Bella di giorno - Film (1967)

Bella di giorno
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Belle de jour
Anno: 1967
Genere: drammatico (colore)
Note: Leone d'oro al miglior film alla 32ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Rifiutato a Cannes. Seguito idealmente da "Belle toujours".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Fra il parere del Festival di Cannes (che rifiutò il film per "insufficienza artistica") e quello del Festival di Venezia (che gli fece al contrario vincere il Leone d'Oro) scegliamo per una volta il primo. BELLE DE JOUR (il titolo si riferisce al "nome d'arte" che prenderà l’insoddisfatta Severine/Catherine Deneuve, moglie del bel Jean Sorel, una volta entrata nel bordello della navigata Anais) è un film lento, supponente, interpretato dalla Deneuve con la solita aria da "vivo nelle nuvole e non so chi sono né dove sono" che due anni prima aveva sfoggiato nell’ambiguo REPULSIONE di Polanski. Severine ama in pratica essere dominata, umiliata...Leggi tutto e dal momento che il marito la tratta fin troppo bene (mentre lei sogna di essere frustata!) decide di prender servizio in un bordello, dalle 2 alle 5 di ogni pomeriggio. Lì, dopo un impatto brusco che dapprima la fa recedere dai suoi propositi, finisce per sottomettersi ai desideri (non sempre “normali”) dei clienti fino a diventare prigioniera di un meccanismo che la conduce verso l'abisso. Lontano dalle vette surreali dei suoi capolavori, Buñuel dirige questo ritratto di donna con un distacco che gli (e ci) impedisce di leggere nei pensieri della Deneuve; bella, brava ma insopportabile nel suo "distacco" totale dalla realtà. La storia è minimale e tende a ripetersi fin da subito, inserendo personaggi prevedibili senza riservare particolari sorprese fino alla fine. L'assenza totale di una colonna sonora appesantisce oltremodo le lunghe parentesi di silenzio e il facile messaggio contenuto nel film (lo si può arguire anche solo leggendo due righe di trama) poteva essere arricchito da qualche sfumatura.

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Caesars 6/02/07 16:20 - 3790 commenti

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Considerato un capolavoro, questo film a mio avviso è decisamente inferiore alla sua fama e i trent'anni passati si fanno sentire. Non può essere considerato un brutto film ma personalmente mi sfugge il senso complessivo dell'opera. Forse è un mio limite personale ma questa storia di una tranquilla donna borghese che decide di incominciare a prostituirsi per provare qualcosa di vicino ad una vita vera non mi ha trasmesso molto. Da vedere per poter giudicare. Sufficiente, ma non di più.

Almayer 19/03/07 19:36 - 169 commenti

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Analisi dell'oppressione e dell'angoscia create dalle convenzioni della società borghese, e dalle sue stesse istituzioni (la chiesa, il matrimonio, il lavoro), e prima vera esplorazione della psiche sessuale femminile, tra fantasmi del passato e fantasie possibili. Basato su un romanzo di Joseph Kessel, il film si alterna tra parti oniriche (le fantasie della Deneuve) e parti reali, ma quest'ultime alla fine risultano meno realistiche delle estremamente vivide fantasie. Da vedere almeno una volta nella vita, e sarebbe comunque non abbastanza.

B. Legnani 13/07/07 00:08 - 5532 commenti

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Molto interessante. Colpisce l'abilità registica d’essere essenziale (e, quando non lo è, di dare l’impressione di esserlo). Parte in modo non molto coinvolgente, con premesse casuali (il tassista), ma si fa interessante con i formidabili flashback che ci mostrano la bimba Sèverine in difficili situazioni e quando ci possiamo riconoscere in lei, attratta e confusa, che gironzola attorno al civico 11. E la cosa continua col timore di aver fatto ciò che si è fatto, la paura di essere scoperti... Non proprio lineare lo snodo finale. Un bel film.
MEMORABILE: Il lento avvicinamento al numero 11.

Renato 20/11/07 17:06 - 1648 commenti

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Grande film. Una annoiata borghese -la splendida Deneuve- entra in un bordello francese per provare l'effetto che fa... La trama è praticamente tutta qui. Ma come sempre in Buñuel, quello che conta è il racconto in sé, come viene sviluppato e le notevoli invenzioni di sceneggiatura. La vena visionaria del regista spagnolo in questo film è particolarmente controllata e per questo direi ancora più efficace. Toccante il finale, sempre che lo abbia capito...

Undying 6/05/08 18:31 - 3807 commenti

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Ispirato ad un romanzo redatto nel 1929 da Joseph Kessel, il film di Buñuel supera di gran lunga il modello di partenza grazie alle sfumature psicologiche d'una protagonista dalla duplice personalità (sublimata dalla dicotomia Sade/Freud): la brava (e bella ma non occorre aggiungerlo) Catherine Deneuve nei panni di Séverine ci induce in uno stato di pietosa compassione; prima masochista, poi spinta da rimorso e senso d'espiazione (che non potrà raggiungere) afflitta da sensi di colpa ed ansia. Girato con garbo, in esatto contrasto di contenuto.

Fabbiu 27/07/08 01:00 - 2145 commenti

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Da un mediocre romanzo di Kessel, Buñuel concepisce un film lineare e piacevole, in cui si denotano buone prove sia registiche che di interpretazioni. La lentezza stessa dell'esposizione dei fatti rende più raffinato il clima borghese e ben costruito il turbamento della protagonista. Non male quindi la sceneggiatura, sebbene le perversioni dei clienti tendono a ridicolizzare. Insomma, ciò che vuole rappresentare lo rappresenta bene, ma viene da considerarlo un po' per quello che in effetti è: un film vecchio di trent'anni e poco approfondito.
MEMORABILE: La scena in cui Séverine da bambina rifiuta la prima comunione. Flashback rimosso dai censori italiani, ma per fortuna conservato in alcune versioni.

Il Gobbo 31/07/08 10:56 - 3015 commenti

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Pilastro di ogni catalogo sado-feticista, ancora godibilissimo nonostante quelche strato di polvere, soprattutto grazie alla sapienza di Don Luis che tiene a freno i suoi istinti più pazzerelli, e alla Deneuve più imperscrutabile che mai (insieme forse a quella di La mia droga), i quali proiettano il film verso i cieli dell'astrazione. Non il miglior Buñuel, ma in zona Uefa tranquillamente.

Matalo! 8/08/08 19:33 - 1378 commenti

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Cosa c'è nella scatola che uno dei clienti porta a Severine? Perchè tutta quella freddezza da parte sua? Bunuel prosegue la denuncia della borghesia in questo celebre film dove, con estrema nonchalance, un'annoiata signora, una disperata signora, va a fare la puttana ed entra in un mondo di controllata follia. Film proverbiale tra i migliori del regista, bocciato a Cannes "per insufficienza artistica". La stessa Cannes che incensa le stravaganze di Lynch.

Galbo 17/03/09 05:44 - 12393 commenti

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Il film rappresenta il più grande successo commerciale del grande Buñuel, nonché uno dei suoi film artisticamente meglio riusciti. Ciò grazie all'abilità del regista di passare con grande naturalezza dalle parti oniriche alla vicenda reale, così da confondere i due piani in quella che diventa una compiuta analisi psicologica della protagonista, interpretata con grande classe dalla Deneuve. Ottimo anche il resto del cast.

Stefania 28/03/09 05:06 - 1599 commenti

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Severine, giovane moglie di Pierre, confina le sue pulsioni sessuali in ben precisi limiti temporali ("dalle due alle cinque") e spaziali (il bordello di Madame Anais). Proprio quando la scissione tra rapporto coniugale e sesso sembra ricomporsi, il folle gesto di un ex cliente di Severine riduce Pierre ad una larva umana e rinchiude nuovamente Severine nel ruolo di moglie asessuata di un marito asessuato... Desolante parabola costruita su dicotomie (giorno-notte, colpa-espiazione, sogno-realtà), narrata con eleganza ed ironia.

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Saintgifts 19/02/10 18:44 - 4098 commenti

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Una bellissima donna si porta dietro un passato di bambina sessualmente "macchiato" dai soliti adulti pedofili. Per sua sfortuna sposata con un marito troppo gentiluomo che la rispetta nei suoi rifiuti tra le lenzuola e non fa certo il suo bene. Un amico del marito (Piccoli) senza volere le accende una prospettiva di sesso a pagamento che inconsciamente era nei sogni della donna. È una situazione abbastanza comune qui sviluppata molto bene dal regista che la butta in dramma con svolte onirico-surreali. La Deneuve è perfetta per la parte.

Giacomovie 12/03/10 20:42 - 1398 commenti

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Uno dei ricordi che rimane dopo la visione è la magnifica Catherine Deneuve, alla quale si addice il titolo dell'ideale seguito di questo film, Belle toujours. Una bellezza che dà al film un forte erotismo implicito ma che si rivela un po' gelida, così come è tendenzialmente glaciale l'impianto complessivo della pellicola, che cerca di far emergere connotazioni psicologiche sul complesso comportamento femminile. Il clima rarefatto di tutto l'insieme e una leggera datazione riducono le ambizioni di capolavoro che si assegnano al film. ***

Pau 14/05/10 19:24 - 125 commenti

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Bunuel prende di mira la coppia borghese, narrando (assieme al suo fido sceneggiatore J. C. Carriere) la vicenda di Severine, donna dalla personalità indefinita, anima scissa in due tra la necessità di essere all'altezza del ruolo che le è imposto e le proprie pulsioni più profonde. Il matrimonio pare una gabbia troppo angusta per contenere le mille sfaccettature della personalità di Severine; pierre, cieco di fronte al disagio della moglie, nel finale pagherà un tragico contrappasso. Delizioso Piccoli nel ruolo del cinico debosciato.
MEMORABILE: Gli inserti onirici in cui Severine/Catherine Deneuve da sfogo alle proprie fantasie erotiche.

Pinhead80 4/06/10 19:33 - 4760 commenti

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Sevérine è una giovane sposa a cui, apparentemente, non manca nulla. Ma in realtà, la distanza dal marito, chirurgo molto impegnato, è incolmabile. A modo suo troverà il modo di farsi una seconda vita... L'insoddisfazione e la noia sono i temi cardine di questo film, che mette in risalto la straordinaria bellezza di Catherine Deneuve e la grande bravura di Michel Piccoli. Un bel film, girato con eleganza e semplicità.

Homesick 20/04/11 18:39 - 5737 commenti

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Agli impercettibili trapassi tra realtà e rêverie – tali da insinuare il dubbio, a visione ultimata, che sia stato tutto un sogno – si riconduce un’opera dalla natura dualistica, che si manifesta appunto nel continuo contrapporsi tra anima e corpo, innocenza e peccato, psicanalisi e sadomasochismo. Dietro la fotografia dai colori morbidi ed eleganti palpita il vecchio cuore antiborghese e libertino di Buñuel, qui particolarmente abile nel delineare le sfumate psicologie dei singoli personaggi, posti in essere da un talentuoso manipolo di attori: applausi alla Deneuve, Piccoli e Clementi.
MEMORABILE: Le incertezze della Deneuve durante la prima visita a casa della maitresse Geneviève Page; il flashback della Deneuve bambina.

Deepred89 28/04/11 22:10 - 3706 commenti

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Celebratissima pellicola, non perfetta ma molto interessante, dove i singoli personaggi (tratteggiati ottimamente) funzionano più della trama in sè, semplice e un po' scontata nell'evolversi della situazione tragica (pur riscattandosi negli ultimissimi minuti). Regia di stampo molto classico, talvolta spezzata da buoni inserti onirici e da qualche timida perversione. Gustosissima fotografia tipicamente (tardo) sixtees e ottimo cast (nessuno escluso), con Piccoli e la Deneuve a contendersi il posto piu alto sul podio. Bel film.

Giùan 28/07/11 13:51 - 4559 commenti

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Straordinario divertissement dell'immarcescibile Don Luis che, con l'aiuto allo script di Carrière, vira quasi in toni da Nouvelle Vague alcune delle sue tematiche favorite: sadomasochismo, falsa coscienza borghese, frustrazione sessuale ed appagamento onirico, frigidità ed impotenza. Il film offre un tale pullulare di "segni" da far smarrire qualsiasi analista o studioso di semantica e far gongolare il Genio surrealista. Piccoli formidabile grillo parlante, Clementi macho d'antologia, la Deneuve è così brava da essere, Severine: forse l'ha sempre sognata?
MEMORABILE: L'incipit con la carrozza annunciata dai sonagli e Severine frustata legata a due alberi; la scatola del commerciante Cinese.

Enzus79 22/11/11 14:38 - 2896 commenti

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Grande esempio di cinema Bella di giorno. Luis Bunuel alterna realtà e sogno in un modo difficile da interpretare, ma che comunque ha un suo coinvolgimento: non annoia mai. La Deneuve bravissima, Piccoli sempre impeccabile.

Cloack 77 27/05/12 13:47 - 547 commenti

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Chi oggi avrebbe la stessa capacità di Bunuel di “confondere” il sogno e la realtà senza il privilegio della scelta; la stessa lucida follia iconoclasta nello sguardo sul quotidiano e l'intangibile; la stessa sensibilità nell'accostarsi al percorso “infernale“ di Severine senza il giudizio individuale, ma con le armi affilatissime dell'intelligenza, contro una classe sociale; lo stesso sguardo innamorato per un corpo ed un' attrice meravigliosa, divinamente peccaminosa; lo stesso stile elegante, limpido e coerente?

Liv 12/11/12 08:39 - 237 commenti

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Non posso giudicarlo né voglio lambiccarmi il cervello sulle fisime di Buñuel. Quello che mi ha colpito non è tanto la bellezza della protagonista, quanto il torbido movente del sesso in molti dei personaggi, dalla protagonista, all'amico di famiglia, allo svampito deliquentino che si innamora della prima, oltre che in tutto il repertorio dei frequentatori chez Anaïs. Quello che mi pare commentare tutto questo è una frase del marito (vedi sotto). Insomma: sciupare la propria vita per qualche sfogo sessuale è criminale.
MEMORABILE: «Semen retentum venenum est».

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Mickes2 12/06/13 11:06 - 1670 commenti

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In pace, almeno di giorno, dalle 2 alle 5, perché il restante tempo è costretta in una pelle che non riesce più ad abitare. Ritratto del “doppio” della borghesia filtrato attraverso l’esistenza di Séverine, donna ligia di buone maniere ma di cattive pratiche. Impulso di evadere, un focolare che brucia dove c’è lo spirito ad attizzarlo: come se il gusto del peccato facesse meglio riassaporare quello dell’espiazione, una sfera di cristallo asessuata che protegge e difende. Straordinario Bunuel, onirico e ambiguo, delicatamente perverso.
MEMORABILE: L'incredibile parentesi onirica con la Deneuve e Piccoli che "amoreggiano" sotto il tavolo.

Daniela 12/06/13 13:16 - 12662 commenti

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Anche se non rientra nel novero dei suoi capolavori assoluti, il più grande successo commerciale di Bunuel si ascrive pienamente nel solco delle sue tematiche abituali, all'insegna del binomio sesso/religione cartina di tornasole per l'ipocrisia borghese. Sotto una patina algida ed elegante come la sua protagonista, un film ironicamente perverso: la masochista Severine per godere ha bisogno di soffrire (essere umiliata, sottomessa, usata) ed il marito, come il sadico della famosa barzelletta, gli offre baci invece di frustate... Che crudeltà!
MEMORABILE: Il duca necrofilo; Le fantasie sessuali di Severine; La scatoletta misteriosa che il cinese mostra per far capire i suoi gusti.

Lythops 28/07/15 16:46 - 1019 commenti

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In una favolosa Parigi anni '60 recita una splendida Deneuve, bravissima nell'interpretare un personaggio difficile e tormentato. Yves St. Lorent in persona studia i vestiti dell'attrice seguendo stili e riferimenti cromatici ben precisi in un film decisamente psicanalitico che può tuttavia risultare anche molto soporifero, come tutti quelli in cui la sceneggiatura è curata al millimetro andando a scavare nelle motivazioni di un personaggio che non sempre riesce a interessare. Film ben confezionato, con poca anima. Gradito Pierre Clementi.

Alex75 7/10/15 13:45 - 880 commenti

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Buñuel tratta con indubbia eleganza un tema scabroso in un film arduo e affascinante, affollato di simboli, con un’alternanza senza cesure tra sogno e realtà che per questi motivi si presta a molteplici interpretazioni e che lascia storditi e interdetti. Profondissima l’introspezione psicologica dei complessi personaggi. Tra gli ottimi interpreti (memorabili la Page, Clementi e Piccoli), lo sguardo e l’ammirazione sono inevitabilmente catturati dalla splendida Catherine Deneuve.
MEMORABILE: I clienti di Séverine; Il sogno della zuppa fredda, dei tori e del fango; L’enigmatico finale.

Fauno 18/08/16 04:43 - 2212 commenti

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Sarà pur bella finché si vuole Severine, ma il film a parte l'orario part time molto pittoresco (visto che le prostitute il pienone lo fanno di notte) e la classe della titolare del bordello (un'ottima Page) ha del patetico: dagli aficionados del medesimo (uno peggio dell'altro) ai sogni stucchevoli e oziosi della protagonista, tanto che quando questi ultimi nell'ultima scena cambiano significato mi son sentito di fronte al delirio più totale, ma a quello più negativo. Quindi un film lezioso, che vorrebbe attaccare ma s'incarta rovinosamente da solo.
MEMORABILE: La scena di Piccoli che vuole andare a far la spia, come nullità è pari al "Lavoratoriii" nostrano.

Vitgar 6/04/17 11:04 - 586 commenti

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La necessità patologica della trasgressione, questa potrebbe essere l'interpretazione di questo film. Come sempre nei lavori di maestro Buñuel vi è una affascinante convivenza di realtà e sogno, fusi in una inestricabile vicenda narrativa. Un po' troppo tirata la descrizione delle svariate "paranoie" dei diversi frequentatori di Severine. Deneuve seducente al massimo, buono anche il resto del cast.
MEMORABILE: Il misterioso contenuto dello scatolino del cliente orientale.

Myvincent 15/12/17 19:35 - 3741 commenti

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"Belle de jour" segna la consacrazione del geniale, eretico regista spagnolo ed è forse il film per cui viene più ricordata la Deneuve. Stretta nei suoi cappottini YSL, Severine si dà al sesso mercenario per donarsi al marito: un doppio sacrificio che ha profonde radici nel suo passato travagliato. L'onirismo si confonde con la realtà, fino in fondo, dove l'enigmaticità si presta a interpretazioni, come in un problema eternamente insoluto che accompagna il destino di ciascuno. Il solito schiaffo sui pregiudizi borghesi e religiosi di sempre.
MEMORABILE: Le gambe e il feticismo delle scarpe della protagonista.

Minitina80 2/12/17 12:01 - 2984 commenti

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Da una parte Buñuel maltratta la parte aristocratica e benestante della società, dall’altra affronta determinati comportamenti ritenuti scabrosi mostrando come a volte possano essere sorgente di liberazione e sfogo da dettami morali che soffocano come cappi al collo. Ancora una volta sconquassa schemi di pensiero prestabiliti con estrema semplicità e rimarca quanto la sessualità abbia radici profonde e sia ambigua per ontogenesi, liberando un istinto naturale e allo stesso tempo sia condizionata dall’esperienza di vita che ne muta le pulsioni.

Paulaster 27/03/19 09:59 - 4419 commenti

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Moglie distaccata lavora in un bordello nei pomeriggi liberi. Implicazioni psicologiche che non vengono approfondite, ma la relazione insana dei coniugi cattura l'attenzione sugli sviluppi. Coraggioso nell'affrontare l'amore nelle sue perversioni, viene aiutato nelle componenti oniriche da una Deneuve che si lascia mortificare. Ultima parte non eccessivamente lineare e con una placida conclusione che assolve tutte le parti in causa.
MEMORABILE: Il fango contro la Deneuve; Il marito che si alza dalla poltrona; La Deneuve trascinata nel bosco.

Noodles 2/07/19 23:48 - 2228 commenti

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Luis Buñuel si conferma geniale nella sua critica mordace alla società borghese e ai suoi vizi. Qui lo fa in maniera particolarmente morbosa. E onirica. Sogno e realtà si confondono spesso, ma tutte le scene oniriche (o reali, chissà) sono pezzi di maestria cinematografica. Grande la prova di tutto il cast, inserito in un'ambientazione perfetta. Forse non il film migliore del regista, ma senz'altro uno dei migliori.

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Grottabuia 22/01/20 23:50 - 10 commenti

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Autodistruzione, nichilismo, senso di colpa. "I buoi si chiamano tutti Rimorso, tranne l'ultimo il cui nome è Estinzione". La splendida protagonista, innamorata del bel marito, si dà a tutti tranne che a lui, in un rituale di sterilità autopunitiva. Capolavoro onirico, ottimo cast (su tutti il grande Piccoli). Non una scena superflua, Buñuel superlativo come sempre.
MEMORABILE: Mentre il marito sogna un pargolo, la mogliettina sogna di venire seviziata in vari modi in presenza del consorte.

Il ferrini 19/03/23 23:17 - 2358 commenti

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Insolito film di Buñuel che stavolta affronta la sessualità perversa - e dunque a lungo repressa - di una bellissima Deneuve. A lei piace farsi umiliare, picchiare, sottomettere. Il suo compagno, Sorel, non lo immagina neanche e dunque lei va di nascosto a lavorare in un bordello, ma solo il pomeriggio (da qui il titolo). Non lontano da certi temi tintobrassiani, ha il pregio di non cedere mai alla volgarità nonostante esplori varie perversioni, inclusa la necrofilia. Riscosse un buon successo e porta bene gli anni che ha.

Reeves 5/08/23 07:51 - 2216 commenti

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Uno dei punti più alti della poetica buñueliana, fatto di lunghe sequenze oniriche, di voglia di trasgressione che però deve fare i conti con la "normalità" e la presenza costante e ossessiva di tematiche religiose. Qui si racconta di come la borhesia parigina intenda il proprio tempo libero e di come una donna borghese voglia andare contro tutte le convenzioni non riuscendo però a farlo in pieno. Elegante, avvincente.
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  • Curiosità Undying • 25/09/09 20:26
    Risorse umane - 7574 interventi
    "(...) per Buñuel, le virtù di Pierre, marito perfetto, sono esecrabili tanto quanto la cupidigia di espiazione che anima Séverine.
    Il personaggio positivo del film è dunque Husson, il cinico e fermo Husson che simboleggia la figura del "Divino Marchese".
    Husson, infatti, rappresenta il coraggio di provare tutto e andare oltre, di superare in primo luogo le interdizioni della morale borghese: 'Tu non conoscerai nulla se prima non avrai provato tutto; se sarai timido nei confronti della natura, essa ti sfuggirà per sempre'."

    Callisto Cosulich, La scalata al sesso, 1969
  • Curiosità Undying • 10/04/12 21:02
    Risorse umane - 7574 interventi
    "Confesso tutto quello che vuoi - mormorò.
    Ho peccato, voglio riscattare le mie colpe;
    giudicami ti prego. Puniscimi, oh sì!
    Puniscimi severamente."
    Octave Mirbeau da Il giardino dei supplizi
    -------------------------------------------------
    Hanno scritto...

    "Con Bella di Giorno (1967) il maestro spagnolo giunge a coniugare la logica del masochismo con quella del sogno. E con ironia feroce da autentico fustigatore della borghesia e dei suoi vizi.
    Anche in questo saggio di patologia erotica, Buñuel, che nel profondo è rimasto surrealista, insegue segrete ossessioni oniriche.
    Il film si apre con un sogno: un viale alberato in una giornata d'autunno, una carrozza viene avanti in direzione della M.d.P.
    Vi siede, oltre ai due vetturini, una coppia di coniugi (Deneuve-Sorel) apparentemente sereni (...)
    L'uomo ordina ai vetturini di fermare la carrozza.
    La donna, ad un cenno del marito, viene fatta scendere brutalmente, e dopo essere stata legata ad un albero, viene costretta a subire il dolore della frusta dei vetturini.
    Buñuel mostra il penoso tentativo di una signora borghese di liberarsi della propria educazione repressiva, annullandosi in turpi fantasie masochiste.
    Più che ricercare il dolore fisico, la donna riesce ad eccitarsi solamente sentendosi disprezzata e apostrofata con parole come "cagna" e "prostituta".(...)
    E' interessante notare come Buñuel tratteggi, nella figura morale del libertino, il proprio alter ego.(...)
    L'incontro con un giovane della malavita dagli strani modi, misto di galanteria e focosa aggressività (Clementi) suscita nella donna nuove pulsioni erotiche, ma senza che in lei nasca alcuna passione.(...)
    A questo punto il meccanismo narrativo rivela risvolti psicanalitici che fanno della protagonista un vero e proprio archetipo della "foemina crudelis", ovvero un'altra storia, speculare alla prima, che forse un giorno Buñuel avrebbe voluto raccontare."

    Maurizio Fantoni

    Fonte:
    La legge del desiderio - Cinema erotico ed erotismo nel cinema, a cura di Maurizio Fantoni Minella (pag. 63, 64, 65) / Edizioni Falsopiano (1998)
  • Discussione Fauno • 18/08/16 04:48
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Notte in bianco per vedere fino alla fine questo film...Lasciatemi soffiare il naso perché ho ancora le lacrime, e mi sa che dopo questa non andrò mai più a Venezia. Che pugnalata il finale...E Clementi ma come l'han ridotto...poveraccio!!!
  • Curiosità Zender • 4/06/21 17:24
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images57/belladigiorno.jpg[/img]