Il giustiziere della notte - Death wish - Film (2018)

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Il giustiziere della notte - Death wish
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il Paul Kersey del nuovo millennio diventa un fenomeno da Youtube: filmato durante la sua prima azione da vigilante, in cappuccio, diventa virale col soprannome di Grim Reaper (il mietitore, nella difficile traduzione italiana) e smuove le coscienze. Ha ragione lui che fa fuori i cattivoni senza regolare processo o la polizia che lo caccia per porre fine alle sue gesta? Una contrapposizione ideologica già vista per una rilettura in chiave social che ormai pare impossibile evitare. Kersey, il Giustiziere che la faccia di marmo di Bronson aveva reso immortale nei Settanta, è diventato una specie di supereroe di conserva, idolo delle...Leggi tutto masse. Roth comunque, conscio del pericolo di sconfinare in terreni abusati, cerca di coprire in parte la cosa concentrandosi sul dramma e sulla ricerca dei colpevoli. Rewind: Paul Kersey (Willis), chirurgo, si assenta da casa per un'urgenza al lavoro lasciando moglie (Shue) e figlia (Morrone) in balia di tre rapinatori mascherati che, entrati per rubare, sparano sulle due donne e scompaiono. Immaginatevi la sorpresa del povero Kersey quando in ospedale, dove stava sostituendo un collega assente, si vede sfilare sotto gli occhi le barelle di moglie (morta) e figlia (in coma). Prova a dominarsi, inizialmente si affida alla polizia, ma quando capisce che quelli non caveranno un ragno dal buco ruba una pistola a un degente nel frattempo defunto e comincia a perlustrare i bassifondi di Chicago alla ricerca di qualcuno su cui sfogarsi. Lo troverà facilmente, mentre nel contempo proseguirà il suo lavoro, terrà compagnia alla figlia in coma e indagherà su chi potessero essere i tre rapinatori mascherati. Eli Roth confina le sue pulsioni splatter in quattro o cinque brevi flash di violenza selvaggia (compresa una tortura via nervo sciatico) per impegnarsi nel dare spessore al suo Kersey; che però, lungi dal possedere l'inesorabilità del suo predecessore, indulge pure in qualche ironia fuori luogo (l'improvvisa felicità nei colloqui con la psicologa dopo i primi omicidi) che nuoce alla necessaria malinconia del protagonista. Utilizzare Willis per variare il carattere di Kersey poteva essere un'idea, ma andava allora perseguita più convintamente, senza che il nostro si dibatta in un personaggio né carne né pesce. La mancanza poi di azione, la puzza dei bassifondi che non si respira mai trasformano il film in un dramma urbano come tanti, condotto senza grinta, con un Vincent D'Onofrio che nel ruolo del fratello di Kersey non ha modo d'incidere, presenza di complemento la cui utilità sfugge. Meglio allora il detective Kevin Raines cui Dean Norris regala una simpatica aria rassegnata; ma sono figure palpabili appena più di quanto non lo sia la figlia ridotta nel suo letto d'ospedale, così come deboli sono i tre rapinatori, vittime designate che scarsa soddisfazione dà veder sconfitte. Un remake in definitiva scialbo e incolore, tenuto in piedi da un'interpretazione comunque valida di Willis e dall'esperienza del regista, frenato purtroppo da uno svolgimento standard cui manca il quid necessario che la disperata solitudine del Kersey di Bronson riusciva a trasmettere.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/03/18 DAL BENEMERITO NONCHA17 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 18/03/18
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Puppigallo 23/03/18 10:25 - 5250 commenti

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Ecco il social giustiziere, o mietitore, che dir si voglia. Il suo percorso è, pasta d’uomo, sacco da botte e spietato vendicatore. La pellicola non aggiunge, anzi, toglie sicuramente qualcosa all’originale interpretato da grugno Bronson. Qui si respira un’aria più costruita, decisamente meno genuina. Anche il fratello del protagonista sembra piazzato lì così, senza un motivo, giusto per sottolineare quanto sia in realtà buono e generoso il chirurgo. Si può vedere, la violenza ovviamente non manca, ma non lascia alcun segno tangibile, a parte sui delinquenti che incrociano Willis.
MEMORABILE: L'armaiola; I video corsi; Il nervo più lungo del corpo incontra l'agente caustico "Allora non mi ucciderai?". "Non io, lo farà la gravità".

Rambo90 10/03/18 02:17 - 7661 commenti

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Ho sinceramente gradito questo remake. L'arma vincente è non averne fatto una copia pedissequa dell'originale; anzi, il film se ne discosta anche nella stessa caratterizzazione del protagonista. La trama scivola via veloce, dà le giuste motivazioni e non manca di evidenziare la facilità con cui si ottengono armi in America o il pericolo del farsi giustizia da soli. Willis torna quasi a splendere lontano dai prodotti DTV ed è affiancato da un buon cast (D'Onofrio si conferma presenza di classe). Violenza abbondante, buone le musiche.

Noncha17 8/03/18 22:00 - 87 commenti

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Qui - differentemente rispetto al capostipite - siamo a Chicago, abbiamo un "vero" dottore (Bronson faceva l'architetto) e, soprattutto, la figliola pare non subisca nessuna violenza sessuale. Quindi, dopo la rapina subita, il nostro Bruce se ne va in giro con una felpa con cappuccio in cerca di delinquenti. Un vago richiamo old-style c'è nelle riprese dall'alto sui palazzi di notte. La carica di violenza non è proprio quella tipica della saga ma, alla fine, il film riesce a divertire quando si "tramuta" in horror (genere molto familiare al regista).
MEMORABILE: Pubblicità della tipa dell'armeria; I video-tutorial; "Sei tu il gelataio?"; Le partite a bowling in TV; Dal meccanico; Il richiamo finale a Charles.

Il Dandi 19/06/18 15:17 - 1917 commenti

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Remake "libero" del classico anni '70: intuizione positiva fare di Paul Kersey un chirurgo, abituato a dover spesso salvare di giorno quelle che poi diventeranno le sue vittime notturne. Purtroppo invece la caccia e l'individuazione dei tre killer della moglie banalizzano la sua vendetta, laddove proprio l'impossibilità di Bronson di risalire ai colpevoli nell'anonimato metropolitano, agendo come un'ombra che uccide altre ombre, era il vero punto di forza di un dramma saggiamente irrisolto. Resta, ben condotta, solo l'azione.
MEMORABILE: Il mobile attrezzato.

Herrkinski 24/05/18 02:16 - 8052 commenti

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Dopo l'ottimo Knock knock era lecito aspettarsi qualcosa di più da quest'altro remake, dato che in questo caso non si parla di un oscuro titolo grindhouse quanto di uno dei film chiave degli anni '70; se poi si aggiunge l'impietoso paragone col favoloso remake non dichiarato Death sentence, Roth ne esce con le ossa rotte, anche a causa di uno script che non offre particolari idee e a un'atmosfera mai veramente drammatica. Si lascia vedere piacevolmente, le scene violente funzionano, ma non lascia nulla e vanifica l'utilità dell'operazione.

Galbo 13/08/18 08:18 - 12372 commenti

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Per aggiornare il classico degli anni 70, il regista Eli Roth non adopera troppa fantasia, semmai toglie qualcosa in termini di spessore dei personaggi e “consistenza” della sceneggiatura. Non che il film sia brutto, il suo limite è quello di essere simili a moltissimi altri del genere e di essere interpretato da un attore che ultimamente “funziona” meglio quando usa l’ironia e non si prende troppo sul serio. Mediocre con un suo perché.

Taxius 30/10/18 20:42 - 1656 commenti

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Eli Roth fin da subito ci fa capire di non essere molto a suo agio con il genere action: un film senza idee, sorretto solo da un Bruce Willis un po' incartapecorito ma sempre in palla quando recita ruoli simili. Conoscendo il regista era logico aspettarsi qualcosa di più violento e sanguinario, mentre in realtà di violento c'è ben poco. Non terribile, ma è una di quelle pellicole che si fa dimenticare piuttosto velocemente.

Piero68 29/01/19 08:44 - 2955 commenti

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Ennesimo remake che in pieno stile moderno snatura completamente il senso e il sottotesto originale di quella che è stata una pietra miliare del cinema noir. Nemmeno l'accoppiata Willis/Roth riesce a dare la giusta accelerazione al film: il primo perché recita in maniera sempre più svogliata ed è solo la pallida ombra di quello che fu uno dei re dell'action; il secondo perché senza le sue splatterate e senza un minimo di horror è pesce completamente fuor d'acqua. Ne viene fuori un film dozzinale sovrapponibile a tanti altri di genere.

Nando 29/01/19 09:33 - 3806 commenti

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Willis in formato giustiziere dopo aver perso la moglie in una drammatica rapina. Pellicola molto convenzionale in cui già s'immagina l'epilogo nonostante la discreta confezione. Certo il finale poteva essere più carico di tensione. Buono il cast con Willis che mostra cinismo da vendere e D'Onofrio simpatica spalla; tra i cosiddetti cattivi non si segnalano personaggi degni di nota.

Pinhead80 12/03/19 19:35 - 4715 commenti

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Competere con il predecessore era quasi impossibile, anche perché non è che si potesse lavorare molto sulla sceneggiatura. Qualche ritocco è stato fatto, ma quello che contava di più era il protagonista. Trovare il personaggio che sostituisse Bronson era il primo compito di Roth. Willis non sfigura di certo ma non si ha mai l'impressione che possa essere una persona mite (l'episodio al campo di calcio è troppo poco). Roth avrebbe potuto dare un taglio ancor più perverso all'effrazione con violenza, ma con merito si è trattenuto.

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Anthonyvm 9/06/19 23:15 - 5615 commenti

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Raro caso in cui un remake, opportunamente aggiornato e rivisitato, si dimostra all'altezza dell'originale. Anzi, sotto certi aspetti risulta anche più godibile e coinvolgente. Quasi tutti i cambiamenti svolti (specie l'ambientazione moderna) sono indovinati: è ben resa la reazione del popolo di Internet al fenomeno del Tristo Mietitore, fra meme, condivisioni e like. Bravo Dean Norris. Più "finto" e convenzionale rispetto al film del '74, con Willis sulle tracce degli assassini di sua moglie, ma più soddisfacente: il miglior film di Eli Roth.
MEMORABILE: Il video che spopola sul web; La tortura nell'officina con tanto di esplosione ultragore; I meme su Willis; La resa dei conti; L'inquadratura finale.

Gestarsh99 30/07/19 16:50 - 1395 commenti

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Paul Kersey è risorto, reincarnato nel volto e ritemprato nel fisico di un granitico Willis, e ben conscio che "il karma è la Visnù dei torti (subiti)", non ci metterà molto a riequilibrare le iniquità imbottendo di piombo chi l'ha vessato. Di rientro dalla giungla verde amazzonica, Eli Roth s'infila con tutte le scarpe nella giungla d'asfalto metropolitana; il nostro sembra aver capito che il troppo stroppia e con l'antifona ormai chiara si mostra molto meno sadico e pulp di quanto ci si aspetti, vista la sua sfilza di "precedenti venali". Un repulisti in tono minore: Bronson era altra cosa.
MEMORABILE: La tortura della coscia recisa e causticata col liquido per i freni; L'effetto della testa schiacciata sotto l'auto "scriccata"...

Maxx g 27/12/20 20:53 - 631 commenti

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Remake del 2018 di una tetralogia con Charles Bronson, ha il pregio di tenere alta l'attenzione dello spettatore ma il grande difetto di essere uguale a tanti altri film del genere (anche nei personaggi, fortemente stereotipati). Willis funziona, pur se l'ironia è in tono minore rispetto al suo standard. D'Onofrio valido. In sostanza il film merita una visione, ma solo se si è strettamente amanti del genre. Nulla di eccezionale insomma.

Schramm 4/01/21 19:08 - 3490 commenti

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Sfrondare la feccia o intervenire chirurgicamente, cosa cambia? Si rimuove il male dal corpo metropolitano. Neo-Micheal Wanner, Roth didascalizza a tutto tondo il sottinteso metaforico con un upgrade significante che rilancia Kersey chirurgo in un'endiadi Die hard-E.R. e ne sopraeleva eroismo e iconicità mettendogli alle calcagna quel Norris che già recintò l'isola di White. Che tanto blockbustering incarognisca il purista è comprensibile, ma preso a sé è un infiammabile congegno filmico che accorpa un'equa miscela di robusto intrattenimento e sagace disonestà testuale e visiva.

Redeyes 8/02/21 08:30 - 2442 commenti

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Kersey da architetto diviene dottore in questo remake, ma resta fedele al suo credo iniziale contro l'uso delle armi. Roth dirige questa pellicola, ma delude chi cerca quel suo "sadismo", quel suo gusto per la  violenza già dal mancato stupro della figlia, vedendolo soccombere dinanzi a una prospettiva più orientata verso i media del momento. Ne emerge un mietitore fin troppo simile alla miriade di vendicatori moderni che sì richiama all'idea originale, sopratutto al suo sviluppo, ma trasuda poco coinvolgimento. Willis coll'autopilota.

Jena 13/03/21 21:15 - 1547 commenti

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Restyling dignitoso del giustiziere della notte bronsoniano. Nessuna particolare novità, a parte gli aggiornamenti necessari come il rapido trasformarsi del giustiziere in un fenomeno social e il ricorso a una violenza vendicatrice ancora più efferata se possibile dell'originale, secondo la moda del torture porn. Il prodotto perde un po' della rozza efficacia dell'opera di Winner ma guadagna dal punto vista registico e della messinscena. Bruce Willis, un po' troppo vecchio per il ruolo, non vale comunque Charles Bronson. Bene la spalla D'Onofrio.

Yari 26/06/21 19:37 - 49 commenti

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Il Giustiziere della notte nell'era del telefonino, internet e i social; per prima cosa Bruce Willis non vale qui il grandissimo Charles Bronson. Eli Roth gira un remake brutto che a tratti sembra quasi una parodia, viste le varie scene ridicole al limite del demenziale (la palla da bowling che cade in testa al rapinatore sembra uscita da una gag di Bip Bip e Willy il Coyote, Willis che si cuce la ferita della spalla con una semplice cucitrice da sartoria sembra concepita per il Benny Hill Show). Assolutamente da evitare!
MEMORABILE: L'automobile che cade sul rapinatore schiacciandogli la testa con effetto splatter.

Nick franc 27/09/21 23:29 - 507 commenti

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Scadente remake fuori tempo massimo del film di Winner. I difetti sono tanti, a partire da un qui pessimo e imbolsito Willis, che non riesce a trasmettere minimamente il tormento e il dolore del suo personaggio. I momenti trash o comicamente involontari non si contano, con assurdi inserti splatter, e anche se si riesce a sorvolare sull'ambiguità di fondo dell'ideologia non lo si può fare sulla scarsità dell'insieme. Sprecato D'Onofrio, male Roth. Fosse parodico un po' funzionerebbe, ma visto che vorrebbe essere serio...
MEMORABILE: Lo spot e la scena nel negozio d'armi; La palla da bowling in testa; La tortura in officina; Willis che si sutura la spalla con la spillatrice.

Aco 29/09/21 12:31 - 213 commenti

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Rifacimento del celebre film omonimo, con molto sangue e frattaglie ma meno violenza sessuale e un buon ritmo adrenalinico. Peccato che l’interpretazione di Bruce Willis non sia all’altezza del ruolo, un po' inespressiva a meno che non si consideri l’inespressività la sua cifra stilistica. La trasformazione da chirurgo in giustiziere della notte è troppo veloce, ma nel complesso il film è più che coinvolgente e godibile, a patto di non cercare messaggi sociologici stile anni 70.
MEMORABILE: L’infervorata proprietaria del negozio di armi che consiglia pistole e fucili come se fossero elettrodomestici.

Deepred89 2/11/21 00:43 - 3701 commenti

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Remake più vicino al film di vendetta tout court che all'aria di sterminio dell'originale con Bronson, rispetto al quale aumenta la dinamicità e la violenza delle scene di massacro (con grande spasso per lo spettatore) ma si riduce l'impatto traumatico della causa scatenante (niente più stupri). Soggetto di totale medietà, qualche notazione interessante nell'aggiornare ai tempi del 2.0 il tema del giustiziere, una buona confezione e un Willis che funziona anche meglio del previsto. L'avremmo preferito ancora più radicale, ma è abbastanza manicheo e catartico da divertire.

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Smoker85 28/08/22 11:16 - 487 commenti

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Willis, con la consueta aria frastornata, interpreta non senza efficacia il classico brav'uomo messo all'angolo dalle ingiustizie della vita e da un sistema che non sembra volersi impegnare a punire i delinquenti. Il risultato dell'operazione è dignitoso nel complesso, con la volontà di esaltare elementi splatter, forse per renderlo (ancor) più commerciale. Rispetto al prototipo manca però quell'atmosfera malata ed esasperata, nonché la freddezza impenetrabile dello sguardo di Bronson. Comunque sufficiente.

Rufus68 29/08/22 23:38 - 3819 commenti

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Un remake di cui non si sentiva la mancanza. I timori son tutti confermati: manca, infatti, il dilemma umano che attanagliava l’originale protagonista costretto a snaturare le proprie intime convinzioni; mancano la drammaticità e la tensione (basti confrontare la scena della violenza alle due donne); abbonda, invece, la superficialità nella ricognizione politico-sociale e, soprattutto, nello scioglimento finale risolto con un paio di scialbi motteggi. Sprecato un buon cast di contorno. Willis monocorde e sciapissimo.
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  • Discussione Raremirko • 2/03/21 21:21
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    E bravo Roth, il film mi è piaciuto (è forse il suo migliore, assieme al primo Hostel e Cabin fever); neanche così lineare ( i cattivoni vengono trattati in un modo che non ti aspetti, soprattutto alal fine, in modo non banale), bene il buon cast, ritmo nella media, per un riuscito mix tra i momenti torture alla Hostel e il cinema drammatico/poliziesco di Winner.

    Un remake di un cult, riuscito e riattualizzato; sono con Schramm!