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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/06/17 DAL BENEMERITO DANIELA
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- Quello che si dice un buon film:
Daniela, Herrkinski, Hackett, Rebis - Non male, dopotutto:
Kinodrop
Dennis, un giovane uomo affetto da ritardo mentale, sembra innocuo, almeno fino a quanto inizia a ricevere ordini da creature che vivono al di là di uno specchio... Al di là della trama, non dissimile da quella di un qualsiasi film su un serial killer disturbato, il primo e unico film di Andrew Getty, uscito due anni dopo la morte, è la visualizzazione di un lungo ed agghiacciante incubo, con sequenze di restano impresse per la potenza visionaria. Certo imperfetto ma realmente disturbante. Eccezionale Koehler.
MEMORABILE: Gli occhi-bocca della madre; Il teatrino a beneficio del fratello
In produzione per quasi 15 anni e uscito postumo alla morte del regista (di cui rimane l'unica opera), forse non raggiungerà uno status di culto ma rimane comunque un lavoro inquietante e con una sua originalità; molto è merito anche di Koehler, la cui rappresentazione del giovane ritardato (e del suo alter-ego) è assolutamente incredibile e mette in secondo piano anche l'apparizione del mitico Berryman. Senza mai essere troppo grafico il film è comunque crudele e morboso, rappresentando la follia criminale con una sensibilità rara. Buono.
Horror di sicuro rilievo che, non privo di difetti, riesce a scostarsi dalle produzioni di genere attualmente imperanti. Viaggio allucinato all'interno della mente malata di un serial killer che cerca di spiegarne genesi e processi. Se da un lato l'eccessiva verbosità della sceneggiatura può far storcere il naso, di contro alcune soluzioni visive coinvolgono e avvolgono lo spettatore in un viaggio malato e di un certo effetto. Ottima la prova del protagonista.
Le turbe psichiche del giovane Dennis si aggravano sempre di più quando gli si presenta una creatura allo specchio, “un suo doppio” che gli ordina di compiere sacrifici sempre più insormontabili. Horror dal ritmo narcolettico all’inizio ma che ben presto sfodera una sequela di atrocità rappresentate in modo bizzarro, tra il teatrale d’antan e il fanciullesco. Una sorta di delirio imperfetto con qualche vuoto narrativo e attoriale, ben bilanciato però da un impianto scenico che non si risparmia in raccapriccianti citazioni e riferimenti “giostreschi".
Opera prima e postuma, affiora da un incubo d'infanzia e dal sogno conduce il ritmo febbrile e farraginoso, la scrittura analogica e confusionaria, i caratteri grotteschi e naif. Koehler, specchio di affetti familiari disfunzionali, mette in abisso la disabilità fisica ed emotiva con istrionismo. Il boogeyman di Michael Berryman addensa le atmosfere ottantine. Gran finale con i mechatronics - realizzati dallo stesso Getty - che infestano il teatro della ragione come marionette mosse da un dio demente.
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- Curiosa la storia del film, unica prova registica di Andrew Getty, uomo d'affari e filantropo nipote di J. Paul Getty, fondatore della Getty Oil Company.
Andrew Getty ha finito di girare The Evil Within nel 2015, pochi mesi prima di morire improvvisamente a 47 anni per l'aggravarsi di una patologia preesistente, ma l'idea che sta alla base della sceneggiatura, scritta da lui stesso, risaliva a 15 anni prima ed era legata a un suo sogno particolarmente angoscioso.
Il film è stato distribuito solo due anni dopo la morte del regista e rientra quindi nella ristretta cerchia dei film postumi.
Se il "cadavere" che appare nel film vi sembra molto familiare, non stupitevi: l'attore è Michael Berryman, lo stesso che ha interpretato Pluto ne Le colline hanno gli occhi (1977) e Le colline hanno gli occhi II (1984): il tempo è stato con lui gentile, è rimasto lo stesso di allora, in grado di far spavento senza troppo bisogno di make-up.Ultima modifica: 5/06/17 23:05 da Daniela - Hai ragione da vendere cara Dany, Pluto Berryman non si batte a livello di espressioni...;-))
