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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/10/16 DAL BENEMERITO CAPANNELLE
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Capannelle 21/10/16 22:36 - 4398 commenti

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Siamo in un'aula di tribunale ma l'andamento ed esito del processo contano poco stavolta, perché al centro c'è la figura del giudice capo e di chi arriva a sconvolgere i sentimenti di un uomo apparentemente distaccato e imparziale. Alcuni passaggi a vuoto ma anche una discreta fluidità di racconto. Non male.

Daniela 23/10/16 22:36 - 12621 commenti

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Il Presidente della Corte d'Assise Racine passa per essere un uomo freddo ed intransigente ma dietro l'aspetto riservato ed i modi scostanti cela un animo sensibile e romantico, pronto a rivelarsi quando, nel corso di un processo per infanticidio, ritrova fra i giurati una dottoressa conosciuta in ospedale anni prima... Pochi attori sono in grado come Luchini di far trasparire, attraverso lo sguardo e pochi gesti, i soprassalti del cuore: qui ci riesce alla perfezione con una interpretazione magistrale giustamente premiata che illumina il film anche al di là di alcuni limiti di sceneggiatura.

Kinodrop 29/11/16 19:13 - 2921 commenti

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Racine, presidente di corte d'assise, uomo irreprensibile ma ostico e tutto preso dal suo ruolo, durante un dibattimento ritrova tra i giurati una vecchia fiamma che lo induce a riconsiderare la propria vita affettiva. Gran parte della trama si svolge nell'aula giudiziaria con i rituali e le convenzioni proprie dei processi, mentre la vicenda sentimentale prende gradualmente il sopravvento. Anche se la sceneggiatura risente di questo squilibrio, si rimane conquistati soprattutto dalla grande espressività di Luchini e dal fascino della Knudsen.
MEMORABILE: Il tribunale "come teatro".

Galbo 19/01/17 05:52 - 12380 commenti

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L'evento processuale è un mero pretesto narrativo, sia pure avvincente, per una vicenda che riguarda un sentimento d'amore per lo più platonico tra un austero giudice e la giurata di un suo processo. Notevole la caratterizzazione del personaggio principale, uomo dai sentimenti trattenuti che si scopre capace di un tenero moto amoroso; altrettanto notevole la prova di uno tra i più dotati attori europei, Fabrice Luchini. Incisive le ambientazioni volutamente anonime e che fanno risaltare le azioni e i sentimenti umani. Un ottimo film.

Beffardo57 2/09/17 12:20 - 262 commenti

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Mentre dirige il gioco processuale delle parti (in Assise) con disincantata umanità, il Presidente della Corte gioca contemporaneamente una sua partita del tutto personale e scende di nuovo in campo dopo l'esaurimento del suo matrimonio, ritrovando casualmente tra i giurati una donna che lo aveva colpito, ma non corrisposto, nel passato. E se il processo esita - con ragione - in una conclusione dubitativa, la vicenda privata si conclude felicemente. Grande Fabrice Luchini, interprete di assoluta discrezione e finezza.

Nando 14/09/17 01:05 - 3810 commenti

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Commedia intimistica e raffinata in cui si narrano le vicende di un presidente di corte d'assise. Luchini, attore molto dotato, regala un'ottima interpretazione fatta di espressioni e sguardi che evidenziano la sua maestria, nonostante la Knudsen lo segua con impegno. Non ci sono grandi colpi di scena ed è questo che rende la pellicola meritevole perché talvolta con la semplicità si riesce a realizzare un buon film.

Pinhead80 15/11/17 18:11 - 4719 commenti

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Nonostante la vicenda sia ovviamente legata a eventi processuali, questi non sono così interessanti come invece lo è la storia sentimentale tra i due protagonisti. Bravissimo Luchini a interpretare un personaggio vittima degli stereotipi dei colleghi, capace invece di mostrare grandi sentimenti e un inattaccabile senso del dovere. Ci sono tantissimi giochi di sguardi che valgono più di mille parole e l'umorismo è di quelli intelligenti. Merita sicuramente una visione.

Schramm 23/09/18 17:58 - 3490 commenti

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Se tribunale e teatro sono l’uno metafora dell’altro, fare dettare legge a Racine è proprio il minimo. Rispetto all’injoke, la tragedia affiora quando qualcosa manca, quando per l’amore è non luogo a procedere, o il luogo a cedere. Se la gioca tutta in levare, Vincent, e più sottrae, più riempie; più divide e più moltiplica; meno c’è tumulto e più ce n’è. Il cast lo asseconda: ancor più di un Luchini tutto impeccabile compostezza, una devota riverenza va alla Knudsen che fa dello sguardo l’epicentro del recitare; una principesca Lallier irradia il film intero apparendo due sole volte.

Giùan 10/07/22 10:11 - 4537 commenti

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Autore da sempre di un cinema (fin troppo) consapevolmente esitante e minimale, Vincent ci concede la grazia di questa commedia dolcemente assolutoria, condotta con accenni di timida ma precisa sociologia (i numerosi dettagli sull'abbigliamento dei protagonisti che ne identificano la provenienza di classe o etnia). Fisiologicamente mancano energia e profondità ma il film fluisce con molle brio, azzeccando anche una rappresentazione non dozzinale e realistica dei meccanismi della giustizia. Grande ovviamente Luchini ma splendidi i sorrisi scandinavi "trapiantati" di Sisde Knudsen.

Pigro 16/07/22 11:20 - 9634 commenti

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Il film ha la qualità speciale e preziosa di raccontare frammenti di sentimento là dove è difficile essere disposti a guardare. Cosa sta provando il giudice nei confronti della giurata mentre discute di infanticidio? È proprio nelle lievi sfumature del racconto, delle parole, degli sguardi, come una partitura minimale ma potentissima, che emergono l’umanità, la fragilità e la forza dei personaggi, tutti splendidamente interpretati nella verità del loro essere. E come la corte noi osserviamo, senza riuscire a giudicare, ma con pietas ed empatia.

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Alex 64 8/09/22 19:28 - 75 commenti

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Lui magistrato di corte d'assise integerrimo e poco propenso ai rapporti umani, lei elevata da lui su un piedistallo a una concezione lirica. Un trascorso in ospedale durante il quale lei si era presa cura di lui come dottoressa e lui mai avrebbe immaginato di rivederla in un'aula di tribunale nella giuria popolare. Il resto è contorno in un film che con qualche idea - e osando di più - forse sarebbe uscito dalla trama sentimentale fine a se stessa che riduce tutto a un qualcosa di originale sì ma dallo scarso interesse (se non per la curiosità del soggetto).
MEMORABILE: Nel gabinetto a sentire i giudici a latere sparlargli alle spalle.
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  • Curiosità Daniela • 1/12/16 15:16
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del 2015 il film ha ricevuto i seguenti premi:
    - migliore interpretazione maschile a Fabrice Luchini
    - migliore sceneggiatura a Christian Vincent.

    Per quanto riguarda il César 2016, massimo riconoscimento attribuito in Francia, il premio di migliore attrice non protagonista è andato a Sidse Babett Knudsen, mentre Luchini ha dovuto accontentarsi della sola candidatura, battuto dal Vincent Lindon di La legge del mercato.
  • Discussione Schramm • 17/09/18 17:37
    Scrivano - 7694 interventi
    che dire, mi sono perdutamente innamorato di eva lellier. irradia tutto il film pur apparendo due sole volte. mai vista spontaneità interpretativa così superlativa in alcuna delle sue colleghe. ma anche la knudsan, con quel suo affidare tutto al mesmerismo e poco al verbo, sprigiona un calore che in poche altre attrici è riscontrabile, surclassando non solo il pur notevole luchini, ma anche il film stesso.
  • Discussione Pigro • 16/07/22 11:28
    Consigliere - 1659 interventi
    Segnalo un’inadeguatezza del genere indicato: “commedia”, che pure vedo indicata anche da Imdb (quindi non sto dicendo che è un errore averlo messo anche qui e non chiedo a gran voce una modifica, se non c'è una convinzione generale). Ci tengo però a segnalare che mi sembra piuttosto singolare poter pensare a questo film come a una commedia solo perché c'è una storia sentimentale nella trama. Forse con maggior precisione i siti francesi riportano “commedia drammatica” (probabilmente il genere indicato dalla stessa produzione, mi viene da pensare). E in effetti, per quel che mi riguarda, alla visione del film mi sarebbe venuto naturale inserirlo tra i film drammatici, e non certo nella stessa categorie dove stanno tante "commedie" che hanno ben poco a spartire con questo film.
  • Discussione Galbo • 16/07/22 18:12
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    E' un film difficilmente catalogabile in un genere in effetti....
  • Discussione Capannelle • 16/07/22 19:12
    Scrivano - 3486 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    E in effetti, per quel che mi riguarda, alla visione del film mi sarebbe venuto naturale inserirlo tra i film drammatici, e non certo nella stessa categorie dove stanno tante "commedie" che hanno ben poco a spartire con questo film.
    Se ricordo bene anche io ero indeciso tra commedia (sentimentale) e drammatico. Se voleste modificare in "drammatico" non avrei nulla in contrario.

    Ultima modifica: 16/07/22 19:14 da Capannelle
  • Discussione Zender • 17/07/22 07:33
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Sì, ma il problema riguarderebbe tutte le cosiddette dramedy, per ovvi motivi. Spesso sta alla sensibilità di chi guarda. I generi cambiamoli solo se palesemente sbagliati. Visto che l’ha inserito Capannelle e lui va bene lo cambio, ma ripeto che da noi il genere è solo indicativo a grandi spanne o rischiamo di aprire discussioni infinite per qualcosa che ognuno vede a modo proprio.