L'amore in città - Documentario (1953)

L'amore in città
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Anno: 1953
Genere: documentario (colore)
Regia: [+e] Vari
Note: Film a episodi: "Amore che si paga" di Carlo Lizzani; "Tentato suicidio" di Michelangelo Antonioni; "Paradiso per tre ore" di Dino Risi; "Agenzia matrimoniale" di Federico Fellini; "Storia di Caterina" di Francesco Maselli e Cesare Zavattini; "Gli italiani si voltano" di Alberto Lattuada. Aka "Lo Spettatore. N. 1. L'amore in città".
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/12/07 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 4/12/07 17:53 - 5737 commenti

I gusti di Homesick

Più che un film, un vero documentario a episodi, interpretato quasi sempre da attori non professionisti e in alcuni casi usando la telecamera nascosta. Il soggetto è l’amore negli anni ’50, affrontato in modo superficiale e senza quel coinvolgimento emotivo garantito nei capolavori neorealisti. Il segmento più interessante, a mio avviso, è quello di Fellini: le riprese tra i labirintici corridoi delle case proletarie lasciano già intravedere il gusto onirico del regista.

Saintgifts 14/01/11 21:40 - 4098 commenti

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Un ibrido tra documentario e film, con attori veri e protagonisti veri. Da un'idea di Zavattini e un giovane Marco Ferreri, che si esibisce come attore nel più costruito dei sei episodi "gli italiani si voltano" (che vede sfilare prorompenti bellezze per le vie della città). Forse non ebbe successo perché mostrava un'Italia troppo attuale che tutti conoscevano e quindi non faceva sognare come i film americani. Visto ora è un'eccezionale documento che mostra luoghi e un'umanità in cammino dopo il disastro di una guerra non troppo lontana.
MEMORABILE: I diversi registi mostrano già le loro proprie tendenze che svilupperanno nei lavori e capolavori futuri. Straordinario l'episodio di Dino Risi.

Stefania 7/09/11 03:26 - 1599 commenti

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"L'amore in città" è "l'amore come non lo si vede al cinema, soprattutto nei film americani", si precisa nel prologo: è evidente la volontà di connotare questo film ad episodi come saggio di cinema-verità, o di realismo. Cinema-cronaca, documentario, persino candid-camera, nell'episodio di Lattuada. In effetti, l'unico davvero ossequioso dei canoni del neo-realismo è Lizzani, la seduta di autocoscienza di Antonioni già è altro, è vita rivissuta per il palcoscenico. Fellini inventa, sogna, Risi racconta la vita sotto metafora: che altro è quel "Paradiso per tre ore" se non vita... coreografata?

Hearty76 4/06/12 12:54 - 258 commenti

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Straordinario e commovente spaccato neorealista del Bel Paese che fu, in differita dall'Italia post-bellica e pre-boom (del "si stava meglio quando si stava peggio" per intenderci). Un piccolo album di storie-non-storie ben riprodotte sul binario che corre tra reale e fittizio. Sapiente melange d'istantanee nostalgiche e di reportage con argomenti sempre validi. Molto azzeccata la trovata del formato a rotocalco, commentato con un compìto tono giornalistico che a tratti sfuma in quello elegiaco.
MEMORABILE: Caterina... che impersona se stessa e si commuove davvero nel ripetere, davanti alla cinepresa, la scena in cui abbandona il figlioletto.

Graf 3/10/13 01:48 - 708 commenti

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Estremo sforzo di riaffermare le ragioni artistiche del neorealismo come pedinamento della realtà, questo film a episodi sottoscrive la fine di quella esperienza dando prova dell’impossibilità di fondere l’oggettività del mondo reale con l’urgenza di una sua reinvenzione creativa. Piattamente cronachistici gli episodi di Lizzani e Antonioni, il film decolla dova il realismo si sposa alla favola (Fellini), allo schizzo d’ambiente (Risi), all'indagine di costume (Lattuada) ma, soprattutto, al dramma familiare ricco di pietas (Maselli). Ibrido ma buono.
MEMORABILE: L'incalzante tema musicale "ad anello" del superbo episodio di Maselli evidenzia la mancanza di una qualunque via d'uscita per la protagonista Caterina.

Nando 31/10/13 12:08 - 3814 commenti

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Sei grandi registi italiani si cimentano con questa pellicola a episodi che, quasi sconosciuta, mostra alcune sfaccettature dell'amore in una splendida Roma anni 50. Taglio documentaristico con ampie spruzzate di neorealismo. Magnifico l'episodio di Lattuada con prorompenti bellezze nel centro di Roma. Favolistico Fellini e melodrammatico Maselli. Da rivalutare con decisione.

Almicione 4/04/15 20:18 - 764 commenti

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Indagine sociologica della società italiana del dopoguerra compiuta attraverso le narrazioni di sei più o meno grandi registi italiani. Interessanti i capitoli di Antonioni, per l'analisi e l'audacia e Fellini, per alcuni elementi innovativi che caratterizzeranno la sua filmografia; piuttosto noioso e insipido il penultimo, esecrabile e insulso invece quello di Lattuada, preannuncio di una comicità volgare e futile che vedrà il suo successo negli Anni Novanta. Fortunatamente la realizzazione di film collettivi e a episodi è via via scomparsa.

Schramm 18/04/15 15:18 - 3495 commenti

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Eccettuando un Maselli ancora ardente di febbri rosselliniane, che sia l’ultimo spermatozoo di un neorealismo ormai in bolletta ad aver ingravidato la madre di Gualtiero? Che il bacillo di Prosperi stia nel dissesto zavattiniano, ove l’elevare a potenza il reale trova scacco in una riproduzione rotocalcata? Di fatto si risalta la realtà allora sottaciuta e irrappresentabile (prostituzione, suicidio, agenzie matrimoniali, ragazze-madri, l’occhietto spermatico della folla concupiscente) per titillare la morbosità delle masse. E sempre di fatto, le categorie dello spirito piegato vengono stagnate in blocchi, proprio come in un canile. Jacopetti non è lontano.
MEMORABILE: Il bellissimo commento di Agosti all’episodio di Fellini.

Liv 22/09/15 18:15 - 237 commenti

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Un quaderno di esercizi di registi di grande talento, che avrebbero firmato film di grande caratura e successo, rispetto a queste scene girate senza illusioni fra un impegno e l'altro, che mostrano una Roma prosaica, senza lo smalto del neorealismo. Un pessimismo casuale permea quasi tutti gli episodi. Non si avverte in essi l'Italia che avrebbe vissuto una delle sue epoche più felici di lì a qualche anno. L'episodio che preferisco è quello più leggero, di Lattuada.

Cotola 18/11/15 22:39 - 9043 commenti

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Tentativo, non particolarmente riuscito, di battere nuove strade neorealiste. Qui siamo dinanzi ad una pellicola che mescola documentario e finzione attraverso una serie di episodi alcuni dei quali veritieri-verosimile, altri palesemente costruiti (l'ultimo ad esempio) o ricostruiti (l'episodio di Maselli). Alcuni segmenti sono abbastanza interessanti, mentre altri lasciano il tempo che trovano. Faceva parte di un progetto più ad ampio respiro (una serie di film a cadenza semestrale), ma visto l'insuccesso commerciale non se ne fece più nulla.

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Alex75 21/02/17 09:32 - 880 commenti

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Sorta di lungo cinegiornale, con sei brevi episodi tra denuncia sociale e indagine di costume: l’insieme di microstorie di Lizzani e Antonioni, pur rigoroso, è piuttosto asettico e poco coinvolgente; Fellini e Maselli (i migliori del lotto) realizzano intensi squarci di cinema verità nobilitati da una pietas che si percepisce in ogni fotogramma; Risi e Lattuada girano due segmenti di alleggerimento in cui dispiegano una notevole capacità di raccontare attraverso le immagini.
MEMORABILE: L’episodio di Fellini; Il figlio di Caterina abbandonato sotto l’albero; La gioiosa parata di donne comuni sapientemente inquadrate da Lattuada.

Rufus68 23/06/18 11:36 - 3842 commenti

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Lizzani datato seppur interessante; Ferreri uno scherzetto, antropologicamente prezioso; Risi apppronta i suoi crudeli ritratti con notazioni di regia già sarcastiche mentre un Fellini apparentemente minore delinea una figura femminile da cui, in filigrana, si avverte una quieta tragedia. Quasi perfetto, invece, l'episodio di Maselli, solo appesantito dalla coda giudiziaria: il duro realismo dell'odissea di Caterina è una delle punte del cinema "contro" del tempo, una delle migliori del regista, qui mai didascalico o scopertamente accusatorio.

Il Dandi 4/12/20 00:38 - 1917 commenti

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Docu-fiction antologico, pensato come primo di una serie poi non sviluppata. Non pervenuto Fellini nell'episodio non sviluppato dell'agenzia matrimoniale, mentre è deliziosamente risiano quello della sala da ballo (che anticipa Poveri ma belli), blanda candid-camera il finale di Lattuada. Preludono al mondo-movie l'inchiesta di Lizzani sulle prostitute e quella di Antonioni sui suicidi, che al netto di commenti paternalistici diventano veri document(ar)i loro malgrado. Il clou è il commovente Maselli che fa interpretare sé stessa a una ragazza madre, con approccio quasi caligariano.
MEMORABILE: La giornata di Caterina col bambino prima di abbandonarlo.

B. Legnani 5/12/20 19:26 - 5532 commenti

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Risultato complessivo ben inferiore all'intento sociale. "Amore che si paga" (Lizzani): sentito, ma chiaramente costruito e spesso banale  ("Ti piace il caffè?") ; "Tentato suicidio" (Antonioni) dichiaratamente costruito, talora finisce col banalizzare; "Paradiso per tre ore" (Risi): strappa due mezzi sorrisi; "Agenzia matrimoniale" (Fellini): parte scanzonato ma poi si fa dolcissimo; "Storia di Caterina" (Maselli e Zavattini): straziante, l'unico a mantenere le promesse. "Gli italiani si voltano" (Lattuada): toracicamente/callipigiamente interessante, ma ripetitivo, presto inutile.

Zampanò 8/02/21 16:21 - 381 commenti

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Intelligente excursus nelle sensibilità di donne e uomini in piena Ricostruzione. Assolve la funzione dei venturi speciali della tv ma, sia concesso, con occhio d'autore insuperabile se è vero che il tubo catodico manca di Zavattini, Fellini (un gioiello la sua "Agenzia matrimoniale") e Antonioni, che azzera ogni spettacolarizzazione del tema suicidio. Verace la carrellata sulle lucciole di Lizzani dai piedi gonfi e i gusti di bimbe. Popolare Risi, rigoroso Maselli e infine divertente la passerella sugli italiani che si voltano per le fresche forme anni 50.
MEMORABILE: Livia Venturini cerca marito ma Cifariello le descrive un lupo mannaro.

Silvia75 18/05/22 15:37 - 161 commenti

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Film discontinuo in stile documentaristico che si propone di mostrare attraverso sei registi diversi l'amore nella Roma primi anni '50. Bellissimi gli episodi di Lizzani e Maselli pieni di umanità e poesia: in uno le prostitute nell'altro Caterina, una ragazza siciliana allora diventata famosa per un fatto di cronaca. Belle inquadrature, scorci e fotografia. Meno riusciti anche se interessanti quelli di Antonioni e Fellini. Brutto quello di Dino Risi e sessista quello di Lattuada.

Reeves 20/04/23 00:18 - 2214 commenti

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Uno dei film nei quali si attua il pedinamento della realtà teorizzato da Cesare Zavattini, ai massimi livelli viste le buone qualità di tutti i registi coinvolti. Il problema è però che il risultato è troppo diseguale e che ogni tanto la prevedibilità e la retorica prendono il posto dell'inchiesta approfondita. L'episodio diretto da Citto Maselli è comunque il più interessante di tutti.
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  • Discussione Il Dandi • 6/12/20 11:07
    Segretario - 1488 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Eh eh eh...
    E del "mio" Fellini che dici?
    Ma il minutaggio da te indicato non torna (non è nemmeno l'episodio giusto): io Fellini "lo vedo" intento a parcheggiare una bicicletta a 1h43'18'' 
  • Discussione Il Dandi • 6/12/20 11:21
    Segretario - 1488 interventi
    Questo somiglia a Gassman (ma non credo sia davvero lui) a 1h42'48''



    Quest'altro a 1h39'26'' mi pare invece Giampiero Albertini
  • Discussione B. Legnani • 6/12/20 11:32
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Eh eh eh...
    E del "mio" Fellini che dici?
    Ma il minutaggio da te indicato non torna (non è nemmeno l'episodio giusto): io Fellini "lo vedo" intento a parcheggiare una bicicletta a 1h43'18'' 
    Ehm... non ho detto che è nel suo episodio. E' in quello di Maselli. Confermo il minutaggio (il personaggio si chiama Testa).
    Ma neppure quello che citi tu è il suo episodio...

    Ultima modifica: 6/12/20 11:35 da B. Legnani
  • Discussione Il Dandi • 6/12/20 11:42
    Segretario - 1488 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Ehm... non ho detto che è nel suo episodio. E' in quello di Maselli. Confermo il minutaggio (il personaggio si chiama Testa).
    Ma neppure quello che citi tu è il suo episodio...


    Ah, chiaro, avevo capito che ti riferissi sempre all'episodio finale.
    Escludo però, dato l'anno, che si tratti ti Fellini (potrebbe trattarsi di suo padre).
  • Discussione Il Dandi • 6/12/20 12:14
    Segretario - 1488 interventi
    Il mio Fellini invece (probabilmente dato dalla suggestione di "doverlo" riconoscere) è questo:
    Ultima modifica: 6/12/20 12:15 da Il Dandi
  • Discussione B. Legnani • 6/12/20 12:28
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Ehm... non ho detto che è nel suo episodio. E' in quello di Maselli. Confermo il minutaggio (il personaggio si chiama Testa).
    Ma neppure quello che citi tu è il suo episodio...


    Ah, chiaro, avevo capito che ti riferissi sempre all'episodio finale.
    Escludo però, dato l'anno, che si tratti ti Fellini (potrebbe trattarsi di suo padre).

    Hai ragione.
  • Discussione Zender • 6/12/20 17:28
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Fellini ci somiglia molto, ma in questi anni non dovrebbe apparire più molto più giovanile di così?
    Ah ecco, concordo appunto col Dandi. Tra i due è più credibile quello del Dandi. Il finto Gassman l'avevo visto ma lo assocerei come somiglianza a Vianello e Tognazzi, sinceramente, non direi proprio che è lui. Albertini non saprei.
    Ultima modifica: 6/12/20 17:31 da Zender
  • Discussione Schramm • 9/12/20 16:35
    Scrivano - 7694 interventi
    chiedo scuso a Dandi per la mancata risposta alla chiamata, purtroppo è un periodo del demonio e posso stare poco e nulla in DG. è già un bacio dagli dei se ogni tanto ho rimonte spettatoriali come la recente.

    ho visto il film troppo tempo fa per averne un ricordo che si elevi sopra il vago, per cui non so bene cosa dire/aggiungere. in merito all'individuazione dei figuranti poi temo di esserti utile come la birra analcolica per bukowski.. sorry.
    Ultima modifica: 9/12/20 17:48 da Schramm
  • Discussione Il Dandi • 9/12/20 18:01
    Segretario - 1488 interventi
    Non fa niente, era solo per farti sapere che (vista l'eccezionalità della circostanza) che il mio commento è assolutamente d'accordo col tuo.
    Non avevo mai pensato a un rapporto fra le due cose, ma mi accorgo che l'esigenza di deviare dalla strada del neo-realismo classico ne imbocca un'altra che porta dritta dritta al mondo-movie. 

  • Discussione Schramm • 9/12/20 18:42
    Scrivano - 7694 interventi
    senz'altro. alla fine jacopetti non ha inventato niente, se mai ha portato un'intuizione qui pupale alle sue più estreme conseguenze, sposandole coi dettami del cinegiornali a lui cari e propri, e rendendole in seguito ancor più estreme.