Primo film di Dracula ambientato in epoca moderna, purtroppo non sfrutta tutte le potenzialità che potevano scaturire e sbaglia nel mettere in mezzo al tutto il gruppo dei giovinastri, con scene come quelle della festa (che francamente potevano essere evitate). La bravura di Cushing e Lee salva il fim dal disastro. Buone le musiche.
MEMORABILE: La morte del vampiro in acqua, la prima vittima di Dracula.
Alterno, paradossale: le scene meno riuscite sono quelle vampiriche. Splendide, invece, le ambientazioni domestiche (favoloso il salotto di Van Helsing). Belli i volti dei giovani, dall’acquoso Neame alla conturbante Munro (ma non capire cosa celi il cognome "Alucard" non depone a loro favore). Non convince l’ispettore (Coles) che dice “Londra è spesso noiosa” (cosa direbbe se abitasse a San Lazzaro di Sàvena?). Grande Cushing, dal ceruleo sguardo. Il bar "Cavern" si chiama, nella realtà, “La bersagliera”: riferimento alla Lollobrigida?
MEMORABILE: La prima volta che si vede il "Cavern", si nota, poco prima, un’insegna che è una bella sciarada, proprio in tema: “Retomba”... Avranno fatto apposta?
La parte più brutta della pellicola è quella iniziale in cui, per più di mezzora, assistiamo alle sciocche vicende dei ragazzuoli. Tutto cambia quando entra saldamente in scena il grande Peter Cushing nel ruolo della sua vita, ovvero quello del cacciatore di vampiri. A quel punto il film acquista un certo spessore e sopratutto nella seconda parte si fa emozionante. Dracula/Lee si vede poco, ma è ottimo, come sempre. Mediocre il resto del cast.
Passabile. Come si può intuire dal titolo l'azione si svolge nel 1972 e ciò porta numerosi cambiamenti (come l'ambientazione nella Swingin London, con un gruppo di ragazzi hippie tra i vampirizzati). A mutare ovviamente è anche l'atmosfera: non più tetra e gotica, ma molto Anni Settanta, e vagamente pop. Buona la regia, nonostante qualche caduta, bella fotografia, ritmo lento, pochissimo sangue. Grande Peter Cushing, un po' meno Christopher Lee. Le musiche sono più da poliziesco che da horror, ma non sono male.
L'eterna lotta tra Dracula e Van Helsing continua nel XX secolo, smorzando le atmosfere gotiche con l'ebbrezza dei party hippy e l'amore libero dei primi anni Settanta. L'adepto del Male Neame e la vittima sacrificale Munro sono i volti più convincenti nel gruppo che attornia l'inossidabile coppia: Lee, voce profonda, figura maestosa e occhi iniettati di sangue, e Cushing, sapiente occultista e implacabile cacciatore di vampiri. Le musiche potrebbero essere accompagnamento ideale per un poliziottesco.
L'idea di scaraventare il vecchio zannuto nella swingin' London (invero già un po' meno swingin') si prestava a succulente variazioni, dalla parodia all'apologo sociale. Invece nisba, un horroretto convenzionale con un Dracula un po' pirla (per non dire dell'assistente, che praticamente si suicida in una scena quasi sellersiana) tenuto su dallo scenografo e dall'impagabile Cushing - ah, e dal décolleté della Beacham. Opportunità mancata? Ad ogni modo condotto in porto alla svelta, si può guardare.
Cento anni dall'ultimo duello male-bene, quindici dall'ultima apparizione cinematografica della coppia Lee-Cushing. In piena beat generation, non sanno che inventarsi per riesumare il mito del succhiatore di sangue. Belli gli ambienti della Londra di quegli anni. Peter Cushing sempre a suo agio. Sangue ed LSD.
Uno dei miei preferiti tra i Dracula della Hammer. Il passaggio dal gotico agli anni settanta è buono e offre nuovi ottimi spunti. Rivedere Cushing nei panni di Van Helsing (dopo 12 anni) è bellissimo e come al solito il nostro offre una grande performance. Impeccabile Lee come al solito, ma bravo anche Neame nella parte del suo discepolo. Buoni il ritmo, i colori, la resurrezione di Dracula, lo scontro finale e la colonna sonora.
Dracula e i giovani d'oggi, cioè degli anni 70: sesso, droga e rock 'n roll. Tra di essi una discendente - hippie - del grande Van Helsing. Idea niente male, all'inizio promette sviluppi interessanti; quando la ragazza entra nel salone-libreria del famoso cacciatore di vampiri il film però vira nel tipico poliziesco inglese di quel periodo. Il re dei vampiri si vede poco e tra vecchi ruderi, mantenendo così un tocco gotico, senza esporlo alle automobili e alla metropoli moderna. Riuscito solo in parte.
I primi trenta minuti sono efficaci e fanno ben sperare: la sequenza in cui si passa dall ottocento agli anni '70 con l'apparire dell aereo nel cielo ha qualcosa di kubrikiano, il rito satanico di rievocazione di Dracula molto potente. Poi il film si spappola: nella restante ora assistiamo a un mediocre e soft poliziesco, con un assassino che si aggira per Londra e Van Helsing/Callaghan che gli dà la caccia, con noiosi inserti della cultura settantesca a base di droga. Atroce il finale. Lee e Cushing, sottotono, fanno quello che possono *!
MEMORABILE: Dracula: "Come osi sfidarmi, ho sottomesso nazioni!" (poi basta un po' di acqua santa e una pietosa trappola nel giardinetto di casa)...
Dracula e Van Helsing ripetono il loro duello in una Londra contemporanea assurda, dominata dalle gesta demenziali di un gruppo di hippies e da ispettori di Scotland Yard che trovano normale richiedere la consulenza scientifica di un ammazzavampiri. Lee è in parte come sempre ma compare pochissimo; Cushing viene conciato dalla costumista come se fosse una reincarnazione ottocentesca anche lui. Alla fine il risultato è talmente bizzarro che la visione scorre e a tratti diverte.
Non è il miglior Dracula, quello che circola tra gli ambienti "moderni" e borghesi d'Inghilterra. Forse non si trova a suo agio tra le "canne" e la musica pop, o forse la cosa è dovuta alla regia che, pur organizzando una buona confezione complessiva, latita in ritmo e determinazione (in particolare quando c'è da "mostrare i denti"). Un vampiro che odia il suo antagonista e viceversa, nell'eterna sfida che da sempre affascina e convince. Ma anche poco peculiare e a tratti noioso, con lunghi dialoghi non sempre all'altezza di essere uditi senza che la palpebra tentenni.
MEMORABILE: Il prologo, con la morte un po' fortunosa del vampiro e il metodo per conservarne lo "spirito".
Bel film della saga su Dracula della Hammer. Questa volta il principe delle tenebre si muove in una nuova ambientazione: la Londra degli anni 70, tra fricchettoni e lsd. Bravissimi come sempre Christopher Lee e Peter Cushing, mentre tra le vittime del succhiasangue spicca una bella e fresca Caroline Munro. Mitica la colonna sonora beat!
Bell'horror targato Hammer. Grande cast, dai mostri sacri Lee e Cushing passando per i discreti giovani Neame e Munro. Belle ambientazioni, trama un po' debole che mostra tutti i suoi limiti nel tiratissimo e scontato finale. Film comunque notevole (quasi) con poche sbavature e ottimi momenti, non fa paura ma sicuramente non annoia. Mi sentirei di consigliarlo anche ai non appassionati di film di vampiri e simili.
Il vendicativo Dracula torna dal passato e che fa? Insidia la scipita nipote del discendente di Van Helsing. Suo complice è l'hippie Johnny Alucard, vampiro in erba, allergia alla doccia, nessun bernoccolo per gli anagrammi e QI sotto le scarpe (strappa a mani nude i crocifissi, con ovvie conseguenze). Lee rimane in panchina quasi tutto il tempo: solo nel finale sbadiglia svogliato i canini, ma il disastro ormai è compiuto. Cushing fa quel che può: pochino, stavolta.
Persa la continuità, si inizia con un (imprecisato) combattimento tra Van Helsing e Dracula, che poi risorgerà tramite un rito nero in una cattedrale per tormentare la pettoruta discendente del nemico. Stavolta la Hammer trapianta il gothic nel 1972 tra atmosfere settantiane, freakkettoni, musiche e scenografie psichedeliche. Esperimento bizzarro ma interessante che riesce grazie alla sceneggiatura e alla bravura di Cushing. Lee invischiato in un Dracula/stereotipo iconico che ormai ha fatto il suo tempo.
MEMORABILE: L'epico combattimento iniziale; La miscela di goth horror e ambientazione psichedelica settantiana; Il giovane adepto freakkettone satanista.
Il prologo si collega concettualmente al primo capitolo, ma la trama ricalca quella di Una messa per Dracula. Non è chiaro poi perché il Conte non si procacci da solo le prede e abbia bisogno di Alucard - un sulfureo Neame. Cushing - straordinario - torna in chiave esorcistica come nipote di Van Helsing per sconfiggere il vampirismo che dilaga nella Swinging London. La musica degli Stonegrave impazza. Quello che distingue questo sequel scombiccherato è la virtuosa regia di Gibson che riscatta una trama ingenua e incongruente. Favolose le sequenze nel gabinetto del dottor Van Helsing.
MEMORABILE: L'aereo kubrickiano sui titoli di testa che solca il cielo e ci trasporta avanti di un secolo; La morte del vampiro nella vasca da bagno.
La Hammer pare non saper più cosa inventarsi per soddisfare un pubblico poco propenso alle atmosfere vittoriane, quindi, con un pretesto satanista derivato da Una messa per Dracula, trasporta il Conte nella swinging London, fra hippy, feste e gruppi rock. Se affrontata con piglio umoristico, l'idea poteva anche essere curiosa, ma poiché ci si muove su toni semi-seri, in linea con la tradizione, il risultato è un B-movie vampiresco che di hammeriano ha ormai poco. Da segnalare il sempre fascinoso (ma fuori luogo) Lee e il gradito ritorno di Cushing nei panni di Van Helsing. Modesto.
MEMORABILE: Il prologo che nega i cinque film precedenti; Il rituale satanico per svegliare Dracula; I vampiri allergici alle docce (!); La trappola per Dracula.
Giudizio diviso a metà tra un plot moderno che amplia gli orizzonti ma immiserisce la componente gotica e la bravura del cast: non soltanto Cushing e Lee, al solito monumentali, ma anche dei validi giovani (tra cui si segnala un convincente Neame). La storia in sé viene condotta da Gibson tra alti e bassi, e se da una parte centra perfettamente il bersaglio, poi però non riesce a svilupparne pienamente i risultati emotivi.
MEMORABILE: Il rito.
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Fa parte dei 190 film menzionati da Edgar Wright e da Quentin Tarantino che si possono trovare nel commento del film -HOT FUZZ- Questo "duetto" di opinioni e citazioni è incluso nel terzo disco DVD della collector's edition uscita per il mercato UK.Nel commento Tarantino asserisce che si tratta di uno dei suoi horror preferiti.
Roberto Villa:Peter Cushing
Emilio Cigoli:Christopher Lee
Michele Kalamera:Michael Coles
La madre di Charles è doppiata da Adriana De Roberto
Doppiaggio:SAS
DiscussioneTrivex • 13/08/15 14:54 Archivista in seconda - 1316 interventi
Il master di Rete 4 è buono.
La durata è poco oltre i canonici 90 minuti ed almeno per la parte visionata (i primi 45), non sembrano esserci tagli evidenti, anche se dal sito delle forbici si evince che il N.O. più recente (1985) di VM.14 sia stato concesso dopo tagli (il primo N.O era VM.18) e da IMDB risulta una durata di 96 minuti.
Vedremo stasera..
Un punto oscuro è che la registrazione è avvenuta con audio inglese!!
Misteri del dvd-rec....