Samperi, questo titolo lo dimostra, è stato un regista in grado di vedere avanti, proiettato verso un tema negativo (reale e costante nell'ultimo ventennio del nostro Paese), generato dal concetto di "opportunismo" al quale tutti i protagonisti -chi prima, chi dopo- soccombono. Ma l'iniziale tornaconto, in una catena sfuggevole (come un'anguilla, appunto) passa di mano in mano sino ad un finale tragico ed inatteso: la bellissima (per difetto) Ottavia Piccolo è la spezia piccante, Lino Toffolo la maschera dell'ingenuo e Adorf un cinico inatteso.
Grazioso film di genere indefinibile, con un primo tempo graziosissimo, specialmente per l'ambientazione paesana ed i gustosi quadretti, ed un secondo molto più debole, perché la storia gialla fa acqua (non di valle di Caorle, ma di oceano) da tutte le parti. Toffolo ottimo, forse al suo massimo, deludente la Piccolo (più bella, almeno qui, che brava), inutile la Berger, soltanto un gran nome per il cartellone. Gustoso Adorf, specialmente nei duelli verbali con Toffolo. Vistosi i CSC Mancini (amica di Tina) e Marletta (il poliziotto Verzini). C'è Gianco, all'epoca presente in film strambi...
MEMORABILE: "Che cos'è?" "Un biglietto da 100.000 lire!" "E quanto vale?"
Gustoso giallo contaminato da una soundtrack del tutto inopportuna (melodicamente parlando) e dalla recitazione farsesca di Toffolo che qui scimmiotta se stesso. Questi due elementi inficiano non poco la pellicola che però sopravvive in primis per la regia e per le splendide figure femminili che, anche se non sempre in ruoli preminenti, primeggiano per la caratterizzazione dei rispettivi personaggi. Buona l'interpretazione di Adorf, riuscita l'ambientazione provinciale.
Fantastico esempio di contaminazione di generi: commedia nella prima parte e giallo/thriller nella seconda. Toffolo (una volta tanto protagonista a tutto tondo) è davvero convincente, la Piccolo è di una bellezza sconcertante, Adorf il solito istrione. Complimenti a Samperi per aver firmato un'opera interessantissima, uno dei suoi migliori film (per me inspiegabilmente sottovalutato). Finale amaro ma beffardo. Consigliato.
MEMORABILE: "Il Bissa poteva fregarmi... ma voi..."
Riuscito miscuglio di commedia e giallo, interpreti perfetti (inimitabile Toffolo perfetto e bellissimi i suoi scontri con Adorf) salvano un film che a causa di una sceneggiatura nella parte del rapimento molto alla buona poteva essere disastroso. Samperi invece riesce a creare un clima interessante ed il film è molto simpatico.
Ottimo Samperi, si contraddistingue come al solito nelle sue opere tramite personaggi interessanti e ben sfaccettati, ed in questo caso Lino Toffolo impersona magnificamente lo stereotipo del provincialotto all'italiana, tirato in ballo in una questione molto più grande di lui. Il film parte un po' in sordina, quasi a rispecchiare la calma "lagunare" dell'ambientazione prescelta, per poi decollare con l'entrata in scena di una giovanissima e bellissima Ottavia Piccolo fino all'inaspettato finale. Piacevole.
Brillante commedia giallo-rosa imperniata sulla verve di Toffolo, simpatico pescatore di frodo che ci regala diverse macchiette ben coadiuvato dal bravo Adorf in una sorta di Guardie e ladri. Ma il film contiene anche un interessante sviluppo giallo e un continuo crescendo di avvenimenti sfociando in un finale pirotecnico. Da riscoprire.
Girato nella tranquilla campagna veneta, parte come una commedia per poi virare verso il giallo sorprendendo lo spettatore con un finale inaspettatamente cinico. Samperi (alla sceneggiatura collabora Aldo Lado) non rinuncia alla consueta satira antiborghese, ma non riesce a dipingere al meglio tutti i personaggi. Adorf e Ferzetti, manco a dirlo, sono ottimi, ma al volenteroso Toffolo i panni del protagonista vanno larghi, la Piccolo è bellissima ma non altrettanto brava, la Berger è puro riempitivo. Gradevole, ma nulla di più.
Che l'affare puzzi di bruciato lontano un miglio è chiaro, così come prevedibili sono alcune sorprese (ma non tutte). Però il film è molto gradevole e scorre via bene senza intoppi noiosi nonostante le quasi due ore che non si sentono minimamente. Samperi non rinuncia ad un po' di satira, seppure all'acqua di rose, e di erotismo blando incarnato dalla bellissima e giovanissima Ottavia Piccolo. Ma ciò che mi ha colpito di più è il bel personaggio di Bissa, interpretato da Toffolo, simpatico e contraddittorio ma proprio per questo umano. Buon film.
MEMORABILE: Bissa afferma: "Se lo stato mi dà 6000 lire al mese di pensione, vuol dire che bastano"; Bissa alla cassa del sipermetcato.
Simpatico, riuscito soprattutto nel ritratto di provincia e nel tratteggio della semplcità dei protagonisti, tra cui un ottimo Toffolo, davvero realistico e ben calato nella parte. All'inizio si sorride spesso, poi nella seconda parte cala leggermente il ritmo prima di una serie di colpi di scena abbastanza convincenti. Samperi non gestisce al meglio il ritmo, ma indovina personaggi e luoghi. Non male.
Samperi torna nel suo Veneto per raccontare una storia balorda di periferia a metà fra Neorealismo e thriller all'italiana, sondando luoghi e climi che più tardi saranno esplorati anche da Avati. La storia funziona bene, grazie anche a un Toffolo molto in parte, che cesella con mestiere uno dei suoi ruoli migliori. Samperi è più attento alle atmosfere che ai dettagli ma il racconto procede plausibile fino al finale inaspettato, sebbene un ritmo più elevato non gli avrebbe certo nuociuto. Un film diverso, per certi versi coraggioso, piacevole.
MEMORABILE: Le ambientazioni della laguna veneta, assolutamente magnifiche.
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Alla sceneggiatura ha contribuito pure Aldo Lado, probabile motivo che determina quella lieve variazione (sociale e) tematica rispetto allo standard del regista.