Gli occhi freddi della paura - Film (1971)

Gli occhi freddi della paura

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Pur essendo ispirato palesemente all’ORE DISPERATE di William Wyler (all'epoca ben lungi dall'essere remakkato da Michael Cimino) e pur ambientato a Londra (solo teoricamente, visto che di esterni si contano sulle dita di una mano), GLI OCCHI FREDDI DELLA PAURA è solidamente radicato nel cinema di casa nostra: per la ricchezza delle scenografie (egregiamente fotografate da Ballesteros), per la colonna sonora di Morricone (tipicamente thrilling, nello stile arabo artistico di quella composta per il contemporaneo GATTO A NOVE CODE...Leggi tutto) ma soprattutto per la complessità dell'intreccio, assai lontana dalla semplicità comune a ORE DISPERATE e a gran parte del cinema di genere americano. Frank Wolff e il suo socio appena uscito con lui di galera arrivano in casa del giudice (Fernando Rey) ma vi trovano il figlio (Gianni Garko) con l'amichetta (Giovanna Ralli). Li tengono in ostaggio e costantemente sottotiro dando il via al rapporto visto in ORE DISPERATE, ma dietro vi si nasconde la storia di una vendetta quasi giustificabile e le tecniche usate da Garko per avvertire via telefono suo padre di essere in ostaggio passano attraverso una finezza linguistica curiosa. In aggiunta a un copione più strutturato del previsto va rimarcato il mestiere di Enzo G. Castellari, regista troppo spesso sottovalutato, in possesso di uno stile teso e personale che lo porta a girare un finale senza parole lungo, squarciato solo da grida e rantoli, destinato a restare impresso. Il côté argentiano del film insomma non si limita al solo incipit perché coinvolge l'intero impianto visivo e sonoro.

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Dusso 8/02/07 18:49 - 1565 commenti

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Terribile thrillerino di Castellari con una storia che non va da nessuna parte. Cast e recitazione mediocri (su tutti Frank Wolff), musiche di Morricone particolarmente anonime, ridicolo l'attentato al padre di Garko (con pure un gatto che ci si mette di mezzo) e inoltre, addirittura per ben tre volte, c'è un errore evidente in cui si vede la notte che diventa giorno. Finale noiosissimo. Da evitare con cura, credetemi!!!

Deepred89 11/08/07 18:14 - 3701 commenti

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Passabile. I problemi più grandi risiedono nella sceneggiatura, eccessivamente lenta e poco emozionante. La storia fatica parecchio a coinvolgere; le cose migliorano quando i fatti, seppur banalmente, iniziano a chiarirsi. Ottima invece la regia di Castellari, che opta per diverse geniali scelte registiche (tra cui il celebre scontro finale senza dialoghi) con varie inquadrature altamente bizzarre. Buona anche la fotografia e discrete le musiche di Morricone. Bravi Garko e la Ralli, ottimo come al solito Rey, discreto Mateos, mediocre Wolff.

B. Legnani 8/02/08 18:29 - 5519 commenti

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Allungato, pertanto insipido. Quello che poteva diventare un interessante risultato, se condotto nello spazio di cinquanta minuti televisivi, finisce, diluito in un'ora e mezza, con l'essere troppo debitore verso le soluzioni artificiose ed iterate. Tensione zero. Bravo Wolff, bella (come sempre) la Ralli, Garko sorprendentemente capellone, Rey che lavora con la mano sinistra, ma divertente quando ragiona sull'ablativo e sull'accusativo.
MEMORABILE: La telefonata con la citazione in latino.

Cotola 3/03/08 18:39 - 8998 commenti

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Splendido thriller da camera girato dal sempre bravo Castellari che, dopo un inizio tranquillo, dà il via ad una tensione crescente davvero notevole, che avvince lo spettatore nelle sue spire, lasciandolo andare solo alla fine, dopo la straordinaria ultima parte, quasi completamente muta. Ottima la regia, bella la sceneggiatura, bravi gli attori. Nel complesso un film di genere decisamente sopra la media, che non va assolutamente perso.

ShangaiJoe 17/07/08 12:08 - 32 commenti

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Prepotente incursione "alla Castellari" nel thriller all'italiana. Il film si salva grazie alla maestria del regista e all'interpretazione dei soliti noti: Gianni Garko (qui in versione "capello double-face"), Giovanna Ralli (tanto anonima quanto essenziale), Frank Wolff nel ruolo del cattivone di turno e Fernando Rey giudice imparziale ma non troppo. Consigliato, per ragioni di completezza, agli aficionados del genere. Assolutamente evitabile se si è alla ricerca degli elementi "puri" del filone. Finalone assolutamente sotto le aspettative.
MEMORABILE: La telefonata in codice.

Homesick 25/01/09 08:54 - 5737 commenti

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Considerevole. Un kammerspiel dalla tensione soffocante e inarrestabile, arricchito da uno stile eclettico – prolessi, allucinazioni, labirintici effetti optical – e sferzato dagli stridenti sperimentalismi sonori di Morricone. Alte le prestazioni di tutti gli interpreti, sui quali troneggia Wolff, dapprima razionale e atarassico, poi sempre più belluino e disperato sino al macello finale. I numerosi richiami alla giustizia che si arresta dinanzi alle colpe dei potenti preludono a La polizia incrimina, la legge assolve.
MEMORABILE: Curiosamente, lo stratagemma delle “istruzioni” in latino si ritrova anche nel coevo L’arciere di fuoco di Ferroni.

Capannelle 23/07/09 15:28 - 4394 commenti

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Rispetto ad altri film del filone possiede il merito di ricercare un filo logico abbastanza strutturato e più da giallo che da action. Purtroppo nel finale compie diversi salti mortali e perde fragorosamente l'equilibrio (tra pugnali multipli e un ridicolo disinnesco). Un equilibrio sostenuto finora da buone musiche, attori decenti (relativizzo eh!) e un minimo di tensione: lenta ma tiene. Per le caratteristiche di Castellari, ci possiamo accontentare.

Herrkinski 2/04/10 16:26 - 8052 commenti

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Dal titolo sembra un classico giallo anni '70; invece ci troviamo di fronte a un noir dalle tinte drammatiche. Castellari è bravo a creare la giusta tensione e l'atmosfera claustrofobica, senza annoiare lo spettatore; infatti il film è quasi interamente ambientato nella stessa stanza, dove sono rinchiusi i 4 protagonisti (tutti meritevoli di lode per la buona prova attoriale, in particolare Garko e Wolff). Dalla metà in poi il crescendo di violenza e suspense è notevole, così come il finale; nel complesso niente male.

Trivex 30/03/11 16:33 - 1738 commenti

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Spudoratamente lento, può ammaliare o annoiare a morte. Nonostante sia praticamente indoor, il motivo claustrofobico non è così avvertibile. La tensione invece è sensibile e insieme alla splendida forma di Wolff e soci determina la positiva risultante. Storia derivata ma esplicata bene, con un finale sostanzialmente in linea con i tre pallini complessivi. Da meditazione (ma leggera) e non consigliato agli utenti dinamici.

Xabaras 9/04/11 17:33 - 210 commenti

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La vera forza del film sta nell'indiscutibile capacità del regista di ricreare con rigorosa efficacia un'atmosfera claustrofobica e asfissiante che permea l'intero tessuto narrativo: dapprima placida e sotterranea. la tensione esplode in maniera deflagrante nel grandioso finalone muto, semplicemente da antologia. Morricone si adegua all'approccio stilistico ricercato da Castellari producendo uno score dalla non facile metabolizzazione ma che lascia il segno. Buona la resa del cast artistico: su tutti spicca Wolff, in una delle sue ultime apparizioni.

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Fauno 7/12/11 10:04 - 2206 commenti

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Claustrofobico ma decisamente valido, sia per la drammaticità dei processi farsa, nei quali si cerca la sentenza clamorosa e un unico colpevole, sia per le allucinazioni mentali di chi si sente giudicato e condannato una seconda volta. Queste ultime Castellari le rappresenta divinamente e posso davvero dire che è un regista di grande talento, anche se altri suoi film non sono stati all'altezza. Ottimo fra tutti Julian Mateos, estremamente violento e combattivo, che arriva a ribellarsi perfino al suo complice...

Pinhead80 27/11/12 18:58 - 4715 commenti

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In questo film Castellari si cimenta con il thriller. Il risultato alla fin fine non è male, anche se sono evidentissime alcune grossolanerie per quanto riguarda il montaggio di alcune scene e pure per la sceneggiatura (giorno e notte alternate alla bell'e meglio e Fernando Rey che non esce mai dal suo studio, su tutte). Rimane però una buona dose di tensione e i più che sufficienti dieci minuti finali, che riscattano un film in parte deludente. Troviamo anche Karin Schubert in una scena mozzafiato a inizio film.

Lupoprezzo 24/12/12 16:06 - 635 commenti

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Dopo un incipit un po' superfluo, la pellicola vira verso un violento thriller da camera sull'ingiustizia e sull'immunità del potere e la sua connivenza con l'imbroglio, valorizzato da una imprescindibile prestazione di Frank Wolff, vittima del sistema: implacabile prima, disperato dopo. La realizzazione non è esente dalle solite pecche tipiche delle produzioni del regista romano, ma il messaggio arriva e certi passaggi sono decisamente soddisfacenti. Il ruolo di Ferando Rey poteva essere gestito meglio e l'attentato fa un po' ridere.

Lucius 8/08/13 21:05 - 3015 commenti

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Probabilmente troppo parlato ma di indubbio interesse. Il montaggio risulta claustrofobico e serrato e la pellicola, quasi priva di silenzi, si produce in un meccanismo a tratti farraginoso ma di grande tensione. La Ralli fa la sua bella figura perfettamente calata nel ruolo, mentre Morricone, con le sue partiture, pone la ciliegina sulla torta, valorizzando l'intera opera.

Nicola81 9/08/15 22:53 - 2831 commenti

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Teso, violento e claustrofobico thriller chiaramente ispirato a Ore disperate, ma capace di proporre una trama più articolata, con annessa denuncia della timidezza della magistratura di fronte agli imputati eccellenti. Castellari parte un po' in sordina, ma poi dimostra di saperci fare anche in un genere per lui inusuale. Bravi Wolff, Garko e la Ralli, discreto Mateos, Rey si aggrappa al mestiere, splendida la Schubert nell'ingannevole incipit. Adeguate le musiche di Morricone. Nel panorama italico anni '70 è senz'altro originale.
MEMORABILE: La telefonata in codice; Il violento finale.

Rufus68 17/04/16 21:56 - 3819 commenti

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Né un giallo, né un thriller; lo si potrebbe definire dramma psicologico da camera. E Castellari lo orchestra su una cupa ideologia di fondo, quasi alla Dürrenmatt: la giustizia è questione di classe; ed è il ceto sociale di appartenenza a determinare i vincitori e i vinti. Non a caso padre e figlio, apparentemente nemici (ma comunicano fra loro in latino, i despoti!), si riconosceranno, alla fine, quali complici. Ottimi gli attori ed eccellente il jazz d'avanguardia di Morricone, straniante e suggestivo bordone sonoro.

Alex1988 18/04/18 18:53 - 728 commenti

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Enzo G. Castellari, prima di esplodere con i suoi "poliziotteschi", fa una sua personale incursione nel thriller, che in quel momento stava spopolando con il fenomeno di Dario Argento. E lo fa rifacendosi all'Ore disperate di Wyler; il risultato è piuttosto soddisfacente, seppur non eccelso, ma la storia è realizzata con mestiere, fino al violento finale. Da riscoprire.

Jdelarge 19/11/18 20:10 - 1000 commenti

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A funzionare è l'atmosfera che Castellari riesce a creare per tutto il film, merito anche della bella location interna e della colonna sonora di Morricone. Ciò che, invece, non convince minimamente è la trama, statica come gli attori Garko e Wolff (stranamente entrambi insufficienti), che parte da un'idea vista e rivista. Non c'è un vero sviluppo della storia e tutto quello che avviene, oltre che prevedibile, è anche fastidiosamente inverosimile.

Giùan 15/08/19 14:46 - 4528 commenti

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Duplicemente eccentrico: rispetto alla carriera di Castellani per il suo indulgere piuttosto sulla costruzione drammatica che non sugli exploit action, rispetto ai thriller italici del decennio per la paranoia claustrofobica che caratterizza personaggi e ambientazione. L'incipit con lo spettacolo teatrale "off" (splendida Schubert) e l'incontro Garko-Ralli è coinvolgente, pur se Giovanna prostituta convince poco, sacrificio finale compreso. Ben tratteggiato, pur se non nuovo, il rapporto Mateos/Wolff e l'odio di quest'ultimo per Rey, giudice fuoricampo.
MEMORABILE: Il flashback dell'omicidio del poliziotto; Gli scoppi d'ira improvvisi di Wolff.

Bubobubo 19/07/20 01:58 - 1847 commenti

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Per un soggetto che nella progressiva crescita della tensione dovrebbe trovare la sua dimensione ideale, l'assenza totale del benché minimo cardiopalma non è affatto un buon segno. Non è nemmeno l'unico, perché l'opera di Castellari, pure in tono con le produzioni di genere dell'epoca, viene ulteriormente ridimensionata da una prima mezz'ora decisamente noiosa e da una coppia di protagonisti che viene difficile prendere seriamente. Nel complesso piuttosto deludente, con un paio di momenti (l'omicidio del maggiordomo, la febbricitante soundtrack firmata dal GINC) sopra la media.
MEMORABILE: La colonna sonora.

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Keyser3 24/08/21 23:18 - 444 commenti

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Grande esempio di cinema italiano di genere, claustrofobico dall'inizio alla fine (è praticamente girato tutto in interni), con la tensione che resta sempre costante, nonostante la staticità dell'ambientazione. Sugli scudi lo sfortunato Frank Wolff, al penultimo grande ruolo, mentre la Ralli, con la sua caparbietà, vince anche su Garko. Particolarmente riuscito il finale, con l'ultimo quarto d'ora al buio e praticamente senza dialoghi, un climax ascendente di tensione che non lascia vincitori ma solo vinti. Da vedere almeno due volte per apprezzarlo appieno.
MEMORABILE: "Sine vestimenta vera insidia praest".

Ronax 25/07/23 01:21 - 1244 commenti

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Poco visto ai tempi a causa del fallimento della distribuzione, è un valido thriller diretto con la consueta professionalità da Castellari, che azzarda anche virtuosismi dal sapore vagamente baviano e regge con efficacia il crescendo di tensione e violenza che procede in parallelo con il progressivo chiarirsi delle motivazioni della vendetta. Qualche vistosa pecca, come l'assurdo passaggio da notte a giorno e la ridicola zuffa fra teppisti, non inficiano il buon risultato, grazie anche all'ottima prova attoriale (soprattutto di Wolff). Bellissima ma troppo sopra le righe la Ralli.
MEMORABILE: L'incipit con il falso sgozzamento della Schubert.

Nick franc 25/02/24 16:06 - 507 commenti

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Prima di diventare uno dei paladini del poliziesco italiano, Castellari si cimenta in un thriller con spruzzate noir: partenza lenta ma le sorprese di cui è disseminata la trama funzionano e il crescendo della tensione è ben orchestrato. Molto buona la messa in scena, ricca di inquadrature e scelte di montaggio originali e ricercate, con menzione speciale per il finale quasi muto al buio, dove si riconosce l'abilità del regista per le scene d'azione. Molto valida la prova del cast, Morricone fornisce una colonna sonora sperimentale in linea con lo stile della pellicola.
MEMORABILE: L'incipit con ha Schubert; Il messaggio criptato di Garko a Rey in latino; La resa dei conti finale.
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