End of justice - Nessuno è innocente - Film (2017)

End of justice - Nessuno è innocente
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MMJ Davinotti jr
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nomination all'Oscar per Denzel Washington, non a caso: il film è lui (e in Italia anche Pannofino, che lo doppia con bravura). Il suo Roman J. Israel, goffo e maldestro avvocato abituato a difendere i più deboli anche a costo di proseguire una carriera nell'ombra, è felicissima creatura di un attore che, quando non costretto in parti stereotipate come spesso gli capita, sa offrire caratterizzazioni memorabili. Come in questo caso, per l'appunto: un avvocato tecnicamente preparato, grande conoscitore del codice penale, che non sa curarsi di se stesso e finisce con l'essere visto come un corpo estraneo dai colleghi più usi a frequentare le aule di tribunale. Come George Pierce per esempio (Farrell,...Leggi tutto impeccabile nel ruolo), chiamato per chiudere lo studio di cui Israel fa parte quando il titolare dello stesso finisce steso in un letto d'ospedale in stato vegetativo. Preso atto che lo studio è in perdita da tempo, Pierce non si fa scrupoli (anche perché Israel, quando viene mandato in prima fila ai processi, combina autentici disastri) e si prepara a liquidare. Intuisce però le capacità di quello strano tipo dal capello ispido e l'aria trasandata e prova a collocarlo nel proprio, di studio, cercando di forzarne il carattere per sfruttarne l'indubbia competenza. Ma Israel non è facile da gestire: lui ci prova, ma non ha lo spirito giusto e tende sempre a seguire l'istinto, fino a quando - ossessionato da problemi finanziari che non riesce a risolvere - decide di far sua una ricompensa promessa per la cattura di un criminale ottenuta grazie alle confidenze di un cliente, violando così il segreto istruttorio. Bisogna essere un po' addentro all'ambito legale per cogliere tutte le sfumature della storia, e dotarsi di grande attenzione per non perdersi tra i rivoli di casi che si aprono e si chiudono, tra personaggi che arrivano e ritornano e un'apertura poco chiara che introduce al lungo flashback destinato a chiudersi verso metà film. Il regista e sceneggiatore Dan Gilroy prova a organizzare in qualche modo una vicenda piuttosto fumosa e caotica che non trova mai una vera ragion d'essere: sono momenti nel quotidiano di un avvocato sui generis, bizzarro, che Washington è abilissimo a mantenere in bilico tra l'acuto e l'ingenuo. Prese singolarmente molte scene si rivelano di indubbia efficacia, ma è ciò che le lega a lasciare perplessi. Col passare dei minuti il film si fa sempre più faticoso da seguire facendosi via via più insopportabile. Perché Gilroy - che nasce come sceneggiatore - a livello registico deve decisamente crescere, imparare a coinvolgere di più, a costruire attorno al suo protagonista non solo simpatici quadretti ma una trama vera che non si limiti ad accozzare qualche buono scambio mettendo Israel a confronto con un mondo che gli appare a tratti incomprensibile. La sottile ironia che non abbadona mai il protagonista è ciò che permette di sorvolare sui tanti difetti, a dargli quella carica che Washington tramuta magicamente in straordinaria forza espressiva. La costruzione singola delle scene, con le belle musiche di James Newton Howard a sottolinearne la raffinatezza, conferma la bontà delle intenzioni, ma nel complesso il rischio d'annoiarsi è altissimo. Soprattutto considerata la durata di oltre due ore, che si sarebbe potuta contenere senza perder nulla e anzi, guadagnando in incisività.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/06/18 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/06/18
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Ryo 20/06/18 13:53 - 2169 commenti

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Il film è tutto centrato sulle vicende professionali del protagonista, anima e cuore a lavoro, pochissime concessioni alla vita privata. Seppure costruito con maestria, non è un film che cattura per brio e se non interessa l'argomento "mondo degli avvocati" risulta di scarso interesse. Non si può non notare però la performance attoriale straordinaria di Danzel Washington, in formissima, completamente trasformato al punto che è difficile riconoscerlo, mai una sbavatura (arricchito nel doppiaggio italiano dal grande Francesco Pannofino).

Rambo90 5/06/18 22:22 - 7697 commenti

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Nonostante il titolo italiano non si tratta di thriller, bensì di un'interessante apologo sulle storture del sistema d'avvocatura statunitense costruito attorno alla figura straniante del protagonista, così fermo nella sua posizione da finire per rovinarsi con il suo stesso senso morale. Washington al suo meglio, fantastico interprete che tiene in piedi anche le lungaggini di una sceneggiatura a volte ridondante. Bene anche Farrell e la Ejogo per un film dalle tante sfaccettature, arrivato da noi con ingiusto ritardo.

Galbo 24/09/18 06:00 - 12392 commenti

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Dan Gilroy dirige un film che non concede nulla alla spettacolarità ma che entra in pieno nel tema dell'etica della professione, con il protagonista (interpretato da un Denzel Washington in stato di grazia e da un ottimo Colin Farrell) avvocato dai solidi principi che si batte per i diritti civili. Un pò limitata da una sceneggiatura troppo dispersiva, la pellicola rappresenta un buono spunto per affrontare il tema dell'espiazione della colpa, caratterizzandosi anche per l'ottima colonna sonora e la bella ambientazione. Un buon film.

Markus 16/06/18 17:48 - 3687 commenti

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Storia di un avvocato nero di Los Angeles - dall'espettoro assai retrò - che si ritrova suo malgrado al centro dell'attenzione in uno studio gestito dal suo esatto opposto, sia nel look che nel modo di porsi verso il prossimo. La vicenda è assai intricata, lunga e senza mai un ragion d'essere; d'accordo la figura cucita addosso a Denzel Washington, ma il resto non torna mai e soprattutto non riesce nell'intento di essere quantomeno interessante. Poca empatia e troppe lungaggini inficiano negativamente sullo sconfortante risultato finale.

Capannelle 12/09/18 00:01 - 4411 commenti

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Un'ottima prova di Washington compensa le lungaggini di una trama tenuta ingiustamente su per due ore e una certo girovagare di sentimenti non sempre credibile. Bisogna anche riconoscere che un protagonista così bizzarro rappresenta un tentativo coraggioso di caratterizzare un genere ricco di avvocati in doppio petto e di arringhe solenni. Vero, Gilroy si fa prendere la mano e quanto descrive è passabile di critiche, ma come originalità e fattura non c'è da lamentarsi.

Ira72 17/05/19 09:13 - 1313 commenti

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Mediocre (nero buono e giusto versus bianco cattivo e scorretto), ma con un suo perché (Denzel Washington). Legal drama piuttosto stereotipato e prolisso, anche se curato e ben confezionato in cui spicca il sempre eccellente Denzel, a cui il film deve buona parte della riuscita. Mancano ritmo e brio mentre abbondano certe sequenze artificiose che sottraggono credibilità all'insieme. Anche i dialoghi farciti e imbottiti all'eccesso, talvolta, risultano indigesti. Un taglio più asciutto, insomma, avrebbe aiutato. Guardabile, certo, ma presto dimenticabile.

Piero68 16/09/19 11:16 - 2957 commenti

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Legal drama introspettivo incentrato sui doveri e sull'etica professionale. Componenti gravi e importanti soprattutto quando si tratta di determinati lavori e quando si esercita la libera professione. Ma quello che fa di questa pellicola un pezzo di cinema assolutamente imperdibile è la gigantesca performance di Denzel Washington, che ancora una volta dimostra di essere uno dei migliori attori in circolazione. Capace di vestire anche i panni, con assoluta credibilità, di un avvocato impacciato ma geniale. Anche Farrell non sfigura.
MEMORABILE: La fuga col camioncino, pensando di essere inseguito.

Enzus79 22/05/23 22:32 - 2896 commenti

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Avvocato penalista difensore dei diritti civili diventa parte integrante del "mondo" che ha sempre combattuto. Bel dramma, con un personaggio abbastanza complesso (ottimo Denzel Washington, candidato agli Oscar) ma che comunque risulta in qualche modo empatico. Finale tragico quanto amaro, ma che forse non poteva essere altrimenti. Discreta la colonna sonora.

Giùan 8/12/23 08:35 - 4559 commenti

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Film che progressivamente smarrisce il suo focus, fino a istillare il profondissimo dubbio che ne abbia mai avuto alcuno. Gilroy prova a giocare nuovamente la carta dell'azzardo di Nightcrawler, ma ciò che nello sciacallo restava di moralmente ambiguo (anche grazie al "soma" gelido e catatonico di Gyllenhaal), qui è esplicitato in un grottesco che prende talmente la mano da andare verosimilmente al di là delle intenzioni dell'autore. Si sviliscono così snodi narrativi e personaggi (Farrell ovviamente ma lo stesso Washington); restano il buon ritmo, una bella empatia e Carmen Ejogo.

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  • Discussione Ryo • 20/06/18 14:15
    Portaborse - 109 interventi
    ma il senso di cambiare il titolo originale mettendone uno in inglese? Io pensavo che "End Of Justice" fosse il titolo originale e che "nesuno è innocente" fosse il solito, insopportabile, sottotitolo italiano. Invece no...