Ottimo. Lo sfaccettato mondo dell’infanzia – tra gioie e delusioni, primi turbamenti amorosi, conflitti con gli adulti, ingenue fantasticherie e monellerie – fotografato con il solito stile impeccabile di Truffaut, che sceglie un approccio limpido e documentaristico in cui i bambini – alcuni di essi veramente bravi nella loro semplicità di non-attori - sono protagonisti assoluti. Cameo del regista nel ruolo del papà di una bambina.
Ultimi giorni di scuola prima delle vacanze per un gruppo di bambini della provincia francese. Proveniente da un'infanzia difficile, Truffaut mette a segno ancora una volta un bellissimo film sul mondo dell'infanzia e della preadolescenza, al di là dei luoghi comuni, cercando la verità di un universo parallelo a quello degli adulti (e poco comunicante con questo). Un bel lavoro corale, affrontato con rigore, limpidezza e delicatezza, tra le tenerezze dei primi baci, le violenze dei genitori, i piccoli furti e le prese in giro. Importante.
Truffaut, divertito e come suo costume, concede l'intero spazio del film all'infanzia. Facce e discorsi che di solito non consideriamo e che ci costringono a fermarci a riflettere in modo leggero (es. la bimba con l'altoparlante, il toto neonato in classe, i baci al cinema) o amaro (il bimbo seviziato da mamma e nonna). Ma non tutto il film prende come si deve o convince (il bimbo sorridente dopo un volo dal sesto piano deve farci capire che siamo troppo apprensivi?).
Quello dell'infanzia è un momento molto importante per la crescita della persona, che può segnare in maniera indelebile l'intera esistenza. Truffaut la fotografa con la solita maestria, tra innamoramenti e soprusi, tra vita agiata e degradata. Il regista pone la propria attenzione anche sull'incomunicabilità tra il bambino e l'adulto. L'adulto non ascolta veramente il bambino, che invece, ha bisogno di essere ascoltato e supportato nelle sue scelte. Bellissimo.
Il mondo dei bambini raccontato dal punto di vista degli stessi. Tenero, delicato, sensibile, Truffaut ci regala un affresco corale ricco di spontanea vitalità e dolce innocenza, affrontando con soave leggerezza i desideri, le gioie, gli amori sbocciati, lo stupore e le sofferenze dei più piccoli, che con la loro freschezza delineano un inno alla vita e al bisogno di crescere. Grandissima fiducia e ottimismo: essere forti per andare incontro a ciò che il futuro riserverà è uno dei messaggi che l’autore francese vuol tramandare. Splendido.
François Truffaut filma una delle opere che meglio descrivono (senza retorica o intenti pseudopedagocici) il mondo dell'infanzia. Per rappresentare il suo "microcosmo" il regista francese sceglie un contesto provinciale e la scelta è assai indovinata. Piccole storie si intrecciano con grande semplicità ma molto efficacemente. L'insegnamento finale è quello di un futuro affrontato con mente aperta e grandi speranze. Ottima la prova del cast. Notevole.
Nel cinema solo pochi registi hanno saputo rappresentare il mondo dell'infanzia, e fra questi c'è di sicuro Truffaut. Questo film è l'esempio di come gli adulti (ma anche la scuola) siano poco inclini all'affrontare i problemi dei loro figli. Notevole il discorso finale del maestro ai suoi alunni.
Il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza nella provincia francese (che sembra anacronistica persino allora) spiegato agli adulti. Un documentario? No, ma certamente Truffaut indugia senza giudicare - evitando inutili perbenismi - sul pensiero dei minori: i loro tabù, lo scontro tra differenti personalità, la scuola, i primi "pruriti"; insomma, i piccoli-grandi drammi che li affliggono facendoli rimembrare a degli adulti che, spesso, sembrano aver dimenticato di esser stati essi stessi dei ragazzini. Deliziosa pellicola mai troppo ricordata.
Elogio dell'adolescenza di Francois Truffaut. Un susseguirsi di vicende e situazioni che vedono i bambini come assoluti protagonisti, con tante micro-storielle simpatiche ambientate in un piccolo paesino e specialmente all'interno di un grande condominio. Un'operazione che ha del nostalgico ma che offre anche un diverso punto di vista, spesso sottovalutato, importante, della crescita. Simpatico, divertente con aspetti anche un po' scomodi e drammatici.
MEMORABILE: La bimba rinchiusa in casa, col megafono annuncia la sua fame; Gregory, sul balcone...
François Truffaut con mano sapiente dirige questa bella pellicola dedicata al mondo dell'infanzia. I bambini, che sono i protagonisti, recitano in modo spontaneo e questo rende ancor più interessante la visione. Le storie si intrecciano fra loro in un mix di sorrisi ma anche di sentimenti. Gli adulti sembrano quasi estranei al contesto proprio per dar risalto al mondo adolescenziale. Grazioso.
Racconto della scuola elementare fino alle vacanze per una classe di Thiers. Attenzione al microcosmo infantile attraverso i giochi, le mancette, i primissimi desideri affettivi di chi si relaziona con il mondo degli adulti. Meno interessante quando riguarda i più piccoli in quanto tende a essere solo descrittivo. Conclusione amara con breve discorso di iniziazione alla vita. Registicamente Truffaut è di un livello inferiore rispetto agli stessi soggetti di altri suoi film.
MEMORABILE: Il bambino che precipita; L’entrata al cinema di nascosto; I bambini non votano; L’arresto della madre e della nonna.
Film di Truffaut dedicato tutto alle bambine e ai bambini, sempre troppo poco visti al cinema. Un bambino con un padre disabile (i disabili, altri grandi assenti dal grande schermo) fa amicizia con un coetaneo ribelle e si invaghisce di una bambina. Il tocco geniale di Truffaut dona a questo film una spensieratezza e una naturalezza fantastiche. Bravissimi i piccoli interpreti, tra cui anche Eva Truffaut, figlia del regista. Bella l'ambientazione.
MEMORABILE: La scena della bambina Sylvie che chiede aiuto ai vicini.
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Stwssaimpressione avuta d ame, neanche io non ricordo per nulla un epusodiod el mitico Colombo, sulla macchina da corsa, credo Truffaut se lo sia inventato di sana pianta. Anche se non c'era alcun motivo, poteva benissimo far raccontare una puntata realmente esistita. Anche nel controllo con lo special sul forum, non viene fuori nulla, credo quindi che il regista francese abbia fatto dire una bufala al ragazzino, ammenochè non ci sia stata una puntata che non e stata trasmessa da noi, ma mi sembra impossibile.
DiscussioneZender • 8/05/19 18:25 Capo scrivano - 47787 interventi
Ruber ebbe a dire: ammenochè non ci sia stata una puntata che non e stata trasmessa da noi, ma mi sembra impossibile. Non ne esistono.
In un momento del film, un bambino dice ad un altro di aver visto la sera in tv un episodio del telefilm Colombo, in cui il noto detective investigava su un sabotaggio di una macchina da corsa, e trovava chi aveva manomesso l'albero di trasmissione ma tale puntata di Colombo è vera? a memoria non ricordo.
L'unica puntata che potrebbe incastrarsi in questa descrizione pare essere Mio caro nipote, 6° episodio della prima storica serie.
Trama: Il giovane Roger Stanford (Roddy McDowall) è proprietario di una industria milionaria. I suoi rapporti con lo zio David (James Gregory) non sono buoni poiché egli mira a prendere il controllo dell'attività familiare del nipote. Qualcuno, però, sabota l'auto di David e ne provoca la morte. Colombo prende in mano le redini della situazione e tenta di scoprire chi sia l'assassino.
In rete c'è l'episodio completo in lingua originale: non l'ho ripassato tutto ma da quel che si vede, sembra che un'auto da corsa ci sia effettivamente.
In quel caso il protagonista mette una bomba nella scatola da sigari dello zio che esplode mentre l'uomo si trova in auto su una strada di montagna per arrivare alla propria baita (episodio del 1972), quindi non è proprio la stessa trama, l'unico episodio che può ricordare tale trama è uno però trasmesso e girato solo 2 anni dopo ovvero
UN DELITTO PILOTATO
SPOILER
Dove nel finale Colombo mostra all'assassino di aver capito che lui ha ucciso pure la moglie, tagliando i freni dell'auto.
FINE SPOILER
E quindi a meno che Truffaut non vedesse nel futuro, non può essere tale episodio del 1978.
DiscussioneZender • 9/05/19 07:58 Capo scrivano - 47787 interventi
Sì, ma non mi sembrano auto da corsa. Se no c'è pure Bella ma letale, dove sabotano un'auto (che è cosa abbastanza comune)...