Sono tornato - Film (2018)

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Sono tornato
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Remake italiano coerentemente “personalizzato” di LUI E' TORNATO, in cui si immaginava che Adolf Hitler si risvegliasse ai giorni nostri incontrando sulla strada persone che lo scambiavano per un folcloristico cabarettista. La versione nostrana non poteva che riesumare nel parallelo Mussolini: l'impatto sociale non cambia. E proprio come nel film tedesco il vero punto di forza è il protagonista: se Oliver Masucci aveva saputo interpretare Hitler con naturalezza ed efficacia, Massimo Popolizio riesce a fare anche di meglio dando vita a un Mussolini assolutamente credibile, nel modo...Leggi tutto in cui reagisce ai continui paradossi. Affiancato nella sua avventura da un giovane cineamatore (Matano) che fatica ad emergere nella televisione per cui lavora, Mussolini fin da subito prende coscienza di un mondo profondamente cambiato solo in apparenza, che a suo dire conserva ancora lo stesso analfabetismo culturale di cent'anni fa (esemplare la scena in cui, cambiando canale in tv, trova solo trasmissioni di cucina). Un modo – come d'altra parte nel film originale – di mostrare quanto la superficialità di pensiero sia facile preda di assolutismi: dapprima guardato con semplice simpatia dal popolo, il Mussolini rinato acquisisce attraverso la comunicazione televisiva rilevanza sociale sempre maggiore. In un mondo in cui il carisma e la capacità di bucare lo schermo sono tutto, al Duce è sufficiente ribadire le proprie indubbie capacità nel campo per attrarre irresistibilmente. E qui subentra la bravura di Popolizio, che sa guadagnarsi il centro della scena con una performance degna di nota, in cui sfugge con grande abilità (e l'aiuto di dialoghi e monologhi notevoli, soprattutto se confrontati con quelli che toccano ai comprimari, Matano compreso) al rischio macchietta pur non rinunciando in più occasioni all'ironia fornita dal bislacco confronto generazionale. L'uso di un eloquio non necessariamente forbito ma figlio dei suoi tempi, l'avversione per i termini inglesi, il quasi svenimento alle parole dell'Italiano di Cutugno (“Un partigiano come presidente!”), l'ossessione per una nuova politica di conquista e di liberazione dallo straniero portano lo spettatore a sorridere e riflettere. Molto più delle implicazioni scontate legate all'esplosione del fenomeno mediatico (con Stefania Rocca a sostituire la Faye Dunaway di turno e un Gioele Dix in ombra) o degli incontri per via condotti in modalità BORAT come nel modello tedesco, semplici interviste lampo che poco hanno a che spartire col cinema. Una confezione di qualità e la regia competente di Miniero permettono di non annoiarsi troppo, soprattutto durante una seconda parte in cui la ripetitività dell'assunto si fa evidente. Più che nell'originale è comunque evidente come la riuscita dell'idea dipenda innanzitutto dall'aderenza dell'attore protagonista al personaggio, il quale anche qui gioca in modo intelligente con il non realismo della situazione: Mussolini non ha bisogno di negare di essere se stesso e anzi non lo fa mai, garantendosi così la certezza di non essere creduto e di poter continuare il proprio gioco.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/02/18 DAL BENEMERITO B. LEGNANI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 27/11/18
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B. Legnani 6/02/18 23:36 - 5532 commenti

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Film alterno, con momenti riusciti e altri che girano a vuoto. Sulla sedia del colpevole sta più che altro il mondo della televisione, ma è un mondo di oggi come la Democrazia Cristiana di ieri: digerisce tutto (infatti coproduce Sky). Popolizio è straordinario, perché riesce a essere Mussolini senza eccedere, ma anche e specialmente con gesti composti e parole non stentoree. Il resto del cast gli è decisamente inferiore. Brutto il prefinale, con la tv della lacrima, ma perfetto il noto finale, che testimonia che gli italiani aspettano sempre un Uomo della Provvidenza, qualunque colore abbia.
MEMORABILE: Mussolini tramite WhatsApp seduce una ragazza. Il celebre e celebrato finale, con veri saluti romani di passanti veri.

Rambo90 8/02/18 16:42 - 7697 commenti

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Molto altalenante, soprattutto a causa di una sceneggiatura indecisa tra satira alta e bassa, tra gag e dialoghi più raffinati e altri che mirano alla risata grassa. Popolizio regge con bravura il peso di un film non facile, gestito non al meglio dalla regia generalista di Miniero, mentre Matano è completamente spaesato e fuori parte, con punte di anti-recitazione davvero imbarazzanti. Si sorride, ci si indigna qualche volta, ma alla fine la sensazione è che si poteva fare molto di più.

Tarabas 22/05/18 10:08 - 1878 commenti

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Difficile giudicare un film che ha un sottotesto (spero solo) maldestro, ridurre il Fascismo e Mussolini a uno dei tanti governi italiani, uno dei tanti passaggi tutti uguali della nostra storia, cui siamo eternamente condannati a ritornare per tare genetico-culturali. Restando alla pellicola, riesce meglio dove è più ambigua, il Duce buon uomo che si commuove per la Petacci, i consigli sentimentali. Fuori contesto, per quanto condivisibile, la scena con la sopravvissuta a Auschwitz. Bravissimo Popolizio, inadeguato Matano e irrilevante la regia.

Nando 23/05/18 23:37 - 3814 commenti

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Nel complesso una grossa delusione. Ci si aspetta una pellicola scintillante e foriera di situazioni brillanti, invece - nonostante una discreta primissima parte - si assiste a inutili "rotocalchi" gestiti da attori non all'altezza. Popolizio è monumentale ma, ahimè, sia Matano che la Rocca non sono all'altezza. Ritmo sotto zero e poi la pietosa scena della nonna anziana.... Eppure Miniero con il Sud (ma non con il Nord) una mezza risata aveva saputo generarla.

Mutaforme 28/05/18 11:10 - 417 commenti

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E se tornasse Mussolini? Come si troverebbe proiettato nel mondo di oggi? Questo è il tema trattato, in modo assolutamente soft, da questa simpatica commedia ispirata a un altro film in cui a tornare era invece Hitler. Il limite di questo film è che non si va molto oltre una comicità spicciola, la satira è ridotta all'osso. In definitiva una commedia piacevole ma che non offre nulla di memorabile.

Capannelle 4/06/18 00:17 - 4411 commenti

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Come il film su Hitler era incompleto e sapeva di televisivo anche questo non riesce a sfruttare l'idea di partenza e la bravura di Popolizio, circondandolo di situazioni via via sempre più inconsistenti e di attori non all'altezza, Matano in primis. Sì, qualche riflessione sugli italiani c'è, come anche un momento di ricordo delle atrocità razziali che invita a ulteriore riflessione. Ma tutto affoga in un gioco delle parti poco riuscito, in una regia svogliata e in location banali.

Caveman 19/07/18 19:21 - 523 commenti

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Pellicola che ha avuto una cassa di risonanza enorme e ci mancherebbe altro, dato il tema trattato e il protagonista: parlarne bene o parlarne male l'importante che se ne parli, devono aver pensato gli addetti ai lavori. Popolizio è bravissimo, questo è palese, non va mai (o quasi) oltre le righe ma è l'unico punto a favore di un film che rappresenta il vuoto pneumatico con attori modesti (la Rocca e Matano); infatti a un certo punto ecco la tv del dolore...

Taxius 24/07/18 12:37 - 1656 commenti

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Brutto remake di un film tedesco con protagonista Hitler. Pure l'originale non era nulla di straordinario ma, dalla sua, aveva almeno l'originalità che lo rendeva un film interessante e meritevole di almeno una visione; il film di Miniero, al contrario, è un semplice copia-incolla con le stesse battute e le stesse situazioni: l'unica differenza è l'avere Mussolini in sostituzione di Hitler (ci si poteva almeno sforzare a cambiar qualcosa). Si salva l'interpretazione di Popolizio, mentre Matano appare come sempre fuori luogo. Pessimo.

Galbo 30/01/19 14:37 - 12392 commenti

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L’”operazione” compiuta con Hitler nel film tedesco, viene ripresa pari pari da Miniero sfruttando la figura del duce italico. Al netto della bravura indiscussa di Popolizio (di una spanna superiore agli altri attori), un film tutto sommato banale che si limita ad una rappresentazione esteriore di un fascismo 2.0, senza approfondire il tema e limitandosi ad una satira all’acqua di rose. Un film mediocre come il suo predecessore.

Il Dandi 9/03/19 19:19 - 1917 commenti

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Sbiadita fotocopia dell'originale tedesco, peggiorato pure nelle poche licenze: l'appeal documentaristico viene trascurato a favore delle più ovvie trovate comiche da viaggio nel tempo à la Kate & Leopold, pure sciattamente condotte (Mussolini deve imparare a usare il mouse ma padroneggia automaticamente WhatsApp). Banali le riflessioni sui media e i must sull'Italia mutietnica di oggi. Matano qui è terribile ma a dire il vero anche la celebrata interpretazione di Popolizio pare fuori registro, incapace di restituire un Duce quotidiano.
MEMORABILE: Mussolini torna a Villa Torlonia; La ricerca dell'id per la creazione dell'indirizzo email.

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Hearty76 16/09/19 04:32 - 258 commenti

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Versione italiana del Lui è tornato tedesco. Il risultato purtroppo è qualcosa d'inafferrabile e indefinito tra il cabarettistico e il decadente. Mussolini si ritrova catapultato nel 2017 (attraverso non si comprende bene quale metafisico fenomeno spaziotemporale) e viene scambiato per brillante attore comico. Tranne due o tre momenti particolarmente toccanti, per non dire da pelle d'oca, il resto è un pastrocchio di gag stentate e frettolose. Suscita domande importanti sulla Storia ma non riesce a palleggiare con ipotesi delicate come granate.
MEMORABILE: I discorsi del Duce sulle diversità dell'Italia tra le due epoche; Il monologo dell'anziana ebrea che in un attimo riconosce in lui il vero Mussolini.

Ryo 23/09/19 23:14 - 2169 commenti

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Azzeccata l'idea di base, che a tratti ricorda molto il fumetto "Quando c'era Lui". La regia è vispa e il film scorre veloce. La prova attoriale di Popolizio è eccellente, Frank Matano è una buona spalla che non sfigura. Spassose le interviste "reali" girate alla maniera di candid camera (tristi alcune risposte, fra l'altro). Ha momenti toccanti che portano alla riflessione.
MEMORABILE: "Quegli occhi non si possono dimenticare... Anche noi all'epoca pensavamo fosse un comico.".

Lupus73 8/01/20 23:01 - 1494 commenti

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Remake italiano di Lui è tornato con trasposizione da Hitler a Mussolini. Inferiore all'ottimo modello per il semplice fatto di esserne un semplice calco nel quale la sceneggiatura segue pedissequamente l'originale, se si esclude qualche gag nuova. Si sarebbe potuto seguire lo spunto di partenza e creare un prodotto con una propria personalità; a esempio: non si è mai usata la nota e carica teatralità oratoria tipica del personaggio. Ottima confezione, sufficiente intrattenimento ma il film nella sua comicità in agrodolce è più fiacco del prototipo.
MEMORABILE: Mussolini che si esalta con "L'italiano" di Toto Cutugno e si infastidisce con l'anglofonìa.

Gabrius79 19/04/20 22:26 - 1427 commenti

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Remake poco coinvolgente che funziona a fasi alterne e che viene salvato da un’interpretazione impeccabile e credibile di Massimo Popolizio nei panni di Mussolini. Il resto del cast con Matano, Dix e Rocca, non sempre è all’altezza anche a causa di una sceneggiatura non ben elaborata. Anche la regia di Miniero sembra a volte incerta. Una pellicola che andava sviluppata meglio.

Von Leppe 24/01/20 23:20 - 1262 commenti

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A differenza dell'originale tedesco, i luoghi che c'erano al tempo di Mussolini ci sono ancora e almeno le location sono buone: interessante soprattutto l'idea di sfruttare la Porta Alchemica di Piazza Vittorio a Roma per il ritorno del trapassato. Il film mostra come gli italiani prenderebbero oggi un possibile ritorno del Duce, il tutto trattato con una certa ambiguità, visto che la gente lo considera un sosia; l'unica a rendersi conto di ciò che sta accadendo è una vecchia che non sta bene con la testa.

Pessoa 2/02/21 13:36 - 2476 commenti

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Intelligente commedia di Miniero che mette a frutto meglio del cugino tedesco una trovata semplice ma geniale. Il carattere italiano più portato alla fantasia e all'autoironia ben si sposa con la bizzarria del soggetto lasciando più spazio agli sceneggiatori per trovare l'ironia fra le pieghe di una storia tragica. Certo, eticamente molti troveranno da ridire su alcuni episodi, ma il politicamente scorretto è il sale di un film che nel bene e nel male offre un quadro non comune di un'Italia e della sua deriva politica. Grande prova del cast, con Popolizio molto in parte. Gustoso!
MEMORABILE: "Non leggo libri, non leggo niente, non guardo film, sto tutto il giorno davanti al telefonino"; "Governare questo paese non è difficile, è inutile".

Herrkinski 6/07/22 14:46 - 8112 commenti

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Remake all'italiana di un film tedesco basato su un'idea interessante; al posto di Hitler abbiamo Mussolini, interpretato da un Popolizio di per sé bravo ma che non assomiglia particolarmente al Duce, né fisicamente, né nell'accento e nei modi. Il risultato è quindi altalenante; alcune gag funzionano comunque ma nel complesso le situazioni danno spesso un senso di artefatto e la riflessione sui media e sull'analfabetismo funzionale di tanti Italiani è scontata, per quanto in certi frangenti centrata. Matano fa quel che può, brava la Rocca; curiose le riprese "rubate" per strada.

Daniela 12/09/22 08:25 - 12662 commenti

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Scialbo remake di un film tedesco con sostituzione del redivivo Hitler con Mussolini, la cui figura si pesta maggiormente ad essere messa in burletta. Anche qui prevale il lato "Candido" della vicenda spesso associato ai viaggi nel tempo, ossia l'osservazione da parte di un occhio vergine delle stranezze odierne, compreso il potere della tv di fabbricare mostri/miti, ma se il film originale, pur non del tutto riuscito, aveva comunque una sua valenza satirica, qui la sceneggiatura arranca e la bravura di Popolizio finisce per far risaltare la pochezza delle figure che lo circondano.

Reeves 15/12/22 08:23 - 2216 commenti

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Un remake che mostra molte idee originali. Da apprezzare soprattutto come viene costruita una possibile simpatia per questo "zombi" illustre, per poi ricordarci all'improvviso con un colpo di scena molto ben studiato i delitti e le cattiverie che ha saputo fare nei vent'anni di governo in Italia. Popolizio tiene la scena con grande talento, Stefania Rocca conferisce spessore al proprio personaggio.

Bubobubo 11/01/23 01:58 - 1847 commenti

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Sarà pure un luogo comune, ma questo non ne ridimensiona la credibilità: il sensibile scarto fra l'originale e il remake è inevitabilmente condizionato dal diverso rapporto con la storia ideologica del '900 separatamente maturato da Germania e Italia. Materiale e contingenze politiche esigevano una satira ben più acuminata della solita bolsa paternale sul solito uomo della provvidenza spinto dai soliti mezzi di comunicazione conniventi: tutto invece, anche quando i toni provano a farsi più seri (come nel prefinale), sembra mantenere il tono della burla a denti stretti. Noioso.
MEMORABILE: In un attimo di lucidità, nonna Lea (Reggio) riconosce Mussolini (Popolizio).

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Caesars 6/02/23 14:33 - 3790 commenti

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Il tema poteva dare spunto a situazioni divertenti e/o a riflessioni interessanti, ma viene sprecato quasi totalmente. Siamo davanti invece alla solita commedia italiana del nuovo millennio, in cui tutto gira col pilota automatico e spesso con ben scarsi risultati artistici. Popolizio cerca di dare anima al suo Mussolini, ma il risultato è discreto e nulla più (però rispetto a quella del resto del cast la sua interpretazione pare da premio Oscar). Se si ha qualche aspettativa, il rischio di rimanere delusi è alto assai.
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  • Curiosità Mauro • 9/02/18 14:45
    Disoccupato - 11983 interventi
    Nelle scene finali c’è una comparsata molto curiosa e involontaria di un noto politico romano. Girando le scene della folla che saluta Mussolini al suo passaggio sulle strade della capitale, infatti, l’obiettivo della macchina da presa ha, infatti, casualmente “catturato” Gianni Alemanno mentre si trovava a transitare in quel luogo. Non si tratta di una scelta degli autori del film poiché Alemanno non è citato nei titoli di coda, cosa invece accaduta ad altri personaggi che hanno recitato in questo anche in sequenze molto brevi (come Angela Finocchiaro, per esempio). Lo stesso Alemanno ha rivelato la casualità del fatto in un commento rilasciato all’agenzia di stampa Adnkronos.
    Il fatto veramente curioso è che Alemanno ha mosso i primi passi nella politica nel MSI, il partito fondato nel 1946 da ex esponenti del regime fascista e da reduci della Repubblica Sociale Italiana.

    Qui trovate il momento del passaggio di Alemanno, con il cellulare all’orecchio. Grazie a Fedemelis per il fotogramma:

  • Discussione Kaciaro • 10/07/18 23:51
    Galoppino - 506 interventi
    oddio l'idea era anche carina secondo me ma e' stat sviluppata un po' male troppi alti e bassi belle trovate comunque..
  • Discussione Pessoa • 2/02/21 13:40
    Formatore stagisti - 416 interventi
    Ho appena visto il film e devo dire che per quanto l'interpretazione di Popolizio nei panni di Mussolini sia impeccabile, io ci avrei visto meglio Bisio (che viene anche citato in un dialogo) o Crozza.
  • Curiosità Caesars • 2/02/23 14:03
    Scrivano - 16811 interventi
    Il trailer "ufficiale" italiano, presenta un errore nell'indicare il titolo del film da cui è tratta la sceneggiatura di questa pellicola. Viene infatti indicato come "Er ist wiender da" invece che "Er ist wieder da" (c'è una "n" in più)

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