Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Horror d'autore dai tempi dilatati, girato dal messicano Guillermo del Toro in terra di Spagna e ambientato in piena guerra civile: una guerra che c'è ma non si vede, dal momento che l'intero film è confinato tra le mura di un orfanotrofio lontano dalla città e di fatto isolato dal mondo esterno. Dovrebbe essere un horror, e la presenza di un fantasma in piena regola (un bimbo morto qualche anno prima, truccato di bianco come vuole buona norma) sta lí a testimoniarlo, eppure Del Toro sembra molto più interessato a descrivere il clima di ostilità che si respira all'orfanotrofio, con il più cresciuto del gruppo che non perde occasione per...Leggi tutto dimostrare la sua cattiva indole e i ragazzini che da subito se la prendono col nuovo arrivato. Il fantasma del piccolo Santi, poverello, fa le sue apparizioni senza mai riuscire a terrorizzare lo spettatore, perso tra mille dialoghi che non lo riguardano e costretto a restare lì nella stanza in cui è stato ucciso. Di geniale ha che perde sangue dalla fronte disperdendolo nell'aria, ma per il resto è uno dei fantasmi meno memorabili del cinema horror (nonostante il look azzeccato). Del Toro è troppo impegnato a delineare la psicologia dei suoi tanti personaggi, per occuparsi di spaventarci. Cosi, pur non potendo non rimarcare la ricchezza della confezione, la buona prestazione degli attori, una fotografia notevole e qualche trovata eccellente (l'enorme bomba piantata a testa in giù nel cortile dell'orfanotrofio, ad esempio, che diventa un monumento-simbolo), va detto che EL ESPINAZO DEL DIABLO è un finto horror legnoso e prolisso, per nulla efficace, leccato, superfluo. In Italia è uscito con cinque anni di ritardo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/08/06 DAL DAVINOTTI
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Almayer 20/03/07 11:06 - 169 commenti

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Splendido horror ambientato durante la guerra civile spagnola. Ben girato, ben interpretato, ottime musiche e una location solare e buia allo stesso tempo, con la campagna arsa dal sole fuori a fare da contrasto agli ambienti bui interni, rendendo il tutto particolarmente sinistro. E, con la scusa dell'horror, Del Toro c'infila anche qualche riflessione sulla guerra civile spagnola, apparentemente solo una scenografia di fondo. Gran bel film, caldamente raccomandato. Ricorda un po' The Others.

Rebis 3/10/07 20:22 - 2338 commenti

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Non scherziamo, questo non è un horror e non ne sostiene i parametri di giudizio: pena l'uccisione del film. Del Toro svuota l'iconografia spiritica del potenziale terrifico e conferisce al sovrannaturale un valore epifanico: l'immobilismo e l'impotenza del dottore sono le doti di un uomo mai cresciuto, paladino di un'innocenza presunta. Ma la discrepanza assoluta tra bambino e adulto che genera l'orrore unico e fisico del conflitto (non solo bellico), non consiste nella perdita della purezza, ma nello smarrimento delle facoltà immaginative commutate con quelle procreative. Misterico.

Undying 9/12/07 18:49 - 3807 commenti

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Il regista di Hellboy, prima di cedere alla tentazione del fumetto, dirige una serie di pellicole d'alto contenuto (per inciso: nient'affatto horror) giunte da noi solo in anni recenti. È, ad esempio, il caso di questo La Spina del Diavolo, realizzato nel 2001 e debitore, in parte, di sequenze centrali presenti in Suspiria. Recitato da giovani talenti (su tutti Fernando Tielve nei panni di Carlos) fa perno su situazioni drammatiche ed esistenziali, portate al lacrimevole nella stremante caratterizzazione del "poetico" Casares (Federico Luppi).

Red Dragon 23/04/08 14:43 - 125 commenti

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In attesa di un potenziale terzo capitolo è bello riscoprire questo film come primo di una trilogia. Ricorda molto da vicino il Labirinto del fauno: l'ambientazione della guerra civile spagnola e la presenza di bambini come protagonisti sono un'evidente punto di tangenza. Ma non solo: la cifra poetica e stilistica di Del Toro si manifesta già con forza, nonostante questo sia ancor meno horror del successivo labirinto. Il comparto tecnico è davvero buono e funzionale al progetto, la recitazione è degna di nota; insomma, film solido che merita visione.

Mascherato 23/06/08 13:17 - 583 commenti

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L'Orrore della Storia resta fuori campo (l'esecuzione dei repubblicani) perché, forse, è meno raccontabile dell'orrore della storia (di fantasmi). Un fantasma, dice il dottor Casares, è un sentimento sospeso (il rancore? The Grudge) come una foto sfocata (The Ring?). Ci risiamo, ancora col j-horror? Nient'affatto, perché La spina del diavolo è precedente a Blade II ed a Hellboy, girato dal messicano Del Toro in Spagna su invito di Augustin Almodòvar. Si tratta, per chi scrive, del miglior lavoro firmato da un regista altrove sopravvalutato.

Jorge 13/11/10 20:54 - 164 commenti

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Un film "tiepido" questo di Del Toro, che merita "calore" per l'accuratezza della confezione, per l'attenzione alla psicologia dei personaggi, per la scelta del cast, per le belle musiche e la fotografia, ma che lascia freddi per il prevedibile soggetto, per una appena sufficiente sceneggiatura e per uno svolgersi della "matassa" narrativa quantomai didascalica e un poco prolissa. La mano c'è, si vede... e certo il film merita la visione ma, ripeto, si tratta, a parere di chi scrive, di un film che lascia, per chi ama il genere, poco entusiasti.

Pigro 17/10/10 10:54 - 9668 commenti

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C'è molto in questa struggente storia del fantasma bambino nell'orfanotrofio: la devastante (e simbolica) guerra; il dolore di piccoli senza radici in lotta per l'esistenza; il mistero di fantasmi e misfatti passati e presenti; la mutilazione come metafora di una Spagna ferita. Tutto è rappreso nella bomba-spina conficcata al centro dello spazio-mondo della grande casa nel deserto: pulsante e spettrale memento all'ineluttabilità del destino. L'infanzia e l'umanità ferita in un film suggestivo e visivamente affascinante.

Lupoprezzo 3/09/11 16:35 - 635 commenti

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L'adescamento horror che pervade la pellicola è solo un abbaglio: ben altre sono le mire di Guillermo del Toro. E così, tra un'ambientazione sinistra (l'orfanotrofio) veramente riuscita ed un fantasmino insulso, la vicenda si trascina senza riuscire a squotere fino a mostrare la trita e ritrita storia di amori, solitudini e denaro. Ma da quando il film getta la maschera si respira un'aria decisamente crepuscolare che ricorda certo cinema western e non solo. Non riuscitissimo, ma tutto sommato una piacevole sorpresa.

Galbo 14/01/12 05:53 - 12395 commenti

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Pellicola spagnola diretta dal talentuoso regista del Toro. Nonostante lo spunto narrativo potrebbe lasciarlo pensare non siamo dalle parti dell'horror ma piuttosto si tratta di un sofisticato racconto di formazione con evidenti implicazioni politiche. Il clima della guerra civile spagnola permea efficacemente il racconto. Nonostante una sceneggiatura non impeccabile,il film è incisivo grazie anche all'ottima confezione data dalla bella fotografia, dalla suggestiva ambientazione e dall'ottima prova del cast. Buona la colonna sonora.

Satyricon 23/01/12 14:28 - 147 commenti

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Ottimo film di Del Toro confezionato e interpretato magistralmente. Vorrebbe essere un horror ma non lo è, nonostante la maestria nel creare un bambino cadavere di tutto rispetto che però rimane un po' dietro alle quinte rispetto al contesto principale (la vita dell'orfanatrofio con i suoi segreti, le paure, le vendette meditate e le grandi debolezze di un animo sempre sofferente). Veramente coninvolgente dal punto di vista umano.

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Werebadger 3/01/13 20:29 - 270 commenti

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Dramma dalle tinte horror (un orfanotrofio in cui è avvenuto un fatto di sangue e qualcosa che tra le sue mura brama vendetta) per il mestierante Del Toro. Ottimamente girato, interpretato e musicato e con una suggestiva ambientazione ispanica tetra e al contempo solare. Eccellente Luppi nei panni del triste e romantico direttore dell'orfanotrofio, odioso sin dalle prime scene il villain Jacinto (ben interpretato da Noriega). E' messo in risalto come gli unici esseri di cui aver davvero paura siano gli uomini e non i fantasmi. Superlativo.
MEMORABILE: La poesia che il dottor Casares recita all'amata Carmen in procinto di morire.

Didda23 14/05/13 18:52 - 2426 commenti

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Troppe le ambizioni del più scarso fra i messicani (Cuaron, Arriaga e Inarritu sono di un altro pianeta), che delinea una sceneggiatura né carne né pesce che dopo venti minuti svela le proprie debolezze appesantendo il girato con scene poco ficcanti e dialoghi "fintamente" volgari. La regia anonima offre inquadrature ben poco originali e che non lasciano il segno. Nella vacuità generale si salva qualche trovata (la bomba inesplosa, il sangue che fuoriesce dal capo). Noiossissima la monolocation. Uno e mezzo di manica larga.

Corinne 5/01/14 01:21 - 420 commenti

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Il sovrannaturale è solo pretesto e forse metafora per raccontare una storia di orrori ben più terreni e, non fosse per una scena funzionale alla trama, potrebbe venire il dubbio che di fantasmi non ce ne siano realmente. Chi si aspetta un solido horror iberico di spaventi e inquietudine rimarrà deluso. Funziona molto meglio come un (a tratti melo) dramma ambientato nella Spagna devastata dalla guerra, esteticamente notevole e con personaggi ben delineati.

Myvincent 17/11/15 09:21 - 3742 commenti

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Una specie di telenovela ghost, con le storie un po' strappalacrime tipiche delle produzioni latine, riempie le pagine di questo romanzone dove lo sfondo storico-politico della guerra è il vero spettro che si muove "invisibile". Si lascia guardare sì, ma la lunghezza del racconto fa sbadigliare un po' troppo, quando ci sarebbe stato bisogno di più momenti blood.

Scarlett 8/02/16 22:55 - 307 commenti

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Non c'è davvero nulla di horror in questo prodotto se non il rimando alla storia di fantasmi; ma non è questo il caso di un sonoro creato ad hoc per far saltare sulla poltrona lo spettatore o altre trovate del genere; è un film molto più raffinato che si appropria dello spunto horror ma che non spaventa preferendo lasciarci riflettere su temi che di horrorifico hanno molto di più. Ottima prova.

Pinhead80 21/03/18 12:59 - 4761 commenti

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La storia, ambientata in un piccolo orfanotrofio ai tempi della guerra civile spagnola, intriga soprattutto per la componente storica ben realizzata. Di minor impatto e forse più scontata quella relativa al fantasma che si palesa di notte all'interno della struttura. La storia coinvolge e appassiona al punto giusto e non mancano i momenti crudi. Si vede che Del Toro sa il fatto suo e lo dimostra confezionando un'opera senza sbavature. L'orrore più grande rimane la guerra (e i mostri che genera).

Minitina80 11/03/17 06:55 - 2984 commenti

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Definirlo horror è forse pretestuoso, almeno nel senso classico del termine. Siamo negli Anni Trenta, in piena guerra civile spagnola, anche se scene di guerra non se ne vedono. In primo piano ci sono, invece, gli effetti della guerra sulla pelle di giovani orfani, l’innocenza perduta, la miseria e la disperazione che da essa deriva. Non è impeccabile, ma vale la pena vederlo, malgrado le apparizioni del fantasma che male si amalgamano con il contesto. Da tenere in considerazione in quanto sul franchismo poco è stato fatto.

Rufus68 23/04/19 00:01 - 3842 commenti

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Del Toro, anche nelle prime produzioni, già denota una sua maniera: temi alti (la guerra civile, l'infanzia) con cui carpire la benevolenza critica e una messa in scena furbesca, attenta sempre a non strafare. Immagini corrette e leccate (pur nell'impeccabile formalismo), ricostruzione storica di livello, psicologie basiche e lo spettatore è servito. L'assenza di stile forse configura uno stile, ma, a parte i pregi anzidetti, tutta la storia, screziata debolmente dal fantastico, rimane un involucro vuoto.

Anthonyvm 28/09/19 22:56 - 5692 commenti

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La formula che porterà Del Toro ai successi de Il labirinto del fauno e La forma dell'acqua è già ben delineata qui: contesto bellico, azione realistica (e spesso cruda), elemento sovrannaturale che, alla luce dell'orrore di cui è capace l'uomo in carne e ossa, è fonte di evasione più che di paura. Buono il cast (bravi i piccoli protagonisti) e ben scritti i personaggi, ognuno col proprio dramma personale. Rispetto agli altri lavori di Del Toro manca una certa omogeneità fra realismo e fantasy, che qua resta un po' marginale. Comunque valido.
MEMORABILE: L'elisir fatto con rum e feti umani; La squallida relazione fra Carmen e Jacinto; La devastante esplosione; La resa dei conti fra i pargoli e Jacinto.

Lupus73 20/08/20 01:55 - 1494 commenti

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Del Toro inizia ad intrecciare lo scenario della storia della Spagna (guerra civile nel '39) con un soggetto soprannaturale come averrà per Il labirinto del fauno. Il dramma storico a tinte di realismo in un orfanotrofio contrasta con la ghost story e senza stonature i due aspetti si compenetrano mostrando una certa maturità della regia. Curatissima ambientazione con fotografia calda, sceneggiatura non lineare ma gestita discretamente, anche se una maggior fluidità e snellezza d'insieme avrebbe giovato. Mancano i mostri tanto cari al regista, ma può essere un pregio. Suggestivo.
MEMORABILE: Il liquido da bere nel recipiente del feto con la spina del diavolo.

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