Note: Ispirato ad una vicenda storica narrata dalla scrittrice e naturalista statunitense Diane Ackerman nel saggio "Gli ebrei dello zoo di Varsavia", pubblicato nel 2007.
Durante l'occupazione nazista, i gestori dello zoo di Varsavia decidono di utilizzare gabbie e locali ormai vuoti per ospitare segretamente ebrei in fuga dal ghetto... Una storia vera come questa non aveva bisogno di orpelli per commuovere, mentre invece viene caricata da un surplus sentimental-emotivo che, in assenza di una forte personalità in regia, rischia di appiattirla omologandola all'immaginario hollywoodiano. Il risultato è certo interessante per cosa racconta, ma convenzionale nel tratteggio dei personaggi e ridondante nella messa in scena che avrebbe necessitato maggior rigore.
Come ogni anno ecco a voi confezionato l'immancabile film che ci ricorda la Shoah; come al solito tratto da una storia vera, anche se poi per strada gli sceneggiatori decidono di romanzarlo per buona parte visto che altrimenti sarebbe (forse) emotivamente poco stimolante. Scarsa la regia, totalmente incapace di infondere enfasi nel racconto sugli sfortunati malcapitati mentre sembra calcare più la mano sulla morte dei poveri animali. Chastain unica vera attrice presente con Bruhl ormai abbonato alle parti del tedesco ambiguo. Evitabile.
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CuriositàDaniela • 20/11/17 09:53 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Il film parla dei coniugi Jan e Antonina Zabinski.
Al momento dell'occupazione nazista, Jan Zabinski era direttore dello zoo di Varsavia.
Quando i locali dello zoo rimasero vuoti a seguito della morte o del trasferimento degli animali, lui e la moglie decisero di utilizzarli come nascondiglio per gli ebrei in fuga dal ghetto, in attesa che potessero lasciare il paese.
In questo modo salvarono alcune centinaia di persone, destinate ad essere uccise o deportate in campi di sterminio.
Per la loro attività, ai coniugi Zabinski è stato attribuito il riconoscimento di "Giusti fra le nazioni".