conosciamo Albert (Marmaï), un giovane senza lavoro che acquista un grosso televisore con l'idea di rivenderlo su Ebay. Ma il compratore individuato, Bruno (Cohen), è assai strano e sembra più in bolletta dello stesso Albert. In breve le vite dei due proseguiranno in un cammino comune che li vedrà unirsi agli ambientalisti per mera convenienza (in un loro stand distribuivano birre gratis) in attesa - così sperano - che il Tribunale di Francia cancelli i loro tantissimi debiti attraverso l'intervento di un uomo (Amalric) specializzato nell'aiutare chi ha problemi di sovraindebitamento. Non sarà così facile, come si può immaginare, e intanto la seducente "Cactus" (Merlant) coinvolgerà entrambi nelle azioni e nel quotidiano degli ambientalisti d'attacco, facendo loro guadagnare pure qualcosa.

Da una situazione di indigenza vissuta tuttavia con una certa nonchalance dai due amici al centro della storia, Nakache e Toledano traggono un film che vola prevedibilmente sulle ali della satira, con una malcelata accusa di superficialità nei confronti di chi troppo facilmente si lancia anima e corpo in difesa di problematiche che non conosce come dovrebbe. D'accordo, Albert e Bruno - che costretti a cercarsi un nome "di battaglia" scelgono rispettivamente Pulcino e Lexotan - sono pure peggio (indimenticabile la risposta del primo, finto militante in tema, a Cactus che gli chiede cosa ne pensi del clima: "Un po' come tutti, mi piace il bel tempo, il sole, la spiaggia…"): costretti a condividere idee in cui con tutta evidenza non credono, incorreranno in una serie di gaffe che sono il sale di una prima parte vivace e ricca di gag azzeccate, condotta con bello spirito da commedia, sorretta da una regia impeccabile e da un cast che trova in Marmaï e Cohen una coppia complice ed espressiva, altamente versata per il comico.

Nella seconda parte invece, con il crescere di un sentimentalismo più scontato e con uno spazio fin troppo ampio lasciato alle azioni degli ambientalisti, vengono a mancare i dialoghi, le spiritosaggini, lo spirito iconoclasta e il clima si fa più pesante, senza recuperare più fino alla chiusura. Ciononostante le trovate intelligenti e divertenti non mancano e la cura nella confezione nemmeno. Si pretende un po' troppo però, mentre per far funzionare il tutto al meglio sarebbe stato utile proseguire nel solco del primo tempo, senza sovraccaricare la storia con complicazioni o “doppi giochi” come quello attuato alla Banca di Francia. Ruffiano lo strascicato finale con ballo e bacio, ma si può perdonare...

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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