Tre colori: Film bianco - Film (1994)

Tre colori: Film bianco
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Titolo originale: Trois couleurs: Blanc
Anno: 1994
Genere: drammatico (colore)
Note: Secondo film della trilogia dedicata ai tre colori della bandiera francese. Seguìto da Tre colori: Film rosso e preceduto da Tre colori: Film blu.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/08/07 DAL BENEMERITO RENATO
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Renato 15/08/07 14:23 - 1648 commenti

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Il tema affrontato da questo secondo capitolo della trilogia è quello dell'uguaglianza. Anche qui è preso lateralmente però, con la storia di un uomo che, una volta toccato il fondo, inizia il suo lento cammino per ricostruire la propria vita e riavvicinarsi all'ex moglie che lo ha abbandonato per l'incapacità di consumare il matrimonio. L'intreccio è piuttosto complicato, alcuni snodi narrativi non sono fluidi come Kieslovski ci ha abituati, ma nel complesso il film lascia un senso di appagamento notevole. Bravissimo Z.Zamachowski.

Rebis 3/10/07 13:48 - 2337 commenti

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Nella ricognizione di Kieslowski, gli ideali della Rivoluzione Francese, più che virati al nero, vengono attuati tra le contraddizioni e i bisogni insanabili di questo mondo. Così l'uguaglianza, restituita dalla vendetta, si staglia quale paradosso irrinunciabile nella rappresentazione civile di amore e morte - fatto che ne impedisce sempre un reale e profondo compimento - e diventa la cifra continua del riso e del pianto. Il bianco, scovato su tutte le forme, è un grido che auspica il manifestarsi di una diversità che, sola, può pacificare.

Galbo 14/10/07 08:16 - 12392 commenti

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Film sull'uguaglianza (che in realtà è nell'opera per gran parte negata) presenta una sceneggiatura un po' macchinosa (alcuni passaggi appaiono francamente forzati) ma riesce ad essere emotivamente coinvolgente; in gran parte grazie alla straordinaria bravura del protagonista che passa attraverso varie gamme espressive (dallo scoramento, alla profonda disperazione, dal pessimismo amaro, alla crudeltà estrema). Meno riusciti gli altri personaggi, in particolare la moglie (che abrebbero meritato un maggiore sforzo creativo in fase di sceneggiatura).

Supervigno 16/03/08 20:05 - 229 commenti

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L'uguaglianza raggiunta attraverso la sete di vendetta, che porta il povero ex marito polacco emigrato in Francia, umiliato e gettato via come un oggetto che non serve più dalla bellissima moglie francese, a dare una svolta alla propria vita e trovare, alla fine, il modo per far vivere alla moglie le stesse umiliazioni. Film amaro e insieme tenero e soprattutto ironico, è dominato dalla faccia del protagonista e dal freddo bianco della neve polacca e del vestito da sposa della Delphy.
MEMORABILE: La corsa gioiosa dei due amici sul lago ghiacciato, dopo lo scampato pericolo

Pigro 8/10/08 10:24 - 9666 commenti

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Divorziato dalla moglie francese, un polacco torna in patria per ricominciare. Secondo atto di una trilogia fortemente simbolica ma calata nella vita reale: anche qui, come nel primo, un sublime Kieslowski realizza un miracolo di perfezione, costruendo una misteriosa allegoria di un'Europa odierna (spezzata tra Est e Ovest) in cerca di valori. Zamachowski e Gajos eccezionali. La vecchina che fa la raccolta differenziata del vetro (in tutti e tre i film) è forse l'immagine più geniale che il cinema abbia saputo dare dei nostri giorni.

Nando 11/09/10 01:25 - 3814 commenti

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Un marito scacciato dalla moglie torna nella sua terra d'origine e lì allestirà una vendetta poco convenzionale. Il regista polacco affronta il tema della gelosia in maniera sopraffina, evidenziando il carattere del marito che nonostante le varie peripezie diventa lucido nella realizzazione del suo programma, dall'altra parte si nota una Delpy, bellissima ma poco presa se non nel mistico finale.

Cotola 2/05/11 00:58 - 9043 commenti

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Il più labile dei tre film nel rifarsi al tema prescelto (stavolta l'uguaglianza), è pieno di elementi interessanti ed in contrasto tra loro. Divertente, ironico, paradossale, surreale e corrosivo nella prima parte, diventa sempre più nero nella seconda, sfociando in una chiusa piena di cattivera ma anche di odio-amore (si veda l'ultima scena). Al solito la forma è perfettamente controllata ed i meccanismi narattivi sono oliati con grande sapienza.
MEMORABILE: L'arrivo in Polonia ed il furto della valigia.

Mickes2 6/09/11 18:22 - 1670 commenti

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Brusca virata nella trilogia. Dopo il dramma intimista del Film blu, Kieslowski mette in scena una commedia a sfondo grottesco con punte di aspra cattiveria e crudeltà. Quant’è importante il denaro? E quant’è importante il sesso? Karol e Dominique lo scopriranno amaramente a loro spese in un gioco al massacro cinico ed astuto, dove non ci saranno vinti o vincitori, ma una negazione da entrambe le parti in cui affiorerà solamente una desolante amarezza. Regia sempre elegante, ma qualche snodo narrativo spezza il respiro del racconto.

Giacomovie 13/11/11 23:44 - 1398 commenti

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Mentre il Film Blu era una meditazione sul dolore, questa è una riflessione sulle capacità di riscatto che possono portare gli uomini a pareggiare i conti con gli eventi e con la sorte, per ristabilire una parità rappresentata dal bianco-uguaglianza. Kieslowski crea una storia che cela diversi piccoli rebus. L'abilità di un uomo di ricostruirsi dopo un divorzio che lo ha lasciato ai margini e di vendicarsi (sebbene per motivi di profondo amore) non lascia indifferenti. La capacità del maestro di tessere un film da decifrare si fa ammirare.

Homesick 1/04/12 18:09 - 5737 commenti

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Con il secondo film della trilogia sui colori Kieslowski si avvicina a Fassbinder, ai suoi microcosmi basati su crudeli rapporti di forza, umiliazioni e amour fou e ad un concetto di uguaglianza – simboleggiato dal bianco nella bandiera francese – conquistabile solo con il denaro, l’inganno e il sangue. La malinconia del Blu arretra in favore degli umori tragicomici percepiti nelle disavventure grottesche e paradossali del protagonista Zamachowski: un attore che, con quel volto e quegli atteggiamenti, avrebbe facilmente incarnato uno dei tanti loser del cinema fassbinderiano.
MEMORABILE: Il viaggio in aereo del povero Karol, nascosto in una valigia per quattro ore.

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Rullo 6/04/14 00:05 - 388 commenti

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Sesso e soldi sono ciò che tiene unito il mondo. Un uomo che soffre di problemi a letto e ha le tasche vuote, di conseguenza, non può che patire le pene dell'inferno. Kieslowski nel secondo capitolo della trilogia, dopo un ben più tragico Blu, su tale premessa giostra la sua storia, un po' commedia un po' tragedia, forte di una sceneggiatura eccellente e di una coppia Zamachowski/Gajos atomica (senza tralasciare la bella Delpy).
MEMORABILE: La scena finale.

Nancy 7/04/14 00:54 - 774 commenti

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Il film forse meno ispirato della trilogia per quanto riguarda l'aspetto registico, non ha nulla da invidiare agli altri invece per diversi aspetti: fotografia molto bella in linea col colore del titolo, un ottimo attore principale, una sceneggiatura delicata che racconta un'uguaglianza fattuale e non universale, partendo da una crisi/scissione coniugale per sfociare in una totale ricostruzione dell'uomo e una definitiva frantumazione della coppia. Non particolarmente delineato il personaggio femminile, forse l'unico grande limite del film.
MEMORABILE: La telefonata alla moglie che sospira nel telefono.

Paulaster 5/06/14 10:26 - 4419 commenti

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Le vicende semiserie di un bonaccione polacco in una chiave quasi surreale. Abbozzi di sentimentalismi, di fraterna compaesanità, di sberleffo all’arrivismo, a creare un quadro pasticciato dove Kieslowski non esprime visivamente alcun effetto. Una sorta di commediola che scivola anche nel buon sentimento: meglio le altri parti della trilogia. La Delpy serve solo per la parlata francese.

Almicione 27/05/16 02:42 - 764 commenti

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Meno ispirato del precedente, parte male con i collegamenti forzati al primo episodio (il vecchio, quasi ridicolo) e un protagonista con la forza d'animo di uno zerbino. Si riprende senz'altro quando si cambia paese, ma la storia dell'uomo di successo lo rende un po' pellicola americana anni 2010 e stona con il resto di Kieslowski; il quale, fortunatamente, fa ancora una buona figura dietro la mdp regalando qualche sequenza memorabile. Il resto procede, ma vacillando (soprattutto i personaggi) e il finale sa di un amaro che non conquista.

Xamini 12/10/16 01:11 - 1252 commenti

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L'uguaglianza, per Kieslowski, è una chimera, o, meglio, un equilibrio instabile, una fase a gravità zero su un volo parabolico: è solo uno il momento di bianco assoluto all'interno di questo bel film. Il resto è disparità, sofferenza, anelito verso colei che sta sopra, quindi rivalsa, inganno, vendetta; un miscuglio delle bassezze umane che può anche essere funzionale al raggiungimento di quel momento, ma non può soddisfare pienamente il desiderio.
MEMORABILE: "Tutti soffrono - Sì, ma io volevo soffrire di meno"; la comunicazione a gesti di lei, sul finale

Hackett 4/03/18 09:25 - 1867 commenti

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Un Kieslowski in punta di piedi, che stempera i toni drammatici a favore di una vena ironica che pure mantiene una profonda amarezza di fondo. Un diabolico piano di vendetta diventa il pretesto per indagare ancora una volta sull'amore, un amore tormentato e non consumato, ostacolato da barriere linguistiche e sociali. Eterea ed efficace la Delpy, perfetto per la parte l'impacciato Zamachowski.

Thedude94 3/07/19 18:01 - 1097 commenti

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Il bianco è il colore del vestito della sposa, della castità, della purezza e contraddistingue il tema di questo secondo capitolo della trilogia dei colori. Un ottimo Zamachowski interpreta un uomo spento da un divorzio chiesto dalla bella Delpy per una mancata consumazione matrimoniale. La morte e il desiderio di rivalsa sono i punti più delicati che Kieslowski tratta, donandoci una regia esemplare e un film tecnicamente impeccabile. La colonna sonora è calzante ed emozionante, i ritratti della Francia e della Polonia pregevoli.

Noodles 27/11/19 19:16 - 2227 commenti

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Secondo capitolo della trilogia sulla bandiera francese, molto più leggero del primo ma anche meno efficace. Il film è di per sé valido e scorrevole, ma i concetti che si ripropone di trattare vengono utilizzati in maniera molte volte poco convincente e tutta la storia è permeata da una vaga aura di scarsa credibilità, soprattutto all'inizio, quando le disgrazie del protagonista sono forzate sino a farlo diventare una macchietta. Recitato bene e con una bella fotografia. Ma gli manca qualcosa.

Jandileida 25/02/20 17:00 - 1565 commenti

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Virando verso il bianco Kieslowski lascia da parte l'intimismo del blu e si sposta alla volta della commedia. Operazione che però non riesce del tutto: incastri un po' forzati, ritmo blando che non si addice al genere, regia che altrove è parsa più ispirata. Vale soprattutto come testimonianza del difficile amore tra l'ovest e l'est dell'Europa: Kieslowski racconta, in metafora, le nostre millenarie magagne tra ripicche, tradimenti e crudeltà reciproche. E piace parecchio anche l'interpretazione di Zamachowski, che varia dal leggiadro al disperato.
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  • Discussione Raremirko • 8/04/19 22:17
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    E' il primo che vedo dei tre; un pò lento e macchinoso, offre il meglio, manco a dirlo, quelle poche volte nelle quali entra in scena la Delpy.
    Appesantito da una trama difficile e dalla location polacca, fa comunque sentire la mano del grande regista che comunque, qua, troppo in forma non è.

    Discreto; è il film sull'uguaglianza.