Il fantasma dell'Opera - Film (1925)

Il fantasma dell'Opera
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The phantom of the opera
Anno: 1925
Genere: drammatico (bianco e nero)
Regia: Rupert Julian, Lon Chaney (n.c.), Ernst Laemmle (n.c.), Edward Sedgwick (n.c.)
Note: alcune copie hanno delle scene a colori. Film muto

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PAPIRO DAVINOTTICO INSERITO IL GIORNO 23/11/06
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Homesick 6/08/07 18:34 - 5737 commenti

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Tra le numerose trasposizoni cinematografiche del romanzo di Leroux, questa è la migliore in assoluto, nonchè la più fedele al testo. Un'opera cupa ed elegante, sentimentale ed avventurosa, dominata dal fascino sinistro del grande Chaney sr. e del lugubre teatro da lui abitato; rimarchevole anche Carewee, nel ruolo del misterioso ed ambiguo Persiano (qui chiamato Ledoux). Altro punto di forza è la mancanza del sonoro, che lascia campo libero alle capacità mimico-espressive di tutti gli attori.
MEMORABILE: Chaney che fa il suo ingresso nella sala da ballo dell'Opera vestito da Morte Rossa.

Lovejoy 21/12/07 18:47 - 1823 commenti

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Prima storica versione del romanzo di Leroux. Vive sopratutto della carismatica prova dell'indimenticabile Lon Chaney, che arrivò persino a sfregiarsi il volto, pur di entrare nei panni del sinistro personaggio. Qualcosa che oggi difficilmente qualcuno oserebbe fare. Belle le scenografie e ottimo anche il resto del cast. Bella colonna sonora, che fa da sfondo alle vicende narrate sullo schermo. Indimenticabile la prima apparizione del mostro e il crollo del lampadario.

Undying 29/10/09 13:12 - 3807 commenti

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In anticipo sul filone cinematografico dell'orrore i film americani potevano vantare la presenza di una star del gotico: Lon Chaney, l'uomo dai mille volti, esperto interprete di ruoli melodrammatici e caratterizzati da tinte forti, garantite da make-up terrificanti che l'attore era costretto a subire. In questa dorata produzione Universal, basata sul romanzo di Leroux, Parigi viene ricostruita negli studios facendo ricorso a maestosi set e uso di sequenze in Technicolor. Il film anticipa, codifica, tratteggia elementi canonici, propri, essenziali al genere, miscelati a divagazioni filosofiche

Belfagor 16/06/10 16:18 - 2689 commenti

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Prima e tuttora insuperata (forse insuperabile) trasposizione sullo schermo del celebre romanzo omonimo. La mostruosa espressività di Chaney, le eleganti scenografie, il sapiente utilizzo del colore e l'ancor più sapiente utilizzo delle musiche rendono la pellicola un classico, capace ancora oggi di trasmettere un reale senso di angoscia. L'assenza dei dialoghi dona ancora più potenza e profondità alle espressioni dei personaggi. Oscuro e dominato da un'atmosfera da brivido, degna di un incubo vero e proprio.
MEMORABILE: Lo smascheramento; l'ingresso del Fantasma travestito da Morte Rossa.

Von Leppe 3/10/10 12:39 - 1256 commenti

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Grande horror del cinema muto americano, forse adombrato dai più visionari horror tedeschi. Può vantare l'interpretazione ineguagliabile di Lon Chaney che resta il volto più classico dello sfigurato e tragico abitante dei sotterranei dell'opera di Parigi. Le scenografie dei sotterranei sono notevoli, il teatro e gli altri ambienti sono spesso affollati e luminosi. La sequenza dove Christine toglie la maschera al fantasma che suona l'organo è una delle scene più belle di tutta la storia del cinema.
MEMORABILE: Erik il fantasma dorme in una bara: mi ricorda l'altro sonno, quello senza sogni, la cura di tutti i mali.

Pigro 22/11/10 10:03 - 9623 commenti

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La prima versione filmica del celebre romanzo si impone per la terribile maschera cadaverica di Lon Chaney, epicentro di una spettacolarità fastosa o lugubre a seconda che sia rappresentato il mondo di sopra (il teatro) o quello di sotto (le segrete). Così come epicentro è lo specchio del camerino, soglia tra il mondo dei vivi e quello dello psicopatico che anela la morte. Se l'inizio ci conduce nella storia attraverso la commedia, il dramma esplode presto fino all'orrore, in un film incalzante e straziante al tempo stesso.

Myvincent 10/07/11 15:29 - 3722 commenti

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Primissima trasposizione cinematografica della famosa opera di Leroux: fedele, molto fedele ad essa, ripropone integralmente tutti i passaggi letterari, con varietà di scene e pathos. Atmosfere cupe, cunicoli sotterranei, uccisioni macabre ed una maschera che cela l'orribile volto del fantasma, figura oscura ma non priva di una certa poesia.

Mdmaster 10/08/11 10:50 - 802 commenti

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Decisamente più horror che drammatico, il lavoro di Julian rimane completamente fedele al romanzo e questo certo non aiuta a perdonare i limiti di un film muto ambientato in un teatro dell'opera. Eppure c'è Chaney, nuovamente bravissimo, incredibile, strepitoso... tetro fantasma animato da una follia amorosa senza eguali, maligno e perdutamente romantico. Trasposizione decisamente teatrale, impreziosita dalla breve sequenza a colori e ancora piacevole da guardare. Forse, un numero di didascalie eccessivo.
MEMORABILE: Il tremendo smascheramento del fantasma; la folla inferocita che invade le catacombe mentre Erik se la ride.

B. Legnani 19/02/12 16:54 - 5519 commenti

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Monumentale opera del mito del muto, conserva il suo fascino essenzialmente grazie alle straordinarie scenografie dei sotterranei e dell'Opéra, anch'essa prodigiosamente ricreata in studio. Nota, ma da menzionare, la prestazione di Chaney, che talora si muove con celere leggerezza da aracnide. Interpretazione composte, quasi moderne. Finale epico, con linciaggio che giustizia non è: viene alla mente il Verdoux di Chaplin: "il numero legalizza".

Giùan 26/04/12 11:12 - 4528 commenti

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Semplicemente monumentale. Difficile ritrovare nel Cinema muto un film in grado di suscitar ancora emozioni tanto forti e convulse. L'attualità della paura che il Fantasma di Julian incute è dettata indubbiamente da una complessa confezione da kolossal, cornice di una vicenda patologica a cui Lon Chaney presta la sua immortale maschera mimica, capace di far trapelare emozioni pure dietro il trucco e la fissità dello sguardo. Se la prima parte è in qualche modo preparatorio-interlocutoria, l'ultima mezz'ora è da manuale per intensità e climax terrifico.
MEMORABILE: La camera "ardente"; Chaney col boccaglio per le fogne (memorabile come l'emersione di Shenck-Nosferatu); Il finale "en plein air" dopo tanto underground.

Edward Sedgwick HA DIRETTO ANCHE...

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Rebis 7/07/15 19:18 - 2331 commenti

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Impossibile districarsi fra le molteplici versioni con sequenze e finali alternativi, mute e sonore: rimane un'icona horror immarcescibile, in cui Lon Chaney, teschio subdolo e ghignate, divorato dalla cupidigia, attraversa verticalmente le inquadrature sprofondandoci nei meandri dell'Opéra, un dedalo di cunicoli e passaggi segreti, laghi sotterranei e sale di tortura. La bicromia, incendia di rosso i moti pulsionali e annega il dolore nel blu della notte. L'interpolazione a colori de "La maschera della morte rossa" lo consegna definitivamente all'immaginario collettivo.

Daniela 16/03/18 04:23 - 12606 commenti

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Fra le tante trasposizioni cinematografiche del fortunato romanzo gotico di Leroux, questa non è la prima ma è la tuttora la migliore ed anche quella di maggior carica drammatica: merito della straordinaria suggestione della maschera orrifica di Lon Chaney, che offre una delle più convincenti prove della sua carriera folta di titoli, e della potenza di alcune sequenze, come quella virata in cui il fantasma appare sul palcoscenico nelle vesti della "Morte rossa" oppure, nel finale, quella della fuga in carrozza e del linciaggio da parte della folla inferocita. Capolavoro.

Xabaras 8/06/17 22:33 - 210 commenti

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Direttamente da un piccolo classico della narrativa francese della Belle Epoque la seconda (in ordine di apparizione) grande icona del cinema horror. Piuttosto fedele al romanzo (cambia il finale con la fuga in carrozza molto simile a quello de La jena), il regista riesce a incidere anche nella descrizione di un particolare tipo di ménage a trois: da una parte l'amore borghese (risaputo, ovvio, banale), dall'altra l'esplosione di un'ossessione amorosa che Chaney interpreta con uno stile e una grandeur unici. Cult assoluto omaggiato dalla nona arte italica.

Anthonyvm 7/12/20 16:20 - 5615 commenti

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La più celebrata e iconica trasposizione cinematografica del romanzo di Leroux, nonché forse la più fedele al testo, nel suo alternarsi di humour nero, cupo romanticismo ed escalation avventurose (l'ottimo finale nei sotterranei dell'opera, fra trappole letali e agguati subacquei). Ma la scena è rubata, ovviamente, dall'immortale Lon Chaney, il cui volto sorprendentemente deformato si è con ragione guadagnato un posto nelle enciclopedie del cinema. Stupenda la sequenza del ballo in maschera, a colori, ancora oggi avvolgente come un sogno febbrile. Un pezzo di storia imprescindibile.
MEMORABILE: Lo smascheramento; Il cadavere impiccato; Lo scorpione e la cavalletta; L'acqua invade la camera della polvere da sparo; Finale con folla inferocita.
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  • Discussione Pigro • 22/11/10 10:07
    Consigliere - 1658 interventi
    Dubbio: ma questo film, anziché nel genere drammatico, non dovrebbe stare nel genere horror? È vero che qui il confine è sottile, ma in genere sta sotto questa categoria...
  • Discussione Rebis • 22/11/10 14:37
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Il dubbio è lecito: il film, come il romanzo, è indubbiamente drammatico seppur profondamente contaminato con l'immaginario orrifico... Viene poi menzionato in tutti gli annali del cinema horror perché è lì che ha attecchito e ha avuto la sua fortuna... Direi che è uno di quei casi in cui la valutazione per generi non solo è dubbia ma pure riduttiva... Mi viene in mente Freaks di Browning: il film non è un horror, ma nasce come opera competitiva sul fronte del cinema di paura, e poi la storia del cinema lo ha in qualche modo catalogato in quel genere. Ma noi tutti sappiamo che si tratta di un'approssimazione...
    Ultima modifica: 22/11/10 14:41 da Rebis
  • Discussione Zender • 22/11/10 16:17
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Non lo so, è tanto sottile il confine in questo caso... Fatico un po' a definire horror un film così, come pure Feaks...
  • Discussione Pigro • 23/11/10 12:46
    Consigliere - 1658 interventi
    Vedo che Imdb lo definisce sia "Drama" che "Horror". Altri siti lo definiscono direttamente horror. E comunque concordo assolutamente con Rebis: tipico caso di film letteralmente "transgender"...
    Boh, vedi tu. Perlomeno lasciamo traccia di questa ambivalenza nel forum di discussione.
  • Discussione Il Dandi • 23/11/10 12:58
    Segretario - 1488 interventi
    IMDB non dà quasi mai (giustamente) una sola definizione per genere.

    Sarebbe bello poter raddoppiare anche da noi: un film può essere contemporaneamente giallo e thriller, poliziesco e commedia, cortometraggio e noir, documentario e musicale, animazione e horror, fiction tv e giallo...

    Rilancio la proposta ma la vedo di difficile realizzazione, almeno come modifica tecnica.
  • Discussione Zender • 23/11/10 13:24
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    Rilancio la proposta ma la vedo di difficile realizzazione, almeno come modifica tecnica.
    L'hai detto, caro Dandi :) Siamo indietro di circa tre anni sul piano di marcia normale delle migliorie tecniche già approvate...
  • Discussione Rebis • 7/07/15 18:43
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Zender, il film ha subito nel tempo diversi rimaneggiamenti e ne esitono più versioni: tra i registi (sulla scorta di imbd) andrebbero aggiunti almeno Lon Chaney, Ernst Laemmle, Edward Sedgwick.
  • Discussione Zender • 7/07/15 18:47
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ok, aggiunti n.c.
  • Homevideo Von Leppe • 11/07/17 13:10
    Call center Davinotti - 1104 interventi
    Dalla prestigiosa collezione Von Leppe la VHS Domovideo del film:

    Ultima modifica: 11/07/17 18:14 da Zender
  • Curiosità Daniela • 16/03/18 04:37
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Questa con Lon Chaney viene spesso indicata come la prima trasposizione del romanzo omonimo dello scrittore e giornalista francese Gaston Leroux, pubblicato nel 1910 con grande successo editoriale.

    In effetti la prima versione è quella tedesca diretta nel 1916 dall'ungherese Ernst Matray, di cui però sono andate perdute tutte le copie.

    Questa la scheda in IMDB