La casa sfuggita - Film (2003)

La casa sfuggita
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2003
Genere: horror (colore)
Note: Aka "The shunned house". Aa H.P. Lovecraft
APPROFONDIMENTI: intervista a Ivan Zuccon

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

È sempre piacevole vedere come Ivan Zuccon (al solito direttore della fotografia, nei suoi lavori, oltre che montatore e co-sceneggiatore) riesca a ottenere effetti di luce e colori straordinari per pur non disponendo della pellicola cinematografica. In questo modo i suoi film, palesemente confezionati con pochi mezzi, mantengono comunque un impatto visivo imparagonabile a quello che siamo normalmente abituati a vedere nei tanti prodotti girati direttamente “in video”. LA CASA SFUGGITA (ancora tratto da H. P. Lovecraft e precisamente, oltre che dall'opera omonima, da “La musica di Erich Zann” e da “La casa stregata”) non fa eccezione e così, a dispetto...Leggi tutto di un cast che recita un po’ come in una fiction, ottiene comunque di confezionare un horror dignitoso e, seppur non originale, forte di un soggetto interessante. I protagonisti sono uno scrittore (Lorusso) e la sua compagna (Quagliero, un bel seno e ce lo vuol proprio far capire), che giungono in una locanda del Polesine da tempo abbandonata e ritenuta maledetta. Entrando rivedranno in flashback i giorni in cui questa funzionava e un po' dei suoi bizzarri ospiti in un continuo alternarsi tra passato e presente. Come previsto conta più la singola scena e gli effetti (fotografici, più che speciali) che la compongono rispetto alla trama e di tanto in tanto si perde di vista il filo logico. La regia non è granché e purtroppo, nonostante un buon impatto complessivo, non si riesce a evitare di dare talvolta l’impressione di aver a che fare con un prodotto semi-amatoriale. Colpa massima del cast e di una sceneggiatura modesta.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/10/06 DAL DAVINOTTI
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Fele 24/12/07 23:08 - 43 commenti

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Il film non funziona. Dio solo sa quanto mi dispiace, perché le premesse erano sì ambiziose, ma anche molto interessanti: l'ispirazione a ben 3 opere di Lovecraft, un giovane regista italiano specialista, una vecchia costruzione malandata. Non che siano assenti i motivi d'apprezzamento, come alcune felici intuizioni estetiche, sostanziate in inquadrature e brevi sequenze obiettivamente belle e (solo quasi, purtroppo) paurose. Un po' poco. Sceneggiatura troppo ingarbugliata; recitazione disastrosa.

Trivex 24/03/10 22:21 - 1740 commenti

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L'ho visto causa la derivazione lovecraftiana, non pentendomi assolutamente della decisione. Avevo una aspettativa mediocre sulla trasposizione nel cinema "dei pochi mezzi", di racconti del maestro H.P., ma pur non assurgendo a capolavoro, questo prodotto soddisfa. Bella atmosfera lugubre, che incute un certo timido timore, con momenti anche d'impatto. Bella fotografia, realizzata con una cura, denota impegno e professione. Non è un film fatto a caso, è espressione di passione e complicità tra i partecipanti, seppur con i limiti evidenti nella recitazione. ***

Herrkinski 12/07/10 01:52 - 8072 commenti

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Zuccon conferma il suo notevole talento con questa pellicola tratta da ben tre opere di Lovecraft; in effetti la sceneggiatura è un po' confusionaria, con il suo continuo alternarsi di flashback e squarci onirici, ma il regista riesce a catturare l'attenzione grazie a uno stile personale e a un lavoro di fotografia, luci e montaggio a dir poco eccellente. Suggestiva la location naturale, peccato solo per il cast non all'altezza, ma Zuccon (che farà anche meglio con l'ottimo Bad brains) ha tutte le carte in regola per diventare un grande.

Lucius 19/11/10 01:30 - 3015 commenti

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Nonostante sia una delle pellicole più interessanti di Zuccon (ne ho visionate talune sue inguardabili) il film, girato in un digitale sintetico e non privo di talune trovate originali, non riesce a catturare più di tanto l'attenzione dello spettatore, probabilmente perché privo di una fotografia all'altezza che contribuisca a ricreare talune atmosfere che un film come questo richiede. Buono il livello d'angoscia e i colpi di scena. Basso budget e gore a volontà.

Ryo 16/10/11 12:07 - 2169 commenti

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Nettamente superiore rispetto ai suoi due precedenti film. Zuccon ci fa addentrare in una claustrofobica seppur ampia location di un albergo, nel quale incubi, paure e realtà si mescolano creando un vortice privo di connotazione temporale. Talvolta deludono le povere scenografie, le inquadrature statiche e lo stile della fotografia (un po' "esplicito", per un horror). Ma tenendo conto del budget limitato, la sceneggiatura alla Sclavi fa il suo dovere (anche se fatica a decollare) e le ottime trovate splatter rendono il prodotto degno di un'occhiata.
MEMORABILE: La violinista che si suona i tendini come nel video dei Cradle of Filth.

Bergelmir 1/05/16 18:25 - 160 commenti

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Contaminazione abbastanza originale ispirata a tre racconti di Lovecraft, dei quali però non resta che qualche ricordo lontano. Zuccon non sembra molto interessato ai soggetti di partenza, ma li usa per continuare la propria indagine nell’onirico e nell’irrazionale. La recitazione rimane elementare e ricca di inspiegabili quanto imbarazzanti americanismi, la fotografia è da sceneggiato tv, sempre giustificatissima dai pochi soldi, ma certo non giova al risultato finale.

Rufus68 16/12/16 21:14 - 3825 commenti

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Il talento visivo di Zuccon non si discute. Da tale punto di vista è uno dei rari autori italiani davvero esportabili (l'horror, peraltro, assicura un'appetibilità internazionale). Purtroppo, a causa della sceneggiatura, il Nostro incorre nel consueto fallo da confusione: i numerosi spunti lovecraftiani (da La musica di Erich Zann sino a La casa delle streghe) rimangono alla stato di suggestione e mai si amalgamano in un corpus narrativo logico o evocativo. Interpreti mediocri. Notevole, però, la canotta della Quaglieri.

Leukimara 2/07/19 15:00 - 17 commenti

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Zuccon firma qui il suo film lovecraftiano più riuscito. Un'ottima location e discreti attori (tra cui spicca Emanuele Cerman, attore feticcio di Zuccon). Basato su due racconti del Solitario di Providence, "La casa sfuggita" e "La musica di Erich Zann", il film riesce a essere una miscela perfetta dei due, facendoci respirare le atmosfere cupe e angoscianti proprie dello scrittore americano. Qualche ingenuità registica ma perdonabile, vista la bella fotografia. Da vedere.

Jena 13/02/21 18:28 - 1550 commenti

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Lovecraft c'entra fino a un certo punto, più come suggestione (se non col racconto "La musica di Erich Zann" di cui è ripreso lo spirito abbastanza fedelmente) e più che altro il film rimanda a certi orrori padani di stampo avatiano, con innesti di splatter fulciano. C'è da dire però che Zuccon con mezzi limitatissimi, ambientazioni povere, attori poco noti e una certa confusione narrativa, imprime però all'opera una notevole visionarietà e mostra un interessante stile personale. Musiche così così, bello stile visivo. Buon horror indie italico.
MEMORABILE: La finestra della muta che si apre su un universo di buio; Le visioni delle suore nella chiesa; La violinista che si suona i tendini.

Occhiandre 5/05/22 16:55 - 153 commenti

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Bel color seppia per l'incipit in stile La casa con la scala nel buio, suggestive musiche d'atmosfera e sigla fatta di foto d'epoca, seguita da interessante stacco ai primi anni 2000. Si subodora un ascendente avatiano e l'intrigante location dista un centinaio di chilometri (più a nord) da quelle classiche del Maestro. Anche i convincenti flashback rievocano lo stesso gusto per le ambientazioni storiche. Promette bene il lento incedere nella casa, con tanto di fiaccole ma la stentorea recitazione dei due protagonisti smorza il thrilling che accompagna le apparizioni di spettri.
MEMORABILE: Il sogno nel flashback a sua volta annidato nel racconto attuale; L'intercalare "c***o" che condisce i dialoghi alla Maria e Guido.

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Lupus73 22/08/22 13:01 - 1487 commenti

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Da H.P. Lovecraft: vecchio palazzo abbandonato in Veneto nasconde un passato di innumerevoli morti violente; uno scrittore con la sua compagna vanno sul posto ad approfondire. A compensare una confezione low-budget e scarna troviamo la suggestiva ambientazione, resa con discreta fotografia; numerose le linee temporali che si intrecciano, appesantite ulteriormente dalle visioni/apparizioni, tanto che a volte diventa difficile da seguire, e le scelte della regia non facilitano di certo la fruizione, tuttavia l'atmosfera è davvero suggestiva e la scoperta finale regala qualcosa in più.

Cotola 23/01/24 19:50 - 9009 commenti

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Zuccon conferma un talento visivo non comune che gli permette di trovare soluzioni stilisticamente molto belle. Purtroppo però le storie che racconta non sono allo stesso livello: qui la sceneggiatura è tratta da tre racconti di Lovecraft e, sebbene il plot sia gradevole, c'è un po' di confusione di troppo a causa del solito andirivieni insistito tra sogno e realtà. Il cast fa quel che può e si vede che i fondi a disposizione non erano tanti, ma gli abbondanti effetti gore artigianali sono gustosi. Alla fine il risultato è dignitoso.

Diamond 13/03/24 09:37 - 150 commenti

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Zuccon prende tre storie di Lovecraft, una location e una manciata di attori e sforna un ottimo horror. Fonde tutti i piani piani narrativi raccontando la storia mediante passaggi spazio/temporali eseguiti perlopiù con movimenti di macchina e mostra tutta la sua bravura tecnica (come regista e come direttore della fotografia). Qualche jumpscare di troppo, forse, ma la tensione è sempre presente e attanaglia lo spettatore in un'atmosfera angosciante. Peccato per il cast e alcuni dialoghi ridicoli.
MEMORABILE: La prima apparizione della donna che sbatte la testa al muro; La citazione a Mario Bava purtroppo tagliata dalla versione finale.
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