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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/01/08 DAL BENEMERITO GUGLY
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Gugly 4/01/08 18:51 - 1185 commenti

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Storia di una famiglia lucana emigrata a Milano: cinque fratelli (come le dita della mano) e la madre. L'incontro con Milano e una ragazza spregiudicata cambierà la vita di tutti. Visconti unisce molteplici elementi: la tragedia greca, i riferimenti letterari (gli autori russi e tedeschi), l'indagine sociologica per offrire un film dolente e spietato nella caratterizzazione dei personaggi. È impressionante vedere un Delon così, buono, così disperso eppure vincente sul ring (ma nella vita...).
MEMORABILE: Il paralllelismo fra l'incontro di boxe di Rocco e l'ultimo incontro fra Nadia e Simone.

Galbo 6/10/08 19:26 - 12380 commenti

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Capolavoro assoluto del cinema italiano e caposaldo del genere neorealista, nonchè tra i massimi esempi dell'eccelsa filmografia viscontiana, è un'epopea familiare con i ritmi e i tempi della tragedia greca. La disgregazione della famiglia meridionale emigrata a Milano è narrata dal regista con toni dolenti ma dall'alto valore morale, grazie ad un grandissimo cast che dà al film il meglio di sè.

Pigro 5/10/08 10:43 - 9635 commenti

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Vicende intrecciate di fratelli meridionali emigrati a Milano. Capolavoro che in un raffinato mix di Testori, Mann e Dostevskij, costruisce come pochi altri la saga popolare di una famiglia, così vera e così simbolica, così naturale e così teatralmente melodrammatica. Un miracolo di equilibrio che scaraventa bellezza e emozioni sullo spettatore, grazie a una regia sublime, a un b/n da incanto, a interpreti vibranti che incarnano personaggi che rimangono scolpiti nella memoria e nella pancia di chi li ha visti.

Renato 23/04/09 12:31 - 1648 commenti

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Straordinario film di Luchino Visconti: ambizioso, potente, visivamente splendido, strutturato in macro-episodi comunque tutti connessi tra loro per non spezzare mai il filo del racconto principale. A vederlo pare proprio di ritrovarsi in mezzo ad una delle tante famiglie del sud Italia salite a Milano nel dopoguerra, tanto è scritto e recitato perfettamente; e la durata (quasi 3 ore) non si avverte per nulla.

Nando 28/04/10 00:58 - 3810 commenti

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Uno spaccato proletario in terra milanese. Una famiglia lucana che cerca il riscatto nel Nord ricco ed industriale. Purtroppo le speranze termineranno nell'immediatezza o faticosamente nel proseguio dell'esistenza. Visconti regala una narrazione eccellente, caratterizzata da interpreti appropriati e nel pieno fulgore recitativo. Un film difficilmente catalogabile; melodramma o neorealista? Non rispondo ma penso che sia un film da conservare con cura e di grande impatto emotivo e non solo.

Enzus79 8/08/10 11:26 - 2873 commenti

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Storia di una famiglia meridionale (lucana) che sale su al Nord (Milano) per i soliti motivi: sistemarsi meglio economicamente. È una bellissima storia, dove si intrecciano le vicende drammatiche di cinque fratelli. Delon non mi ha convinto, mi è piaciuto di più Salvatori.

Lupoprezzo 4/10/10 16:02 - 635 commenti

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Una famiglia di origine lucana si trasferisce a Milano tra mille difficoltà d'inserimento. L'aristocratico Visconti mette in scena uno dei suoi temi più cari: la disgregazione del nucleo famigliare. Fulcro del film è l'intenso rapporto tra i fratelli Rocco (A. Delon) e Simone (un immenso Salvatori, mentre sullo sfondo la loro famiglia a contatto con una insopportabile e inaspettata realtà va in frantumi. Un capolavoro dolente, grandissimo e memorabile.
MEMORABILE: L'indimenticabile primo piano su Alain Delon; la scena all'idroscalo.

Matalo! 8/08/10 11:16 - 1378 commenti

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Ispirato ai racconti di Testori de "Il ponte della Ghisolfa", Visconti realizza un melodramma nelle forme e nei gesti dove Milano è fotografata a tranci neri e fumosi, o lividi o abbaglianti (la cima del duomo). Realismo solo apparente in quanto i quadri sono pensati teatralmente (l'incontro Simone-Rocco-Wanda ma non solo). È uno dei capolavori di Visconti anche se sentire Delon (ottimo) parlare lucano oggi fa un po' sorridere. Cast strepitoso, in testa la Girardot, per uno dei film terminali del neorealismo. Quache eccesso qua e là.
MEMORABILE: Che sia Rocco o Milano calibro 9, Milano ha sempre quel sapore....

B. Legnani 12/08/10 01:56 - 5523 commenti

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Notissimo capolavoro, nel quale Luchino Visconti riesce pure a rendere Alain Delon un credibile contadino lucano. Se qualche situazione, come il dissidio inter-familiare nell’incipit, pare esagerato secondo il buon senso di oggi, va considerato che neppure oggi, troppo spesso, vince il buon senso. Cast diretto magistralmente, con molti in grado di fornire – in prime, seconde e terze linee - prove altissime, con una Girardot semplicemente straordinaria. Fra i tanti, c’è pure Nino Castelnuovo.

Macguffin 6/08/11 11:35 - 124 commenti

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Nel descrivere la parabola di una famiglia del sud emigrata a Milano, Visconti unisce l'approccio neoralista alla tradizione del dramma classico, riuscendo ad appassionare sia per il vivo ritratto di un significativo momento della storia d'Italia che per l'ancestrale richiamo a tematiche umane universali. Motore del film è il rapporto tra i due poli opposti Rocco (Delon, quasi disumano nella sua bontà) e Simone (Salvatori, troppo umano nelle sue passioni). Impeccabile la regia e grande cast in stato di grazia.

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Mickes2 19/09/11 18:20 - 1670 commenti

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Struggente melodramma neorealista sul disfacimento della famiglia. Visconti delinea i personaggi e varie sfaccettature di anime dolenti, sovrastate da problemi quali le difficoltà di inserimento e adattamento, mancanza di lavoro, stenti economici. Rocco e Simone, così vicini e così diversi, due mondi in contrapposizione: nobiltà d’animo e frustrazione latente che affondano nel quotidiano, in uno splendido affresco pieno di malinconia. Sa toccare le corde umane più profonde, emotivamente ti attraversa.
MEMORABILE: Il viso e di Alain Delon nel pre-finale e ciò che pronuncia.

Luchi78 28/12/11 15:40 - 1521 commenti

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Storia di una famiglia che emigra, ma soprattutto storia di un legame indissolubile tra fratelli che vede i due protagonisti Delon e Salvatori in un'interpretazione straordinaria. Ogni scena rappresenta un ritratto particolare, dalle più apparentemente insignificanti (la neve che cade a Milano) a quelle più forti, ormai divenute storia del cinema (lo stupro di Nadia o la confessione dell'omicidio). Il tutto incorniciato in una Milano fredda e distaccata, che avvolge i suoi ospiti non solo nella nebbia, ma in una vita diversa e difficile.

Giùan 4/04/12 13:30 - 4539 commenti

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Magistrale lezione di stile e regia in quello che a tuttoggi è il più possente esempio di romanzo cinematografico mai girato. Visconti, straordinario sperimentatore della classicità, squaderna per l'ennesima volta gli schemi narrativi del suo cinema, lanciando cuore e visionarietà oltre l'ostacolo, con un trasporto dostojevskiano che non ci si aspetterebbe da lui. Archetipico e sociologico come san essere solo le Opere imperiture, passionalmente popolari. Dalle fondamenta tanto cementate da sorreggere la credibilità degli interpreti tutti. C'è n'è pochi...

Deepred89 17/09/12 23:21 - 3704 commenti

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A molti suonerà come una bestemmia, ma non riesco a ravvisare in Rocco e i suoi fratelli la perfezione della quale un po' ovunque si legge. Fotografato (un b/n da applausi), interpretato (perfetti tutti gli attori), inquadrato (splendidi primi piani) e socialmente contestualizzato con classe sopraffina, ma anche, secondo chi scrive, eccessivo, ricattatorio e non di rado eccessivamente teatrale. Senza dubbio un film memorabile e di grande respiro (e, cosa non da poco, mai noioso), anche se stento a vederci un capolavoro.

Homesick 1/04/13 17:21 - 5737 commenti

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Summa e apice del primo Visconti, sposta il bruto resoconto della realtà fattuale verso una vocazione letteraria e melodrammatica, prevalente nella triste parabola di una famiglia del Sud la cui originaria unità si sgretola tra le lusinghe e le insidie della contraddittoria metropoli del Nord. Il Maestro non lesina violenza, stupri ed omicidi, né l’erotismo torbido e aggressivo della Girardot né le scene madri, che irrompono con pianti parossistici da tragedia greca. Da Delon a Stoppa, tutti gli attori sono diretti con cura per effigiare altrettanti archetipi umani. Fosco e traumatico.
MEMORABILE: Simone alla stireria; la morte di Nadia all’Idroscalo; la festa in onore di Rocco e la tragedia familiare dopo il ritorno di Simone.

Fafo1970 28/08/14 12:16 - 30 commenti

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Questo film, giustamente annoverato tra i capolavori, colpisce innanzitutto per i volti azzeccati che recitano con tutto il corpo e l'anima. Visconti tratteggia personaggi indimenticabili e anche i ruoli secondari hanno il loro carattere e la loro psicologia. Il prezzo da pagare per entrare a far parte del boom economico è molto alto e tragico per la famiglia Parondi, ma alla fine il dialogo tra Luca e Ciro fa sperare in un futuro dignitoso. Salvatori Delon e Girardot da applausi.

Daniela 22/03/16 11:49 - 12622 commenti

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Forse non tanto paradossalmente, l'aristocratico Visconti realizza il suo capolavoro con questa storia di immigrati meridiani a Milano che ha i toni cupi della tragedia greca, nella quale le diverse suggestioni letterarie, da Verga a Dostoevskij, sono declinate in chiave di melodramma familiare: se i legami di sangue assumono il peso di catene indissolubili e "irragionevoli", le azioni non corrispondono alle intenzioni. E' infatti proprio il comportamento di Rocco, fratello compassionevole, a portare all'esito fatale. Quadro ambientale poderoso, cast ammirevole, b/n sublime: capolavoro.
MEMORABILE: L'incontro sul tetto del Duomo; Lo stupro di Nadia

Cotola 30/08/16 21:19 - 9009 commenti

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Lezione di storia, saggio sociologico, romanzo ottocentesco in celluloide e tragedia greca: questo e tanto altro è il celebrato capolavoro di Visconti. Il film oltre ad essere tecnicamente ineccepibile (con una straordinaria fotografia di Rotunno) riesce anche ad emozionare profondamente (specialmente in certi frangenti) grazie ad una storia d'altri tempi, intensa ed interessante ma anche grazie e soprattutto alla forza di personaggi bellissimi su cui spiccano le dolenti ed umanissime figure di Rocco e Nadia. Eccellente la prova di tutto il cast.
MEMORABILE: Nadia e Simone all'idroscalo; Il discorso finale di Rocco

Magi94 3/04/18 16:52 - 944 commenti

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A conti fatti questo film è di una durezza disarmante, crudo e spietato in ogni fotogramma. Perché la storia che racconta appare in tutta la sua miseria, in tutta l'assurdità dei rapporti tra i fratelli (il comportamento di Rocco!), eppure allo stesso tempo si sa che questo mondo era vero, questo modo di pensare esisteva e alcune tracce rimangono pure ai giorni nostri. Si pensi alla madre, che pure forse Visconti voleva ritrarre con dolcezza e invece ora fatico a non vederla come un'arpia. Magnifico il bianconero, struggenti i dialoghi. Capolavoro.
MEMORABILE: Le speranza di Rocco rispetto al paese natio; Il discorso finale di Ciro a Luca.

Paulaster 18/10/18 10:34 - 4389 commenti

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Madre e cinque fratelli si trasferiscono dalla Lucania nella grande città. Storia di emigrazione, crescita e dramma familiare. Milano è impietosa all'inizio ma poi sa ospitare e la sorte di ognuno sembra dipenda solo dalle proprie azioni. La famiglia si sfalda, perde i connotati originari e non potrà evitare il peggio. Cast eccellente con la Girardot che si amalgama con tutti e nota anche per Stoppa. Regìa che mostra la cittadina dai suoi monumenti alla periferia abbandonata e abile anche nel riprendere la boxe. Fotografia ottima.
MEMORABILE: Lo stupro; La Girardot accoltellata; Il discorso di Delon; Il fratellino che accarezza il cartellone.

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Rocchiola 18/04/20 10:11 - 953 commenti

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Celebre capolavoro viscontiano che racconta la saga di una famiglia meridionale nella Milano del boom. Narrativamente resta uno dei suoi film più generosi e coinvolgenti, parzialmente guastato dai soliti eccessi melodrammatici. La prima parte offre una bella descrizione ambientale, poi purtroppo prevalgono i toni lagnosi della sceneggiata napoletana. Delon come pugile lucano non è molto credibile, meglio l’animalesco Salvatori. Splendido invece il bianco-nero di Rotunno che tra neorealismo e stilizzazione noir riprende una città gelida e inospitale.
MEMORABILE: L’arrivo in treno a Milano; Lo stupro di Nadia; L’addio tra Rocco e Nadia sul tetto del Duomo; L’omicidio all’idroscalo; Stoppa manager pugilistico.

T. hermill 6/11/21 12:57 - 17 commenti

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Vincenzo, Simone, Rocco, Ciro e Luca sono i cinque fratelli Parondi: emigrati poverissimi alla ricerca di un riscatto sociale dalla Lucania nella Milano del boom economico, dovranno pagare uno scotto altissimo. Straziante opera madre di Visconti che indaga, con qualche concessione al melodramma ma una durezza senza pari, la tragedia dell' immigrazione. Di perla la fotografia di Rotunno che tratteggia una città gelida e per nulla amichevole, struggente la colonna sonora di Nino Rota. Cast all stars in totale stato di grazia: capolavoro senza pari.
MEMORABILE: La devastante scena dello stupro di Nadia.

Noodles 31/01/22 18:07 - 2204 commenti

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Splendido affresco di Visconti sul meridione che fugge dalla sua terra per recarsi in un nord che fatalmente ne rovinerà le sue peculiarità. Protagonista simbolica di questa tragedia del sud è una famiglia lucana su cui il dramma svolazza sin dai primi momenti, solo apparentemente sereni. Film retto da un cast favoloso, con una grande Annie Girardot e una sceneggiatura perfetta nei tempi e nel ritmo, tanto che le quasi tre ore a malapena si sentono. Una sorta di tragedia greca in salsa italiana, ricca di spunti e riflessioni sull'incontro tra mondo arcaico e moderno. Imperdibile.
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  • Discussione B. Legnani • 12/08/10 01:59
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Galbo,
    parli di capolavoro assoluto ma non dài *****

    È giusto il ****½ o è un errore di digitazione?
  • Discussione Galbo • 12/08/10 05:47
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Galbo,
    parli di capolavoro assoluto ma non dài *****

    È giusto il ****½ o è un errore di digitazione?


    in effetti era da correggere, grazie
  • Discussione Didda23 • 28/02/11 18:57
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    E’ venuta a mancare, all’età di 79 anni, all’ospedale Lariboiserie di Parigi l’attrice Annie Girardot. Dal 2006 la Girardot era ammalata di Alzheimer e aveva perso la memoria.
  • Discussione Lodger • 16/05/15 19:23
    Pulizia ai piani - 1563 interventi
    Festival di Cannes 2015, "Rocco e i suoi fratelli" restaurato dalla Cineteca di Bologna. Le tre clip in esclusiva (VIDEO)


    Tutti ricordano "Rocco e i suoi fratelli", ma il pubblico non lo ha mai visto nella sua versione integrale , come Luchino Visconti, cioè, lo aveva voluto. Domani il Festival di Cannes ospita in anteprima il capolavoro viscontiano restaurato in HD dalla Cineteca di Bologna e reintegrato dei tagli di censura. All’indomani della Mostra di Venezia del 1960 infatti il film fu distribuito nelle sale a condizione che scomparissero le scene e i dettagli più crudi.


    http://www.huffingtonpost.it/2015/05/16/festival-cannes-rocco-e-i-suoi-fratelli-restaurato_n_7297338.html?utm_hp_ref=italy
    Ultima modifica: 16/05/15 19:26 da Lodger
  • Curiosità Nemesi • 21/03/16 17:20
    Disoccupato - 1657 interventi
    Come noto, uno dei problemi che Visconti e la produzione dovettero affrontare a film terminato fu il cambio di cognome di Rocco, da Pafundi a Parondi.
    Ecco uno stralcio dell'articolo del 10 giugno 1960 tratto dal Corriere della Sera (che mi ha passato Renato): "Nella citazione si fa presente che Rocco Pafundi [...] è un magistrato attualmente addetto al massimario della Cassazione, e che l'attribuzione del suo nome allo spericolato pugilatore arreca indubbiamente danno al suo nome e a quello di tutta la famiglia".

    Se è quindi bastato eseguire un ridoppiaggio per trasformare Pafundi in Parondi, nel film si nota chiaramente la fatica fatta per coprire il cognome originale sulle locandine degli incontri di Rocco (mentre non è stato affatto censurato quando era a sé stante - come sulla porta di casa - oppure associato al fratello Vincenzo, visibile su un ritaglio di giornale).
    Con una ripresa in movimento la scelta è stata quella di censurare Pafundi attraverso una pennellata grafica:



    Mentre con un'inquadratura ferma hanno persino tentato di correggerlo (grossolanamente):



    Stessa tecnica utilizzata alla fine della film, dove il risultato è esilarante. Prima una pezza sul cognome originale...



    ...poi la pennellata...



    ...infine la resa:

  • Discussione Zender • 21/03/16 17:46
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Nemesi ebbe a dire:
    Come noto, uno dei problemi che Visconti e la produzione dovettero affrontare a film terminato fu il cambio di cognome di Rocco, da Pafundi a Parondi.
    Ecco uno stralcio dell'articolo del 10 giugno 1960 tratto dal Corriere della Sera (che mi ha passato Renato): "Nella citazione si fa presente che Rocco Pafundi [...] è un magistrato attualmente addetto al massimario della Cassazione, e che l'attribuzione del suo nome allo spericolato pugilatore arreca indubbiamente danno al suo nome e a quello di tutta la famiglia".

    Se è quindi bastato eseguire un ridoppiaggio per trasformare Pafundi in Parondi, nel film si nota chiaramente la fatica fatta per coprire il cognome originale sulle locandine degli incontri di Rocco (mentre non è stato affatto censurato quando era a sé stante - come sulla porta di casa - oppure associato al fratello Vincenzo, visibile su un ritaglio di giornale).
    Con una ripresa in movimento la scelta è stata quella di censurare Pafundi attraverso una pennellata grafica:



    Mentre con un'inquadratura ferma hanno persino tentato di correggerlo (grossolanamente):



    Stessa tecnica utilizzata alla fine della film, dove il risultato è esilarante. Prima una pezza sul cognome originale...



    ...poi la pennellata...



    ...infine la resa:



    Divertente, e capisco il problema dei grafici :)
  • Musiche Soviet • 16/08/16 16:19
    Disoccupato - 8 interventi
    Il motivo di Nino Rota che fa da colonna sonora alla scena in cui la Paxinou e la Girardot sono in tram a Milano è stato ripreso nel film "Roma" di Federico Fellini.
    Ultima modifica: 16/08/16 20:40 da Zender
  • Musiche Lucius • 7/11/17 00:02
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale:



    Ultima modifica: 7/11/17 08:06 da Zender
  • Curiosità Lucius • 5/01/19 12:41
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dall' archivio cartaceo Lucius, il flano originale del film:

  • Homevideo Rocchiola • 18/04/20 10:23
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Se si vuole avere una visione perfetta e integrale (durata dichirata in copertina di 177 minuti ma inserendo il disco leggo quasi 180) di questo film consiglio vivamente in bluray pubblicato nel 2016 dall'inglese Eureka! nella serie Masters of cinema che propone la versione restaurata in 4K da Film Foundation con la collaborazione della Cineteca di Bologna. Le immagini proposte nel corretto formato panoramico 1.85 sono perfette con un bianco-nero molto contrastato e nitido ammantato da un lievissimo filo di grana del tutto naturale. L'audio italiano si può seguire senza sottotitoli ed è di buona potenza e assoluta chiarezza. Inutile quindi rivolgersi alle vecchie pubblicazioni in DVD nostrane che risultano decisamente inferiori. Mentre l'edizione del 2016 in DVD 01-Rai riporta sul supporto SD il medesimo master del bluray summenzionato.