Nightmare detective - Film (2006)

Nightmare detective

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/06/07 DAL BENEMERITO UNDYING
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Deepred89 24/11/07 15:33 - 3704 commenti

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Interessante analisi di temi come il suicidio o i sogni. Se la prima parte da poliziesco/thriller con venature paranormali risulta tutto sommato comprensibile, nel secondo tempo si sprofonda in un incubo delirante alla Lynch, pieno di immagini bizzarre e talvolta indecifrabili. Cupa e livida la fotografia, in alcuni punti al limite col b/n; azzeccati i movimenti di macchina; bravi gli attori. Non per tutti i gusti comunque.

Undying 10/06/07 18:36 - 3807 commenti

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Il detective dell'incubo non è il nostrano Dylan Dog, ma un disadattato (a causa di un'infanzia traumatizzante) che ha la scomoda possibilità di inserirsi negli incubi del prossimo per trovarne la chiave di lettura, al contempo causa prima degli stessi. Il film di Tsukamoto (Haze) è incentrato di nuovo sul tema del disagio urbano, rappresentato in maniera metaforica e conducente al forte desiderio del suicidio, in grado di spalancare la porta su una dimensione malvagia utilizzata da un comatoso per compiere feroci suicidi/omicidi. Disturbante.

Lercio 27/06/07 11:27 - 232 commenti

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La rivelazione finale non è cosa totalmente originale, ma lo è il film stesso nel suo complesso. L'atmosfera e la freddezza della fotografia, in cui la materia sembra contorcersi nella sua staticità e i suoni curatissimi ne accompagnano la maestosità. Si respira amarezza in questo film, non vi sono buoni né cattivi sebbene lo si possa credere nei primi momenti; non siamo di fronte a una caduta di stile verso il commerciale da parte di uno dei registi più geniali al mondo: Tsukamoto.

Puppigallo 7/07/08 17:43 - 5258 commenti

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Un manipolatore mentale costringe al suicidio le sue vittime nei sogni. Anche qui c’è un cellulare di mezzo. La storia è interessante; e dà quasi sempre l’idea di un incubo ad occhi aperti, anche quando i protagonisti non sognano (colori scuri, ombre, buio). La protagonista è tanto bella, quanto inespressiva, ma nel suo ruolo di detective se la cava bene. Belle le morti durante il sonno. C'è però un meccanismo passato che ha creato il "mostro". Anche il giovane, con gli stessi poteri, offre una buona prova, come di buona fattura è questo horror dai ritmi non certo "frenetici", ma va bene così.
MEMORABILE: Il ragazzo entra nei sogni del detective, ponendogli una serie di domande.

Mascherato 28/07/08 16:04 - 583 commenti

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Un serial killer che si intrufola negli incubi di quanti hanno formulato lo zero sul cellulare. Sembrerebbe il più trito dei plot, ma nelle mani di Tsukamoto (che pure è capace di operazioni integratissime quali Hiruko, the Goblin) diventa il solito incrocio tra racconto intimista e body art. L'inafferrabilità per l'occhio umano della fisionomia del mostro (che sfugge letteralmente all'inquadratura di una m.d.p. traballante) getta lo spettatore in uno stato di ansia simile a quello delle vittime. Che un po' ci si annoi, poi, è un danno collaterale.

Tromeo 25/09/09 12:16 - 52 commenti

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Uno dei migliori film di Tsukamoto nonché la summa dei suoi incubi & deliri di celluloide. Atmosfere angoscianti, splatter, musiche ipnotiche e un gruppo di attori efficaci (sorprendente l'idol hitomi) ne fanno uno dei J-Horror più belli degli ultimi anni.
MEMORABILE: La vocina distorta che chiede aiuto.

Luchi78 29/07/10 11:54 - 1521 commenti

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Bella la regia fumettistica di Tsukamoto, molto noir e claustrofobica, un po' meno la scrittura che dopo un po' annoia. Prove degli attori negative, soprattutto la Hitomi, davvero mono-espressiva. L'equilibrio tra il thriller e l'horror contribuisce a far funzionare il film fino al lungo finale.

Satyricon 23/08/10 23:39 - 147 commenti

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Grande prova di Tsukamoto che finalmente riesce a prendere respiro dai suoi deliri cinematografici e a rendere meglio ciò che vuole trasmettere. Trama originale che non si avvicina neanche a filoni occidentali come Dylan Dog. Cruda e crudele lotta contro l'imposizione di una vita vissuta secondo schemi da cui non si può fuggire se non con la morte; e Tsukamoto guarda ad essa come ad una via di fuga dal mondo infernale della vita. Affascinante e angosciante psico-dramma mascherato da horror.

Rebis 31/10/10 15:51 - 2332 commenti

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Potenti, furibonde scene di morte – in cui la serrata congiunzione di macchina a mano e sonoro scatena paure ancestrali nell'immaginazione dello spettatore – si alternano a sequenze dialogiche troppo esplicative, atte a giustificare più che altro la bizzarria del soggetto. I personaggi bidimensionali, la resa estetica ambientale – a partire dalle inquadrature, fino all'uso del montaggio – riproducono quella degli anime e dei manga: non è una scelta incoerente. Bisogna poi riconoscere a Tsukamoto il merito d'innovare con sufficiente acume e originalità i canoni narrativi dell'horror orientale.

Buiomega71 14/05/11 10:59 - 2901 commenti

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Onirico, astruso e permeato da un atmosfera deprimente e cupissima. La quintessenza del cinema di Tsukamoto: gente a cui si accartoccia il volto, improvvise esplosioni splatter, terribili coltellate alla gola in fase rem, flashback d'infanzia terribili e scioccanti. Lo stesso Tsukamoto che si tira pugnalate allo stomaco in un fetido posto che stà "al di là". C'è tutto: Cronenebrg, Barker, Lynch, sprazzi di Tetsuo e pure qualche momento di noia. Forse troppo "sperimentale" e, a volte, delirante, ma di indubbio fascino visivo.
MEMORABILE: La sequenza della bambina chiusa nello sgabuzzino, davvero feroce e inaspettata; i deliri di Tsukamoto: "Le ferite non ci sono più, mi sto rigenerando".

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Jena 31/03/12 10:33 - 1550 commenti

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Shinya si è commercializzato? Un po' sì, nel senso che qui inserisce i suoi sprazzi deliranti in un contesto più standard e accessibile al grande pubblico. Abbiamo allora un film che ricorda un po' Il cartaio di Dario Argento, con una spruzzata del Nightmare originale. Su tutto ciò si innesta però, di tanto in tanto, lo straordinario talento visionario ed onirico del Nostro (le riprese di Tokyo, i sogni con la "creatura" assassina, lo scontro finale che fa tanto Tetsuo). Questo fa veramente la differenza e lo rende appetibile ai fan...

Mickes2 14/01/13 00:07 - 1670 commenti

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Visionario, nichilista, parossistico nella forma (aberranti i volti inghiottiti, stranianti i simboli funebri, luttuosa la fotografia) e nel contenuto, Tsukamoto prosegue attorcigliando lo stomaco e violentando la mente. Lo spettro del Nulla che inghiotte la società nipponica è ancora il centro focale di una ballata di esistenze appese a qualcosa di intangibile, disilluse dalla vita e attratte dalla morte vista come epifania, liberazione da traumi indelebili, culla dove (auto) distruggere qualsiasi parvenza d’umanità. Frammentato ma fascinoso.

Cotola 15/10/13 23:51 - 9009 commenti

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La pellicola dà il meglio di se nelle parti oniriche (tante) che sono ben congegnate e con generose spruzzate di sangue. Quando si torna alla realtà si palesa qualche problemino: da dialoghi poco convincenti a ritmi non esaltanti. Nel complesso è molto ben realizzato dal punto di vista formale: in particolare molto bella la fotografia (ad opera dello stesso regista) dai toni glaciali. Gli attori fanno quello che possono. Finale un po’ troppo affrettato e che lascia qualche buco nella sceneggiatura. Tra il non male ed il buon film.

Furetto60 12/12/14 13:10 - 1193 commenti

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Trattando di incubi, definirlo onirico è scontato. Un thriller horror con varie scene splatter che dà il meglio di sé nelle parti del sogno, appunto, mentre nell'indagine reale (le due indagini sono infatti inizialmente separate) vi sono dei passaggi mal spiegati e la prestazione di alcuni attori, abbastanza mediocri, non aiuta. Si poteva fare di meglio, comunque il soggetto è originale e la fotografia ben curata.

Daniela 18/04/15 13:40 - 12621 commenti

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Per far luce su alcuni suicidi "indotti" da un misterioso interlocutore telefonico, la polizia si avvale di un ragazzo, anch'esso afflitto da pensieri di morte, in grado di entrare dentro i sogni altrui... Le visualizzazioni degli incubi sono belle ed inquietanti, per ciò che mostrano e soprattutto per quello che fanno intuire. Purtroppo il resto del film non è alla loro altezza, sia per la banalità dei dialoghi che per la mediocrità del cast, eccezion fatta per lo stesso Tsukamoto. Fotografia livida eccellente, ma film inferiore alle aspettative.

Minitina80 26/04/15 10:00 - 2980 commenti

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La scelta di una fotografia cupa e asettica ben si addice alla giungla urbana delle metropoli asiatiche, asfittiche e immerse in un’atmosfera ovattata. I feroci omicidi, dal ritmo serrato e frenetico, fanno da contraltare a una messa in scena troppo catartica e lenta, che ruota attorno alla detective giovane e carina ma troppo imbalsamata e complessata da se stessa. Non sempre funziona a dovere e alla fine lascia perplessi.

Nipo 9/11/15 00:01 - 40 commenti

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Thriller bianco/nero/azzurro freddo quando è nella realtà, ma che si colora di tinte cupe, tra il giallo e il blu quando narra del sogno, a voler intendere che nei sogni le vittime ritrovano il colore della vita, purtroppo quando stanno per lasciarla. Cercano la morte, quando arriva vogliono vivere. L'assassino onirico diventa vampiro che "vede rigenerarsi e guarire le sue ferite (quando metaforico), succhia il loro sangue" mentalmente. Un suo simile, segnato nel ricordo della morte, riesce a comprenderlo e fermarlo. Lato tecnico eccelso. Storia raffinata.
MEMORABILE: Gli omicidi/suicidi nel sonno e la creatura che insegue le sue vittime.

Emil 6/11/16 23:55 - 22 commenti

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Le carte in regola ci sono tutte: un protagonista tenebroso (quasi da anime), un concept avvincente e un cattivo carismatico. I tratti distintivi del regista si riconoscono nelle sonorità industrial e nell'abbondante uso della shaky cam, che donano un ritmo spasmodico agli attacchi dell'assassino. Eppure, il potenziale onirico/visionario del film non esplode come in altre opere del regista, limitandosi a una rappresentazione degli incubi un po' povera, ma impreziosita da una suggestiva fotografia dai toni freddi. Dialoghi altalenanti.
MEMORABILE: Tsukamoto si prepara a uccidere eseguendo pose da samurai; "Stavolta voglio farmi a pezzi".

Bubobubo 14/12/18 23:17 - 1847 commenti

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Oltre a essere imperfetto contenutisticamente e spesso irrisolto formalmente, è scosso da una silenziosa ma visibile tensione interna fra i due poli della narrazione, che lo incastrano in un limbo fra tentazioni da grande platea (l'espediente, quasi ring-iano, della furia omicida) e weirdismi di fabbrica (tutta la parte finale, logicamente debole, che riscrive in kanji alcuni grandi classici body horror a cavallo del millennio). Nel complesso, comunque, coinvolge e, nel suo piccolo, si dimostra pellicola di genere influente.
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