Rassegna estiva: Notti d'estate buie(sche) e senza stelle
Ottimo "true crime movie" rimosso e finito ingiustamente dritto nell'oblio del marasma degli "straight to video"
Radiocronaca spietata e realistica delle gesta criminose della coppia di giovani assassini Charles Starkweather e Caril Ann Fugate, che insanguinò lo stato del Nebraska (e del Wyoming) con le loro gesta delittuose senza movente, già portati sullo schermo dalla
Rabbia giovane
Se l'opera di Malick (straordinaria) un pò li mitizzava, quella di Hood si attiene più fedelmente ai fatti , risultando quasi documentaristica, tanto e cruda, scarna, cronachistica (e il cinegiornale mi ha ricordato parecchio quello della
Notte dei morti viventi)
Hood segue le gesta dei due giovani assassini nati eliminando colonne sonore originali, ma infilandoci pezzi musicali d'epoca (bellissimi, tra l'altro) che danno una dimensione contrastante tra i fatti sangue e le atmosfere degli anni '50 all'
American Graffiti (jukebox, pomiciate, capelli impomatati, le ragazze, le auto, i locali) e , considerando anche il basso budget da film indie con il quale il film e stato realizzato, ricostruite con un certa cura filologica.
Fotografia naturale e ben resa, scorci della provincia americana che assomigliano a quelli desolati e assolati di
Non aprite quella porta, contrapposte al buio della notte (l'autostop)
Gelido e feroce nei delitti (l'uccisione con attizzatoio del patrigno di Laura, il vecchio affogato nella tinozza da Stark, con le urla isteriche di Laura in sottofondo, l'esecuzione notturna dei due fidanzatini che li caricano in auto, presso una scuola abbandonata, dove la ragazza viene anche brutalmente stuprata in una sequenza ruvida e disturbante, il massacro nella casa dell'industriale, l'uomo sparato a freddo nell'abitacolo della sua auto), dove Hood ripercorre i crimini della coppia quasi fedelmente (in realtà, Starkweather, massacrò l'intera famiglia di Laura-madre, padre e sorellina-mentre , di sotto, la ragazzina si guardava tranquillamente la tv) come se fosse un giornalista di nera, senza "il mito" che le aveva cucito addosso Malick (se per Malick, nel caso limite, erano due "ribelli", per Hood sono solo due assassini)
Freddo finale processuale (abilmente narrato in bianco e nero e con immagini fisse come se fossero fotografia d'epoca) e chiusa gelida e patibolare non dissimile da quella che Richard Brooks ha mostrato, gelidamente, in
A Sangue Freddo
Don Gronquist (il regista cult di
Unhinged) scrive e co-produce, mentre George Hood (montatore e musicista) rivela una vena narrativa notevole e senza fronzoli, stile asciutto e deciso, dimostrandosi regista dalle ottime credenziali( basti vedere la cattura finale di Richie, che sfuma con una notevole ripresa, all'indietro, dall'alto)
Ottima la coppia assassina, ben resa da Russ Fast (bulletto di periferia senz'arte nè parte, spietato assassino che vuole diventare famoso "
Se chiedeva l'infermità non sarebbe finito sulla forca, ma chi si sarebbe ricordato di un povero pazzo?", risponderà ad una guardia carceraria), e da Marcie Severson, ora imapurita, ora eccitata dagli eventi, con quella faccia da ragazzina cresciuta troppo in fretta.
Uno dei migliori film sulle gesta dei serial killer, analisi realistica e crudele, ritratto empio della giovane coppia di assassini più famosa dell'america degli anni '50.
Assolutamente da recuperare.