Sembra il solito horror con i suoi ingredienti, mentre via via svolta verso una dimensione psicologica più sottile e anche più umana. Una squilibrata coppia legata da sentimenti contraddittori intercetta le sue vittime e le isola in una "tranquilla" casa dove vengono recluse e violentate. Con l'ultima di queste, Vicki, le cose cambieranno. Lontano dall'esposizione della violenza, il regista si concentra sulle dinamiche interpersonali della psicopatica coppia e sulla costante presenza di spirito della vittima. Ottimo il cast, specie Emma Booth.
MEMORABILE: Il primo tentativo di fuga di Vicki; La lettera "cifrata"; L'apparente bonarietà della coppia.
In una anonima cittadina di provincia, una coppia di psicopatici rapisce ragazze, le usa a fini sessuali e poi le uccide. Per la loro ultima vittima l'unica possibilità di salvezza è sperare che la lussuria dell'uomo e la gelosia ed instabilità mentale della donna li mettano l'uno contro l'altro... Soggetto certo non nuovo, ma affrontato con uno sguardo lucido e tagliente, non compiaciuto (le violenze avvengono quasi tutte fuori campo) ma neppure esitante nel mostrare gli aspetti più sgradevoli e ripugnanti del caso. Bravi e convincenti i tre protagonisti.
MEMORABILE: La bellissima sequenza iniziale in slow motion
Un esordio che lascia ben sperare per il talentuoso Young. Potremmo parlare di "ozploitation autoriale"; se infatti i colpi bassi non mancano - pur senza troppa violenza grafica - si riscontra la volontà evidente di dare un taglio sofisticato e arty ad alcune scene, con risultati davvero convincenti. Ottimo l'uso degli ambienti e delle location, eccellente il cast (con una Booth straordinaria); dopo la mezz'ora introduttiva il film prende piede e accumula malessere, nonostante il ritmo in apparenza sonnolento. Uso rarefatto e a hoc della OST.
MEMORABILE: La parte finale con "Atmosphere" dei Joy Division in sottofondo.
Si capisce ben presto l'andazzo che prenderà il film e da quel momento in poi inizia a essere sgradevole e disagiante. La coppia di aguzzini viene descritta con efficacia, permettendo alle loro personalità di venire allo scoperto. Proprio questo aspetto consente di distinguerlo dai tanti copioni simili che sono stati portati sullo schermo negli anni e stimola uno spettro multiplo di emozioni fino all'agognato epilogo, a cui si arriva con un pizzico di ansia per una lentezza di fondo non indifferente.
Una coppia di psicopatici sequestra, stupra e uccide giovani studentesse che hanno la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Due protagonisti così laidi e perversi era da tempo che non si vedevano sul grande schermo, ed è merito loro se il film non accusa troppo il fatto che la sceneggiatura sia molto prevedibile. Il personaggio più riuscito è quello di Evelyn, interpretata magnificamente da Emma Booth, che riesce a trasformare un'assassina a sua volta in una vittima più o meno consapevole del proprio operato. Dall'Australia una piccola perla del genere.
Un egregio esordio quello di Young che dirige un'opera dal tema non certamente innovativo ma con un gusto finissimo nel tratteggio dei personaggi, soprattutto quello della coppia di psicopatici. Un gioco psicologico sottile e arguto che riflette la complessità della mente umana, capace di trasformare vittima in carnefice, omuncolo senza nerbo in efferato assassino. Stilisticamente ammirevole e ricercato con un uso del ralenti funzionale e mai stucchevole. Si tocca il vertice nel finale con "Atmosphere" dei Joy Division che fa da sfondo alla scena più colma di pathos dell'opera.
MEMORABILE: L'uso funzionale della ost (vedasi "Nights in White Satin"); I creditori di John; L'opera di convicimento di Vicki.
Dal momento che le fondamenta narrative della storia - ispirate, per ammissione dello stesso Young, ai crimini dei coniugi Birnie - sono indirizzate su binari piuttosto convenzionali, conviene dirigere la propria attenzione su alcuni preziosi dettagli: su tutti, il complesso personaggio di Evelyn (Booth), donna spietata eppure fragilissima nella psiche e nella fisionomia, vittima e carnefice ad un tempo, terrorizzata dall'idea di perdere l'uomo che la tiranneggia al punto da assecondarne ogni perversione. Thriller ansiogeno per quanto epidermico, con un finale aperto e polarizzante.
Tumefatto, penetrante, vacillante. Ritratto senza morale (perché, ancora esiste?) di una coppia apparentemente ordinaria (eccezionali sia la Booth, piegata e piagata, che Curry, viscido e codardo sopraffattore) in una altrettanto ordinaria periferia australiana, silenziosa e indifferente, che spogliandosi della violenza disturba il nostro agio in profondità seppur troppo freddamente. Lesson learned: in un mondo di individualismi corrotti, le condizioni naturali (la maternità...) possono ancora redimerci. Manca però il colpo del ko, forse perché la spugna era già planata sul ring.
Classico film che non racconta nulla di nuovo ma lo fa con grande bravura e diverse frecce - che vanno a segno - all'arco di una pellicola pienamente riuscita. Merito in gran parte della sceneggiatura, che sa costruire bene i personaggi - molto ben tratteggiati - e creare il clima giusto per la storia, che racconta nonché sa orchestrare un riuscito crescendo - con la vittima che ben presto metterà la pulce nell'orecchio alla lei di coppia - che troverà il suo climax nella parte finale. Ottimo il terzetto di protagonisti. Grande uso di una bellissima colonna sonora. Notevole esordio.
Un captive che a mo' di squalo gira stigio e risqué attorno al torture porn maggiormente sbilanciato sullo strazio delle anime che delle carni, che pure non vengono trattate al meglio, con il psicologico stallo alla messicana tra vittima e carnefici a taserizzare, l'elevata orditura musicale disposta a mo' d'attrice regista sceneggiatura e immateriale scenografia a porsi come conformazione scheletrica, l'equatoriale densità interpretativa di Emma Booth. Wow. Poi irrompono rovinosi i Joy Division, siglando uno svenevole finale che si impoltronisce nell'illanguidimento, e tanti saluti.
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DiscussioneDaniela • 24/05/17 23:58 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Zender, per questo film girano almeno due locandine: quella in toni blu con le foto dei tre protagonisti e un'altra grafica, con le immagini dei due cani. Quella originale con la quale il film è stato inizialmente presentato è quest'ultima, fra l'altro molto più bella ed originale.
DiscussioneZender • 25/05/17 07:27 Capo scrivano - 47698 interventi
Mah non sembra una vera locandina quella che dici, più un poster di presentazione. Quella qui a lato è quella classica con tutti i credits...
DiscussioneDaniela • 25/05/17 08:12 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Hai ragione, probabilmente quella dei cani è stata utilizzata al momento della presentazione in festival, questa (che ricordavo erroneamente in blu) per la distribuzione in sala.
Su Wikipedia in inglese alla scheda del film è riportata quella dei cani, che riporta comunque i credit.
DiscussioneZender • 25/05/17 15:07 Capo scrivano - 47698 interventi
Sì riporta solo pochi crediti, diciamo, rispetto a quella classica. Sembra più la copertina d'un libro. Dal momento che si trova appunto solo col simbolo della sezione della mostra credo sia stata utilizzata solo per quello.
DiscussioneDaniela • 25/05/17 16:25 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Mco ebbe a dire: Sono curioso di leggere il tuo commento Dany...
La canzone è nota, ma è arrangiata bene, a mio parere merita ampiamente la visione.
E poi i tre attori sono davvero bravi.
Ashleigh Cummings è efficace nel ruolo non facile della vittima, Emma Booth rende benissimo il carattere schizzato della sua psicopatica.
Discorso a parte per Stephen Curry : appena l'ho visto, non gli ho dato due lire come assassino seriale per l'aspetto troppo ordinario. Ho pensato: questo al massimo può incutere timore se gli fanno interpretare un esattore di Equitalia.
Ma nel corso della visione ho cominciato a detestare lui, i suoi baffetti, le sue pose indolenti, i suoi scoppi d'ira nei confronti di chi sa indifeso (con il creditore bullo si guarda bene dall'alzare la voce).
Insomma, una personificazione credibile del male nella sua variante meschina, vigliacca, del tutto priva di quel glamour che circonda talvolta i criminali cinematografici.
Daniela ebbe a dire: Mco ebbe a dire: Sono curioso di leggere il tuo commento Dany...
La canzone è nota, ma è arrangiata bene, a mio parere merita ampiamente la visione.
E poi i tre attori sono davvero bravi.
Ashleigh Cummings è efficace nel ruolo non facile della vittima, Emma Booth rende benissimo il carattere schizzato della sua psicopatica.
Discorso a parte per Stephen Curry : appena l'ho visto, non gli ho dato due lire come assassino seriale per l'aspetto troppo ordinario. Ho pensato: questo al massimo può incutere timore se gli fanno interpretare un esattore di Equitalia.
Ma nel corso della visione ho cominciato a detestare lui, i suoi baffetti, le sue pose indolenti, i suoi scoppi d'ira nei confronti di chi sa indifeso (con il creditore bullo si guarda bene dall'alzare la voce).
Insomma, una personificazione credibile del male nella sua variante meschina, vigliacca, del tutto priva di quel glamour che circonda talvolta i criminali cinematografici.
Ottima presentazione come sempre, cara Dany.
Io vengo dal sorprendente Frankenstein di Bernard Rose e magari inserisco questo Hounds nel palinsesto di prossime visioni.
Grazie!
DiscussioneDaniela • 27/07/18 12:38 Gran Burattinaio - 5925 interventi
X Herr
Nel tuo commento scrivevi: "Un esordio che lascia ben sperare..." Speranza condivisa e spentasi tristemente or ora: il secondo film è brutto forte, ci sono rimasta male quando ho scoperto che il regista di Extinction, distribuito da Netflix, è lo stesso di questo qui :o(
Nel tuo commento scrivevi: "Un esordio che lascia ben sperare..." Speranza condivisa e spentasi tristemente or ora: il secondo film è brutto forte, ci sono rimasta male quando ho scoperto che il regista di Extinction, distribuito da Netflix, è lo stesso di questo qui :o( Ahi ahi ahi, non so bene di cosa tratti questo Extinction ma pare uno sci-fi da seconda serata. Speriamo sia solo una marchetta "alimentare"...
D'altra parte spesso rileggendo miei commenti vecchi mi rendo conto che tanti "esordi che lasdciavano ben sperare" non hanno mai avuto un seguito, quindi immagino che per campare alcuni registi debbano forzatamente fare altro.
tutto molto bello molto tosto molto teso e molto crudo, fino a un finale purtroppo illanguidito e totalmente mandato in vacca dall'inopportuno e rovinoso irrompere di atmosphere dei joy division, mai così maledettamente inopportuna, tanto più considerata la formidabile colonna sonora originale del restante metraggio. cosa costava usarla anche in quel frangente? e dire che fin lì tirava aria di quadripalla.