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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Con un gran pubblico di bimbi pronti a seguirne il percorso artistico (non se ne capisce bene il perché ma "Andiamo a comandare" era popolarissima, tra i giovanissimi), Rovazzi trova non a caso la Disney, a sponsorizzargli l'ingresso al cinema. A scrivergli il copione e a dirigerlo Gennaro Nunziante, transfuga da un Checco Zalone che per il 2018 abdica. Nei panni del volonteroso neolaureato milanese subito spedito - dopo un colloquio invero soddisfacente - a distribuire volantini pubblicitari nei condomini, Fabio Rovazzi (nome e cognome reali son mantenuti, così da sfruttarne fino in fondo la popolarità) fa quel che può: non è un attore, lo sa lui meglio...Leggi tutto di noi e punta giustamente sulla spontaneità, con apprezzabili risultati. Il suo personaggio è indifeso, ingenuo, managerialmente incapace (porta la ditta di suo padre al fallimento quando quest'ultimo finisce in coma dopo un incidente stradale), il prototipo di come viene vista la gioventù d'oggi da chi occupa i posti di potere. Tornato col cappello in mano laddove si era licenziato una volta appreso di dover seguire l'azienda del padre, lo spediscono a fare uno stage in un paesino sperduto, dove affiancherà un gruppo di extracomunitari nella raccolta di ortaggi nei campi. Il vegetale quindi, che poteva dapprima identificarsi col padre (Bruschetta) in coma, fa riferimento anche al nuovo lavoro, dove nemmeno a dirlo Fabio conoscerà una giovane e bella maestrina (Calliari) di cui s'innamorerà. Lo schema si fa insomma piuttosto scontato, dopo un avvio meno tradizionale nel quale si analizzava per sommi capi il rapporto tra i giovani e il lavoro. Ma mantiene una sua eccentricità involontaria nell'interpretazione acqua e sapone di Rovazzi; che non può certo essere paragonato a un comico vulcanico come Zalone né troppo ci prova, a far ridere; se a tratti ci riesce comunque è per la qualità di una sceneggiatura ben calibrata, che conferma Nunziante come umorista di buon livello in grado di sostenere con una regia competente le qualità dello script. Gradevole ad esempio il modo in cui si descrive il rapporto col coinquilino (Giannone, ottimamente in parte), mentre più fastidiosamente stereotipato è il personaggio della sorellina saccente (Franzese), anaffettiva e odiosetta. A Zingaretti è assegnato un ruolo ambiguo, che non si sa bene dove collocare se non nel finale: si limiterà a spalleggiare senza troppa fantasia sfruttando le qualità che gli si riconoscono. Nunziante ha qualche pausa di troppo, ma sa infilare battute che colgono nel segno (notevole tutta la scena dal venditore di auto usate) e coprire con intelligenza i limiti recitativi di Rovazzi permettendogli di cavarsela con espressioni tra il malinconico e il rassegnato alle quali alterna rari picchi di gioia riassorbiti in pochi minuti dal più consono grigiore. Più in ombra il rapporto col padre, che pareva poter essere al contrario centrale: lo si recupera nella seconda parte, dà il via a un paio di simpatiche battute e poco altro. Barbara D'Urso, nella parte di se stessa, dà un tocco di scontato cinismo all'ennesima parodia della tv del dolore.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/01/18 DAL DAVINOTTI
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Markus 20/01/18 16:28 - 3680 commenti

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Idolo di bambini e teenager con il famoso brano "Andiamo a comandare", ecco l'esordio cinematografico di Fabio Rovazzi: un volto anonimo come tanti che però prendo e gli va dato atto di essere una specie di mito (la sala era zeppa di ragazzini) a me sconosciuto. La pellicola, piuttosto divertente e con buoni momenti, segue i dettami di molti esordienti giovani con vicissitudini raccontate in maniera scanzonata (mondo del lavoro in epoca di crisi, un amore tra timidi...) con la forza e lo stile narrativo ideato da Gennaro Nunziante.

Gabrius79 24/01/18 00:32 - 1420 commenti

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Gennaro Nunziante cerca di plasmare questo film nel segno di un esordiente Fabio Rovazzi. Certo non sta dirigendo Checco Zalone, peró riesce in qualche maniera a dirigere un film piuttosto piacevole, nonostante le acerbe doti di attore di Rovazzi. I momenti divertenti non mancano (infarciti con una timida storia d’amore) e spiccano se non altro una buffissima Rosy Franzese (la piccola sorellastra) e un carismatico Alessio Giannone (il coinquilino), che forse avrebbe meritato più spazio. Ironica presenza di Barbara D’Urso.

Paulaster 24/05/18 09:55 - 4375 commenti

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Giovane laureato si adatterà ai mestieri più umili pur di lavorare. Trama esile, guidata dalla voce fuori campo, che racconta i dolori di un neoassunto pieno di buona volontà. Rovazzi ha i modi gentili adatti ma purtroppo per lui la maggior parte delle battute sono banalotte (il lavoro in nero, l’innamoramento ovvio, il coinquilino). Consigliato anche a un pubblico imberbe per l’assenza di volgarità, camei piacevoli e per la classica iniezione di buoni sentimenti di Nunziante.
MEMORABILE: “Listen to me”; Il ballo africano; L’urlo per svegliare la sorella in macchina.

Didda23 17/09/18 08:58 - 2424 commenti

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L'esordio attoriale di Rovazzi è da premiare soprattutto per la naturalezza recitativa e per il messaggio positivo lanciato nel finale. Il fatto che il target sia quello delle giovanissime generazioni fa perdonare un buonismo di fondo ai limiti dell'imbarazzante (la cittadina con un'integrazione incredibile) e lo scontro fra ciò che è reale e ciò che dovrebbe e potrebbe essere. Il cast di contorno è cucito bene con uno Zingaretti sempre in parte e un bravo Bruschetta nel ruolo di imprenditore intrallazzatore. Niente male.
MEMORABILE: Rovazzi che dopo l'incidente del padre prende le edini della società; La squadra di pallone che deve avere almeno un italiano in rosa; Lo stage.

Nando 25/09/18 23:15 - 3806 commenti

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Pellicola leggera che ha il pregio di mostrare come, talvolta, l'ingenuità e l'onestà possano portare al successo e alla felicità. Indubbiamente tutto molto fiabesco, ma il candore di Rovazzi e la doppia faccia di Zingaretti contribuiscono a strappare sovente la risata senza mostrare volgarità alcuna. Esilarante cameo di Barbara d'Urso in una narrazione nel complesso simpatica.

Daniela 28/04/22 21:17 - 12606 commenti

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Giovane laureato in scienza della comunica passa la solita trafila di lavori umilianti e sottopagati prima di imboccare la strada giusta... Tentativo di capitalizzare la fama del youtuber riproponendolo all'interno di una trama alla Candido nel paese del precariato sorretta da una sceneggiatura pigrissima che allinea una serie di stereotipi oscillando tra il satirico ed il fiabesco. Rovazzi ha un'aria simpaticamente stranita e talvolta il contrasto tra il suo ottimistico commento off e quanto viene mostrato sullo schermo può suscitare un sorriso, ma il film è davvero poca cosa.

Puppigallo 11/08/22 13:42 - 5251 commenti

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La recitazione del protagonista fatica a permettergli di reggere un lungometraggio, perché a un certo punto ciò che offre (poco) non basta più; e non è sufficiente giustificarlo col titolo. Per assurdo rispetto a lui si tende a ricordare più il coinquilino rider, che compare molto meno. Comunque, resta vedibile grazie a una regia leggera, discreta, che consente alla pellicola di mantenere quel minimo interesse in grado di permettere allo spettatore di arrivare all'epilogo, dopo una serie di vicissitudini che avrebbero depresso tutti, tranne il quasi imperturbabile Rovazzi.
MEMORABILE: Le frasi del rider; La visita quasi letale; Si prepara il discorso per la ragazza: "Diciamo che non provo una certa indifferenza nei tuoi confronti".

Capannelle 6/11/22 22:47 - 4394 commenti

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Il film parte anche bene, con un azzeccato contrasto tra l'anima candida dei Rovazzi e il mondo che ruota attorno a un padre che invece segue altri canoni di vita. Quando però la storia si trasferisce dalla metropoli all'ambiente di provincia ecco che perde ritmo e affiora una quantità straripante di buonismo e di situazioni telefonate. Se gli attori nel complesso se la cavano, a tenere giù la pellicola sono appunto la parte centrale e le ripetute inquadrature turistiche che spaziano dai grattacieli milanesi ai vicoli dei paesi laziali teatro della storia.

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  • Discussione Mauro • 9/03/22 10:30
    Disoccupato - 11907 interventi
    Da aggiungere al cast: Shi Yang Shi, Tommaso Basili, Luciano Miele, Daniele Molino, Michele Bottini, Sara D'Amario, Germano D'Aurelio
     
    Nota x Legnani: gli attori sottolineati vanno aggiunti anche su imdb (nomi presi dai titoli di coda, l'ultimo non è nemmeno presente come schesa)
    Ultima modifica: 9/03/22 18:47 da Zender
  • Discussione Mauro • 9/03/22 11:34
    Disoccupato - 11907 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Mauro ebbe a dire:
    Da aggiungere al cast: Shi Yang Shi, Tommaso Basili, Luciano Miele, Daniele Molino, Michele Bottini, Sara D'Amario, Germano D'Aurelio
     
    Nota x Legnani: gli attori sottolineati vanno aggiunti anche su imdb (nomi presi dai titoli di coda, l'ultimo non è nemmeno presente come schesa)


    Servono i ruoli.
    Luciano Miele: Gaetano (capocantiere)
    Daniele Molino: Matteo
    Germano D'Aurelio: Gino
    Bottini e la D'Amario non li ho notati