Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

E' uno dei primissimi film di Totò nel quale il grande comico napoletano ha modo di brillare e di imporre la propria genialità quasi surreale. A differenza dei precedenti sforzi (ed escluso il buon SAN GIOVANNI DECOLLATO), in cui Totò era congelato in sceneggiature troppo precise e rigide, nel RATTO DELLE SABINE l’ex divo dell'avanspettacolo si lancia in ottimi duetti con due tra le sue più apprezzate future spalle: Mario Castellani (fa l'impresario teatrale) è piuttosto defilato e ha solo buon momento con il nostro, ma Campanini (è il maestro di scuola autore del dramma teatrale che dà il titolo al film e che la compagnia di...Leggi tutto Totò decide di rappresentare per spillargli qualche pranzo gratis) dimostra di essere attore di rango e persino credibile nella triste figura che gli spetta, offrendo a Totò parecchi assist (le continue gag sul nome del protagonista della pièce Tito Tazio, chiamato Tutto Tazio, Tito Strazio eccetera). A chiudere il buon cast la simpatica Clelia Matania (è Rosina, la domestica del professore), anche lei in grado di strappare qualche timida risata. Insomma, al di là di molte parti lente e superflue il film funziona molto più di altri suoi contemporanei e si fa ricordare per qualche trovata esilarante (Totò che veste la grassa moglie da sabina “diafana e trasparente”), un protagonista in forma smagliante e una storia meno banale di quanto si possa pensare. Non per niente Federico Fellini la recupererà in pieno per il suo celebre LUCI DEL VARIETA’. Un Totò minore, senza dubbio, non valorizzato da una gran regia ma in fondo godibile e a tratti riuscito. Interessante anche come specchio di un'epoca precisa.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Pigro 1/07/08 10:01 - 9635 commenti

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Compagnia di giro scalcagnata e affamata approda in un paesino dove decide di portare in scena il dramma di un maestro locale. Il film si regge sulla presenza di Totò e sui soliti intrecci di equivoci e sotterfugi che Mario Bonnard sa gestire bene. Non male, ma il finale si impappina nel delirio, mandando tutto all’aria un po’ troppo frettolosamente.

Graf 12/10/12 02:39 - 708 commenti

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Mario Bonnard, il regista, antesignano del neorealismo, di film come Avanti c'è posto e Campo de' fiori, dirige per l'unica volta Totò. Siamo nel'45; si aprono le porte e si spalancano le finestre e, finalmente, la vita vera entra nella storia e negli scenari dei film. E in quegli anni grami e poveri la vita voleva dire fame, avere una fame autentica, tormentosa, inestinguibile. Un film triste sulla fame che Totò, guitto vagabondo, riesce a rielaborare in chiave comica fine a spingere verso la pochade farsesca. Peccato per il finale confuso. Da vedere.

B. Legnani 28/06/14 18:58 - 5523 commenti

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Debolissimo film con Totò, di realizzazione frettolosa, con troppe situazioni arrangiate alla meno peggio. Non riesce neppure a spezzare una lancia in favore dei guitti affamati. Si salvano la consueta simpatica verve di Campanini, la bellezza della Gore e l'irresistibile freschezza di Clelia Matania. Nel cast c'è pure la "grossa" Olga Solbelli, reduce dalla cinematografia di Salò. Evitabilissimo.

Minitina80 26/04/15 09:56 - 2980 commenti

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Realizzato in un periodo storico non proprio sereno in Italia, con mezzi modesti e senza troppa cura per i dettagli. La versione originale non esiste più e l’unica esistente è stata rimaneggiata nel 1950 dal negativo originale. Particolari che penalizzano la riuscita finale ma che non offuscano la bravura di Totò e Campanini e la simpatia della Matania. La storia di per sé è semplice e molto legata a quel contesto storico in cui la fame e la povertà erano una realtà difficile da affrontare.

Rambo90 15/11/17 16:44 - 7679 commenti

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Un filmetto semplice, costruito bene nella prima parte, con lo spassoso primo incontro tra Totò e Campanini e la riuscita caratterizzazione della Matania, cameriera ruspante con l'amore per il teatro. Si sorride spesso e Bonnard sa intrecciare bene i destini dei personaggi. Peccato per la parte a teatro, meno esplosiva di quanto ci si possa aspettare, risolta piuttosto frettolosamente e dalla conclusione poco incisiva. Comunque un film gradevole, che resiste bene al tempo e ha ancora un paio di frecce al suo arco. Non male.

Rufus68 27/05/19 23:13 - 3825 commenti

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Esilarante negli incontri-scontri a lenta combustione (Totò, Campanini, Matania; i continui equivoci sul Tito Tazio ribattezzato, per comodità, Gaetano) o nelle impennate di un Principe in gran forma (impresario supponente e ignorantissimo: "a estremum malis extremis rimedium") o nel finale che finisce disastrosamente al galoppo cantato. Sottovalutata commediola che trae dai protagonisti e dai comprimari dell'improvvisata e macilenta compagnia una forza picaresca e dolcemente ribalda.

Giùan 27/06/23 09:25 - 4539 commenti

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Interessante più sulla carta che alla visione, con Totò che dopo Palermi si cimenta con un altro regista di robusto mestiere (grande protagonista dell'avanspettacolo) e in una commedia che ancora Angelo Musco aveva esaltato in teatro. E in effetti il soggetto della compagnia di giro di affamati ha tutti i prodromi del divertimento, anche se molte delle situazioni son buttate via alla bell'e meglio, salvate giusto dai duetti del nostro Cavalier Tromboni con il sempre bravo Campanini e con l'effervescente Clelia Matania. Primo ruolo da spalla del Principe al cinema per Castellani.

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