"American horror story" stagione per stagione

30 Gennaio 2013

LA PAGINA DEGLI ESPERTI

In questa pagina sono raccolti i commenti pervenuti sulle singole stagioni di questa serie. Chi volesse contribuire commentando un'unica e precisa stagione non ha che da CLICCARE QUI e farlo, scrivendo nel forum il proprio commento e facendolo anticipare dal numero della stagione (es. STAGIONE 2 ASYLUM) e dal relativo pallinaggio. Il commento verrà prelevato “automaticamente” (per via umana, cioè da me) dal forum e trasferito in questa pagina nel punto esatto.


1. STAGIONE 1: MURDER HOUSE
(12 episodi) (2011)

**** C'è di tutto: horror psicologico, slasher, fantasmi e "mostri", senza trascurare "orrori" della vita reale (stupri, abbandoni, malattie). Molto promettente il primo episodio, che esorta senza ombra di dubbio a seguitare la visione degli episodi successivi. Una regia confusa e disturbante spiazza altamente, ma si "calma" via via che la serie prosegue. La seconda metà è meno interessante, anche se l'ultimo episodio aggiusta il tiro e regala un degno finale. Splendida la location della casa e meravigliosa la fotografia. Ricco di citazioni. (Ryo)

***! Partita in sordina, questa serie è diventata via via un appuntamento settimanale fisso. Del resto è tra le più originali degli ultimi anni: un mix di horror, noir, sesso, mistero. Tutt'altro che banali le storie: sorprendono ad ogni puntata rendendo sempre vivo l'interesse. Intriganti e sfaccettati i personaggi, alcuni persino irresistibili (la domestica in versione giovane). L'unica pecca è il finale un po' troppo sbrigativo. La vera rivelazione del 2011. (Mutaforme)

**! Il caleidoscopio di eventi che questo serial ci propone, riesce a spaziare con discreti risultati su vari registri narrativi prendendosi beffa degli ormai logori clichè del cinema horror, addizionando cura nella forma, gusto per l'inquadratura e nella messinscena e buone interpretazioni. Tuttavia, da metà in poi si assiste ad uno script che imposta il pilota automatico giocando per di più a carte scoperte. Ciò che di buono era stato creato, soprattutto a livello evocativo e di atmosfera, viene quasi del tutto affossato da flebili ripetizioni. (Mickes2)

***! Una nota di merito alla prima puntata e sopratutto alla scena coi fratelli rossi, eccellente atmosfera da horror. La storia va, poi, dipandandosi, attraverso piccoli incubi quotidiani e situazioni veramente ben girate. I personaggi sono decisamente ben riusciti e gli attori recitano bene. Sicuramente è un genere di serial tv che mancava. Il finale non eccelle nel suo svolgimento, ma le ultimissime scene sono degno spunto per la successiva. (Redeyes)

*** Serie tv ben fatta, che omaggia l'horror e tutto ciò che gira intorno a questo genere da sempre. Le situazioni sono al limite, gli intrecci rapiscono lo spettatore. Un telefilm "malato" quanto basta per coinvolgere chi guarda. Dopo dieci episodi si inizia a sentire il peso di una vicenda che si attorciglia su se stessa. Fortunatamente (ed intelligentemente) i creatori hanno pensato a soli 12 episodi. Già si parla di una seconda serie, ma con trame ed interpreti nuovi. (Hackett)

**! La serie parte veramente alla grande, innovativa ed intrigante. Non si vede l'ora di vedere la puntata sucessiva. Ma ad un certo punto il tutto si imballa: diventa ripetitivo, i colpi di scena stucchevoli, le incongruenze eccessive. Si arriva alla fine col fiatone. Gli autori, che non sono uomini di horror, hanno messo troppa carne al fuoco e alla fine si sono persi. Piuttosto odiosi i personaggi ad eccezione forse del buon McDermont. In ogni caso obbligo di visione per ogni buon horrorofilo. (Jena)

*** Bella serie che mescola horror vecchio stile a suggestioni orrorifiche più attuali, con personaggi ben delineati e interpreti azzeccati (bravissima la Lange), una piacevole novità nel genere. Soddisfacente anche il finale, che lascia spazio ad un seguito senza risultare inconcludente. (Corinne)

**** Riuscitissimo minestrone di elementi horror arcinoti (casa stregata,fantasmi) ma ben miscelati e incastonati in un impianto generale ben architettato. Ottimo l'utilizzo dei flashback e soprattutto il prologo di ogni puntata che aggiunge puntualmente un altro tassello per far luce sulla dimora maledetta e su ciò che è avvenuto in passato tra quelle mura. Il finale è forse un po' tirato via ma il guizzo del nipotino di Jessica Lange (bravissima nel tratteggiare il suo personaggio mefistofelico) è un vero tocco di classe. Sigla iniziale favolosa. (John trent)

*! Le premesse del buon episodio pilota vengono in poco tempo smontate. Resterà valida solo sull'aspetto esteriore curato (almeno nella fotografia); flashback a flashforward massicci infarciscono la trama di mille misteri che possano attirare l'attenzione con troppa carne al fuoco, poi crollano in trovate che a differenza di tutta l'enfasi costruita attorno non hanno il minimo effetto. Personaggi troppo poco sopportabili, stereotipati e recitazioni poco autentiche. L'unica meritevole è Constance (Jessica Lange). Troppe le trovate che sembrano indirizzate a intrattenere un target di adolescenti. Personalmente consiglio di tenersi alla larga da questa stagione. (Fabbiu)

** Andrò in controtendenza ma a me la prima stagione, l'unica che ho visto, ha un po' deluso. Intanto la sceneggiatura non mi è sembrata molto originale. Potendo spaziare, vista la possibilità concessa ad una serie rispetto ad un lungometraggio, è alquanto deprimente che il tutto si riduca, alla fine, alla solita vecchia e ormai noiosa casa infestata dal male che miete l'ennesima famigliola problematica ma ignara. Indubbiamente è girata con mestiere ad alcuni spunti sono interessanti. Ma credo sia poco. Cast non sempre convincente. Brava la Lange. (Piero68)

**! Parte abbastanza bene, ma poco a poco si spegne, scadendo prima in una ripetitività di situazioni e poi in un'incredibile idiozia nelle azioni dei personaggi (soprattutto il marito sembra da un certo punto in poi un perfetto idiota). Nel calderone della storia viene buttato un po' di tutto e le citazioni si sprecano, qualcosa dà i brividi e qualcosa semplicemente no. Il cast è ben assortito, con una brava Britton e un discreto McDermott. La confezione in generale è buona, con una fotografia adeguata, un bel lavoro sul makeup e una colonna sonora azzeccata. Ultimo episodio un po' troppo comicarolo. (Rambo90)


STAGIONE 2: AMERICAN HORROR STORY ASYLUM (13 episodi) (2012)

****
Vera meraviglia. Tutto rasenta la perfezione: la fotografia, le scenografie e i trucchi. Buonissima la regia che sa costruire le giuste atmosfere con una miriade di inquadrature efficaci e azzeccatissime. La sceneggiatura soffre a volte di tempi lenti e poche emozioni e il finale lascia qualche domanda irrisolta, ma ha il pregio di essere alquanto inaspettato e cinico. (Ryo)

**** La prima nota di merito è per la sfiziosa idea di mantenere il nome, i personaggi e cambiare totalmente ambientazione. La seconda per la prima scena che, per quanto agli antipodi dei gemellini rossi e la bimba con la sindrome di down, colpisce e molto. La terza per un sapiente utilizzo del sovrananturale, che eccezion fatta per un caso di possessione e gli extraterrestri, lascia gran spazio alla perfidia umana. Se possibile la stagione cresce in qualità nella fotografia e si arricchisce di una quasi irriconoscibile Sarah Paulsen (carinissima in "The spirit"), molto efficace nel ruolo di Lana W. La storia è più strutturata che nella prima stagione e si segue estremamente bene. Forse perde qualcosa in terrore e suspance, ma l'elemento umano è ben evidenziato. Decisamente una stagione coi fiocchi. Consigliatissima. (Redeyes)

****! Ambientazione diversa (dalla casa infestata si passa ad un ospedale psichiatrico di proprietà della chiesa nel quale ne succedono di tutti i colori). Si va avanti tra possessioni demoniache, sevizie, esperimenti filonazisti raccapriccianti e un serial killer le cui gesta vengono reiterate dalla sua insana progenie ai giorni nostri. Jessica Lange è davvero un mostro di bravura ma tutto il resto del cast funziona alla grande. Davvero ottima serie, un pelino superiore alla prima stagione. (John trent)

*** A parte alcuni episodi folgoranti tra esperimenti mostruosi, mutanti cannibali, ex criminali nazisti, possessioni demoniache, blasfemie e omaggi ai più famosi serial killer americani (Ed Gein in testa), la seconda stagione parte alla grande per poi afflosciarsi in dirittura d'arrivo (fuori da Briarcliff c'è poco da raccontare,in realtà). L'horror si affievolisce sempre più e il destino della serie prende pieghe da soap opera con punte di buonismo che stridono col cinismo imperante dei precedenti episodi. Ottimo l'apparato tecnico (Rejon miglior regista) ma gli preferisco la Murder house. Indimenticabile il tormentone "Dominique". (Buiomega71)

*** Partenza lanciata, tra personaggi sadici e altri che nascondono qualcosa in un manicomio degli orrori che, almeno per i primi cinque episodi, può stupire e turbare per crudezza delle situazioni. Poi il ritmo rallenta, tutto diventa più lineare e prevedibile, soprattutto per chi bazzica il genere horror da tempo. Non tutto il cast eccelle (Quinto non mi è piaciuto) ma Cromwell e la Lange sono imperdibili. Molte le cose indovinate: la canzoncina in loop nella sala comune, la maschera di Bloodyface, i continui salti tra flashback e flashforward, la fotografia cupa. Nel complesso buono. (Rambo90)


STAGIONE 3: AMERICAN HORROR STORY COVEN (13 episodi) (2013)
** Tema intrigante in questa nuova terza stagione: le streghe. Una visione della figura che vorrebbe essere rinnovata, ma è solo trasposta ai giorni nostri. Interessanti alcuni personaggi, ognuno ben caratterizzato, però questa Jessica Lange, bravissima attrice, ma sembra sempre lo stesso personaggio in diverse versioni! Fatele interpretare qualcosa di diverso ogni tanto! Nulla da dire per location, fotografia e regia sempre di altissimo livello. Ma è proprio la sceneggiatura che non è all'altezza del contesto. Dov'è l'horror? Sembra un qualsiasi teen drama con più sangue e più violenza. Spesso inquietante e con prospettive terrificanti, ma non basta. E non è all'altezza del titolo della serie. L'ultimo episodio è il peggio del peggio: sbrigativo, incoerente e stucchevole. (Ryo)

*! Eccoci approdare sulle sponde di Salem, e sai che novità nell'horror! I nostri hanno la non brillante idea di affiancare alla Bates, sinonimo di qualità orrorifica, un manipolo di teen ager, una cougar e persino una granny, tutte in subbuglio pre e post ormonale. Si finisce così per guardarci una specie di Buffy con qualche bel taglio, ottime musiche, un' efficace overture ma null'altro. Tediati e anestetizzati per questa sorta di orrore patinato, arriviamo alla fine temendo che l'effetto novità/qualità delle prime due stagioni sia svanito come i poteri di una suprema non più tale. (Redeyes)

***! Abbagliato da virtuosismi eccezionali (il prologo da film muto del dodicesimo episodio), da crudeltà assortite (la soffitta degli orrori di Delphine), la serie murphyana regala ancora perversione e morbosità che vanno dall'incesto alla coprofagia inconsapevole, dalla necrofilia ai grotteschi smembramenti. Femminea, diabolica, perfida e cinica saga stregonesca, che dona attimi di vera commozione nell'episodio finale con l'elezione della Suprema. Piccole crepe (le stucchevoli resurrezioni,l'insulsa storiella d'amore tra Kyle e Zoe) non intaccano questa pregevole terza stagione. (Buiomega71)

*** Il femminismo che uccide se stesso, gli stereotipi femminili messi al muro (e al rogo) e tanti riferimenti (storici e non) sulla stregoneria. New Orleans è affascinante, mistica e assolata, una città che diventa parte della storia proprio come un personaggio. Per non parlare delle attrici e della loro caratterizzazione. Sicuramente meno cupa e gore delle altre serie, ma resta un vero gioiellino. Tra il cast spiccano Kathy Bates, Frances Conroy e Emma Roberts. (Fedeerra)


STAGIONE 4: AMERICAN HORROR STORY FREAK SHOW (13 episodi) (2014)
*! E andiamo di freaks. Ottima sigla e poi una carrellata di mostri, mostriciattoli, deformi, killers e beoti come se piovesse. Scriteriata carnevalata che se da un lato perde di vista l' aspetto puramente orrorifico dall'altro nemmeno colpisce con qualche sentimento a buon mercato. La Lange sembra la fotocopia mal venuta di se stessa e che dire della barbuta Bathes? Si continua a gettare carne sul fuoco per tutta stagione e si perpetua col non trovare un trait d'union degno di nome. Lo stesso finale non riesce a decollare e ci lascia tediati e pure un po' scocciati. Pessima. (Redeyes)

***! La quarta stagione offre meraviglie e orrori in egual misura. Citando Browning, Murphy realizza una fiammeggiante opera che si dipana tra freak, serial killer dandy e narcisi, olezzosi clown assassini, snuff ai limite dell'insostenibile, bdsm, padri disfunzionali, spiriti dannati dickensiani, venriloqui alla Norman Bates, tutti insieme in un carrozzone di crudeltà, splatter, follia, anacronismi musicali, omosessualità e avidità. In linea con la serie (a parte qualche lieve calo nelle puntate centrali) e chiusa finale sul Viale del tramonto dell'aldilà che stringe il cuore. Ammaliante. (Buiomega71)


STAGIONE 5: HOTEL (12 episodi) (2015)
** L'Overlook hotel si tinge di glam come se fosse ridisegnato da Fendi e Versace, in questa quinta stagione che dimostra pochezza di idee e una chiusa che sa di presa in giro. Solo un episodio ("La settima arte") sfiora la meraviglia, il resto viaggia tra stilemi già collaudati (chi muore torna alla vita) e personaggi vacui (Alex, Ramona), dove l'horror pare convitato di pietra. Tra orge di sangue, cuciture henenlotteriane, creature simil barkeriane, palesi tributi alla Miriam scottiana, sbandate nello psychothriller alla "Seven" e pagliaccesche tavolate di serial killer si arriva al fotofinish con il fiato corto. Splendide, comunque, Lady Gaga e Alexandra Daddario. (Buiomega71) 


STAGIONE 6: ROANOKE (10 episodi) (2016)
*** Nettamente divisa in due parti, questa stagione ha il pregio di portare una ventata di freschezza nello stile della messa in scena, adottando in un alcune fasi il sistema del filmato in diretta (alla Rec) e in altre  quello della ricostruzione semi-documentaria (stile programma di Rai3). La trama invece è banale, siamo nella classica casa infestata da presenze, con corredo di contadini pazzi e cannibali. Comunque la presa in giro di un certo tipo di tv americana e dei reality su fatti criminosi funziona, così come eccelle la scrittura dei personaggi, in particolare il lato "vip" del cast (chi vedrà, capirà). Peccato per l'ultimo episodio, totalmente esornativo, che sa di inutile strascisco a una vicenda che sembrava già ben conclusa. Buono. (Rambo90)

***! Una ventata di aria fresca in questa sesta stagione. Spiazzante, innovativa, destabilizzante (l'episodio 6 dà un colpo di spugna inaspettato) omaggia "The Blair witch project" e il mockumentary in generale. Tra redneck cannibali incestuosi, mostruose entità, cupi flashback nel passato, sacrifici umani, roghi, svolte narrative imprevedibili (e scioccanti), picchi altissimi nello splatter più viscerale, Roanoke vive di paure ancestrali e ataviche, in cui il mito della casa maledetta si fa carne e sangu, innestandosi con il reality alla "My little eye" e il potere devastante della televisione e dei moderni mezzi di comunicazione. (Buiomega71)

***! Una stagione che ha diviso il pubblico di mezzo mondo, ma che si distingue dalle altre per efferatezza, splatter ed immediatezza. Una storia tra razze in un mondo post razzista; un racconto che nasconde al suo interno la fiaba nera della colonizzazione americana. Tantissimi i personaggi femminili di rilievo, il che conferma, ancora una volta, che AHS è un prodotto sempre controcorrente. Un microcosmo matriarcale all’interno di un sistema patriarcale; che è, in definitiva, quello che viene raccontato in questa serie. Bates, Paulson e Porter straordinarie. Uno dei migliori segment. (Fedeerra) 


STAGIONE 7: CULT (11 episodi) (2017)
*** 
Sette, deliri di onnipotenza, tradimenti, complotti, derive shakesperiane, follie estremiste femministe (la Scum), in quella che è la stagione più matura del format. Eliminato l'horror (ma la ghenga di clown assassini è davvero spaventosa), quel che resta è "Ho sparato a Andy Wharol" e lo Zodiaco, Charlie Manson e il massacro di Cielo Drive, nel volto dell'America più oscuro e intriso di marciume, del nazismo crescente, nell'egemonia di giovani messia sanguinari fino alla strage, progettata, delle donne gravide (la notte delle 100 Tate). Splatter parco ma ben assestato e una chiusa pessimista che dà valore aggiunto. Evan Peters (petersellerianamente) padroneggia l'intera settima stagione. I mostri (quelli veri) ambiscono alla Casa Bianca. (Buiomega71)

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