Zoo - Film (1988)

Ecologico e multiculturale. Come ricordato prima dei titoli di coda, questo film non è che una fiaba per bambini e recitata da bambini, con finale lieto e certamente edificante. Ciò che non convince è la narrazione, lentissima e inconcludente in tutta la prima parte e, in generale, troppo incline all’ingenuità. La tredicenne Asia, già a suo agio sul set, era più convincente allora di oggi.

L'incontro tra due giovanissimi, l'empatia spontanea e la vicinanza di ciò che apparentemente è così lontano. Così può essere spremuta in sinossi la succosa storia di amicizia, dai connotati fiabeschi, coinvolgente nella sua straniante immaginazione di una realtà idealizzata da chi ha lo zoo come punto focale d'esistenza. La Comencini tratteggia con eleganza queste emozioni, dirigendo una primadonna bambina qual è Asia Argento, che inforca occhiali e scruta l'orizzonte... in sella a un elefante.

Come ci viene ricordato dal film stesso, si tratta di una fiaba per bambini, il che giustifica il finale, l'ingenuità di fondo e l'atmosfera rarefatta. Meno comprensibile risulta invece l'andamento piatto e lentissimo che appesantisce notevolmente una vicenda che avrebbe richiesto un tono più leggero e spigliato. Il risultato finale è più una collezione di belle immagini (la regia della Comencini non è certo priva di gusto) che una storia scorrevole. La Argento, pur avendo solo tredici anni, non teme la macchina da presa.

Un'idea che sembra uscire dalla fantasia di un bambino, quella alla base di questo film o dalla mente della protagonista stessa, interpretata da Asia Argento nel suo primo ruolo da protagonista. Come in Momo, una bambina vive in un luogo che nasce come pubblico: nel film ispirato al romanzo di Michael Ende era l'anfiteatro antico, qui è lo zoo. Quasi coeve, le due pellicole offrono uno sguardo puro, poetico e incantato sull'infanzia e le sue magie. Entrambe le bambini sono narratrici di storie fantastiche ed evocano mondi. L'altrove è ovunque, fra piume d'uccello e piante esotiche