L'infanzia di Ivan - Film (1962)

L'infanzia di Ivan
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Titolo originale: Ivanovo Detstvo
Anno: 1962
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Leone d'oro al miglior film alla 27ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/01/08 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 5/01/08 18:06 - 9044 commenti

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Splendido dramma bellico che deve la sua riuscita ad una messa in scena di rara scarnezza e limpidezza ed alla capacità del maestro russo, qui alla sua prima opera, di mescolare con grande sapienza un realismo a tratti anche molto crudo, con squarci onirici di grande bellezza e lirismo che mostrano già il talento visionario posseduto da Tarkovsky. Bellissimo il personaggio del giovane Ivan. Chiarissimo, molto più che in altri film più strombazzati, il messaggio antimilitarista.

Pigro 3/09/09 08:56 - 9666 commenti

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Ragazzino orfano è impiegato dai militari russi come esploratore nel territorio controllato dai tedeschi. Una figura esile e potente quella del piccolo Ivan, splendidamente interpretato da Nikolai Burlyaev, che ha tutta la sofferta tenerezza di un'infanzia violata e l'orgoglio di un giovane uomo che vuole affermare il suo diritto alla vita e alla lotta per la libertà. I primi 20 minuti sono straordinariamente belli e sconvolgenti, così come rimane di altissimo livello estetico e forte pathos l'intero film, sospeso e umido, intimo e lirico.

Lupoprezzo 14/10/10 16:17 - 635 commenti

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Stupefacente esordio nel lungometraggio per Andrei Tarkovsky che già dimostra un'incredibile maturità formale. Assistiamo alla tetra storia del piccolo Ivan, buttato giù troppo presto dal letto dell'infanzia e costretto a marciare verso una vita che assomiglia più alla morte e per fuggire dalle nefandezze umane gli resterà forse il sogno. Le sequenze dei cavalli e delle mele e il bacio rubato nel boschetto di betulle sono pura poesia.

Ilmonco 9/11/10 18:56 - 41 commenti

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Sembra che tutto sia un sogno, il gioco inventato di un bambino, la sua fantasia... ma poi diventa chiaro che non è così. Tarkovsky che faccia un film di 4 ore o di 90 minuti è semrpe un bicchier d'acqua, non capisco. Ha la nomea di autore "mattone" e invece è sempre così godibile. Sarà che riesce a creare delle immagini splendide, aiutandosi con la fotografia e con il paesaggio russo che riesce sempre a dargli il meglio di sè. Sarà per le storie così anti sovietiche e molto occidentali. Sarà che era un genio.
MEMORABILE: La scena del bacio dei due soldati.

Enzus79 15/05/11 16:15 - 2896 commenti

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Il film meno poetico e forse meno politico di Andrei Tarkovsky, ma che comunque mi ha coinvolto abbastanza, specie se si vede la storia dall'ottica dei soldati e non del bambino. È una storia semplice, fatta da un regista "impegnato". Belle le scene dei sogni e ovviamente il finale.

Mickes2 30/07/12 11:23 - 1670 commenti

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Lirico e avvolto in una dimensione pressoché unica, onirica, grondante di realismo, finanche surreale. Dolente ritratto di una popolazione intera, universalizzando il racconto dal punto di vista di un bambino, il piccolo Ivan, una delle figure più struggenti che abbia mai visto, strappato dall’infanzia, mosso solo dall’odio verso un nemico senza scrupoli e deciso a vivere una vita che non gli dovrebbe appartenere. La sofferenza e il silenzioso urlo di dolore di Ivan rispecchia quello di una nazione intera rivolgendo dolore e rabbia a tutta l'umanità.

Rullo 4/04/14 23:03 - 388 commenti

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La guerra vista dagli occhi campanilisti di un bambino, impiegato per esplorare i territori tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Crudo spaccato della vita in trincea, tra stridii di caratteri e bombardamenti a tappeto. Tarkovsky si destreggia tra il reale e l'onirico in un dolce spettacolo per gli occhi. Eccellenti le interpretazioni, a partire dal giovane Ivan, comprendendo tutti gli attori di contorno. Incalzante la sceneggiatura. Incantevole la fotografia.
MEMORABILE: Il bacio sul fosso; Il bunker quasi "teatrale"; I due impiccati.

Graf 20/04/14 23:45 - 708 commenti

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L’Infanzia di Ivan ci rivela il tumulto interiore del regista Tarkovskij, che riesce a sgretolare il muro di cemento della gelida censura sovietica. Ivan è un ragazzo russo che viene strappato all'innocenza di un’infanzia felice dalla guerra crudele e nel suo giovane cuore matura l’odio e la vendetta. Lirismo e realismo, flashback e spezzoni di documentario, la cruda oscurità della guerra e la tenerezza dei ricordi della madre uccisa. Un nobile film sospeso in una luce rarefatta, un'ispirazione poetica più limpida dell’acqua di sorgente. Un dono.

Rebis 18/09/16 13:44 - 2337 commenti

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Tarkovsky esordisce nel disgelo politico post stalinista denunciando il lato oscuro del patriottismo, fondato sulla logica guerrafondaia e l'annientamento dell'individuo - qui ancor più sconvolgente perché rappresentato dal corpo di un bambino. La bellezza figurativa - in sospetto di formalismo, si disse - è preponderante, ma non perde mai aderenza con l'istanza più viscerale e politica che muove il racconto e accende la riviviscenza del dolore di toni ancor più tragici e acuti. Abbacinanti le sequenze oniriche che definiscono un canone estetico cui attingeranno in molti, da Bergman a Inarritu.

Rufus68 21/04/18 18:16 - 3842 commenti

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Trattenuto dalle preoccupazioni politiche (gli inserti sulla liberazione di Berlino, certe esigenze nel tratteggio del "nemico"), il film si risolleva proprio quando il regista è libero di parlare: allora si hanno squarci di vera e delicata poesia e la potenza del simbolismo (l'acqua, i cavalli, i frutti) vola sopra ogni contingenza storica. Indimenticabile il personaggio di Ivan e perfetto il finale che, tramite gli occhi disillusi e stanchi di Galtsev, allude con rara pudicizia a una tragedia immane.

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Daniela 5/03/20 22:22 - 12662 commenti

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Andrei Tarkovsky esordisce nel Lungometraggio subentrando ad un altro regista, in condizioni produttivamente difficili e con un budget limitato. Il risultato non è solo eccellente dal punto di vista estetico: la storia del minuto Ivan, un bambino costretto ad una troppo precoce maturità, non avrà forse la grandezza del poderoso affresco offerto da Andrej Rublëv, il fascino ipnotico di Solaris o la profondità metafisica di Stalker, ma appassiona, commuove, infine strazia il cuore nell'epilogo che lascia attoniti. Un personaggio meraviglioso per un film che fa soffrire e per questo si fa amare.

Bubobubo 12/10/21 23:06 - 1847 commenti

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Una sequenza (l'incursione di Ivan nel buio dei terreni paludosi fra gli schieramenti sovietico e tedesco, accompagnato in barca da Cholin e Gal'cev) entra di diritto nel novero delle più fulminanti intuizioni registiche di Tarkovskij: una trasferta dantesca tra le betulle silenziose, gravida di tensione, con un chiaroscuro minaccioso che perenne incombe e ingigantisce i contorni degli oggetti. Film ideale per chi non amasse il Tarkovskij espanso ed esistenzialista della maturità: una favola iperrealista di formazione coronata da un finale tragicamente amaro, sebbene tipizzato.
MEMORABILE: Girovagando fra le betulle; Ultima incursione in campo nemico; Il finale.

Magi94 12/01/22 14:18 - 952 commenti

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Strabiliante opera prima che ci può far meglio capire l'intensità del dramma della Seconda Guerra Mondiale in Unione Sovietica. Niente inni di gloria alla resistenza o a Stalingrado, ma un racconto visivo e viscerale di quel trauma abbattutosi su vecchi e bambini, stravolti dalla guerra fino a sognare ad occhi aperti di sgozzare i tedeschi. I passaggi onirici sono la punta di diamante di un discorso che collega l'innocenza dell'infanzia agli orrori del mondo reale, traghettandoci verso lo straziante finale. Qualche spezzone criptico (la ragazza) sfilaccia a tratti la narrazione.
MEMORABILE: I sogni di Ivan; Le bellissime riprese in soggettiva nel bosco, danzando da un albero all'altro.

Paulaster 19/09/23 18:02 - 4419 commenti

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Dodicenne russo viene mandato in esplorazione dietro le linee nemiche tedesche. L'atrocità della guerra e l'assenza di speranza, per un ragazzino, sublimate dalla regia d'effetto di Tarkovsky. Primi piani bergmaniani e fotografia eccellente per dimostrare che l'attaccamento alla patria non è nulla rispetto alla vita. Bellissimi i flashback in cui, come solito fare, il regista esprime la purezza dei sentimenti tramite l'acqua. Immagini forti verso la conclusione.
MEMORABILE: Il bacio nel bosco; La fine della guerra; L'elenco dei deceduti.
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  • Discussione Caesars • 16/01/20 10:52
    Scrivano - 16811 interventi
    Imbd riporta come co-regista (n.c.) anche Eduard Abalov. In un'intervista rilasciata a Radio3 (Hollywood party - puntata del 15/01/2020) il figlio di Tarkovsky ha infatti raccontato che il film fu iniziato da altro regista che però giunto a circa metà dell'opera fu licenziato perché il suo operato fu giudicato insufficiente. Venne proposto di finire il film ad altri registi più famosi (all'epoca) in Russia, ma tutti declinarono la "patata bollente". Tarkovsky accettò a patto di avere completa carta bianca, di poter riscrivere la sceneggiatura, rigirare tutto da capo e con altri attori. La produzione accettò avvisandolo però che avrebbe dovuto fare tutto col solo budget rimanente (circa metà dell'originale). Così Tarkovsky girò la pellicola che oggi conosciamo (che in teoria non dovrebbe contenere materiale girato dal precedente regista, considerazione mia).
    Ultima modifica: 16/01/20 14:14 da Zender
  • Discussione Zender • 16/01/20 14:14
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Sì, bisognerebbe capire se sia andata davvero così e da dove viene la notizia di Imdb...
  • Discussione B. Legnani • 16/01/20 14:34
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    In ogni caso, se non c'è un fotogramma girato da Abalov, inserirlo come nc non mi pare sensato...
  • Discussione Caesars • 16/01/20 14:44
    Scrivano - 16811 interventi
    Concordo.
    Segnalavo solo che Imdb porta un altro regista, ma direi di dare credito alle parole del figlio di Andrei Tarkowsky (cioè film rigirato da zero) e quindi di non aggiungere altri registi, se non dimostrato che sia sto usato materiale girato da terzi.
  • Discussione Daniela • 16/01/20 23:32
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Sono andata a rileggere in "Scolpire il tempo. Riflessioni sul cinema" cosa scrive Tarkovskij in merito al film. Ad un certo punto fa riferimento alle ristrettezze del budget:

    "Il futuro interprete del personaggio di Ivàn - Kolja Burljàev - l'avevo notato quando studiavo ancora al VGIIC4. Senza esagerazione posso dire che è stata la mia conoscenza con lui a determinare il mio atteggiamento nei confronti della regia de
    L'infanzia di Ivàn (i termini di consegna troppo rigidi non avrebbero consentito di effettuare serie ricerche per individuare l'interprete del ruolo di Ivàn e inoltre il budget era troppo risicato, in seguito al fatto che prima di noi un altro collettivo creativo aveva iniziato senza successo a lavorare a questo film). Mi fu possibile accettarla grazie alla presenza di garanzie d'altro genere. Tali garanzie erano costituite da Kolja Burljàev, dall'operatore Vadìm Jusov, dal compositore Vjaceslàv Ovcìnnikov, dallo scenografo Evgénij Cernjàev.
    "

    Non ho trovato accenni all'utilizzazione di materiale girato in precedenza, anzi dalle parole del regista sembra proprio un film creato ex novo ed in totale autonomia creativa, fatti salvi i limiti di budget.
    In un altro passo si legge infatti:

    "Nella creazione del mio primo film sono stato guidato da un jntento semplicissimo: verificare se ero capace o no di occuparmi di regia cinematografica. Allo scopo di giungere a una conclusione definitiva mi sono, per così dire, lasciato andare le briglie. "Se il film riesce," pensavo, "avrò conquistato il diritto di lavorare nel cinema". Proprio per questo il film L'infanzia di Ivàn ha avuto per me un significato particolare: è stato il. mio esame per ottenere il diritto alla creazione."
    Ultima modifica: 17/01/20 01:11 da Daniela
  • Discussione Caesars • 17/01/20 08:51
    Scrivano - 16811 interventi
    Grazie Daniela.
    A fronte di queste testimonianze (padre e figlio) direi proprio che il materiale già girato non sia stato usato, quindi regia 100% di Tarkowsky.
  • Homevideo Buiomega71 • 9/11/21 13:33
    Consigliere - 25999 interventi
    Annunciato in blu ray per la Cecchi Gori