Rita, la figlia americana - Film (1965)

Rita, la figlia americana
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'incontro tra Totò (da sempre accostatosi alla musica classica, pur se con un approccio geniale da direttore d'orchestra sui generis) e Rita Pavone (simbolo della nuova generazione “beat”) prometteva faville, ma la regia piatta di Pietro Vivarelli e una sceneggiatura dozzinale (co-scritta anche da Bruno Corbucci, che ne riprenderà le basi per il più riuscito TOTO’ YE-YE, breve telefilm girato per la Rai due anni dopo) affossano il tentativo lasciando troppo spazio ai numeri musicali della Pavone e dei Rokes (piuttosto insofferenti nel loro ruolo di accompagnatori della Pavone, avrà modo di ricordare Vivarelli). Al di là dei...Leggi tutto tanti ed evidenti difetti, comunque, va menzionata l'ennesima prova da leone di un Totò già malato ma ancora grande e divertente (nonché autore del pezzo “Malvagità”, da lui interpretato e danzato a tempo di ye-ye nel finale cult): ben spalleggiato dal maggiordomo factotum Umberto D’Orsi, offre brevi sprazzi della sua arte (uno su tutti il primo colloquio con l'istitutrice finto-tedesca Lina Volonghi), qualche simpatico duetto e forse un paio di tormentoni di troppo (la mòssca...). In ogni caso è solo la sua presenza a giustificare un'operazione altrimenti destinata a finire nel dimenticatoio, con l'immancabile storia d'amore a lieto fine (Rita Pavone e il proprietario del locale “beat” Tomato, Fabrizio Capucci), prevedibili stacchi sui danzatori improvvisati, le canzoni in inglese dei Rokes di Shel Shapiro e in italiano della Pavone, insistite performance da direttore d'orchestra di Totò (il suo cavallo di battaglia), divagazioni linguistiche (il bolognese di D’Orsi e il tedesco maccheronico della Volonghi), un ritmo blando e una preoccupante carenza di inventiva.

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Puppigallo 26/08/07 12:05 - 5273 commenti

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Questo film non sprofonda nell’inutilità solo grazie a Totò (riccone, capellone, amante della musica classica, al contrario della figlia adottiva, Rita Pavone, appassionata a tutt'altro genere). Il principe De Curtis, con la sua solita simpatia, interpreta un padre possessivo dalle reazioni esagerate “Faccio un macello! Non mi tenere! Non mi tenere!”, ma dal cuore grande. Da notare come balla alla fine (unico). Purtroppo, tutto il resto è una pastella dolciastra quasi indigeribile. Ma per Totò si può fare uno sforzo.
MEMORABILE: Totò sgrida la figlia: "Vai subito in camera tua, chiuditi dentro e portami la chiave!".

Rambo90 29/04/11 22:23 - 7697 commenti

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Mediocre musicarello tipico del periodo: Rita Pavone è spumeggiante e simpatica ma come attrice vale poco, Capucci è abbastanza moscio e l'unico a salvare un pochino la baracca è il grande Totò. Non appare moltissimo e le sue performance sono tristemente intervallate ad esibizioni canore e alla storia romantica della Pavone, ma ogni volta che c'è lui ci si ricorda il motivo per cui si è visto il film. Irresistibile quando canta "Veleno", ma comunque è un punto basso della sua carriera.

Pigro 7/01/12 11:18 - 9666 commenti

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Scontro generazionale tra il padre (adottivo) direttore d’orchestra e la figlia yé-yé. Il conflitto cultural-musicale vola davvero basso in una sceneggiatura raffazzonata, in cui galleggiano nel vuoto le canzoni della pur convinta Rita Pavone (e dei Rokes), girate come in una trasmissione tv, e le gag stanche di Totò (che comunque risollevano il livello generale). Musicarello noiosello, in cui vale la pena osservare le sfumature di un’interprete di vaglia come Lina Volonghi, qui nei panni (banali) dell’istitutrice teutonica.

Dusso 28/04/12 18:03 - 1566 commenti

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Uno dei peggiori film di Totò, diretto in modo mediocre da Vivarelli. Il Principe è lasciato solo (a parte i battibecchi con D'Orsi, qui con cadenza emiliana), è in discreta forma ma il soggetto è piuttosto deludente. Male i giovani attori, la Pavone è sicuramente meglio nei successivi musicarelli, mentre la scena finale con Totò sul palco è abbastanza pietosa...

B. Legnani 8/08/12 14:29 - 5532 commenti

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Se non ci fosse Totò sarebbe inguardabile, ma c'è, per cui arriva a *½. Musicarello che mescola non armoniosamente la Pavone e i Rokes. Capucci, coproduttore, si limita a sorridere ininterrottamente. La Pavone ce la mette tutta, ma non è un attrice, puntando sul brio. Vivarelli (che interpreta il giornalista Piero), già della Decima Mas, inserisce un "Heil Hitler!" e ci porta a spasso nei quartieri degli urbanisti del Fascismo, Stele Mussolini compresa. D'altra parte non rinnegò l'esperienza, neppure dopo la folgorazione castrista. Il film, purtroppo, non ha lo stesso ritmo della sua vita.
MEMORABILE: "Va' in camera tua, chiùditi dentro e pòrtami la chiave!"

Graf 12/09/13 21:59 - 708 commenti

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Trovo la scena con un Totò che indossa una parrucca alla Beatles e che canta un brano a tempo di shake incredibilmente kitsch e allo stesso tempo incredibilmente spassosa. Il conservatore Totò capellone! Chi l’avrebbe mai detto? Questo film, pur modesto, riesce a rappresentare, con una certa sensibilità sociologica, lo scontro generazionale tra la vecchia Italia pre-boom e quella incipiente dell’epoca beat, dei media e dei consumi di massa dove i cosiddetti “giovani” la fanno da padrone. Rita Pavone canta ma non sa recitare. Onesta la regia di Vivarelli.

Roger 1/09/14 07:53 - 143 commenti

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Musicarello più che esile dove la rappresentazione dello scontro generazionale tra i matusa e i giovani (tra l'altro questi ultimi non ispirano alcuna simpatia...) è l'unico motivo di interesse, una testimonianza del disorientamento borghese di fronte alla cultura giovanile. Ovviamente dopo tante schermaglie tutto finisce a tarallucci e vino, con una Lina Volonghi sprecata e un Totò in versione beat assolutamente inguardabile.

Piero68 5/06/15 13:36 - 2957 commenti

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Film con ovviamente pochissime velleità, che si fa registrare più per la partecipazione di Totò a un "musicherello" che non per i suoi (inconsitenti) meriti. D'altra parte la moda del momento (per non dire le case di produzione discografiche) imponeva che tutti i big, attori e cantanti, si cimentassero almeno una volta con questa sottospecie di surrogato dei musical americani. La storia è a dir poco imbarazzante e Totò non è certo attore per questo genere. Gli unici a trarne qualche vantaggio saranno la Pavone e Shapiro. Da dimenticare.

Gabrius79 8/07/16 20:52 - 1427 commenti

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Che peccato vedere Totò ridotto a macchietta per salvare un film che ha ben poche frecce al proprio arco. Il film è un musicarello con una sceneggiatura arrangiata mediocremente dove si punta sulle canzoni di Rita Pavone e dei Rokes, ma questa miscela non è digeribile più di tanto. D'Orsi e la Volonghi sprecati.

Markus 31/07/17 09:36 - 3687 commenti

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Scontro generazionale tra un patrigno (Totò) e la figlia adottiva (Pavone, che ovviamente canterà). Musicarello che regge solamente in virtù dell'innata simpatia del principe De Curtis, in quanto sul comparto giovanilistico c'è ben poco da stare allegri nonostante la pellicola voglia farci passare il messaggio contrario. La Pavone fa la "Pel di carota" che tutti conosciamo e Capucci - un po' il bello e maledetto del film - è in versione maschera di cera mono-espressiva. Ci sono anche i capelloni "The Rokes", una band prodotta Teddy Reno.

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Il Dandi 22/01/21 10:58 - 1917 commenti

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Quello del direttore d'orchestra megalomane era da sempre un cavallo di battaglia di Totò, che qui nei panni del padre adottivo di Rita Pavone risolleva minimamente le sorti di un musicarello all'insegna dell'ennesimo e risaputo conflitto musical/generazionale. Tra i motivi di interesse anche la Roma vista da Vivarelli (che offre più location in esterni della media del genere) e la partecipazione dei Rokes (i cui pezzi più forti del repertorio italiano erano però ancora da venire). Due pallini con un po' di generosità.

Minitina80 16/02/22 20:40 - 2984 commenti

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La partecipazione di Totò è l’unico motivo che può spingere alla visione di questo musicarello veramente noioso e privo di qualsiasi interesse. Totò non è poi il solo ad essere sfruttato male in quanto anche Umberto D’Orsi è ridotto a fare male da spalla. Parlare di sceneggiatura, poi, è quasi pretestuoso poiché non esiste nulla che possa giustificare un minimo di attrattiva che vada oltre gli intermezzi musicali. Il tratteggio dei personaggi è banale e scontato e gli intenti che li animano lo sono ancora di più. Difficile trovare le motivazioni adatte per arrivare ai titoli di coda.

Smoker85 12/11/22 18:17 - 487 commenti

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Tra i peggiori film della fase conclusiva della carriera di Totò. Ad affossarlo sono le idee raffazzonate alla sua base, una sceneggiatura scadente e interpreti mediocri. Il Principe è totalmente abbandonato a se stesso, non avendo al fianco neppure le sue storiche spalle ma solo D'Orsi, futuro conte Catellani. Sembra l'antipasto del tremendo episodio Totò yè-yè della serie "Tuttototò", nel quale però almeno ci saranno Agus e Castellani. La Pavone non demerita particolarmente, ma non risolleva il film dalla mediocrità. Lo sketch finale è l'unica cosa davvero riuscita.
MEMORABILE: Il concerto (con quattro gatti che si addormentano pure) che ricorda i futuri sketch da musici di Franco e Ciccio con Lino Banfi; Il finale.
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    Addetto riparazione hardware - 4188 interventi
    Fra le innumerevoli canzoni interpretate da Rita Pavone è presente anche il brano "Lui"