Georges Méliès e la settima arte... magica

15 Maggio 2009

Rimaneva così poco, nel 1947, dello “studio cinematografico” di Georges Méliès a Montreuil, dopo oltre vent’anni di abbandono e dopo lo scempio della Seconda Guerra Mondiale. Edera abbarbicata alle putrelle, il tetto e le pareti di vetro in frantumi, il mitico “Armadio del Nano Giallo”, ridotto ad una stia per il pollame: le foto scattate quell’anno da Henry Langlois, il fondatore della Cinematheque Francaise, ci mostrano le vestigia di quella meraviglia di vetro e acciaio che era stato il primo vero teatro di posa e laboratorio cinematografico di Francia.
In quello studio, dal 1897 al 1913, il pioniere Méliès aveva realizzato tutti i suoi film, compreso il famoso Viaggio nella Luna, del 1902, in assoluto la prima pellicola di fantascienza della storia del cinema.

A Georges Méliès, regista, scenografo, attore, sceneggiatore, produttore, inventore di cinema, la Cinematheque dedica quest’anno una mostra intitolata Méliès, magicien du cinema”.
Ed è proprio come “mago” che questo singolare personaggio esordì sulle scene parigine quando, nel 1893, iniziò la sua collaborazione con Robert Houdin (alias Houdini), allestendo spettacoli teatrali di illusionismo e prestidigitazione impreziositi da effetti ottici, automi semoventi, costumi e scenografie che in seguito Méliès utilizzerà anche per il suo cinema.
Ecco quindi, nella prima sala dell’esposizione, il già citato ”Armadio del Nano Giallo” e la “Credenza del Decapitato Recalcitrante” (sic!), due fantasmagorici oggetti di scena usati per numeri di magia chiamati “Visioni Animate”.
Ed ecco le Lanterne Magiche, con le loro placche di vetro colorate a mano.
Di queste placche esiste un intero “filone satanico”: “le odalische di Satana”, “il calderone di Satana”, “Satana passa in rassegna il suo esercito”, “visita del Sole a Satana”... decisamente il genere aveva, anche all’epoca, i suoi estimatori!
E poi, altro cimelio, la “camera cinematographique” che Méliès acquistò nel 1896 in Inghilterra, identica a quella inventata, l’anno precedente, dai fratelli Lumiere.
Quindi, il passaggio di Méliès al cinema, e la realizzazione del grande studio di Montreuil, del quale la mostra offre una ricostruzione virtuale in 3D.
Dal 1897 al 1913 Méliès ideò e produsse più di 500 film (tra corti e mediometraggi).
Sperimentatore appassionato, utilizzò per primo nelle sue pellicole effetti speciali quali dissolvenze, esposizioni multiple, sdoppiamenti d’immagine, levitazioni, trasformazioni, riprese al rallentatore.

Parlano di magia, i film di Méliès, di folletti, di demoni, di fate, di mostri, di sultani e di fachiri, ma soprattutto di fantastici viaggi.
Ad esempio, ne La conquista del Polo, del 1912, il Professor Mauboul, per raggiungere il Polo con il suo “aerobus” (incredibile mezzo di locomozione a metà tra aereo, dirigibile e non saprei che altro), sfida le insidie del mostruoso “Gigante delle Nevi”, che vuole divorarlo. Meravigliosa contaminazione tra la realtà della modernità, del progresso (l’esplorazione del Polo, il viaggio in aereo) ed un orizzonte magico, fiabesco (il Gigante antropofago)!
Veramente pregevoli i bozzetti di scena disegnati dallo stesso Méliès e il suo minuzioso progetto dell’ “automa” del Gigante.

Viaggio nella Luna fu comunque il film che diede a Méliès la notorietà internazionale, e proprio di Viaggio nella Luna Henry Langlois, nel 1937, organizzò una proiezione speciale nella Cinematheque, alla presenza dello stesso Méliès il quale, ormai anziano e in difficoltà economiche, aveva trascorso gli ultimi anni nell’oblio di una casa di riposo.
Già nel 1916, infatti, la forte concorrenza dei nuovi studi di produzione realizzati con criteri industriali (come i Pathé e i Gaumont), aveva segnato la fine dell’avventura del geniale “artigiano” Méliès, che era stato costretto a svendere il suo studio, a chiudere la sua casa di produzione Star Film e a guadagnarsi da vivere gestendo un piccolo negozio di giocattoli.
Ma è ancora sulla carta intestata della defunta Star Film che Méliès scrive, nel 1937, a pochi mesi dalla morte, una lettera di ringraziamento a Langlois, nella quale rivendica con orgoglio: “...Io posso dire, signore, di essere stato, dopo i Lumiere, il primo ad avere fatto cinema e ad aver sperimentato e perfezionato per primo quegli effetti e quei trucchi che oggi sono, e in futuro saranno, largamente in uso...”.

A questo grande incantatore, maestro di magia e di tecnica, la Cinematheque rende omaggio anche con la proiezione, la prima domenica di ogni mese per tutta la durata della mostra, di circa 40 dei suoi mini-capolavori, tra cui l’adattamento della macabra fiaba Barbablù (1901), con Méliès anche attore nel ruolo del protagonista, Le manoir du Diable (1897), antenato di tanti “horror”, e il particolarissimo L’affaire Dreyfus (1899), primo film "politicamente impegnato" e prima vittima della censura cinematografica: vista la delicatezza del tema trattato, la sua diffusione fu, ai tempi, vietata in Francia per motivi di... ordine pubblico!

REPORTAGE INSERITO DALLA BENEMERITA STEFANIA

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commenti (9)

RISULTATI: DI 9
    Hackett

    15 Maggio 2009 04:07

    Articolo davvero interessante! complimenti.
    Markus

    15 Maggio 2009 05:30

    e brava Stafania...m'hai fatto tornare in dietro ai tempi in cui studiavo al Dams-cinema. In qul periodo ho conosciuto l'opera di Melies. "Viaggio nella luna" è magnifico nella sua semplicità. Non ricordavo che Melies fosse caduto in disgrazia...
    Rebis

    15 Maggio 2009 12:07

    Bellissimo, davvero evocativo.
    Anche a me hai fatto venire in mente un esame di cinema dato all'università grazie al quale ebbi occasione di visionare quasi tutti i suoi film.
    Complimenti!
    Don Masino

    17 Maggio 2009 02:26

    Brava Stefania, hai fatto tornare indietro nel tempo anche me, a quando mi buttai sui vecchi corti e mi tuffai in un modo di fare cinema così distante da quello di oggi ma così affascinante...
    Stefania

    21 Maggio 2009 05:59

    I commenti li leggo ora, grazie a tutti! Non potete immaginare cosa non sono le foto di Langlois allo studio di Montreuil in rovina poco prima che lo demolissero nel 1947, quelle sì che sono suggestive! Decisamente alla cinematheque le mostre le sanno allestire bene...
    Ellerre

    2 Febbraio 2010 13:09

    Interessante speciale Stefania, anche se conosco quasi nulla dei film citati. Essendo io giocatore di scacchi, lo special mi ha fatto venire in mente l'automa scacchistico (il "Turco") ideato dal Barone von Kempelen nel 1769 di cui tanto se ne parla fra gli addetti e sarebbe interessante per me sapere se hai mai avuto modo di vedere il film che ne racconta la storia: Le joueur d'échecs (Raymond Bernard 1927) al di là della mostra che, presumo, non ne avrà fatto menzione.
    Stefania

    2 Febbraio 2010 19:52

    [quote=Ellerre]Interessante speciale Stefania, anche se conosco quasi nulla dei film citati. Essendo io giocatore di scacchi, lo special mi ha fatto venire in mente l'automa scacchistico (il "Turco") ideato dal Barone von Kempelen nel 1769 di cui tanto se ne parla fra gli addetti e sarebbe interessante per me sapere se hai mai avuto modo di vedere il film che ne racconta la storia: Le joueur d'échecs (Raymond Bernard 1927) al di là della mostra che, presumo, non ne avrà fatto menzione.

    Caro Ellerre, in effetti non ho memoria che nella mostra fosse menzionato questo film, e ti confesso che io ne apprendo adesso l'esistenza, ma questo significa poco:). L'unica cosa che ti posso consigliare è di visitare il sito della Cinematheque, dove si parla anche del loro archivio speciale. L'idea dell'automa scacchistico è comunque bellissima e inquietante!! Ciao, mi spiace di non esserti stata utile, ma fammi sapere!
    Ellerre

    3 Febbraio 2010 08:58

    [quote=Stefania][quote=Ellerre]Interessante speciale Stefania, anche se conosco quasi nulla dei film citati. Essendo io giocatore di scacchi, lo special mi ha fatto venire in mente l'automa scacchistico (il "Turco") ideato dal Barone von Kempelen nel 1769 di cui tanto se ne parla fra gli addetti e sarebbe interessante per me sapere se hai mai avuto modo di vedere il film che ne racconta la storia: Le joueur d'échecs (Raymond Bernard 1927) al di là della mostra che, presumo, non ne avrà fatto menzione.

    Caro Ellerre, in effetti non ho memoria che nella mostra fosse menzionato questo film, e ti confesso che io ne apprendo adesso l'esistenza, ma questo significa poco:). L'unica cosa che ti posso consigliare è di visitare il sito della Cinematheque, dove si parla anche del loro archivio speciale. L'idea dell'automa scacchistico è comunque bellissima e inquietante!! Ciao, mi spiace di non esserti stata utile, ma fammi sapere!

    Grazie lo stesso Stefania, esplorerò anche i loro archivi che mi par di capire contengano anche altri lavori cinematografici che trattano il tema dell'automa scacchistico.
    Nicolò

    12 Luglio 2011 11:18

    Bellissimo articolo. Sono anche io un amante di Georges Melies e volteggiando tra i meandri di siti dedicati a lui e al suo Voyage dans la lune, ho trovato un sito simpatico che potrebbe interessare a chi, come me, si diverte a montare filmati.
    Il sito è http://www.motion-lab.it/ e all'interno di esso è presente un software per la realizzazione di video in stop motion.
    Nella fattispecie, gli utenti possono sbizzarrirsi nel "ri-girare" proprio il film di Melies, tramite la tecnica dello stop motion.
    Il film è già smontato in varie scene, e gli utenti possono scegliere quella che a loro più piace e realizzarla ex novo, dando libero sfogo alla loro creatività.
    Le altre informazioni utili sono tutte all'interno del sito.
    Per chi non conoscesse la tecnica dello stop motion, eccovi un link alla cara vecchia Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Passo_uno
    Enjoy it!!!