Autostrada per l'inferno - Film (1991)

E' un horror molto blando (a tratti è anche un po' commedia), la cosa stupenda però del film è il poliziotto infernale, soprattutto sotto l'aspetto del make-up (fantastico il viso pieno di incisioni): fosse stato più cattivo sarebbe stato il top in assoluto. La storia parte come un road movie con una coppia diretta a Las Vegas, ma durante il passaggio in una strada sconsigliata dagli abitanti del luogo cominciano i guai. L'idea era veramente buona, ma è stata sfruttata male. C'è Ben Stiller.

Classico straight to video girato da un regista tutt'altro che sprovveduto. Ma impostato troppo sul versante ironico, tanto da finire tra quella pletora di titoli che hanno contribuito a deprezzare il genere horror. La trama, oltremodo accattivante, i buoni effetti speciali e l'altrettanto notevole scenografia contribuiscono ad alimentare lo sconforto per questa operazione, che avrebbe potuto ottenere ben altro riscontro se affrontata sul versante puramente di genere. Da noi uscì direttamente in VHS, penalizzato inoltre dal pessimo doppiaggio.

Il tentativo di un promesso sposo di salvare la sua amata, rapita da un sergente demoniaco. Varcherà i cancelli dell'inferno per trovarsi in un mondo fra il post-atomico e i personaggi di Atto di forza. Lita Ford fa un cameo e diavolo se la ride come pochi. Molto divertente.

Horror intinto nella commedia, nel tipico stile di inizio anni '90. Una buona idea di fondo, una grande fantasia dello sceneggiatore nella creazione di personaggi ed ambienti; belle anche le scenografie e gli SPFX. Il cast è di un certo livello, ricco di nomi cari agli amanti dell'horror e di cameo spassosi. Purtroppo, come tutti i giochi tirati per le lunghe, nell'ultima parte finisce un po' per annoiare e tende alla baracconata, comunque si lascia vedere. Fumettoso e colorato, caricaturale e chiassoso, buon esempio di crossover tra '80 e '90.

De Jong rilegge Ovidio e le pene del suo Orfeo in chiave decisamente weird. L'incrocio porta a un frappè di Ritorno al futuro e Nightmare, con larghe concessioni alla spettacolarizzazione. Il plot risulta decisamente gradevole, nella sua semplicità. C'è dell'umorismo e non manca una buona dose di effetti tipicamente eighties (pur essendo una produzione di una decina d'anni più in là); inoltre la figura del "Sergente" pare una nuova (e più tenue) versione di Freddy l'unghione di craveniana memoria. Sorprendente e da riscoprire.

Un horror atipico ma non privo di idee e fantasia, impostato con contaminazioni da commedia utilizzate spesso negli anni '90. Niente di speciale ma tutto molto tranquillo e rilassato: il classico horror per novellini, che non si spaventano per qualcosa di troppo forte ma che sono orgogliosi per aver visto un film di paura. Girato con tempi giusti da de Jong; fa sorridere la creazione dell'inferno e di tanti altri particolari, a cominciare dall'afono sergente.

Una sceneggiatura semplice ma che lascia ampi spazi di improvvisazione, in cui un giovane ragazzo è costretto a imbarcarsi in un viaggio dantesco all’inferno per riscattare la propria amata. Le scenografie non sono malvagie, così come l’inventiva nei personaggi che incontra lungo il cammino, tortuoso e non privo di pericoli. La prima parte funziona bene, poi si limita a una corsa contro il tempo, ma si lascia guardare con interesse.

Un tubo di smarties mefistofelico dove le caramellle sanno di fantasy nostagico, di morte diversamente iconica o di ribelle istintività in gioventù e dove l’orrore abbandona il rosso vivo del sangue per diventare giocoso spettacolo carnascalesco di gessi e colori. Dal fenomenale Hellcop fino al tritacarne di anime le trovate non si contano e non è qualche bambinata talvolta di troppo o il disinvolto happy ending a inficiarne l’esito. Cast di rilievo, effetti speciali non da meno. Non lo ricordavo così degno.

Bizzarro è bizzarro (weird direbbero gli americani). Due pischelli attraverso una specie di fenditura spaziale in una strada (!) si trovano in un altra dimensione, che poi dovrebbe essere un pseudo inferno (!!), in cui c'è pure Hitler... Scordiamoci comunque satanassi e torture, l'inferno appare luogo abbastanza divertente, dove Lucifero è un riparatore di auto col bel visino di Patrick Bergin. Alti e bassi, con frequenti cadute di ritmo, ma anche un certo indefinibile fascino, ben servito dalla colonna sonora. Pessimo il protagonista Chad Lowe.

Divertente film dell'orrore (anche se è più una commedia nera fantastica), che parte con il vento in poppa per poi affievolirsi un po' nell'ultima parte del film. Alcune trovate sono geniali: il poliziotto muto con delle particolari manette "animate", l'inferno rappresentato in maniera originale, un bellissimo fiume spacciato per lo Stige e infine dei divertenti effetti speciali. Altri aspetti del film non sono altrettanto riusciti: troppa comicità e nel finale anche un po' di noia. Buona la prova del cast, passabili le musiche.

Un viaggio per recuperare la propria metà da parte di un giovanotto permette allo spettatore di calarsi in un mondo weird! Il bar dei poliziotti pare essere partorito da Burton; Cerbero è pura stop-motion; il vecchio saggio alla stazione di benzina un classicone. Il poliziotto che insegue il protagonista è inesorabile quanto Schwarzy. Senza contare quelle manette animate, inno all'artigianalità da custodire gelosamente, con una vena malinconica che male non fa. Proprio il caso di dire che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!