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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/01/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 30/01/07 23:24 - 5523 commenti

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Film così felliniano che più felliniano non si può. Tanti echi da altre opere dell’autore e alcune situazioni che saranno riprese in La voce della luna. Parte un po' lento, ma poi prende e affascina. Fenomenale la galleria audiovisiva di Katzone. La prima ragazza del "Giro della Morte" è Marina Lotar. Non accreditati si notano anche attori carissimi del tempo che fu (Diogene, Cerulli, Pazzafini, Mimmo Poli).

Galbo 21/10/08 05:47 - 12380 commenti

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Gradevola "favola" tipicamente felliniana, è un film dai fortissimi contenuti simbolici, ma nello stesso tempo arioso e leggero come appunto una favola, dedicata in questo caso alla scoperta dell'universo femminile, grande mistero ed oggetto di grande fascino per il regista romagnolo. Ancora una volta il regista trova in Mastroianni l'interprete ideale e lo sguardo, nello stesso tempo curioso e perplesso, del grande attore accompagna un film che, seppur non perfetto, risulta molto affascinante visivamente.

Deepred89 23/11/08 15:37 - 3704 commenti

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Dopo il Casanova, Fellini racconta ancora una volta il suo sentimento di attrazione-repulsione (o in questo si potrebbe parlare di paura-attrazione) per l'universo femminile. Originalissimo e pieno di invenzioni, il film parte benissimo con l'ottimo Mastroianni (anche in questo caso perfetto alter-ego del regista) che si aggira perplesso nella città che dà il titolo al film. Nella seconda parte, però, il film si ingarbuglia, diventando molto difficile da seguire, nonostante una serie di invenzioni da applausi. Bella colonna sonora di Bacalov.

Capannelle 5/01/09 16:46 - 4398 commenti

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Un film che esprime tutto il genio visivo e metaforico di Fellini; manca però di equilibrio perché certe situazioni si rivelano alla lunga sovraccariche (la rabbia delle femministe, le punk nella notte). Non facile da digerire, ma anche racconto pregno di significati. Rimangono impressi il Mastroianni allupato dell'inizio, la galleria di conquiste del Katzone con tanto di effetti live, l'ottovolante dei ricordi. Tra le attrici di contorno segnalo una dotatissima Donatella Damiani e Gabriella Giorgelli nel ruolo della pescivendola.

Pigro 26/11/08 09:40 - 9634 commenti

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Viaggio di Snaporaz in una città governata da donne. Più che una città è una serie di gironi danteschi quelli che Fellini realizza nel film dedicato all'altra metà del cielo, qui semmai lato oscuro e terrigno dell'universo maschile. Fantasie, incubi, desideri e paure dello stesso Fellini si riversano in un ebbro vagabondaggio nel mistero dell'altro sesso, al culmine di un decennio di lotte femministe che hanno obbligato la società a nuovi sguardi sul femminile. Fascinoso, straniante, personalissimo e universale al tempo stesso: insomma, strano.

Homesick 8/02/11 10:32 - 5737 commenti

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Se ne La dolce vita Mastroianni era, metaforicamente, «un uomo nudo in mezzo al mare», ora lo è in una turba di donne che nelle loro svariate tipologie sviscerano fragilità, disorientamento e paure indotti nel paradigma maschile dalla riscossa femminista e dalle sue accuse non sempre infondate. Irrobustito da uno spiccato autocitazionismo, l'opimo estro visionario di Fellini plana leggero su sogni, fiabe, amarcord goliardico, satira, musical e avanspettacolo, creando figure indimenticabili come il dannunziano Dr. Katzone, con il quale Manni conquista il ruolo più importante della sua carriera.
MEMORABILE: Il congresso femminista all'Hotel Miramare; il reliquiario sessuale di Katzone; la radiosa soubrette Donatella Damiani; il processo.

Graf 1/05/12 02:13 - 708 commenti

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Fellini ha l’abitudine di fare cinema senza alcuna misura, senza limite, in modo incontinente, goloso ed intemperante, che conferma anche in questo film quanto mai statico, ripetitivo e, in fondo, barboso. La sfrenatezza visiva che rischia di travolgere lo spettatore, il girotondo fantasmagorico che accumula facce, figure, corpi, maschere oscene allucinate, danno forma ad un discorso molto fiacco e caotico sull’attrazione-ripulsione del misterioso universo femminile che non convince e che rimane in superficie. Mastroianni gira annoiato tra donne tumultuanti.
MEMORABILE: L'inizio prometteva bene, quando Mastroianni-Snaporaz si perde misteriosamente, come Cappuccetto Rosso, nel bosco...

Ryo 14/02/14 14:07 - 2169 commenti

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Un viaggio dentro un sogno, nel vero senso della parola. Realizzazione onirica stupefacente, operata con grande maestria e un livello tecnico eccellente. Lascia sempre sbigottiti vedere come il regista partorisca un cosi grande numero di idee tanto strambe quanto geniali. Il soggetto esplora e si sofferma sul tema dell'emancipazione femminile, ridicolizzando e sminuendo la figura maschile, eppure allo stesso tempo dimostrando in qualche modo di non poterne fare a meno. Sul set si verificarono numerosi incidenti e spesso si percepisce il lavoro rappezzato.
MEMORABILE: Lo "schedario" audio delle donne avute dal Dr. Katzone; La mongolfiera finale; Donatella Damiani.

Markus 12/03/14 11:58 - 3682 commenti

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Seppur non molto ricordato, La città delle donne è forse il film più follemente “felliniano” della filmografia del regista romagnolo. Un viaggio fantastico, un sogno - che talvolta si tinge d’oppressione - di un uomo all’interno di un girone dantesco femminile (e femminista, visto il periodo d’uscita). Sesso, perversioni e boutade dal sapore spesso amaro che la nostra lingua verbosa sa dosare nella misura canzonatoria dettata dall’abituale Mastroianni gigione. Qualche lungaggine nel secondo tempo.

Rebis 9/03/14 19:35 - 2331 commenti

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Tra le opere più folli e visivamente lussureggianti di Fellini, totalmente emancipato dai vincoli narrativi - ogni sequenza permea la successiva con stupefacenti dissolvenze scenografiche e un uso immaginifico del controcampo - inghiotte lo spettatore in un flusso onirico in cui le analogie configurano – insieme – un quadro della società dell'epoca pervaso dal femminismo e una messa a nudo personale: profondo e psicoanalitico, ma tanto sincero da essere sempre leggibilissimo. Meraviglioso Mastroianni, feticcio e alter ego del regista. Si ride, ma siamo dalle parti dell'incubo.

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Vitgar 12/02/15 11:41 - 586 commenti

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Ottimo lavoro di Fellini, che si cimenta su una tematica difficile e pericolosa quale il rapporto uomo donna con sostanziali riferimenti al femminismo più intransigente (non per nulla il film venne duramente criticato dai movimenti femministi). In realtà mi sembra che vi sia una benevola visione del problema che va al di là della differenza di sesso quanto alla difficoltà di rapporto tra esseri umani più in generale. Atmosfere come sempre magiche, Mastroianni ottimo ne fanno un cult movie del maestro riminese. Belle lel musiche di Bacalov.

Myvincent 28/03/15 07:47 - 3726 commenti

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Donne, donne... cento, mille donne urlanti, protestanti, provocanti, declamanti, in un turbinio di situazioni e immagini a cui il supremo maestro ci ha abituati da sempre. Il messaggio politico, all'affacciarsi dei nuovi anni '80, mette in discussione la società di allora ma non si affranca dallo scivolare in luoghi comuni e poca verità. Un'opera un po' stanca in cui il genio questa volta non sembra brillare.
MEMORABILE: Sara Tafuri, una delle due soubrette sorridenti e scollacciate, con il suo affascinante strabismo di Venere...

Yamagong 24/01/16 12:05 - 274 commenti

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La dichiarazione d'intenti è chiara: siamo dalle parti dello "stream of consciousness" e la trama è solo un pretesto, un involucro dove l'inconscio felliniano si sviluppa senza freni. La donna è l'oggetto dell'analisi irrazionale. Oggetto, in quanto contrapposto a un soggetto, l'uomo, che dall'altra metà del cielo trae nutrimento per i suoi sogni (erotici e non), le sue paure, le sue aspirazioni. Gli eccessi di maniera e i riempitivi intaccano la complessità dell'esperienza, ma confermano la marca egoica dell'intera operazione. Autoanalitico.
MEMORABILE: Lo scivolo; La dissacrazione dell'imbecillità femminista; Snaporaz e la donna ideale: "Chi sei?... Chi sei?..."

Schramm 22/04/16 16:27 - 3490 commenti

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Probabilmente il Fellini più livido e cimiteriale di sempre, con un Mastroianni Lucignolo già stigmatizzato e ciuco, Candido in balia del veterofemminismo, Alice caduta nel pozzo uterino. Dopo la prima ora la miccia si spegne senza raggiungere il candelotto, la forma episodica bighellona e cincischia senza sviluppi, e lo stesso potere del matriarcato che il film cerca di rilanciare si fa progressivamente fatuo tra farsa e vaudeville. La malia-poesia si riduce a prismatica carta da parati su pareti veline. E il moto ondoso degli sbadigli si infrange impietoso sulla battigia dello schermo.

Rufus68 22/01/17 22:25 - 3825 commenti

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Forse è questo il vero testamento di Fellini, sospeso fra la nostalgia del vecchio ordine e lo spaesamento per l'avvento del nuovo. Il regista centra con puntualità il passaggio sociale irreversibile; anche l'anno è compiutamente simbolico (una bella cifra tonda, 1980). La prima mezz'ora è un sunto grottesco e godibile di tutti i luoghi comuni del femminismo d'antan; il seguito purtroppo si perde in scenette di grana spessa (la villa di Katzone) e in manierismi risaputi che fanno rimpiangere l'originale genialità dei passati "amarcord".

Minitina80 5/01/18 12:39 - 2980 commenti

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Anche quando si occupa di donne Fellini non riesce a essere scontato e banale, quantunque tocchi un tema delicato come il femminismo. Immagina e restituisce un microcosmo simile a un’enorme suburra in cui non tutto è sempre decifrabile per la complessità degli argomenti toccati, facilmente fraintendibili a causa di una chiave di lettura apparentemente semplice. Nella seconda parte diventa più elegante e raffinato e la visione di cinema di Fellini emerge in maniera preponderante rammentando la sua unicità.
MEMORABILE: Il reliquiario del dottor Katzone; Il seno procace della soubrette Donatella.

Paulaster 5/07/18 10:27 - 4389 commenti

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L'errante Snàporaz visiterà l'universo femminile anche attraverso le sue esperienze passate. Fellini cerca di spiegare il femminismo ma la sua visione sembra fuori tempo massimo. Prima parte comunque che fa immergere la visione nel femminile per diventare poi più simbolica (notevoli le idee sceniche tra cui il pallone aerostatico). Mastroianni sembra già pronto per Ginger e Fred e all'inizio sembra spaesato per dare il meglio poi nello straniamento finale.
MEMORABILE: La casalinga; La musica in macchina; Il museo delle voci; Il luna park.

Thedude94 13/04/20 00:50 - 1089 commenti

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Parentesi felliniana dedicata completamente al mondo delle donne, con protagonista uno svampito Mastroianni alle prese con femministe a dir poco misteriose. Fellini si affida come al solito all'immaginazione creando un mondo onirico che per certi momenti sembra indagare nel suo stesso passato, facendo riaffiorare nella mente del suo alter ego il ricordo di ogni donna incontrata nella vita. Molto belli i giochi di luce, le scenografie e la colonna sonora, che rendono la visione piacevole e anche divertente.

Zampanò 2/12/20 17:53 - 381 commenti

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E' un film di cui si ricorda soprattutto il brillante manifesto di Andrea Pazienza. Per il resto siamo in pieno Fellini accumulativo, irriflesso; fosse pittore diremmo che si concentra sul gesto informale e non sull'opera. Perciò se l'insieme fatica a tenersi - fu così anche nel Satyricon - le singole incursioni possono incantare (non tutte, anzi, spesso è una autocitazione stanca) come il sabba femminista o la nonnina biker erotica. Mastroianni mai come stavolta pare eterodiretto, c'è sempre Fellini un passo dietro che quasi appare in campo.

Enzus79 12/11/21 21:28 - 2873 commenti

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Film semi autobiografico. Per certi versi complesso, ma concepito con una inventiva e una "follia" che solo pochi registi nella storia del cinema hanno avuto. Un viaggio allegorico che trasmette non solo un malessere (quello del mondo femminile) ma anche le debolezze dell'uomo Fellini. Ottimi i costumi e la fotografia. Marcello Mastroianni come sempre bravissimo.

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Ronax 6/11/21 01:51 - 1247 commenti

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Messo di fronte a una tematica che gli è per ragioni culturali e generazionali estranea - l'insorgere delle rivendicazioni femministe sviluppatesi nel corso degli anni '70 - il Maestro accusa qui tutta la sua inadeguatezza e appare in evidente difficoltà. Per superarla allestisce un estenuante luna park visivo, vera e propria summa di fellinismo allo stato puro che ignora volutamente qualunque preoccupazione di logica narrativa e che si abbandona a una sorta di "flusso di coscienza" filmato trovando in un Mastroianni magnificamente confuso e sperduto un perfetto alter ego ideale.
MEMORABILE: La festa nella casa del dottore Katzone.

Daniela 28/12/21 11:58 - 12621 commenti

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Inseguendo una donna misteriosa, Marcello-Snaporaz scende dal treno in aperta campagna e si ritrova in un paese delle meraviglie che, come quello di Alice, è popolato da mostri: femministe proterve, matrone infoiate, erotomani folli...  Fellini gioca a carte scoperte, mettendo in scena attraverso il suo alter-ego le proprie ossessioni mammo-sessuocentriche in una specie di confessione pubblica che invece di intrigare rischia di risultare imbarazzante nella sua narcisistica impudicizia per cui l'impressione è quella di un regista che imita se stesso in un corto-circuito parossistico.

Von Leppe 23/01/24 11:13 - 1258 commenti

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Incubo femminista ma anche il film più erotico di Federico Fellini. Pieno di comparse, soprattutto femminili, nei consueti scenari visionari. La parte più suggestiva come al solito è quella che riguarda i ricordi, sempre visti con occhio nostalgico, mescolati al sogno, in cui il regista cita se stesso e allenta la tensione creata dal regime femminista che domina su tutta l'opera. Protagonista e vittima prescelta è Snaporaz, interpretato da Marcello Mastroianni. Finale poco originale.

Jandileida 29/01/24 12:43 - 1560 commenti

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Come una divinità che per esistere deve continuare a cibarsi di se stessa, Fellini riassume il proprio io in questa pellicola dal sapore testamentario. E così Federico ama le donne ma le vorrebbe tutte tette e chiappe, Federico fantastica ma si scontra con il reale, Federico è retrogrado ma visionario, Federico inventa a ogni scena ma già tutto aveva detto e già tutto aveva sognato, Federico prova a rimodernarsi ma al centro c'è sempre il suo solito mondo. A farci da Virgilio in questa città temuta e sprezzata, bramata e agognata, il solito mastodontico Mastroianni. Finale.
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  • Discussione Gugly • 12/11/08 14:03
    Portaborse - 4710 interventi
    probabilmente c'è stata una complicità che andava al di là di tutto, tanto è vero che i personaggi interpretati dalla Masina non sono mai mostri, ma semmai folletti un po' svagati dotati però di un incrollabile ottimismo.
  • Discussione Gugly • 12/11/08 15:29
    Portaborse - 4710 interventi
    Renato ebbe a dire:
    Io ho sempre pensato (e qualche conferma si è avuta) che Fellini fosse uno che voleva la tranquillità della famiglia, il matrimonio insomma, ma contemporaneamente tradiva la moglie appena poteva. L'ennesimo grande artista che nella vita privata ebbe comportamenti quantomeno discutibili, insomma.

    così sembra...e lo ha pure utilizzato come materia per i propri film, incluso questo che dovrebbe delineare le inquietudini di un ultra40enne alle prese con la donna che " si libera"
  • Discussione Finzi • 12/11/08 16:11
    Galoppino - 116 interventi
    Ecco, mi aggiungo a Don Masino e soprattutto a Renato. Bravo bravo a fare il maritino con la famiglia, ma poi appena poteva... Non so quanto le femministe del tempo potessero apprezzare il comportamento della masina
  • Homevideo Buiomega71 • 29/01/14 16:57
    Consigliere - 25933 interventi
    In dvd per 01 Distribution, disponibile dal 06/03/2014

    http://www.amazon.it/Citta-Delle-Donne-Enriquez-Bacalov/dp/B00I2V0NRE/ref=sr_1_177?s=dvd&ie=UTF8&qid=1391010994&sr=1-177
  • Discussione Buiomega71 • 13/03/14 00:59
    Consigliere - 25933 interventi
    Rebis, non so se voluto o meno, ma hai visto (e commentato) uno dei personal cult "buieschi" per antonomasia

    Il Fellini che amo di più in assoluto insieme all'episodio di Toby Dammit e al Casanova
    Ultima modifica: 13/03/14 01:08 da Buiomega71
  • Discussione Rebis • 13/03/14 12:07
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Non lo sapevo! Sincronismo perfetto allora: aggiungiamo un altro gioiellino alla rassegna buiesca :)

    Fra l'altro, pur essendo uno dei Fellini meno amati dalla critica ufficiale, mi ha sempre attratto: e in effetti l'ho trovato davvero bellissimo, uno dei suoi film visivamente più ricchi e stupefacenti.

    Toby Dammit è un piccolo capolavoro, peccato sia incluso in un film antologico diseguale. Casanova lo vidi al cinema e mi parve eccessivo, estenuate.... ma ho il dvd e penso che prima o poi lo rivedrò con maggior cognizione :)
  • Discussione Markus • 13/03/14 12:12
    Scrivano - 4775 interventi
    Mi accodo con quattro palle markussiane ;)
  • Discussione Buiomega71 • 14/03/14 01:00
    Consigliere - 25933 interventi
    Rebis ebbe a dire:


    Toby Dammit è un piccolo capolavoro, peccato sia incluso in un film antologico diseguale.


    Completamente d'accordo! Grande Rebis!

    Markus: Ottimo!
  • Homevideo Xtron • 8/02/16 22:03
    Servizio caffè - 2147 interventi
    C'è anche il bluray inglese EUREKA MASTERS OF CINEMA con audio italiano

    Durata 2h19m21s (immagine a 43:06)

    Ultima modifica: 9/02/16 08:04 da Zender
  • Homevideo Buiomega71 • 4/12/17 19:56
    Consigliere - 25933 interventi
    C'è anche il Blu Ray francese della Gaumont, con audio italiano e sottotitoli francesi escludibili.

    https://www.amazon.it/gp/product/B004TTZ0Z8/ref=oh_aui_detailpage_o02_s00?ie=UTF8&psc=1
    Ultima modifica: 4/12/17 19:57 da Zender