Tarabas ebbe a dire:
"Non una grave perdita" (S. King, L'ombra dello scorpione, cit.)
Sarebbe un discorso invero vasto, arzigogolato e rasente il pieno paradosso. Vasto perché Manson andrebbe iconicamente e storicamente considerato anche oltre la mera sfera del crimine, ovvero per quell’avatar carismatico che ha stravolto un’epoca con tutto il suo positivismo, influenzando le arti (giù fino a certa sociologia) e il loro progressivo rapportarsi al true-crime, fenomeno al quale Manson ha dato il la (e anche le restanti sei note dolenti).
Arzigogolato e paradossale perché senza il suo pedigree biografico (leggi anche: artistico e filosofico), il suo controverso caso giudiziario (laddove l’immaginario collettivo si ostina a vedere in lui chissà quale orco o assassino di massa, resta di fatto una sorta di Malaussene del crimine), senza il suo status di influencer mediatico-medianico-mitologico di culto (in parte cucitogli addosso in parte abilmente creatosi da solo), senza un fenomeno criminale simile, la settima arte avrebbe avuto un abbeveratoio in meno, e sarebbe rimasta orfana, specie nelle sue derive più estreme, di dozzine di interessanti opere e autori a lui ispirati in maniera più o meno romanzata e pertinente, in un grafico che da van bebber può portarci alla futura serie di tarantino, e di una spinta evolutiva e modale che ha portato il true-crime-cinema agli approdi che sappiamo, questo incluso, in difetto del quale non potremmo fruirne come nemmeno discuterne (un discorso applicabile in parallelo a tutta la controcultura esoterica e non venuta a ridosso della summer of love). Se mi passi il bizzarro bon mot contraddittorio, è un po’ come dire (tristemente, sia chiaro) che senza Berkowitz non avremmo mai avuto
summer of sam, o forse anche si, ma enormemente diverso da come Lee l’ha ideato.
Sono conclusioni buie e truci, anche perverse se vuoi, ma -sperando sia chiaro che della strage di Bel air e dei serial killer a venire ne avremmo fatto tutti a meno- è un fatto che Manson è diventato via via sineddoche di una certa branca del cinema e di un certo modo di farne, senza contare che gran parte dell’arte occidentale (incluso lo stesso King che citi) trova suo malgrado il proprio humus nella problematica del Male, e si potrebbe addirittura arrivare a dire che senza Male non vi sarebbe il 90% dell’estetica.
Per Manson vale anche il principio inverso: grazie alla morte che lo consegna volenti o nolenti alla leggenda il caso è destinato a riaprirsi con un tot numero di opere che aggiungeranno altre angolazioni tematiche ed estetiche al personaggio e al suo excursus.
Non ho visto questo film e non posso per ora dunque esprimermi in merito alle ambiguità sopra discusse, ma senza Manson questa pellicola, assieme a una data percentuale del cinema che molti di noi amano, non ci sarebbe, o sarebbe costituita da un cinema retrivo, obsoleto, impoverito, comunque diverso. E questa sì sarebbe, nostro malgrado, una grande perdita.
Ultima modifica: 25/11/17 18:18 da
Schramm