NOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE
La furia, la ferocia, l'impatto visivo, le geniali inventive di regia, l'emozione, i cromatismi, e anche lo splatter, vengono meno in questo sequel
A parte un inizio folgorante (Yuki che duella con le guardie sulla spiaggia, per poi gettare la sua spada che si conficcherà nella sabbia tra le onde del mare), il film si adagia su un plot piuttosto vacuo, tra ribellione e anarchia, sommosse politiche e prepotenze del potere
Anche la figura di Yuki viene oscurata (non più assetata di vendetta, ma alleata a un gruppo di cenciosi rivoluzionari che vive nei bassifondi-stile Mortville di
Desperate Living-)
Alcuni sprazzi gore (occhi perforati-sullo stile Olga Karlatos in
Zombi 2-, autoamputazioni, torture con il bisturi che scavano la carne) ne aumentano il livello di violenza e sfiorano l'horror-come l'agente muto che si taglia il braccio con un accetta per liberarsi dalle catene che lo tengono prigioniero- (ma comunque inarrivabile rispetto al magnifico primo capitolo)
Così come le torture all'anarchico Sashuke, con sprizzi di sangue e bastonate, nonchè , dulcis in fundo, previo acqua bollente, sono ben rese e crudeli (con la geniale idea dell'assenza del sonoro)
Ma è il manico che vacilla, la storia pare vacua e con poco mordente (c'è pure una gratuita scena di sesso tra l'anarchico e sua moglie) e gli intrighi del potere (con annessa ribellione dei poveri cristi) sfiora più volte la noia
Alcune idee non sono male (la peste iniettata al povero Sashuke che si propaga nei bassifondi, Aya-la moglie dell'anarchico-che si vendica perforando un occhio-con il fermacapelli-al capo della polizia, sulle scale del distretto, i bassifondi dati alle fiamme e il cielo che si fà rosso sangue), ma si perde la ferocia poetica che distingueva il primo capitolo
Nel finale al tempio (tra geyser ematici e braccia amputate a colpi di katana che volano per aria) si torna ai fasti del capostipite, anche se con meno vigore visionario. Bellissima, però, la chiusa sulla carrelata della mattanza che si ferma sulle bandiere giapponesi sventolanti.
Curioso come gli effetti sonori degli spari del fucile siano uguali a quelli dei nostri spaghetti western
Fujita, questa volta, spezza il racconto con immagini "documentaristiche" ( le foto in BN con le impiccagioni degli anarchici, alcune torture perpetrate dalla polizia), ma l'originalità vien meno
Un sequel non disprezzabile, alla fine, ma nettamente inferiore (su tutti i fronti) all'incantevole prototipo.