Lo definisco noir, ma questo brillante lavoro d'esordio di Marengo (sino a oggi, videoclip) riesce a miscelare anche molti elementi da commedia con una classe che gli consente di danzare sul filo di confine senza alcun imbarazzo. Merito anche di una Mezzogiorno che si cala perfettamente nei panni della Bonnie un po' tanto femme fatale; lui è tutt'altro che Clyde, o meglio: bisogna lavorarci. Ottima anche la coppia grottesca Garofano/Diolaiti, il romantico duro Matera e l'aggressivo Titti, gigante buono. Ma la notizia è: ottima new entry per il nostro cinema.
MEMORABILE: Quando Titti ribalta l'auto e quello che segue...
Buona prova sia del regista che del cast. La storia è avvincente e solo inizialmente sembra banale, poi grazie a delle sottotrame inserite ad arte l'intreccio diventa incalzante anche grazie a un montaggio funzionale. Unico difetto la "timidezza registica", alcune riprese, soprattutto quelle che infondono la caratteristica grottesca all'opera, sono un po' troppo da manuale. Punto sul fatto che nel suo prossimo lavoro Marengo risolverà questi piccoli problemi. Film da sostenere, una produzione preziosa nel panorama italiano.
Discreto tentativo di costruire un film di genere trasversale, soffre di una sceneggiatura con passaggi forzati e forse riscritta troppe volte (o da troppe mani). Però il film ha garbo, brio e, cosa assai rara tra i confini italici, ha il suo punto di forza nel cast. In particolar modo la Mezzogiorno, che per mezz'ora resuscita la Gravina dei primi anni '70, è seducente come non mai. Il genere di film che i Manetti bros vorrebbero fare ma non possono.
Davvero un buon film. La dimostrazione che con un paio di idee chiare e pochi buoni attori si può realizzare un prodotto dignitisissimo, divertente e competitivo. Si apprezza il tono medio del film, che non eccede mai a "pulpate" di troppo e si mantiene sempre entro i limiti di una buona commedia all'italiana alternativa, pur riciclando topoi dal cinema americano. Funzionano i due protagonisti (la Mezzogiorno inoltre è davvero bellissima qui) ma quelli che rimangono impressi sono Fantastichini, Citran e un eccessivo Pannofino. Da vedere.
Piacevole sopresa questo film diretto da Davide Marengo (è il suo primo lungometraggio) girato con toni e ritmi da noir ma con un'aggiunta preziosa, quella dell'ironia e della commedia di gusto tipicamente italiano (vedi alcuni momenti e personaggi veri e propri "tipi" da commedia all'italiana aggiornati con la sensibilità moderna). Girato con bel ritmo e una piacevole fotografia notturna (come da titolo) si avvale di un ottimo cast nel quale spiccano il bravo Francesco Pannofino e il perdente Mastandrea. Da vedere.
Più volte ho espresso perplessità circa lo stato dell'attuale cinema italiano, invece sono costretto a ricredermi: Notturno bus, pur essendo influenzato dallo stile di Tarantino (paradosso circolare: lui ci ha copiato e adesso noi copiamo lui) è un gran bel film, non etichettabile (action, dramma, commedia, noir), ben diretto (l'inseguimento tra autobus!) e ottimamente interpretato (Mastandrea a la Mezzogiorno sono davvero bravi). La curiosità attanaglia lo spettatore, già cullato da una piacevole colonna sonora, sino all'ultimo minuto di film.
Thriller-action movie come non se ne vedevano da un pezzo in Italia. Gli ingredienti ci sono tutti, il ritmo è serrato, la sceneggiatura convincente, il cast compatto e all'altezza, segno che nel nostro paese non sono le intenzioni a mancare ma il coraggio dei produttori di allontanarsi dagli stereotipi. Il film vale tre stellette ma credo sia doveroso aggiungerne una come incentivo a continuare su questa strada, perché questa È la strada giusta per tornare a fare del buon cinema italiano.
Thriller all'italiana anche se non sembra tale (e questo, lascatemelo dire con una punta di sarcasmo, è positivo). La trama è ottimamente orchestrata e le soventi scene "nere-ironiche" danno respiro alla pellicola. In genere buona la recitazione anche se, per intensità e convinzione, emerge l'ottima interpretazione di Francesco Pannofino. Sottotono invece quella di Giovanna Mezzogiorno che definirei "monofacciale". Un film piacevole.
MEMORABILE: Quando Titti strappa l'OBL dal pullman e la consegna a Mastrandea.
Riuscito tentativo di aggiornamento del cinema italiano, alla larga dalle ritrite commedie sentimental-generazionali. Un noir che, seguendo le orme di Tarantino e dei Coen, si carica di un’abbondante dose di ironia e fa esprimere al meglio le caratterizzazioni dei vari personaggi: la bellissima e travolgente Mezzogiorno, il timido e spaesato Mastandrea, il solido e paterno Fantastichini, il “gorillesco” Rivera (anche autore delle musiche) e la coppia di delinquenti dalla mano pesante formata dal chiassoso Pannofino e dal taciturno Citran.
MEMORABILE: La suoneria del cellulare di Pannofino. L’inseguimento tra autobus.
Primo film vero e proprio di Marengo, Notturno Bus risulta originale, ben scritto ed ancor meglio girato. Ottimo gioco di incastri e rimandi, rivalità tra allievo e maestro (Pannofino e Fantastichini in assoluto i più bravi del cast), storie "quasi d'amore" in parallelo (tra Mastandrea e Fantastichini, la scelta di vita se partire lasciandosi tutto alle spalle). Girato un po' alla Manetti bros, con un ottimo impiego di caratteristi, un filo umoristico gradevole, ed una Mezzogiorno ottima scoperta in un ruolo da ladra-vamp. Tre pallini e 1/2.
MEMORABILE: L'agente Matera che si fa beccare per lo squillo del cellulare ricorda una riuscita gag dei Broncoviz realizzata da Dighero ai tempi di Avanzi.
Noir italiano ben equilibrato tra thriller metropolitano e commedia divertente. Mastandrea è eccellente nel ruolo dello sfigato e la Mezzogiorno è capace di sedurre anche soltanto mostrando i piedi. La durata di 100 minuti si degerisce senza alcun problema e questo è merito anche di una solida regia, che fa un buon lavoro dimostrando che la nostra nazione è ancora in grado di confezionare film oltre che fiction!
Inizio faticoso, poi, quando tutti i personaggi sono scesi in campo e si sono chiarite almeno in parte le rispettive motivazioni, il film comincia a filare come un Tutto in una notte casereccio ma ugualmente movimentato, gradevole soprattutto per merito del cast di contorno. Bravo Fantastichini in un ruolo misterioso e romantico, impagabili i killers Pannofino/Citran (il primo chiassoso ed ingordo, il secondo laconico e sofferente di stomaco), simpatico Rivera (il minaccioso Titti) autore anche delle musiche.
MEMORABILE: "Hai presente la storia dei due poliziotti, uno buono ed uno cattivo? Il tuo problema è che io sono quello buono..."
Buon lavoro dell'esodiente Marengo che diverte con una certa personalità senza ambire a riscrivere i canoni del genere. È bravo nel mantenere una riuscita vena ironica impersonata soprattutto del duo Pannofino-Citran, più dirompenti della coppia di protagonisti comunque discreti (il tremebondo Mastrandrea e l'accattivante Mezzogiorno). Meno convincente Fantastichini, attore che seguo sempre con interesse, ma si vede che il duro dal cuore sensibile non è il suo sbocco migliore.
Erano anni che non vedevo un film italiano di questo spessore. Ben diretto dall'ottimo Marengo, qui al suo esordio, con un ritmo trascinante, specie nella seconda parte e con personaggi splendidamente tratteggiati. Ottimo il cast, con un Mastrandrea mai cosi in parte, una Mezzogiorno bellissima e bravissima come non mai e un indimenticabile duo di cattivi formato dalla coppia Pannofino - Citran. Su tutti, comunque, il grande Ennio Fantastichini regala una prova da applausi a scena aperta. Bella colonna sonora.
MEMORABILE: L'inseguimento in autobus; la sparatoria finale nel parcheggio.
Il classico filmetto italiano?! Assolutamente no. Notturno bus è un film davvero avvincente, con ottimi protagonisti e una trama complessa e intricata al punto giusto. L'unica pecca è che il talento di Fantaschini e Pannofino è nettamente maggiore rispetto a quello del duo Mezzogiorno-Mastandrea, con quest'ultimo nei soliti panni dell'italiano medio sfigatello. Finale fortunatamente riuscito e non deludente.
Questo film propone il classico dilemma del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Da un lato è interessante e godibile, con una regia scorrevole come il suo ritmo e un'impostazione scherzosa sottolineata da musiche burlesche. Dall’altro denota la pericolosa tendenza del cinema italiano di uniformarsi allo stile delle fiction televisive. Comunque è da consigliare per una serata evasiva. La brava Mezzogiorno è in stile “donna che fa impazzire a mezzanotte” e fa bene il ruolo della trasformista. In certi momenti somiglia a Speed. ***
In "Notturno bus" non vi è il coraggio di affrontare il noir puro senza mescolarlo con la commedia trucida, l'equilibrio fra gli antagonisti non esiste, la superficialità ammanta qualsiasi pretesa. Ma un'opera prima italiana va protetta come una specie in via d'estinzione e non si possono non citare i tanti pregi: un Mastandrea simpatico, tenero, adatto e perfetto, una Mezzogiorno credibile come sempre e un immenso, grande, grandioso Fantastichini.
Il classico esempio di film capace di conquistare l'attenzione dello spettatore trascinandolo in un'atmosfera da noir con tutti gli annessi e connessi di un buon thriller. Non manca ovviamente l'aspetto un po' più casareccio grazie all'ambientazione nella Roma di periferia e alla centralità del tema "autobus", su cui il nostro buon Mastandrea delinea un'interpretazione credibile e senza eccessi. Sicuramente positivo.
Gustoso revival del cinema "di genere", un autentico noir-action all'italiana di ritmo senza momenti di stanca. Giovanna Mezzogiorno misteriosa e bellissima. Mastandrea perfettamente in parte nel ruolo del "bravo ragazzo". Pannofino gigione e istrionico ma di immensa classe (peccato averlo confinato al doppiaggio per tanti anni), in coppia con uno stralunato ed efficace Citran. Fantastichini a suo agio in un personaggio che rievoca per ambiguità il Bronta de La piovra 7.
MEMORABILE: Titti che rovescia la Panda sbagliata; "Quando uno è coglione, è coglione!"; "Voglio due panini. Veri! Non quella carestia col pesce crudo!"
Ribadisco tutte le qualità segnalate da molti nel film e sintettizabili in una fresca, sincera volontà di uscire da certo tedioso minimalismo di maniera in cui annega tanto cinema italiano da 25 anni a questa parte. Al netto infatti delle derivazioni tarantiniane l'opera prima di Marengo è sostenuta da un idea guida che regista, produttori, cast attoriale e tecnico (da rimarcare la fotografia di Catinari) mostrano di voler seguire con convinzione e divertimento. Il fio da pagare a tale spirito cooperativo è un po' di mancanza d'anima, ma va bene così.
MEMORABILE: Lo strepitoso duo dei servizi Pannofino/Citran; La maschera glaciale e languida di Fantastichini; Il guizzo negli occhi della Mezzogiorno; Titti.
Un bel film italiano, poco diffuso, con interpreti bravi e affiatati, la trama “sciolta”, un po’ commedia, un po’ thriller, il tutto servito su un piatto d’abbondante ironia. In particolare è godibile la figura dello stressato poliziotto interpretato da Pannofino, alle prese con tormentoni divertenti (la famiglia, le suonerie). Anche il ritmo narrativo è azzeccato e si arriva al finale soddisfatti di seguire la simpatica sigla di chiusura.
MEMORABILE: La teoria dello specchietto retrovisore.
Bel noir fumettistico made in Italy, anche se le atmosfere dei noir di Fernando Di Leo sono ormai lontane. Forse stonano un po' i momenti d'intimità tra Mastandrea e la Mezzogiorno, ma anch'esse sono necessarie per la definizione dei personaggi. Grande Pannofino in un ruolo molto tarantiniano e da segnalare anche Fantastichini, forse più misurato del solito.
Un bel gioiellino. E' la giusta definizione per questa commedia noir infarcita di sana ironia e ricca di ritmo e momenti coinvolgenti. Merito di un'azzeccata regia di Davide Marengo, ma anche di un'ottima prova attoriale (specie di Francesco Pannofino e Valerio Mastandrea). Non un momento di noia: si resta rapiti dall'inizio alla fine. Bene la fotografia. Forse un po' sottovalutato e quindi da riscoprire.
Noir (diurno) moderno per le strade di Roma che solo nei film non sembrano intasate di veicoli. La trama ha un buon intreccio – ricorda un libro di Pennac (e presenta il giusto equilibrio fra ironia e violenza), ma alcuni personaggi sono davvero difficili da ingoiare, in particolare Garofano e Titti (anche i rispettivi interpreti sono insopportabili). Il cast è in più occasioni mediocre e la regia, nonostante qualche buono spunto, delude generalmente lo spettatore perdendosi in primi piani incentrati sui punti neri dei protagonisti.
Rispetto all'omonimo romanzo di Rigosi l'azione si sposta da Bologna a Roma e il tono complessivo è più da commedia che da noir. Complessivamente, comunque, il film è frizzante al punto giusto: non annoia mai e riesce a coniugare efficacemente il divertimento con una classica storia da noir piuttosto ben costruita e meno intricata di quanto le premesse facciano supporre. Senza nulla togliere a Mastandrea e alla Mezzogiorno (bravissimi), il personaggio migliore è quello di Fantastichini; troppo sopra le righe, invece, Pannofino.
MEMORABILE: L'inseguimento tra gli autobus; Il finale.
Gradevole film girato e recitato come se fosse un contrometraggio. La regia mette insieme un cast ben amalgamato, con Mastrandrea bravo come sempre nel ruolo che interpreta da anni cui fa da contrappunto la Mezzogiorno, versatile e convincente. Apprezzabile per i dettagli, appoggiato su una sceneggiatura priva di incongruenze, piacevolmente anomalo nel panorama produttivo italiano. Credibili e naturalmente professionali Pannofino, Citran (simpatico duo di "cattivi") e Fantastichini.
MEMORABILE: La suonera del cellulare di Pannofino; Le attese.
Noir all'italiana che si snoda in un intreccio di agenti segreti, ladruncole e tramvieri. Si vira sulla commedia e sulle recitazioni cariche (vedi Pannofino). La Mezzogiorno ci sta nei panni della bugiarda, Mastandrea non incide, il migliore è Citran. Buoni movimenti di mdp notturni anche se gli inseguimenti sono esagerati (come le efferatezze) e nel finale si intuisce dove si va a parare. Nel complesso meglio la prima parte.
MEMORABILE: Il bacio della Mezzogiorno; La ricetta “quel che c'è c'è”.
Azione, ritmo, inseguimenti, dialoghi asciutti e brillanti, insomma tutto fuorché un film italiano. E se Mastandrea e Fantastichini sono una certezza, a sorprendere sono invece la Mezzogiorno, perfettamente a suo agio nel ruolo di ladra e "René" Pannofino, per una volta cattivo. La sceneggiatura è davvero ben scritta, fin nei dettagli e la scelta di girare quasi tutto di notte è vincente. Azzeccata anche la colonna sonora. Per essere un esordio registico è davvero notevole.
MEMORABILE: "Titti" (fantastico il contrasto nome-fisico) ribalta con le sole mani una Panda. Ma non è quella di Mastandrea.
Bel film noir di Marengo al suo esordio dietro la macchina da presa. La trama è ben congegnata e strutturata e anche il ritmo narrativo è sostenuto. A tutto ciò si aggiunge una gradevole e mai volgare ironia di fondo che conferisce alla produzione un tocco di qualitá notevole. Davvero buono anche il cast, in cui ognuno dei personaggi è perfettamente rappresentato dai rispettivi attori.
MEMORABILE: Il rapporto di Mastandrea con il gigante Titti.
Interessante come la pellicola sappia offrire un curioso mix di commedia e noir senza annoiare. Peccato solo che in certi momenti si percepiscano più di una situazione e di dialoghi degni di una fiction tv da prima serata. Strepitoso Pannofino, perfetto per la parte Mastrandrea e meritati complimenti a Davide Marengo e il suo "esordio col botto" nel lungometraggio.
Un'opera prima simpatica e accattivante, che ha i suoi punti di forza nel buon ritmo, nella brillante ironia, nella freschezza del soggetto e delle interpretazioni. La trama da noir è in realtà una cornice semi-seria per mostrare situazioni di varia umanità, caratterizzate in modo macchiettistico ma efficace da un buon gruppo di attori italiani, tra cui spiccano il compianto Fantastichini e la coppia Mastandrea/Mezzogiorno.
Simpatico noir all'italiana diretto con un buon senso stilistico da Marengo, da una sceneggiatura che alterna abbastanza bene toni ironici ad altri più action. Il cast è ben assortito, con una sensualissima Mezzogiorno e un Mastandrea impacciato come sempre e perfetto per il ruolo. Tra loro le caricature riuscite di Pannofino, Citran e un riflessivo Fantastichini. La fotografia di Roma notturna affascina e la colonna sonora fa da giusto contrappunto. Da vedere.
Intreccio originale e interessante che racconta di un improbabile incontro/scontro tra una ladruncola e un guidatore di autobus. Molto brava la Mezzogiorno, anche se una buona prova attoriale la fornisce soprattutto Francesco Pannofino nella parte di un cinico delinquente. Finale tutto sommato prevedibile, ma decisamente riuscita l'ultima sequenza sul bus accompagnata dal brano "La paranza" di Daniele Silvestri.
MEMORABILE: L'inseguimento tra i due mezzi di trasporto.
Marengo all'esordio trova subito una nuova via al noir italiano staccandosi definitivamente da illustri ma datati predecessori. Merito soprattutto di una storia originale sceneggiata con brio e ritmo e di un cast molto in forma, che raggruppa alcuni fra i più validi esponenti dell'attuale cinema nostrano. Difficile dire chi ne esca meglio, ma forse un misurato Mastandrea, la Mezzogiorno e Pannofino hanno una marcia in più. Confezione di buon livello con la ost di Coen e Rivera che lascia il segno. Una piacevole sorpresa nello stantio panorama del cinema tricolore di genere.
MEMORABILE: La suoneria di Pannofino; Il ritmo indiavolato; Il "canarino".
Un film senza dubbio particolare nel panorama cinematografico italiano, un noir con inserti comici (affidati soprattutto a uno strepitoso Pannofino) che riesce sempre a mantenere un buon ritmo. Il finale non è pienamente riuscito, ma questo non inficia una pellicola di qualità. Da segnalare l'ottima prova dell'intero cast, dai protagonisti fino ai comprimari.
MEMORABILE: L'interpretazione di Pannofino.
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Interessante edizione, quella proposta dalla 01 Distribution, che offre il film nel formato panoramico 2.35:1 anamorfico e con traccia dolby 5.1.
Oltre alla buona qualità del riversamento (il film dura 104 minuti) si segnala un vano extra dignitoso, composto da:
- Backstage - Scene eliminate - Trailers varii - Anteprima cinematografica - Foto e manifesti
CuriositàDaniela • 20/12/09 23:52 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Notturno bus è tratto dall'omonimo romanzo di Giampiero Rigosi.
CuriositàRaremirko • 30/09/13 15:28 Call center Davinotti - 3862 interventi
La scena dell'inseguimento tra autobus, che per motivi di budget non ha potuto comunque superare i 2-3 minuti di durata, era tra quelle che, per ovvi motivi, più preoccupava cast e crew.