Ghost stories - Film (2017)

Ghost stories
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Ghost Stories
Anno: 2017
Genere: horror (colore)
Note: Tratto dall'omonima opera teatrale di Jeremy Dyson e Andy Nyman.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

E' indubbio che l'horror ricopra ancora funzione di palestra per chi voglia esercitarsi a colpire i sensi con l'immagine studiando i meccanismi della tensione, tanto più negli ultimi anni in cui il campo ha saputo formare registi che ne hanno sfruttato al meglio i punti di forza ponendo grande attenzione nella messa in scena e nella cura fotografica. Nei loro film la storia si fa secondaria, accessoria alla macchina per spaventi in cui le esplosioni sonore che si accompagnano al momento dell'apparizione del fantasma diventano il momento chiave, tanto più ripetuto quando il resto è debole. GHOST STORIES è un buon esempio di questa moderna concezione del genere....Leggi tutto In apparenza è diviso in tre: tre casi che un indagatore dell'occulto (Nyman, che con Dyson è anche sceneggiatore e regista del film) specializzato nello smascheramento di truffe soprannaturali si trova per le mani. Tre casi che uno strano tipo, leader nello stesso campo, gli appioppa dicendogli che si tratta degli unici ai quali non ha saputo dare una spiegazione razionale. Cos'avranno di così particolare? Francamente nulla: se non esistesse una spiegazione per fenomeni simili dovremmo concludere che non ne esiste una per nessun caso di presenza soprannaturale. Perché si tratta di tre episodi tradizionali, legati tutti a un personaggio che racconta la propria storia a voce per continuarla poi in forma di flashback. Ma a contare è come detto la qualità estetica, l'eleganza con cui il film è girato, la consapevolezza dei mezzi che ce lo fa comunque apprezzare in attesa di quella che sarà la lunga coda conclusiva, in cui molto di quanto rimasto in sospeso in precedenza verrà spiegato attraverso un affondo psicologico inatteso che, per quanto smaccatamente derivativo (è un'idea sfruttata più volte), conserva un buon fascino che spinge a riflettere su quanto visto fin lì. Il primo episodio è ambientato in un manicomio abbandonato nel quale un guardiano notturno fa brutti incontri tra luci che si spengono e fugaci apparizioni nel buio, il secondo in un bosco dove un giovane in auto sosta dopo aver investito una strana creatura, il terzo in un appartamento ampissimo articolato in più stanze e lussuosamente arredato. Poi arriva l'ultima parte, a prima vista ancor meno comprensibile dei tre episodi (tutti chiusi in maniera apparentemente incoerente) ma che invece segue una sua (blanda) logica. Asservita allo spettacolo e al desiderio unico di stupire, naturalmente, ma se non altro certi svolazzi da adolescenza kinghiana e gli squarci improvvisi che lacerano la realtà offrono qualcosa di diverso dalla (raffinata) routine nella quale il film s'era comodamente adagiato. Interpretazioni corrette, una direzione di livello ma è difficile strapparsi le vesti per quello che per molti versi resta un esercizio di stile fine a se stesso, cui manca l'anima e lo spirito dell'horror vero, quello che riesce a condurti nell'abisso senza dare l'impressione di esser troppo laccato. Ben mascherata l'origine teatrale della pellicola (firmata dagli stessi autori), per quanto insufficiente a cancellare l'artificiosità del'operazione. Orrore formalmente impeccabile cui con tutta evidenza manca l'anima; e forse anche una spina dorsale che lo regga solidamente. Comunque agli appassionati non dispiacerà: il manico c'è!

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/05/18 DAL BENEMERITO METUANT POI DAVINOTTATO IL GIORNO 17/02/21
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Metuant 1/05/18 08:58 - 456 commenti

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Anche se tratto da un'opera teatrale potrebbe sembrare un film di fantasmi come tanti altri; in realtà, col procedere delle storie che vi si concatenano, si scopre che è molto di più. Ci sono omaggi al classico cinema di fantasmi assieme a echi di sapore horror orientale e si conclude in puro stile David Lynch. Ottimo anche il cast (inquietante al punto giusto): menzione d'onore per il protagonista (lo stesso Nyman), il sempre bravo Freeman e l'ottimo Alex Lawther.
MEMORABILE: La storia del giovane Rifkind; Gli enigmatici indizi sparsi; Il finale.

Gabigol 21/05/18 18:28 - 569 commenti

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Eccetto una mancanza di originalità che si palesa durante lo svelamento del trucco narrativo, il film è un riuscitissimo divertissement sul genere horror, che affronta, senza contraddizioni di nessuna sorta, le figure archetipe e i moti dell'animo umano che evolvono nel contatto con il sovrannaturale. Il film trasmette tensione grazie a una regia accorta e attenta ai dettagli; sfrutta un'ironia centellinata per evitare l'atmosfera seriosa e, infine, si affida a un approccio weird capace di aprire a più livelli di lettura. Merita la visione.
MEMORABILE: La figura con il giubbotto da eschimese; Il personaggio interpretato da Martin Freeman; La casa di Rifkind; Il finale.

Ryo 16/06/18 00:11 - 2169 commenti

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Il film funziona a meraviglia. Una sorta di horror a episodi che sa incutere timore e ansia, grazie anche all'interpretazione assai convincente dei personaggi. Geniale come a un certo punto il film prenda una strada completamente diversa, spiazzando lo spettatore e diventando un'apoteosi della visionarietà onirica in cui i pezzi di un puzzle, sparpagliati lungo il film, si riuniscono a comporre un quadro triste e sorprendente.
MEMORABILE: Il finale, la finestra.

Daniela 8/08/18 08:51 - 12606 commenti

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Il conduttore di una trasmissione tv in cui vengono smascherati falsi medium deve indagare su alcuni casi in cui sono state segnalate presenze soprannaturali... I tre episodi, pur impaginati con eleganza, lasciano perplessi per la loro apparente indeterminatezza; è il racconto che li incornicia a fornire una spiegazione agli eventi mostrati, certo valida dal punto di vista razionale ma a prezzo di una certa banalizzazione in quanto basata su un escamotage già più volte utilizzato. Pur senza convincere pienamente, il film comunque si fa seguire con interesse e regala qualche piacevole brivido.
MEMORABILE: La mano che cerca la bocca; il neonato che stringe il braccio attorno al collo del padre

Puppigallo 25/07/18 10:12 - 5251 commenti

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Le paure, da fuggire, esorcizzare, o per alcuni, da seppellire, usando uno sporco segreto come pietra tombale. E' un po' il sunto della vicenda, che passa con una certa disinvoltura dal terreno, all'ultraterreno. I tre episodi soprannaturali non sono tutti all'altezza (come atmosfera, il migliore è sicuramente il primo). E questo penalizza la pellicola, che però ha comunque un sussulto nel finale, dove emerge un'oscura verità, che è poi la miccia, che ha acceso il cammino del protagonista, dando così un senso al tutto ("Il cervello vede solo quello che vuole vedere"). Nel complesso, non male.
MEMORABILE: Le dita che, lentamente, arrivano alla bocca; La sindrome del chiavistello (le luci sono accese, ma non c'è nessuno in casa).

Tomastich 30/07/18 08:22 - 1255 commenti

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Interessante film tratto da una piece teatrale di stampo horror di grande successo in UK. Andy Nyman è il protagonista nei panni di un professore che ha il compito di fare "debunking" di alcuni fatti paranormali. Si potrebbe considerare un film a episodi collegati con un filo rosso, però ha un grosso difetto: i cosiddetti episodi sono talmente ben scritti, divisi con precisione che poi - dopo aver visto il finale - non si trova il senso, di tanta accuratezza.

Cotola 9/08/18 11:27 - 8998 commenti

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Film a episodi con cornice anche se quest'ultima per una volta non è semplicemente esornativa ma si rivelerà traguardo oltre che motore del tutto. La qualità degli episodi è buona e tutto sommato omogenea: forse il primo è un filino meglio degli altri due. A colpire positivamente è l'ottima atmosfera generalmente inquietante che i registi riescono a creare ed il modo sapiente in cui gestiscono tensione, silenzi ed attese che sanno andare quasi sempre a segno. Un buon film di genere, un po' sopra la media anche se forse si sarebbe dovuto fare ancora meglio per renderlo memorabile.

Nicola81 10/09/18 21:29 - 2831 commenti

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Horror tratto da una pièce teatrale (cosa abbastanza insolita per il genere) di cui si sente parlare bene quasi ovunque, ma che a conti fatti risulta guardabile ma nulla più. I tre episodi sono discretamente inquietanti (soprattutto il primo) e regalano qualche sobbalzo improvviso, ma lasciano anche un senso di incompiutezza che nel finale trova la sua ragione di essere, ma a quel punto affiora prepotentemente la sensazione di essere stati presi in giro. Meglio i personaggi di contorno rispetto all'inespressivo protagonista.

Taxius 4/10/18 14:32 - 1656 commenti

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Il conduttore di un programma tv che si occupa di smascherare falsi medium deve indagare su tre casi che apparentemente sembrano autentici. Questi tre casi sono i tre episodi in cui è diviso il film. Il migliore è sicuramente il primo, una spanna sopra agli altri due che, invece, risultano essere particolarmente mediocri. Il finale a sorpresa scombussola tutto il film dandogli una nuova chiave di lettura.

Deepred89 8/10/18 00:15 - 3701 commenti

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Orrore senza troppi sussulti per tre episodi dalla sceneggiatura tanto risaputa quanto involuta (registicamente il secondo risulta il più interessante, ma in dirittura d'arrivo si inciampa sul digitale di bassa lega), che si riscattano col jolly del quarto episodio che amplia la cornice, con qualche momento interessante e un'insolita ambientazione, nonostante evitabili giussanate e discutibili magie spazio-temporali alla Sutter Cane che si risolvono in un finalissimo uguale ad altri mille. Confezione e cast non male.
MEMORABILE: L'incarnazione del tuo senso di colpa di sale lentamente verso di te mentre ti trovi nel tuo letto: un'immagine profonda forse degna di miglior causa.

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Kinodrop 3/11/18 19:20 - 2909 commenti

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Il finale di quest'horror, se da una parte offre una cornice giustificatoria di ciò che accade nei tre episodi, dall'altra stempera la drammaticità del rapporto tra tangibile e trascendente, restringendola a livello soggettivo e allucinatorio. Nell'insieme, gli ingredienti attrattivi e atmosfere ad hoc ci sono, anche se nel corso della tripartizione si avvertono squilibri e smagliature. Rimangono impresse le prove attoriali di Whitehouse nel primo episodio (il più riuscito) e di Freeman con la sua solita versatilità, mentre Nyman non lascia traccia.

Pumpkh75 3/12/18 13:57 - 1736 commenti

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Tre storielle semplici con soggetti non trascendentali ma che quanto a confezione indossano l’abito della Domenica. E poi? Aspetti invano una illuminazione folgorante che reciti almeno la commedia: il twist allucinatorio e visionario è una forte e piacevole illusione, l’arcano svelato (che meriterebbe uno spoiler spietato) è la minestra riscaldata della sera prima che rifiuti con un po' di insofferenza. C’è una soddisfazione monca, c’è quella delusione che comunque riesce a svanire: pari e patta.

Galbo 1/01/19 19:50 - 12372 commenti

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Ben confezionato, con ambientazione, effetti e fotografia di ottimo livello, un film che delude proprio nel corpus centrale delle tre storie, piuttosto povere dal punto di vista narrativo. Migliore la parte finale, che funziona come raccordo ma ha anche una sua autonomia e serve a comprendere la personalità del protagonista. Buona la prova degli attori, con un ottimo Martin Freeman. Non male ma al di sotto delle aspettative.

Minitina80 19/08/19 20:03 - 2976 commenti

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Un horror diviso in tre tronconi a cui si aggiunge uno spezzone ultimo per dare una visione d’insieme di senso compiuto. Poco da eccepire sul lato tecnico, inserendosi il film in una fascia media per la qualità delle riprese. I tre segmenti non si distinguono in personalità e riescono a malapena a instillare una flebile curiosità per conoscere il senso dell’opera. Il problema è che arrivati alla fine si rimane basiti chiedendosi: “Tutto qui?”. Una sensazione di incompiuto ti assale, facendo collassare ogni velleità artistica in una bolla di sapone.

Enzus79 13/10/20 17:09 - 2864 commenti

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Tratto da un'opera teatrale inglese: un professore deve rivedere il suo scetticismo dopo che indaga su tre eventi soprannaturali. Pellicola interessante con uno svolgimento convincente fino alla fine. Non terrorizza, ma un po' di suspense la suscita. Ben diretto dalla coppia Dyson/Nyman. Martin Freeman si conferma ancora un ottimo, oltre che simpatico, interprete.

Pinhead80 26/08/20 20:50 - 4715 commenti

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Il film tratto dall'omonima opera teatrale che ha avuto un incredibile successo in Europa prima, e nel resto del mondo in seguito, risulta (per chi per l'appunto non conosce la pièce) davvero piacevole e sorprendente. Le tre storie raccontate fanno davvero paura (su tutte la seconda) e il finale spiazzante riesce a ricomporre in maniera più che soddisfacente tutto il puzzle. Un gioco ad incastri congegnato perfettamente da Andy Nyman e Jeremy Dyson, capace di tenere incollato allo schermo lo spettatore per tutta la durata del film. Bravissimo Alex Lawther.
MEMORABILE: L'interpretazione di Alex Lawther nei panni di Simon Rifkind; L'incredibile finale.

Jena 5/09/20 17:03 - 1547 commenti

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Parte piuttosto bene con uno studioso nerd scettico (Nyman stesso) le cui certezze vengono messe in dubbio da una specie di indagatore dell'occulto. Le tre storielle a seguire sono passabili, piuttosto semplici ma anche un po' confuse, con apparizioni fantasmatiche finali fuori luogo in quanto eccessive. Girato bene, con belle location inglesi; purtroppo il finale alla Ai confini della realtà e virato nell'antisemitismo appare troppo astruso e assurdo rovinando quanto di buono fatto. Si fa notare Freeman, sempre simpatico ed ironico. Si ha l'impressione dell'occasione persa.

Fedeerra 21/10/21 04:56 - 770 commenti

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Nonostante la regia formale il film sembra galleggiare liberamente, concependo un’architettura visiva del macabro stereoscopica e affascinante. Interessante l’uso di scenografie quasi teatrali, in cui si manifestano (da scenario a scenario) momenti gesticolanti e rumorosi, fulcro di tutta la storia e di un epilogo più (tristemente) morale che (paurosamente) spettrale. Malinconico.

Anthonyvm 12/11/23 16:06 - 5615 commenti

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Portmanteau inglese d'inattaccabile eleganza formale e difficilmente giudicabile sulla base delle singole storie narrate (inquietante ma vacua la prima, fuori tema per quanto divertente la seconda, di scarsa sostanza la terza), concepito sin dall'intrigantissimo setup come un multiforme rompicapo cui sembra sempre mancare qualche tessera. Sarà soltanto l'atto finale, allucinatorio e ricco di suggestive trovate visive, a unire tutti i puntini. Benché l'ultimo twist proponga una soluzione semplicistica che risale agli albori dell'horror, conclude coerentemente una gradevole antologia.
MEMORABILE: La bimba vestita di giallo; Il diavolo investito tipo "L'autostoppista" di Creepshow 2; Il suicidio inaspettato in aperta campagna; Il decimo numero.
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