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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/04/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 18/04/07 19:38 - 3015 commenti

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Il commissario Joss (chi se non Gabin?) eredita l'indagine di un collega morto, e scopre che c'è del torbido. Polar crepuscolare (ma non lo sono un po' tutti?) con una superba interpretazione di Jean Gabin vecchio, stanco, disincantato ma determinato e granitico nella vendetta che diventa il suo movente. Da vedere e amare. Serge Gainsbourg appare nei panni di sè medesimo mentre canta "Requiem pour un con", che è anche la canzone dei titoli.

B. Legnani 27/11/10 23:05 - 5535 commenti

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Bel poliziesco francese, con un grande Gabin (doppiato da Cigoli), circondato da interpretazioni di buon livello. Film freddo, essenziale, senza fronzoli, senza ricerca dell'arzigogolo, al punto che quando ci appare una stranezza, ce la spiegano sùbito. Notevoli i dialoghi veristi fra Joss e il suo capo. Piranesiano il fotogramma finale nello zuccherificio. La Carrel ha sangue vietnamita. Da vedere.
MEMORABILE: Joss (Gabin) compostamente disgustato dai balli moderni.

Trivex 12/09/11 14:24 - 1744 commenti

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Francese fino in fondo, tra champagne e sigarette, voci profonde e pistole facili. Qui c'è un commissario che non le manda a dire, ma col cervello sempre in anticipo sulle mani e sul grilletto. Dalla rapina facile, sempre in mezzo al freddo, alla strage disinvolta e poi il complicato intreccio di relazioni ed eventi criminosi. Non sempre ho trovato coerenza nella dinamica dei fatti (vedi la rapina al treno, un tantino inverosimile con botte in testa agli ubriachi e via); ma il film non esplicita al cento per cento il suo contenuto. Parzialmente minimalistico.

Homesick 26/01/14 16:15 - 5737 commenti

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Il titolo italiano comunica freddezza e disincanto, cioè lo spirito con cui il vecchio e imperioso Jean Gabin dichiara guerra alla malavita e al feroce assassino del suo collega (un truce André Pousse). Frugale polar che dà il la a molte pellicole consimili degli anni a venire nella violenza dei delitti (talora allo humour nero: si veda la scena dell’uccisione della coppia che segue le corse dei cavalli in tv) e nell’approvazione del nudo nella sequenza psichedelica. Musiche percussive e nervose di Serge Gainsbourg, che appare anche nel ruolo di se stesso.
MEMORABILE: L’eliminazione dei complici; il redde rationem finale nello zuccherificio.; "Requiem pour un con" di Gainsbourg.

Gius 26/07/15 18:19 - 40 commenti

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Tra i migliori noir francesi, con una grande interpretazione di Jean Gabin in una parte a lui congeniale. Eccellenti gli altri interpreti. Musica martellante e sincopata di Serge Gainsbourg (che compare anche nel cast). Il film, girato nel freddo inverno francese del 1968, è diretto magistralmente da Serge Lautner, eccellente regista di cui notevoli sono i suoi noir.

Nicola81 31/07/15 23:12 - 2862 commenti

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Launer non possedeva il rigore stilistico di Melville, ma quanto a senso dello spettacolo non era secondo a nessuno (vedi l'ottimo Joss il professionista). Qui trova un discreto equilibrio tra le due componenti confezionando un polar estremamente conciso (dura appena 80 minuti), narrativamente un po' confuso ma infarcito di morti ammazzati, che poggia quasi interamente sulle larghe spalle di Jean Gabin, commissario intuitivo, cinico e dal grilletto facile. Un film malinconico come imponeva il genere, ma anche ferocemente vendicativo.
MEMORABILE: La resa dei conti finale.

Rufus68 3/09/16 19:58 - 3845 commenti

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La presenza bovina e carismatica di Jean Gabin è il pilone strutturale del film: senza di lui si affloscerebbe su se stesso, sotto il peso della mediocrità. Nessun altro attore regge la scena in modo convincente, la trama è stanca e già vista e la regia di Lautner non ha (né ha mai avuto) il dono dello stile. Buon finale, comunque e azzeccato il tema musicale di Serge Gainsbourg.

Il Dandi 22/10/16 11:12 - 1917 commenti

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Come nella miglior tradizione francese, Le Pacha è un poliziesco livido, corretto e verosimile, privo però degli epici silenzi tipici del genere ai quali si sostituisce incessante la musica di Gainsbourg, il cui ossessivo incedere ritmico pervade l'intera pellicola: più che del classico polar, siamo dalle parti di Fernando Di Leo (di cui si condivide il gusto calligrafico per la contrapposizione di costume tra la compostezza dei vecchi duri e la gioventù debosciata delle discoteche). Poliziottesque!
MEMORABILE: L'interrogatorio nello studio di registrazione dove Gainsbourg incide "Requiem pour un con", il cui testo sembra adattarsi all'amico scomparso di Joss.

Puppigallo 29/05/19 10:43 - 5280 commenti

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Poliziesco piuttosto cupo, con un protagonista perennemente imbronciato (ha poco da ridere, comunque), interpretato da un Gabin decisamente in parte (all'amico e collega "Quando metteranno i frignoni in orbita, tu sarai il primo"). La riuscita non è dovuta certo al ritmo, anche se la prima rapina è a dir poco rocambolesca (frontale, bazooka, lanciafiamme), ma alla caratterizzazione dei personaggi principali (l'assassino senz'anima, i colleghi al servizio del protagonista e la ragazza). Buon doppiaggio e giusto finale "Butta la pistola, o "sparo"...".
MEMORABILE: "Quando si parla di soldi, gli si blocca il cervello"; "Sarà la notte di san Bartolomeo per la teppaglia"; I postini esca, ubriachi e mazziati.

Daniela 7/06/19 16:54 - 12672 commenti

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Quando un commissario alle soglie delle pensione viene trovato morto nel suo appartamento, il collega Joss non crede che si sia trattato di un incidente o un suicidio... Polar laconico e tagliente al pari del protagonista, interpretato da Gabin come un Maigret incattivito e disilluso, pronto a passare dai metodi spicci alla giustizia-fai-da-te per sfiducia in quella ordinaria. La trama è piuttosto lineare e senza elementi di rilievo, a parte il notevole tasso di violenza, ma la prestazione di Gabin e la colonna sonora martellante di Gainsbourg rendono il film meritevole di visione.

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Spazio vuotoLocandina C'era una volta un commissario...Spazio vuotoLocandina Joss il professionistaSpazio vuotoLocandina Matrimonio con vizietto (Il vizietto III)Spazio vuotoLocandina Esecutore oltre la legge

Keyser3 10/05/20 22:37 - 444 commenti

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Discreto polar di Lautner che non si fa scrupoli ad attingere dalla tradizione: la prima mezz'ora, secca e senza fronzoli, ha forti echi melvilliani, mentre nel rapporto fra Joss e l'amico Gouvion sembra di rivedere il Max e il Riton di Grisbì. Gabin con la consueta beffarda ironia, mentre il villain, impersonato da André Pousse, è più spietato che mai. Musiche ricercate di Gainsbourg, con venature psichedeliche. In definitiva vale una visione, anche se il grande Jean ha fatto di meglio.
MEMORABILE: L'assalto al furgone col bazooka.
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