Ma nuit chez Maud figura nel ciclo come terzo dei
Contes moraux, anche se fu girato per quarto, due anni dopo
La collectionneuse, sostanzialmente per motivi economici.
Mentre quest'ultimo film segue ancora la poetica e il modo di produzione rohmeriano, con attori giovanissimi e praticamente amatoriali (i protagonisti non sono più studenti, ma comunque non ancora uomini e donne), la sceneggiatura di
Maud metteva in scena dei professionisti trentacinquenni e dei dialoghi di estremo rigore formale.
Trovare attori non professionisti di quell'età capaci di reggere la forza dei dialoghi era impresa disperata, e Rohmer dovette ricorrere a un trio di attori di grande professionalità (e conseguente costo), approfittando del successo commerciale de
La collectionneuse.
Trintignant, inoltre -che Rohmer voleva assolutamente nella parte del protagonista- aveva fieri dubbi nell'interpretare un ingegnere cattolico, così distante dai proprio personaggi abituali, e comunque era in un periodo di grande successo, girando un film dietro l'altro.
Ulteriore elemento che contribuì al lievitare dei costi fu la necessità di ricostruire in studio la stanza di Maud: tutta l'azione si svolge di notte, e l'illuminazione doveva essere studiata con precisione maniacale per riprodurne l'atmosfera, cosa che in una appartamento sarebbe stata impossibile. Anche la presa diretta del suono impediva di girare in un appartamento, dato che per rendere l'ambientazione (notte del 25 dicembre, mentre fuori nevica) doveva essere assicurato un silenzio assoluto.