Factotum - Film (2005)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/02/07 DAL BENEMERITO MAGNETTI
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Magnetti 27/02/07 10:18 - 1103 commenti

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Henry è un uomo la cui vità è votata all'alcool, al fumo e alla ricerca di lavori saltuari. La sua vocazione è la scrittura di brevi racconti. Armato di fogli e con la penna nella mano sinistra asseconda questo suo talento con passione sincera. Matt Dillon interpreta in modo notevole questo personaggio difficile, imperturbabile, che mi è alla fine risultato simpatico. Unico racconto pubblicato: "Una mente piena di birra è più triste di tutti gli alberi di Natale congelati morti". Non adatto ai depressi.

LEX 27/02/07 14:39 - 49 commenti

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Ispirato con anima e fegato (distrutto) al grande Bukowski. In effetti il film scorre come uno dei suoi libri a racconti, pervaso di alcool, puzza di sigarette, donnacce, mal di stomaco e tanta disillusione. Un bravissimo Dillon con tanto di pancia e piattole; sincero nel suo amore per la scrittura e schiavo dei vizi che lo distruggono. Va visto perché probabilmente Bukowski era veramente cosí e perché é utile sapere che, spesso, il genio si nasconde dietro a droghe e alcool. Purtroppo. Grazie.

Lele Emo 3/05/07 14:56 - 184 commenti

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Geniale ricostruzione di un genio nel moto perpetuo della creazione divina e della distruzione più buia. Matt Dillon, a mio avviso, nella sua più grande e riuscita interpretazione, dinamico nella sua lenta distruzione e divertente come tutti gli "sballoni", che divertono a scapito della loro stessa salute. La più fedele delle ricostruzioni di Charles Bukowski, poeta per vocazione, alcolizzato per necessità. Dedicato a tutti coloro che convivono con un mostro insopprimibile, la quale soppressione è superiore alla vita stessa.

Homesick 11/06/07 18:38 - 5737 commenti

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Con stile documentaristico vengono messe in scena le disavventure di Matt Dillon, sempre più specializzato in ruoli da disadattato e alcolizzato cronico, che ciondola indolente da un lavoro all’altro e da una relazione sentimentale all’altra: le sue vittime sono l’irascibile Lily Taylor e la delicata Marisa Tomei. Ritratto di un ennesimo scrittore "maledetto".

Mascherato 9/06/08 23:58 - 583 commenti

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Bent Hamer è talmente attratto dall'oggetto delle sue pellicole da non lanciarsi più di tanto in regie barocche e virtuosistiche. In Factotum, per esempio, un lunghissimo pianosequenza descrive il postsbronza dei due protagonisti, ma è così discreto (giusto delle panoramiche di recadrage) che non te ne accorgi. A tutt'oggi resta, comunque, il miglior ritratto cinematografico di Bukowski e del suo folle universo. E dire che finora ci si erano cimentati Marco Ferreri e Barbet Schroeder.

Herrkinski 18/07/08 19:04 - 8112 commenti

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Ispirata e divertente biografia non autorizzata del celebre scrittore Bukovski, il film interpretato da un bravo Matt Dillon si lascia vedere più che piacevolmente, sempre in bilico tra la miseria e il sorriso disincantato di un artista dal grande talento e dal fegato di ferro. Tra esperienze di vita più o meno miserabili, bizzarrie di sorta e uno stile registico realistico ed efficace, il film è un'ottima interpretazione di quello che dev'essere veramente stato Bukovski nella vita quotidiana. Sincero e appassionato.

Undying 24/08/08 15:19 - 3807 commenti

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Hank Chinaski (Matt Dillon) è il classico spiantato: l'aspirazione di scrittore mal si concilia con la vita americana. Dopo essere passato attraverso decine di lavori e dopo esserne stato licenziato a tempo di record, sopravvive alla giornata, frequentando squallidi locali tra bevande alcoliche, sigari e donne disperate. Da un bellissimo racconto di Charles Bukowski, il regista Bent Hamer gira un drammatico (lacrimevole nel finale) film dalle cupe e decadenti atmosfere (fateci caso: mai un raggio di Sole accarezza il protagonista). Ottima la colonna sonora, strepitoso il loser Matt Dillon.
MEMORABILE: Hank nel tentativo di riparare all'esito dell'unguento contro le piattole.

Saintgifts 25/05/09 23:38 - 4098 commenti

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Il film è girato con lo stile con cui Bukowski scriveva; il regista Bent Hamer così è certamente riuscito a ricreare tutte le atmosfere, i personaggi e i luoghi, dei racconti dello scrittore. Sono le periferie i posti dove vive Chinaski (un bravissimo Matt Dillon alter ego di Bukowski), il centro della città è sempre sullo sfondo ed è frequentato qualche volta solo per avere un lavoro da cui essere licenziati il giorno dopo. Oltre all'alcool però c'è anche la comprensione e la voglia di metterla sulla pagina di un notes con la mano sinistra.
MEMORABILE: Henry (Dillon) e Jan (Lili Taylor) a turno si alzano dal letto e vanno a vomitare nel gabinetto, per poi ricominciare a bere. Più reale della realtà.

Enricottta 9/06/10 15:39 - 506 commenti

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Dillon è un bravo attore, vestire i panni di Bukowski è impresa quasi impossibile, il tentativo non è malvagio. La storia è ben realizzata, nel tipico stile dello scrittore molto stringato e quasi telegrafico; momenti di stanca a parte si guarda volentieri.

Luchi78 22/04/11 16:03 - 1521 commenti

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Autobiografia di uno scrittore sopravvissuto ad alcool, disoccupazione, rapporti senza un perché... anche se il ritratto di Bukowski è riuscito, intriso del torpore e dell'atmosfera cupa in cui è immersa la sua vita, a me sinceramente ha annoiato. Troppo lineare, senza alcun guizzo del genio artistico del protagonista, insomma, sembrava esattamente il racconto della vita di un clochard qualunque. Forse sarà proprio stato così, ma l'interesse latita.

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Enzus79 1/02/12 15:32 - 2896 commenti

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Eccezionale interpretazione di Matt Dillon in una storia che prende spunto da un libro di Charles Bukowski. Un film che sembra ripetersi in ogni scena, ma che invece ci fa capire veramente quali siano le debolezze del protagonista. La Tomei è sempre fantastica.

Mickes2 4/05/13 21:04 - 1670 commenti

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Riuscita e appassionata trasposizione cinematografica del piccolo-grande romanzo di Bukowski. Nonostante la scelta di ambientare il tutto ai giorni nostri, ciò che colpisce maggiormente è l’aderenza fedele al testo (addizionando anche le citazioni del Bukowski più maturo de “Il capitano è fuori a pranzo”), di una regia minimale e realista nel ritrarre una provincia americana decadente e che soprattutto convince nel tratteggio disilluso, sornione e sboccato del “perdente scansafatiche ubriacone che scrive”: Henry Chinaski. Sorprendente Dillon.
MEMORABILE: Il piano sequenza "vomitevole"; L'incipit.

Kinodrop 18/02/17 18:36 - 2950 commenti

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Ritratto piuttosto parziale e deludente di uno dei cult tra gli scrittori americani più celebrati e rappresentativi. Del connubio vita e letteratura, Hamer sceglie di mettere in scena solo gli aspetti del privato di Bukowski tra alcol, donne e asocialità e anche la sequenza di lavori e licenziamento, passioni sì, passioni no eccetera alla lunga annoia. Il fatto letterario relegato a qualche pensierino in voce off non rende giustizia alla fama dello scrittore. Dillon in parte, ciondolante e avvinazzato; brave la Taylor e Tomei. Bella la musica.

Daniela 17/12/17 16:12 - 12662 commenti

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Un aspirante scrittore semi-alcolizzato, in attesa dell'accettazione di uno dei suoi racconti da parte della rivista a cui li manda regolarmente, passa da un lavoro all'altro e da una donna all'altra... Impresa quasi impossibile portare sullo schermo la prosa di Bukowski, ma il film è comunque il ritratto efficace di una personalità bordeline, divorata da un'inquietudine esistenziale che impedisce ogni impegno/legame stabile con persone o cose. Molto intenso ed adatto al ruolo Matt Dillon, ben spalleggiato dalle brave Taylor e Tomei.

Paulaster 18/03/19 10:03 - 4419 commenti

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Scrittore alcolizzato passa da un lavoro all'altro. Ritratto di un personaggio bukowskiano in cui ovviamente le parti migliori sono i narrati dei testi originali. Dillon ingrassato e indolente riempie lo schermo ma gli manca il fare da maledetto; anche i contorni ambientali sono poco da bassifondi. Taylor, nettamente meglio della Tomei, è la spalla ideale per bevute e sesso. Velatamente ironico ogni volta che il protagonista viene cacciato dai vari lavori.
MEMORABILE: L'abito nuovo dopo le corse; La descrizione del sesso con la Taylor; La chiusura con la stripper; Il cambio di scarpe in strada.

Beffardo57 5/12/19 08:55 - 262 commenti

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Il mondo di Bukovski c'è in pieno: alta gradazione etilica, sbornie e postsbornie, donne di scarsissima virtù, lavori schifosi presi e persi subito, un'America marginale popolata di bettole, topless bar, alberghi luridi e abitata da perdenti alla deriva. Il film riesce a fornire un'idea precisa e fedele dell'opera letteraria dello scrittore e della sua personalità. Matt Dillon interpreta con convinzione il protagonista, molto intensa anche Lili Taylor nel ruolo della sua compagna di sbronze.
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  • Homevideo Undying • 24/08/08 15:28
    Risorse umane - 7574 interventi
    In DVD per conto della Dolmen Home Video che lo propone (purtroppo e per l'ennesima volta) CUT.
    Dura infatti 91 minuti contro i 94 integrali.

    Ottima la qualità del riversamento, nel formato anamorfico 1.85:1 e con un potente ed efficace audio distribuito sui 5+1 satelliti dell'impianto home theatre.

    Vano extra poverello, ma che può vantare uno speciale di circa 20 minuti, con la presenza di Alessandro Haber intento a leggere le poesie di Bukowski, tra le quali la splendida Una Poesia è una Città (peraltro citata nel film).
  • Curiosità Undying • 24/08/08 15:31
    Risorse umane - 7574 interventi
    Una Poesia è una Città (menzionata nel film)
    Charles Bukowski (nato ad Andernach, in Germania, il 16 agosto 1920; morto a San Pedro, in California, il 9 marzo 1994).


    una poesia è una città piena di strade e tombini
    piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
    piena di banalità e roba da bere,
    piena di pioggia e di tuono e di periodi
    di siccità, una poesia è una città in guerra,
    una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
    una poesia è una città che brucia,
    una poesia è una città sotto le cannonate
    le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
    una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
    per le strade come Lady Godiva,
    dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
    la bandiera; una poesia è una città di poeti,
    per lo più similissimi tra loro
    e invidiosi e pieni di rancore…
    una poesia è questa città adesso,
    cinquanta miglia dal nulla,
    le 9.09 del mattino,
    il gusto di liquore e delle sigarette,
    né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
    questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
    barricata, quasi vuota,
    luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
    i monti di roccia dura,
    l'oceano come una fiamma di lavanda,
    una luna priva di grandezza,
    una musichetta da finestre rotte…

    una poesia è una città, una poesia è una nazione,
    una poesia è il mondo…

    e ora metto questo sotto vetro
    perché lo veda il pazzo direttore,
    e la notte è altrove
    e signore grigiastre stanno in fila,
    un cane segue l'altro fino all'estuario,
    le trombe annunciano la forca
    mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
    che non possono fare.
  • Curiosità Undying • 17/05/09 18:38
    Risorse umane - 7574 interventi
    Nel film il tema malinconico ed il senso pregnante (e quasi ineludibile, per la condizione umana) di tristezza, è provocato dalla straziante immedesimazione di Matt Dillon nel ruolo principale.

    Ma sofferta, al limite del lacrimevole, è pure l'ottima e pertinente (al climax di mestizia che aleggia nell'intera pellicola) colonna sonora, eseguita dalla bravissima cantante norvegese, Kristin Asbjørnsen.

    Colonna sonora di Factotum: Slow Day
  • Discussione Daniela • 17/12/17 16:02
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Soggetto da romanzo omonimo di Charles Bukowski pubblicato nel 1975.
    Il protagonista del romanzo, che ha carattere autobiografico, si chiama Henry Chinaski, alter ego letterario dello scrittore presente in varie altre sue opere.

    Al cinema il personaggio di Henry Chinaski, oltre che da Matt Dillon in questo Factotum, è stato impersonato da Ben Gazzara nelle Storie di ordinaria follia di Marco Ferreri e da Mickey Rourke in Barfly, diretto da Barbet Schroeder.
  • Discussione Schramm • 17/12/17 16:21
    Scrivano - 7694 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Soggetto da romanzo omonimo di Charles Bukowski pubblicato nel 1975.
    Il protagonista del romanzo, che ha carattere autobiografico, si chiama Henry Chinaski, alter ego letterario dello scrittore presente in varie altre sue opere.

    Al cinema il personaggio di Henry Chinaski, oltre che da Matt Dillon in questo Factotum, è stato impersonato da Ben Gazzara nelle Storie di ordinaria follia di Marco Ferreri e da Mickey Rourke in Barfly, diretto da Barbet Schroeder.


    non andrebbe scordata la compenetrazione con hank moody in californication (serie il cui recupero è, chetelodicaffà!, straconsigliato, specie se hai apprezato shameless), il cui mirroring è di quelli apicali.
    Ultima modifica: 17/12/17 16:26 da Schramm