Ebbene sì, è il film che consegna al mito l'immagine di Marilyn che si rinfresca le idee sulla grata di ventilazione, con annesso sollevamento di gonna e altro che "prurito del settimo anno". La storia del marito solo in casa, in attesa di raggiungere la famigliola in villeggiatura, che scopre di avere una vicina da infarto è ormai un classico. Wilder sbeffeggia lo sbeffeggiabile, si concede mini-parodie, monta siparietti irresistibili, regala un'icona al ventesimo secolo. Che altro volete?
MEMORABILE: Appunto, l'abitino di Marilyn che si solleva per il vento...
Capolavoro wilderiano, chicca di un regista che sapeva passare dal drammatico alla commedia con una facilità che ben pochi avevano, a Hollywood. La storia del marito borghese che ha una scappatella con la bionda mozzafiato del piano di sopra è più suggerita che altro (il rigido codice Hayes fece modificare la sceneggiatura originale, e non di poco), ma forse la forza del film risiede proprio in questo, nel fatto che il tradimento sia "suggerito" e non esplicito. Estremamente divertente, ad ogni modo.
Uno dei capolavori della commedia brillante americana, diretto dal maestro del genere Billy Wilder, è un film che si presta a svariati chiavi di lettura: opera di stampo tradizionale piena di brio, con una sceneggiatura che rispetta alla perfezione i tempi della commedia e con eccellenti interpretazioni sia della Monroe (è uno dei suoi ruoli migliori) sia di Tom Ewell; ma è anche satira raffinata delle manie del maschio medio americano degli Anni Cinquanta e critica alla società dei consumi. Da mostrare nelle scuole di cinema.
So che sembrerà bestemmia a non pochi, ma non mi entusiasma più di tanto. Ciò perché la svampitezza ad un certo punto diventa lezio e il protagonista maschile mi pare caratterizzato in maniera eccessiva. Poi, si sa, Marilyn è Marilyn e qualche brano è storico, però...
Una radiosa Marilyn (è questo il film con la famosissima scena della grata che alza il bianco vestito della Monroe, mostrandone le mutande bianche) per una brillante commedia diretta con mano sicura da Wilder. Bravo anche Tom Ewell nei panni del marito. Da vedere.
Evergreen della commedia americana dei tempi d’oro: fine, frizzante, spiritosa, colta, luminosa, intelligente. Wilder gioca con realtà e immaginazione e scherza con perbenismo, fedeltà e adulterio (quest’ultimo, contemplato nella sceneggiatura iniziale, venne bocciato in fase di censura). La Monroe è un irresistibile concentrato di autoironia, candore e sensualità e Ewell una sintesi di virtù, debolezze e aspirazioni dell’americano medio di allora. Agosto, moglie mia non ti conosco?
Rimasto solo a casa, senza moglie, riceve la visita di una procace e svampita vicina. Arguta la rappresentazione della psicologia del macho allupato e codardo, ma l'impianto teatrale pesa negativamente sull'opera. Come se non bastasse i dialoghi sono tanto brillanti quanto stucchevoli, e dopo un po' si ha la sensazione che il film giri inutilmente su se stesso. A salvare la riuscita è proprio Marylin Monroe, talmente luminosa e surrealmente camp da imprimere al tutto una marcia in più (da citare la celebre scena della gonna svolazzante ripresa da una vecchia comica di Stanlio e Ollio).
Considerato in prospettiva del genere, un capolavoro, sicuramente. In assoluto, "solo" un gran film. Questa pellicola si basa su un, se vogliamo, luogo comune (o costume...) della società americana per costruirci sopra una slapstick comedy, con gustose venature surreali ed oniriche (si pensi ai vari sogni, apparizioni, o a quando viene citata Marilyn!). Si sogghigna per l'intera durata e spesso si ride persino di gusto. Perfetto.
Film che per metà si svolge nella testa, già un po' brizzolata, di Richard, uomo medio mediamente frustrato da moglie, prole, medico e capufficio. Lui vuole soltanto sognare un po', e per sognare niente di meglio che la modella della porta accanto, quel meraviglioso ossimoro che è Marilyn, carnale ed evanescente visione, ma anche ragazza semplice. Commedia con qualche leziosità, ma godibile da cima a fondo, con momenti di comicità irresistibile.
Delizia wilderiana dall'apparenza soave ma dal cuore perfidello, con una Marilyn che è zen puro. Non recita, è. Tom Ewell è semplicemente perfetto, sepolto da tutti gli stereotipi possibili dell'americano medio d'epoca e in costante mediazione con le sue fregole. Una pellicola che salta da un piano all'altro, onirismo, realtà, fughe mentali, chances reali e disseminata di sapidi doppisensi dai quali emerge che il borghese civilizzato è un bel perverso. Imperdibile, ammaliante. Da far vedere a Oldoini mattina e sera, per due anni. E a Pieraccioni.
MEMORABILE: Marilyn esce dal cinema dove danno Il mostro della laguna nera; le tagliatelle. Marilyn fa svolazzare la gonna con il vento della metropolitana.
Anche a me non convince troppo. Com'è noto, nella pièce originale l'uomo riusciva a portarsi a letto "la ragazza", ma Wilder (cattivissimo) l'ha naturalmente trasformata in qualcos'altro. Ewell incarna l'uomo medio - che più "medio" non si può - ruolo che ripeterà in altri film (cfr. Gangster cerca moglie con l'altra bombshell Jayne Mansfield). Cosa resta da salvare? I gadgets anni '50, le covers dei pulps, il riferimento a Il mostro della laguna nera, una Marilyn deliziosa e poco altro.
Commedia satirica sulle fantasie sessuali del maschio medio americano, celeberrima grazie alla scena mitica della gonna al vento, ma meno riuscita di Baciami, stupido, che pure nella filmografia di Wilder è considerata opera minore, perchè più conformistica nell'approccio e più prevedibile negli sviluppi. Marilyn è deliziosa ed improbabile, un biondo oggetto del desiderio inconsapevole ("sono la patata del piano di sopra), più icona che donna in carne ed ossa: forse solo il mostro della laguna nera saprebbe amarla davvero
MEMORABILE: Le fantasie del protagonista, in particolare quella ispirata dalla musica di Rachmaninoff
Adorabile commedia che sotto una candida veste nasconde quel cuore amaro e sconsolato che costituisce la cifra stilistica di Wilder. Alla solare Marylin, fonte inconsapevole (?) di tentazione, basta sollevare accidentalmente la gonna (una gag divenuta immortale) per stravolgere il piccolo mondo di frustrazioni e desideri sopiti del protagonista e, di rimando, anche degli spettatori. Qui Wilder non è ancora "grande", ma il film ha indubbiamente le carte in regola.
Satira dell'americano (maschio) medio del periodo, alla maniera di Wilder, vale a dire con una serie di situazioni da paradosso strappa risate e una carica di sensualità che raggiunge i livelli di guardia con la Monroe in gran forma (sopra e sotto la gonna). Da vedere.
Forse mi ero immaginata qualcosa di totalmente diverso ma sinceramente mi aspettavo di più, da questa pellicola. L'idea di fondo è buona per dar vita a qualcosa di divertente, ma avrei apprezzato più realtà e meno immaginazione del protagonista. La Monroe resta sempre fantastica. Bella la voce fuori campo che fa molto film agé!
Divertente commedia che spinge l'accelleratore sulla teatralità dei personaggi. Non è ai livelli di film come A qualcuno piace caldo, ma Marilyn Monroe è di una bellezza superlativa. Momenti già visti o troppo lunghi, questi i difetti del film.
Francamente c'è di meglio. L'atmosfera spiccatamente teatrale derivata dall'omonima pièce dalla quale il film proviene non giova affatto: l'ambiente ristretto e (ancor di più), le divagazioni del protagonista che parla da solo tanto da sfiorare talvolta il delirio, qui alla lunga stancano. Sebbene alcune situazioni e battute siano ancora d'effetto, la storia poi è decisamente invecchiata male. Rimangono invece senza tempo la splendida Marilyn con la sua gonna svolazzante (icona eterna) e la sempre freschissima regia di Wilder. Ma basta.
Commedia d'altri tempi, che mantiene però un notevole brio grazie alla regia di Wilder e all'interpretazione di una delle migliori Marilyn Monroe di sempre. Alternando le allucinazioni da paranoia che Ewell imprime al suo personaggio, con la prorompente femminilità della mitica Marilyn (che culmina con quei tre quarti di gambe scoperti dal passaggio della metro), il film scorre via piacevolmente. Certo, per consegnarlo al mito è bastato poco...
Impertinente ma non acuto e caustico come altrove. Giocano a sfavore l'impianto teatrale (comunque domato con soluzioni registiche sopraffine), la reiterazione del fugace racconto e l'eccessiva tipizzazione dei caratteri. Vince però l'astuzia con cui Wilder elude le maglie del codice Hays: l'ironia sa essere sofisticata anche quando i dialoghi cominciano a grondare doppi sensi di natura sessuale (in originale, almeno). Deliziosa Marilyn, vera apparizione sulle scale che conducono ad un altrove desiderato e proibito. La sequenza della gonna è più presente nell'immaginario collettivo che nel film.
Credo sia Marilyn a sostenere il film. Nulla da dire sulla regia di Wilder, ma la sceneggiatura rimane troppo teatrale e a un certo punto gira su se stessa e diventa pesante. Pure le visioni (i sogni) di Ewell alla lunga stancano. Qualche taglio avrebbe giovate e salvato le cose apprezzabili che invero sono presenti nel film. Il personaggio della "ragazza" e Marilyn stessa sono fantastici: disponibile e respingente allo stesso tempo, deliziosamente spiazzante, una falsa svampita imprendibile. Un classico della commedia che risente dell'età.
Billy Wilder maestro delle commedie classiche non sbaglia neppure questa volta. Marilyn è particolarmente accattivante e provocante nella sua sbadataggine, mentre Tom Ewell (il regista avrebbe voluto Walter Matthau) è abbastanza scanzonato e simpatico. Non si arriva all'adulterio, forse per problemi di censura, ma gli ingredienti della possibile reale scappatella ci sono tutti. Divertente e godibile.
Wilder usa l'ironia intelligente e pungente per essere provocatorio in un decennio in cui certe tematiche erano ancora ritenute troppo audaci. Lo fa attraverso allusioni erotiche per rappresentare le illusioni del maschio maturo. E chi meglio di Marilyn Monroe (qui in uno dei suoi ruoli migliori) poteva meglio incarnare il soggetto di colei che può far emergere gli stimoli repressi mettendo in crisi il fragile istituto del matrimonio? Wilder si conferma maestro nell'arguzia anche se ha fatto di meglio. ***
Arguta e allusiva, malandrina e sofisticata commedia wilderiana, che con grande maestria tecnica e di racconto (che alterna favolose parti oniriche ad altre più asciutte, forse troppo) mette a nudo, con tutta l’intelligente malinconica bonarietà del caso, vizi e virtù, debolezze e forze, intraprendenze e arrendevolezze dell’americano medio - ma dell’Uomo in generale come dimostra il geniale incipit – per sollevare desideri sopiti in una realtà in fondo scontenta. Bello sognare per un po’ e quel sogno ha il candore e la sensualità di Marilyn.
MEMORABILE: Il dito nella bottiglia di champagne; “Sono la patata del piano di sopra! ”; Il particolare corteggiamento sotto le note di Rachmaninoff.
Notevole commedia americana che (forse) oggi appare un po' datata, ma che funziona ancora più che egregiamente nei suoi tempi comici e nelle battute di cui è intrisa una
sceneggiatura di alto livello. Il ritmo è scorrevole e le situazioni divertenti, così come le risate, allignano per tutta la durata della pellicola. Tra l'altro per i tempi è un film molto coraggioso: la censura concedeva pochino ed anche solo suggerire un adulterio, non era coso da poco. Non il miglior film di Wilder, ma in ogni caso degno di nota.
Fedeltà e tradimento in una commedia statunitense degli anni cinquanta. Richard è un giovane impiegato che si ritrova solo nell'afosa New York dopo aver mandato moglie e figlio in villegiatura, ma la tranquillità del momento viene interrotta dalla spettacolare (ma non bravissima) Monroe. Forse a causa degli anni passati la commedia non si può dire notevole, né per la storia né per le situazioni né per le smorfie per niente buffe di Ewell. È tutto sommato un film che non annoia, ma Wilder si è dimenticato persino di inserire il finale. Non male.
Che succede quando il marito riacquista la libertà estiva? Digressioni comportamentali che spaziano dall’etico al pruriginoso, senza scadere nel gratuito. Il limite sta nell’insieme ridotto di cast e location, scandito anche da monologhi del protagonista in giro per casa. Vivaci gli scambi con la Monroe e con i siparietti di ipotetica immaginazione, meno brillanti i richiami ai costumi del periodo. L’inserimento di figure come il portiere o l’amico alla fine servono allo scopo ma restano sopra le righe.
Billy Wilder aveva la magia dalla sua, la magia di saper calibrare perfettamente tempi comici e attori, spazi e situazioni, generando girandole di slapstick e puro spasso. Qui aiutato dalla straordinaria, ingenua e iconica bellezza di una Marilyn da culto assoluto, Wilder realizza una commedia strepitosa, dall'impianto teatrale, statico, ma al tempo stesso vibrante di vitalità e ironia. Prendendo a bersaglio l'american way of life e il suo progressivo benessere, la pellicola non gira mai a vuoto collocandola su un podio da vero classico.
MEMORABILE: Ewell alle prese con il remo del figlio; La celebre scena della gonna alzata; Il duetto al pianoforte.
Superba commedia di Wilder che ha come tema l'adulterio, decisamente meno sfrontata di Baciami, stupido (anche perché qui avviene quasi tutto nelle fantasie del protagonista) ma comunque divertente. Tom Ewell sfoggia un'interpretazione magistrale che gli valse il Golden Globe e anche la Monroe è perfettamente in parte, complice un ruolo che pare perfettamente cucitole addosso. La scena in cui le si solleva la gonna col soffio della metropolitana è una delle immagini più famose della storia del cinema. Film immancabile.
Un classico della commedia americana, che a distanza di sessant'anni ha senso riguardare per un piacevole revival sui costumi dei tempi e sulla figura di Marilyn, qui nella celebre scena del vestito alzato dall'aria proveniente dalla grata sottostante, immagine diventata vera icona del suo mito. Dal punto di vista dei contenuti fa quasi tenerezza assistere alla rappresentazione del dilemma interiore di Ewell, con forme di umorismo teatrale ormai inesorabilmente datate.
Commedia sofisticata e divertente, anche se un poco lenta per le pellicole americane cui ora siamo abituati. Per gli incessanti stravolgimenti nei costumi, ora la recitazione e anche la trama ci paiono datati. Chissà perché Tom Ewell mi ricorda il personaggio di Pippo e la splendida Marilyn Monroe mi fa venire in mente i fratelli Kennedy. La legnosa moglie del protagonista mi ricorda, invece, il famoso quadro chiamato "American Gothic". Forse perché il ritmo (perfetto) lascia spazio per la fantasia.
MEMORABILE: L'ultima scena, con la bionda alla finestra che chiama indietro lui che se ne sta andando senza scarpe. Tutta da immaginare la continuazione...
A partire dall'alba dei tempi fino ai giorni nostri, l'uomo è e rimarrà per sempre un "cacciatore". Partendo da questo assioma Billy Wilder crea una commedia brillante che rimarrà per sempre nella storia del cinema. Dalla biancheria intima tenuta nel freezer dalla icona sexy Marilyn alle tagliatelle suonate insieme all'impacciato e simpaticissimo Ewell, fino al vestito che si alza grazie alla grata posta sul pavimento della strada. Ma non solo questo, perché dentro all'opera c'è tantissimo cinema d'alta scuola.
Wilder avrebbe voluto come protagonista il giovane attore teatrale Walter Matthau, ma gli venne imposto Ewell. Come sempre aveva ragione lui. Commedia di costume ormai molto datata e senza grandi guizzi, con una satira ben meno acuminata di altre del maestro (Baciami stupido, per dirne una, o Frutto proibito), ha un solo sostanziale motivo d'interesse: la Monroe. Forse l'essere umano più fotogenico di tutti i tempi, poteva trasformare qualsiasi inquadratura in un capolavoro di magnetismo irresistibile. Il resto sa ormai un po' di antiquariato.
Il primo film di Wilder in Panavision e Technicolor è una classica commedia sui temi dell’adulterio che tradisce la sua origine teatrale nell’ambientazione statica in interni. I molteplici doppi sensi ideati per sfuggire alla censura dell’epoca risultano oggi un po' datati. Marilyn si conferma attrice soprattutto funzionale, almeno per i suoi tempi, come appetitoso oggetto erotico e il finale è fin troppo rassicurante, con il maritino che rientra in famiglia senza aver combinato nulla. I capolavori di Wilder nella commedia sono ancora lontani.
MEMORABILE: Il prologo con i nativi d’America; La gonna alzata dalla ventilazione della sotterranea; Gli intermezzi del sig. Gaetano.
Marilyn Monroe è qui da culto fanatico; la regia di Billy Wilder da devozione assoluta. E poi la precisione della vicenda (della sceneggiatura), con incastri brillati da soave capogiro; e i dialoghi: tanto espressivi e immediati quanto incisivi e sottili (certe battute sono da incorniciare). Un film da abbandono alla magia di Hollywood, dove la leggerezza ha la profondità della filosofia popolare, dove i dettagli hanno la forza dell'imprescindibile. Il doppiaggio italiano funziona a meraviglia ma in originale la voluttà raggiunge alte sfere.
Commedia invecchiatissima e non per colpa sua, quanto perché alla luce di oggi una certa ingenuità nei pensieri e nei comportamenti appare quantomeno irreale. Questo condiziona lo sviluppo della storia, nella quale non succede più di tanto. Ma basta "lei" a garantire più di quanto meriterebbe il film e la scena in cui si alzano le gonne (che nella pellicola non è resa con la figura per intero, come invece è consegnata all'iconografia) lo consegna alla storia.
Tra i titoli migliori della commedia americana brillante, soffre un po' dell'impianto teatrale originario che gli conferisce un po' di staticità, ma possiede diverse trovate divertenti e una regia solida e convincente. La freccia in più è ovviamente Marilyn, splendida come sempre e protagonista di una delle scene più iconiche della storia del cinema. Non convince troppo il protagonista, piuttosto eccessivo, ma la storia nel complesso funziona bene e intrattiene alla grande. Film da vedere anche perché perfetto simbolo di un genere che non si fa più e di un'epoca ormai perduta.
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HomevideoRocchiola • 4/08/19 10:46 Call center Davinotti - 1255 interventi
Disponibile in bluray marchiato Fox. Presentato nel corretto formato super panoramico di 2.55 il film propone un'immagine adeguatamente ripulita e dai colori vivi ed equilibrati come ci si aspetta dal classico tehcnicolor degli anni 50. L'unico difetto è sta nella definizione che in alcune scene non è molto incisiva. L'audio italiano in DTS 5.1 è un pochino basso ma pulito e chiaro.