Ladre per caso - Film (2017)

Commedia francese con padre malandrino e figlie che lo seguono. Il punto è che le due sorellastre, dai caratteri opposti, un padre di fatto non l'avevano, dal momento che questi aveva lasciato le rispettive madri prima ancora che partorissero. Appreso che l'uomo è morto solo da poco grazie alla convocazione da un notaio, Carole (Chamoux) e Caroline (Kherici) si conoscono nell'ufficio di quest'ultimo scoprendo di aver ereditato unicamente il contenuto di una casa in affitto sui monti. Recatesi lì, si accorgono che papà (Reno) è ancora vivo e vegeto e che propone loro un colpo da 15 milioni! Caroline, la più scafata e maliziosa nonché ladruncola...Leggi tutto a sua volta, non può che accettare con piacere, Carole no. Onesta specialista in informatica, non vorrebbe affatto partecipare, ma alla fine (guarda un po') cambia idea e si unisce al gruppo.

L'obiettivo è sottrarre un preziosissimo Stradivari all'ex socio di papà (Demolon), che con lui l'aveva rubato ma che se l'è voluto tenere tutto per sé per rivenderlo a una ricchissima signora russa in vena di regalarlo al figlioletto promettente violinista. Bisognerà al solito craccare un po' di siti inaccessibili (ci pensa Carole) e scannerizzare la pupilla del socio per accedere al suo conto corrente. A questo dovrà pensare l'attraente Caroline, ma... guarda un po', il tipo non si va a innamorare della sorella bruttina? Da qui una serie di avventurette di scarsa presa in cui il regista punta tutto sull'interazione tra le sorellastre (soprattutto), con papà e la vittima predestinata sullo sfondo. Delle due, l'avvenente Reem Kherici non esce molto dagli standard della bella che strizza l'occhio e s'infuria col padre libertino mostrando dimestichezza con il furto e i suoi derivati. Meglio allora Camille Chamoux, che con l'aria da timida impacciata azzecca qualche gag sparsa qua e là e se non altro è l'unica a dare l'idea di azzardare l'uscita da binari fin troppo rigidi. Dovendo trasformarsi da nerd in bomba sexy per compiacere il socio, verrà “sistemata” da Caroline il cui apporto a quel punto si farà piuttosto ininfluente.

Jean Reno fa l'Arsenio Lupin che ama travestirsi in più modi mostrando sincero pentimento nei confronti delle figlie, pur non potendo rinnegare la sua indole. Scelta la località montana di Courchevel, in Savoia, come teatro dell'azione principale (la grande festa durante la quale sottrarre all'ex socio lo Stradivari), i protagonisti si muovono con discreta disinvoltura mentre la regia fatica un po' a chiarire tutti i passaggi della storia tralasciando più di qualcosa per strada. Una commedia di rara banalità recitata dignitosamente per un intrattenimento basico cui contribuisce giusto una certa spigliatezza registica. Ma siamo ai gradini più bassi del genere. E dire che con l'esibizione a teatro di Reno travestito da violinista d'eccezione non si era nemmeno cominciato male...

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