Siamo nella Londra dell'immediato dopoguerra: il serial killer John Reginald Christie (Attenborough), che abita ovviamente all'indirizzo del titolo, affitta un mini-appartamento del suo stabile a una coppia di irlandesi (lui è John Hurt). La donna è incinta e vuole abortire. Christie ne approfitta e, fingendosi medico come sua abitudine... La storia è vera e scosse l'opinione pubblica inglese che è proprio grazie a casi come questo che decise di abolire la pena di morte. Regista di TEN RILLINGTON PLACE è Richard Fleischer, uno tra gli autori più sottovalutati, dotato di uno stile personale e di un mestiere invidiabile. Grazie anche alla straordinaria,...Leggi tutto convincente, sofferta prova di Attenborough e Hurt, il film resta una pietra miliare del cinema dedicato agli assassini seriali, scenografato con grande cura (gli interni fatiscenti risaltano molto più che in un qualsiasi film della Hammer) e fotografato alla grande da Daryl Coop, a dimostrazione di quanto anche ricorrendo alla semplicità del reale si riescano a produrre opere di valore. E anzi, è proprio perché Fleischer si attiene alla realtà che TEN RILLINGTON PLACE è un film spietato, cinico, privo di qualsiasi accomodamento commerciale, crudele fino in fondo, fino alla chiusura senza musica, col solo respiro affannoso del killer a commento delle necessarie chiarificazioni post-film. L'aria che traspira fin dal primo fotogramma è morbosa, malata, necessaria per dipingere la figura di un serial killer pericolosamente insospettabile, a prima vista indifeso e in fin dei conti quasi scusabile. La sua deposizione al processo (merito della teatralità di Attenborough, attore di enorme caratura) è un pezzo di alta classe, e se non fosse per una lentezza narrativa nella prima parte che lo appesantisce, sarebbe un lavoro indimenticabile.
Film scuro, come solo certi tinelli di case popolari inglesi possono essere. Scale strette, stanze piccole e buie. Tutti poveri di tutto, di soldi, di salute, di sicurezza, di sentimenti. L'assassino pare essere il personaggio, orridamente, più sensibile. Soffre di mal di schiena (per aver trascinato corpi), beve sempre il tè con le sue vittime, piange al processo dove testimonia. Ma è talmente distante dagli altri da usare un femore umano per fermare un'assa traballante nel giardino.
MEMORABILE: Questo, mia cara, è un liquido che filtra via il veleno dal gas. Non si preoccupi e respiri profondamente. Potrebbe sentire un po' di capogiro.
Un protagonista agghiacciante, dal fascino tanto sinistro quanto irresistibile. Dà l'impressione di poter essere abbattuto con una leggera spinta (totalmente indifeso), è di modi gentili e ispira una certa fiducia. Eppure, mai come in questo caso, l'abito non fa il monaco. In certi momenti sembra quasi un fantasma, tanto che compare e scompare suscitando la perplessità di chi lo frequenta. L'ambientazione è perfetta, trasmettendo angoscia e la penombra sembra voler celare le malefatte del protagonista. Ha poco ritmo, ma è un grande film. P.S. John Hurt fa la figura del fesso dall'inizio alla fine!
MEMORABILE: La spiegazione data al padre dei rischi dell'aborto: "L'intervento è rischioso, ma si ricordi, chi certo non muore è il padre".
Siamo di fronte a uno dei più freddi, glaciali e angoscianti thriller (però senza la suspance e il ritmo). Attenborough impersona l'assassino più spietato e "intoccabile", l'Inghilterra che vediamo è quella che si può trovare nei libri di testo delle scuole medie, con questi personaggi acronici e ingenui. Favoloso.
Ottimo. Il superbo Richard Attenbourgh (doppiato magnificamente da Oreste Lionello) interpreta il vero serial-killer John Reginald Christie in una interpretazione che giudico da Oscar. Il film non si perde in particolari terrorrizzanti ma riesce a creare un'ottima atmosfera. Da manuale, da vedere e rivedere.
Da un grande specialista di mattacchioni seriali un film raggelante, che ha il suo punto di forza nella credibilità delle atmosfere, di raro e tangibile squallore, e nelle prove d'attori (maestoso Attenborough con un gigantesco Oreste Lionello a puntellarlo per noi italofoni). Malgrado la veridiciotà storica risulta difficile da digerire l'ottusità del personaggio di Hurt: ma erano effettivamente altri tempi. Fleischer merita lo status di autore.
Regista di filmoni spettacolari talvolta corrivi, F. dà prova di un encomiabile rigore nella messa in scena quando si trova a narrare vicende di noti strangolatori, sia quello bostoniano che questo londinese, un omino schivo che non parrebbe in grado di fare altro che bere litri di tè., interpretato da Attenborough in modo mirabilmente minimalista, attraverso sguardi e fremiti trattenuti. Storia di un serial killer che è anche storia di un errore giudiziario, un gran bel film che appassiona ed intriga lasciando la violenza ai margini dell'inquadratura. Bravo anche Hurt, vittima sacrificale.
MEMORABILE: La sequenza dell'impiccagione, essenziale
In un degradato quartiere e in uno squallido stabile si consumano diversi assassinii per mezzo di una specie di terapia anestetica che termina poi con uno strangolamento. L'autore è un freddo psicopatico di mezza età che si spaccia per medico. Il racconto ripropone la realtà dell'accaduto con crudezza e uno stile sin troppo grigio e monotono, raggelandosi attorno all'ennesimo caso di errore giudiziario. Ottimo cast, risultato riuscito a metà.
Film ambientato in uno squallido quartiere londinese negli anni '40; il serial killer Christie uccide e nasconde le sue vittime - donne - dopo averle circuite in vario modo. Atmosfera asfittica e ambientazione ottimamente ricostruita al servizio di uno strepitoso Attenborough, assassino freddo e maniacale, che la giustizia non riesce a cogliere in fallo. Psicologie un po' approssimative, specie Hurt dipinto col volto da eterno imbecille e altrettanto inceppata la macchina della legge. Il ritmo dal taglio teatrale ricorda Agatha Christie, ma non coinvolge fino in fondo.
MEMORABILE: L'esecuzione capitale del disgraziato e innocente Hurt; Il comportamento falsamente umile di Attenborough.
Essenziale, asciutto, nella regia ma non nei contenuti. Una storia che viene dal passato, di orrori e morte, a cui il volto espressivo di John Hurt ha dato memoria con un'interpretazione efficacissima. Un dramma nel dramma magistralmente diretto da Fleischer. Si respira povertà e dignità, ma la morte è in agguato, anche se stavolta con candidi, miopi, occhi. Basato su una storia vera, un terrificante revival di una delle pagine più nere del dopoguerra, direttamente dai miseri sobborghi londinesi. Terrificante.
Dopo Lo strangolatore di Boston Fleischer si occupa ancora di un celebre omicida seriale, ma mentre nel film precedente veniva concesso ampio risalto alle indagini della polizia, stavolta la scena è quasi tutta per il mostro, cui l'ottima interpretazione di Attenborough conferisce un realismo e una "normalità" raggelanti. Buona la ricostruzione dell'Inghilterra postbellica (anche se siamo quasi sempre in interni) e bravi anche gli altri attori, con Hurt che disegna un capro espiatorio da manuale. Il ritmo non inchioda, ma il film è pregevole.
Storia di un famoso omicida seriale e di un errore giudiziario. Fleisher descrive con grande bravura ambienti e personaggi di profondo grigiore, squallore ed ordinarietà e lo fa ritraendoli con toni freddi e glaciali che ben si sposano al contesto ed alla narrazione. Altro merito è quello di far respirare sin da subito allo spettatore un clima estremamente morboso che permea tutta la pellicola e non solo il protagonista. Se però cercate un film dai ritmi frenetici, questo non è quello che fa per voi. L'interpretazione di Attenborough mette i brividi. Un film notevole.
Dopo Lo strangolatore di Boston Fleischer si sposta sull'altra sponda dell'Atlantico per ricostruire i crimini dell'inglese John Reginald Christie e dell'errore giudiziario a essi legato che costò la vita a un innocente (ben interpretato da Hurt). Attenborough dà vita a un serial killer dall'aria sommessa e trattenuta, rassegnato al male, un'incarnazione del degrado e della desolazione nella quale versa la città, messa in risalto dall fotografia dalle tinte fosche e ricca di ombre. Come il suo protagonista, il film è lento ma inesorabile.
MEMORABILE: L'impiccagione dell'innocente; Christie che beve il tè con le sue vittime.
Straordinario dramma a sfondo thriller basato sulle reali gesta di un serial killer inglese (qui perfettamente interpretato da Attenborough). Fleischer è abilissimo nel rappresentare la vicenda in toni freddi, cupi e realistici, in un ambiente nel quale la povertà morale e l'ingiustizia fanno da indiscusse padrone. Agghiacciante, soprattutto se non si conoscono gli eventi reali e si resta nell'attesa vana di una svolta che porti il trionfo del "bene". Salvo poi rendersi conto che non v'è traccia di quel rassicurante "bene" che si vede nei film.
MEMORABILE: La manipolazione di John Hurt da parte del freddo e razionale omicida, un dialogo da brividi.
Tra Dostoevskij, Hitchcock e il realismo kitchen sink inglese, Fleischer firma uno dei suoi non pochi capolavori anche grazie a due fantastici attori come Attenborough e Hurt. Più che un thriller, un film sulla cecità della cosiddetta "giustizia" e sull'infamia della pena di morte; pur con garbo e tatto, non manca nemmeno il senso di squallore e orrore derivato dai feroci delitti di Christie. Un film inglese importantissimo che avrebbe meritato più successo e riconoscimento, se non altro per il ritratto di un killer realmente esistito tanto mellifluo quanto perverso e diabolico.
Raggelante ritratto di un assassino seriale impersonato con ragguardevole realismo da Attenborough, tale da percepire una costante sensazione di disagio. Si colloca lontano dall’idea cinematografica di facile consumo, procedendo lentamente e non ricercando una violenza puramente visiva. L’orrore si percepisce, invece, da ogni spiraglio della casa, dalla cupezza invasiva delle luci e da quel senso di povertà e ignoranza sbattuto in faccia come fosse nulla. Si attiene strettamente a quanto accadde nella realtà, rendendo l’opera ancora più inquietante di quanto già non lo sia.
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L'ultima vittima è doppiata da Solvejg D'assunta
Il primo detective è doppiato da Vittorio Congia
Il primo membro della commisione medica è doppiato da Giampiero Albertini
La zia di tim è doppiata da Wanda Tettoni
Anche il delizioso "true crime movie" dello zio Richard trova la via del digitale grazie alla Golem. Io ho una vecchia registrazione da Canale 5, ovviamente programmata a notte fonda.
HomevideoZender • 29/08/12 19:29 Capo scrivano - 47802 interventi
Una vera chicca questa! Ottima notizia!
HomevideoXtron • 13/01/13 10:45 Servizio caffè - 2151 interventi
Ecco il dvd GOLEM
Audio italiano e inglese
Niente sottotitoli Formato video 1.85:1 16/9
Durata 1h46m22s