Audition - Film (2000)

Audition
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Oodishon
Anno: 2000
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dal romanzo omonimo di Ryu Murakami.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Audition è quello che noi chiamiamo “provino”; ed è a un provino per girare un film che si presenta la dolce Asami Yamazaki, capelli lunghi, neri, liscissimi e vestito bianco. Uno dei due produttori, che da sette anni ha perso la moglie e sembra finalmente deciso a risposarsi, resta affascinato dal viso candido di Asami e finito il provino, la sera, la chiama per un appuntamento. Lei ci sta. AUDITION sembra un film “normale”, che racconta gli stati d'animo, che segue lo stile tipicamente giapponese caratterizzato da soavità, poche parole, da una colonna sonora contrappuntata da tocchi di pianoforte che non spezzano mai l'atmosfera rarefatta creata da una regia intelligente, di indubbia classe....Leggi tutto La storia è semplice e lineare. Finché, verso metà film, la figura di Asami Yamazaki comincia a mostrare qualche stranezza. I racconti della sua infanzia mettono in luce ombre imprecisate, cupe. E da lì sogno e realtà cominciano a confondersi impercettibilmente, disorientandoci per la loro loro indistinguibilità. AUDITION si trasforma prima in un thriller, poi nel trionfo del sadismo orientale con torture, freaks e un cambio di rotta imprevedibile. Non se ne capisce molto il senso (la logica giapponese appare spesso oscura a noi occidentali), ma l'effetto è a tratti sorprendente. Anche perché lo stile non viene mai a mancare ed è sempre uno spettacolo vedere come gli orientali riescano a prendere seriamente atteggiamenti che noi troveremmo assurdi. Si toccano punte di violenza incredibile, con piedi segati in modo chirurgico tramite filo d'acciaio (altro che MISERY!). Finale un po' inconcludente, ma nel complesso un buon film, incatalogabile. La prima parte poteva essere sintetizzata.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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audition 22/01/07 10:50 - 9 commenti

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Takashi Miike è un geniale, eclettico ed estremo factotum della settima arte, qui capace di incanalare al meglio il suo stile visionario in una sceneggiatura sfuggevole e rigorosa, chirurgica e spiazzante nel guidarci lungo il percorso di vita e morte dei protagonisti. Un viaggio che si concluderà tra realtà e sogno con un doppio cambio di registro nella seconda parte del film tra i più allucinati e deflagranti mai visti sullo schermo. Auditio(n)metro: Capolavoro? Capolavoro.

Lercio 26/03/07 13:17 - 232 commenti

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Il lavoro della prima parte crea una forte contrapposizione con la seconda. Si gioca con l'emotività di chi sta attraversando il film tramite la visione. Purtroppo il doppiaggio italiano rovina la sequenza finale del film, che se fosse stata doppiata come hanno fatto ad esempio in Spagna avrebbe provocato brividi lungo la schiena a chiunque. Un film dolce e nello stesso tempo amarissimo, di una naturalezza perturbante. Miike sa muoversi in qualsiasi genere.

Giapo 27/04/07 10:19 - 243 commenti

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Una storia di ordinaria follia nella migliore tradizione del cinema lynchiano: prima parte che non offre nulla, quasi noiosa, seconda parte agghiacciante che sfocia nel delirio puro. Un film estremamente affascinante e sconvolgente, decisamente malato, che pone molte questioni lasciate irrisolte. Ottima la regia, il cui stile evolve durante il film sottolineando lo stato d’animo del protagonista.
MEMORABILE: ...piuggiù piuggiù piuggiù piuggiù...

G.Godardi 14/05/07 17:00 - 950 commenti

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Se vi dico che a me tale film ha ricordato Videodrome mi prendete per matto? Certamente non mi riferisco alla linea narrativa di base bensì alla sua struttura narrativa: il fatto che cominci come un film normale (di genere), poi viri nel giallo e infine sfoci nell'horror più splatter e surreale. Un bel film, scorrevole e senza intoppi narrativi: finalmente un autore giapponese-koreano comprensibile! L'influenza di David Lynch è avvertibile in tutta la parte centrale. Peccato solo per il finale un po' affrettato, sentore di blocco creativo...
MEMORABILE: "Le parole creano solo bugie, il dolore invece è sempre sincero...."

Undying 13/06/07 15:51 - 3807 commenti

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Takashi Miike dirige una profonda e serrata storia d’amore e morte con stile e grazia per concludersi, negli allucinanti 15 minuti finali, con un pugno allo stomaco dello spettatore costretto - dopo inevitabile affiliazione all’interprete principale - a subìre l’ingiusto supplìzio provocato, con lucido sadismo, da una mente malata. Grandioso ed inimitabile esempio di cinema (alto) orientale che punta più su una buona sceneggiatura (vagamente convulsa nel pre-finale, con flashback incoerenti) che non a banali e semplici colpi di scena... Nichilista.
MEMORABILE: “Il filo di ferro che trancia carne ed ossa” riempirà d’amaro gusto la bocca (il palato) dello splatterofilo più incallito...

Cotola 27/04/08 11:45 - 9012 commenti

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Dopo una prima parte di stampo tradizionale, dai ritmi lenti e catatonici, la pellicola vira improvvisamente nella seconda cambiando completamente registro, facendo così sprofondare lo spettatore nel gorgo della follia, scaturente dalla mente malata della protagonista. L'idea, certamente non nuova, poteva anche non essere male, ma l'attesa che accada qualcosa è davvero troppa e gli effetti gore, come spesso accade nei film di questo regista, sono eccessivi ed anche un po', a mio avviso, gratuiti. Inoltre lo stile non basta a fare un bel film.

Tromeo 23/05/08 01:36 - 52 commenti

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Grande Miike. Trasforma un film che all'inizio sembra uno dei soliti horror d'atmosfera giapponese in un film di Takashi Miike, girando una seconda parte che penetra nella pelle dello spettatore e non si dimentica. Delirante, ambiguo, onirico. Un film che dimostra il genio di questo regista, forse il più estremo in attività.

Ciavazzaro 22/07/08 11:41 - 4768 commenti

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A mio avviso non quel capolavoro che tutti dicono. Si comincia con una buona parte introduttiva (forse un po' lunga), ma molto poetica, che dovrebbe fare da antefatto a chissà quali orrori, che però non si rivelano tali. Difatti il finale è troppo breve, approsimativo e neanche così splatter come ci si aspeterebbe. Il doppiaggio italiano non aiuta.

Supercruel 11/02/09 01:03 - 498 commenti

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Ottimo film che gioca abilmente con i generi (dramma, thriller, horror, suggestioni oniriche) fino al calcio in bocca del finale, scena a dir poco insostenibile per chi non è avvezzo a certo cinema. L'inizio - effettivamente - è piuttosto lento ma è tutto funzionale all'incastro linguistico che genera il climax di tensione fino allo shock in coda. Miike ancora una volta si dimostra abile giocoliere e manipolatore di generi, senza mai far mancare la propria cifra stilistica. Avviso: pessima la versione italiana.

Manowar79 15/06/09 15:18 - 309 commenti

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Uno dei capolavori horror della nuova generazione. Ben oltre il sociologico Kairo e il sopravvalutato Ringu si assesta Takashi Miike, con i suoi crescendo narrativi e il suo incredibile talento nel rendere estremamente percettibili angoscia e dolore. La prima parte è immersa in un'atmosfera da jazz-club, per poi tuffarsi in una vera e propria tortura visiva e psicologica. Quasi perfetto.

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Capannelle 28/06/09 16:35 - 4399 commenti

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Film che vive di contrasti, non solo per un copione che passa indisturbato dal sentimentale al sadomaso, dal sognato al reale, ma anche per le riprese di Miike: a tratti sublimi (vedi primo piano su lei che attende la telefonata o che si scopre le gambe, il sacco) a tratti un po' grossolane e poco coerenti come sviluppo. Inoltre, un po' di musica in più avrebbe giovato. In ogni modo, una creatura particolare e meritevole di visione. Parlo sia del film che della torbida e ammiccante Shiina.

Otis 18/05/10 07:01 - 40 commenti

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Audition narra una storia d'amore che nasce già malata, per le modalità. Quando tutto sembra andare per il meglio, però, c'è la virata folle. Asami, su cui qualche dubbio c'è sempre stato, rivela la propria insanità. Ottima sceneggiatura, anche l'inizio lento serve a creare la tensione che si rileverà poi nella parte finale. Il film è un crescendo emotivo, lo spettatore si sente al sicuro, ma pian piano questa certezza vacilla e alla fine viene colpito, quasi a tradimento. Piacevole e inquietante!

Greymouser 6/06/10 00:19 - 1458 commenti

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Film fondamentale nel percorso più genuinamente horror di Miike (che si sviluppa collateralmente al filone "Yakuza"), un viaggio lento e allucinato nella follia, con la sua prima parte pacata e "ordinaria" che fa da contrasto all'esplosione di violenza e morbosità della conclusione. Le torture finali sono atroci, non tanto per se stesse, ma per il contesto nel quale vengono inflitte, e mettono a dura prova la nostra capacità di mantenere fermo lo sguardo.

Redeyes 24/06/10 14:44 - 2443 commenti

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Sono rimasto molto deluso da questa pellicola. Vuoi per una lentezza tipicamente orientale che ne ha contraddistinto la prima parte, vuoi per un senso di niente nella seconda. Si miscela continuamente realtà e sogno come alla ricerca di quale colpo ad effetto, ma si ottiene solo qualche gratuita scena violenta. L'impressione è che si cerchi di stordire lo spettatore per non farlo riflettere sul senso d'insieme. Si finisce per non approfondire niente e tirar via verso un telefonatissimo finale alimentato da un banale passato. Sopravvalutato!

Daniela 17/07/10 11:37 - 12626 commenti

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Manager di spettacolo vedovo, una volta deciso di risposarsi, segue il consiglio di un collega, ovvero seleziona la donna "giusta" attraverso una finta audizione. Lei è giovane, bella come una statuina di porcellana, timida e fragile, misteriosa, ma - mai come in questo caso - si sa che l'apparenza può ingannare. Per 3/4 la storia di un amore, sia pur disseminata da indizi inquietanti, poi un parte finale che confonde il confine fra realtà e sogno, picchiando duro allo stomaco dello spettatore e trafiggendo gli occhi con gli aghi della follia
MEMORABILE: il sacco cosa contiene?

Mdmaster 1/10/10 07:56 - 802 commenti

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Potentissima opera di Miike, di quelle che sembrano grandemente facilotte e superficiali alla prima visione ma si rivelano sempre più col tempo, come solo i grandi film riescono a fare. Il personaggio principale, apparentemente di sani principi morali, è in realtà la vera bestia che Audition ci tiene a rappresentare e la casta e pura Asami è la donna che lo intrappolerà. Girato come un horror, è in realtà una profonda riflessione sui rapporti e critica a certi modi d'atteggiarsi tipici del Nippon-koku.
MEMORABILE: "Kiri kiri kiri kiri..."

Funesto 24/06/11 17:28 - 525 commenti

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Gran bel dramma d'amore che sprofonda nell'incubo, realizzato professionalmente e con un'attrice nei panni di Asami assolutamente indimenticabile: delicata, misteriosa, ambigua, dolcissima, virginea, eterea, sottilmente crudele. A lei cosa è successo? L'hanno uccisa? O il protagonista l'ha solo sognata? Un film lento e disperato, non mieloso e con un prefinale forte e di un certo effetto. La fotografia è di alto livello, così come la regia. Sullo sfondo anche un bel giallo dai toni fantasmagorici, come da tradizione orientale. Struggente. ***.
MEMORABILE: Ovviamente il "più giù più giù piu giùùù..." canticchiato.

Ryo 17/08/11 23:36 - 2169 commenti

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Visionaria esperienza dolorosa. Un film che si traveste da sentimentale drammatico per mostrarci un lato oscuro e perverso solamente nella mezz'ora finale. Suggestive e iconografiche le inquadrature che offrono una suggestione pazzesca. La qualità degli effetti sonori vibranti toccano l'animo e raggiungono l'obiettivo di far rabbrividire lo spettatore. Il regista è uno dei preferiti di Tarantino e non è difficile immaginarne il motivo.
MEMORABILE: Dopo caver bevuto il whisky...

Lupoprezzo 3/09/12 13:19 - 635 commenti

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Takashi Miike ha per nostra fortuna una sua cifra stilistica che gli permette di distaccarsi da certo cinema orientale che ripropone stancamente sempre gli stessi espedienti. L'orrore insertato in una vita normale e silente va a completare un misero quadro di vuoti dell'anima e ineluttabili solitudini, raggiungendo lo scopo prefissato dall'assunto, regalando molte (troppe) pause, ma anche piacevoli brividi orrorifici che valgono l'attesa. Un po' confuso ma a suo modo efficiente. Ottima l'implacabile Eihi Shiina.

Mickes2 25/08/13 13:15 - 1670 commenti

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Tra i più maturi del geniaccio e sregolatezza Miike, sia per costruzione narrativa che per pregnanza contenutistica. Il quotidiano inerte di due anime sole è raccontato tramite un’implacabile escalation: pura discesa negli inferi passando per un legame sentimentale visto come speranza e spauracchio utopistico. A una prima parte cadenzata ne subentra un’altra allucinata e onirica che, per quanto confusa, restituisce appieno la dimensione “demoniaca” e terrifica di un’infanzia spezzata e di una cieca, furibonda, disumana vendetta.

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Hackett 9/05/14 07:32 - 1865 commenti

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Film dai due volti, girato con tempi diversi, che parte piano quasi come una commedia sentimentale sterzando poi verso un improvviso e crudele finale, frastornando lo spettatore. L'idea di fondo è buona, una specie di rivincita femminile malata contro una società (quella giapponese) più maschilista di ciò che si pensa in genere. Qualcosa nello svolgimento appare frettoloso e abbozzato, ma nel complesso il film è riuscito.

Kinodrop 16/09/14 22:16 - 2922 commenti

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Opera estremamente discontinua, con cambi di registro più estetici che di contenuto. Circa un'ora e mezza di luoghi comuni tipici della psicologia orientale e caratteri schematici, che a volte sfiorano il cartoon. Una lentezza estenuante che non viene scalfita dall'ultimo quarto d'ora di splatter tra follia, flashback e incubi. Non se ne comprende il messaggio e, nonostante la truculenza finale, lascia il tempo che trova. Le aspettative si sono tramutate ben presto in delusione, ma si salvano la fotografia e il fascino ambiguo della protagonista.

Belfagor 29/10/14 09:36 - 2689 commenti

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Difficile da classificare. Inizia come un dramma familiare, si stempera nella storia d'amore, poi il mistero si infittisce e la suspense aumenta fino a un finale entrato a buon diritto nella storia dell'horror. La lentezza della prima parte può deludere chi si aspettava uno splatter vero e proprio, ma è funzionale alla caratterizzazione dei protagonisti, specialmente della misteriosa Asami (l'eterea, impeccabile Shiina). È proprio questa empatia, unita all'atrocità delle torture, a conferire al film una memorabile aura tragica.
MEMORABILE: Le audizioni; Il sacco che si muove durante la telefonata; "Le parole creano solo bugie, il dolore invece è sempre sincero".

Buiomega71 24/01/15 00:56 - 2901 commenti

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Per più di un ora pare non succedere nulla, un'eleganza formale pianificata da Miike che non sembra Miike. Poi, nel bel mezzo del narrato romaticheggiante, qualcosa non torna e la paranoia polanskiana lascerà spazio alle febbrili e deliranti crudeltà miikiane. Un'atmosfera che ricorda l'amour fou terrifico di Storie di fantasmi (Shiina creatura inquietante come la fantasmatica Alice Krige) per poi sfumare in torture (le atroci agopunture alla Imprint), vomito trangugiato, piedi amputati e derelitti monchi. Profondamente miikiano, indissolubilmente allucinato.
MEMORABILE: Asami, nel suo squallido tugurio, aspetta la telefonata ranicchiata su se stessa, il telefono squilla e la sua bocca sogghigna perdendo un filo di bava.

Taxius 30/03/15 20:13 - 1656 commenti

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Audition è la storia di un uomo che si innamora di una normalissima ragazza che si rivelerà in seguito una psicopatica. La storia non è poi così originale, ma è molto ben costruita, con un lento crescendo di violenza e sadismo. La storia è come se fosse divisa in due parti: la prima, forse troppo lunga, sembra un classico film romantico, mentre la seconda è di una violenza fisica e psicologica allucinante. Sicuramente un bel film, ma non un capolavoro...

Schramm 11/05/15 13:10 - 3490 commenti

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Se mai Lynch dovesse industriarsi in un remake di Lyne otterremmo questo inclassificabile oggetto ove melo e sadismo, veglia e incubo trovano il proprio punto di fusione dando luogo al grado zero della sick romance. A fare da posta in gioco, le derive della solitudine e i reciproci pericoli (psichici e non) che comporta il volerla scansare a tutti i costi in nome di una biunivocità: Miike la traduce giocando coi codici linguistici e i registri filmici (e con lo spettatore) come il gatto col topo consegnandoci un’opera non meno psicopatologica e deviata della sua indimenticabile Asami.

Bubobubo 4/03/19 18:36 - 1847 commenti

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A inquietare maggiormente è la disomogeneità della costruzione: ciò che Miike sottrae con una mano (lasciando filtrare solo indizi selezionati, morbosi, come quello del sacco) aggiunge generosamente con l'altra, in un secondo tempo dove l'astrattezza della ricostruzione drammatica (la scuola di danza sembra persino un luogo dello spirito, intangibile) si coniuga a un'impennata nella ferocia della rappresentazione grafica. A onore del vero va anche detto che al finale ci si poteva arrivare in maniera diversa, meno brusca. Comunque ottimo.

Anthonyvm 13/09/19 16:53 - 5640 commenti

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Caposaldo dell'horror orientale e ispiratore (ammesso che ci sia da vantarsene) dei moderni torture porn. Forse un po' sopravvalutato, ma dotato di un'innegabile forza malsanamente evocativa (i segmenti onirici, specie quelli legati agli abusi infantili). Inizia come un dramma romantico e un po' misogino, per poi affondare piano piano (più giù, più giù, più giù) nel regno degli incubi, tramutandosi in una sorta di violentissima rivalsa del gentil sesso. Meno esplicito di altri film di Miike, ma eccezionalmente disgustoso e viscerale. Da vedere.
MEMORABILE: Il maestro sevizia la piccola allieva a gambe aperte di fronte a lui; L'orripilante freak beve del vomito da una ciotola; L'amputazione del piede.

Ira72 11/10/19 09:26 - 1309 commenti

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Nonostante sia indubbiamente ben recitato e ben realizzato, con stile, ricercatezza e idee non comuni, a fine visione permane un senso di disgusto e di incompiuto. Prima parte dal ritmo fiacco tipicamente nipponico. Accade ben poco, sebbene si sprechino gli orpelli fin troppo artificiosi. Poi, nell'ultima mezzora, si scatena l'inferno, con crudeltà e torture forzate e un finale telefonato tra visioni, incubi, sogno e realtà (dove, quindi, si può infilare tutto e il contrario di tutto, spacciandolo per avanguardia pura). Sopravvalutato: in medio stat virtus!

Jdelarge 31/10/19 13:56 - 1000 commenti

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Film interessante e con alle spalle una regia di grande valore, abile nel creare interesse e suspense attraverso un ritmo dilatato in grado di dare il giusto spazio e risalto agli ambienti, i quali donano vita a un'atmosfera onirica che ben poco sembra avere a che fare con il reale. La trama è ben sviluppata, nonostante si abbia l'impressione che sia stata messa troppa carne al fuoco perdendo di vista il vero senso del film. Ottimo il cast, splendida la fotografia.

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Gestarsh99 15/03/20 16:37 - 1395 commenti

I gusti di Gestarsh99

Pietra angolare nell'ecatòstila produzione miikiana, Audition è un passaggio obbligatorio nello sviluppo maturativo dell'eclettico e imprevedibile terrorista dei generi osakiano, per la primissima volta immerso nell'horror vero e proprio, lontano dal mondo criminale della yakuza: uno stuzzichino isagogico al maelstrom di torture e mutilazioni in arrivo su Ichi e annessi. Il bruméggio di significanti e simbolismi nakatiani adesca perfidamente chi guarda nella vasca di decantazione di un Sol Levante eclissato dai lati oscuri del dolore, della solitudine: sentimenti maniacalizzati e annichilenti.
MEMORABILE: Gli spilli conficcati nel corpo cantilenando "più giù, più giù, più giù"; Il tonfo sordo del piede reciso gettato contro il vetro della finestra...

Fedeerra 4/09/20 04:44 - 770 commenti

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Audition, prima di tutto, è uno splendido studio sulla solitudine inquieta, tra uomini logorati dal passato e giovani fanciulle dal presente incerto. In un giro di vite che coinvolge estremismi fetish (la divisa per metà immacolata e per metà bondage che indossa la protagonista nell’ultima scena), dialoghi talvolta surreali e virtuosismi registici da capogiro, si snoda un film malatissimo, capace di avvolgere lo spettatore in un tripudio di sangue, dolore, morte ed estremo candore. Un capolavoro.

Giùan 24/04/21 10:42 - 4540 commenti

I gusti di Giùan

Perturbante e angoscioso, costruito con consumata parsimonia narrativa da Miike, che gioca per larghi tratti magistralmente con le aspettative dello spettatore. A destabilizzare è lo sconcertante divagare del film con l'incipit da dramma familiare che vira progressivamente verso un funereo romanticismo per prender poi la sua definitiva forma di castrante incubo orrorifico (per la verità troppo repentinamente incalzante, divagante piuttosto che ambiguo). Scaltra la trovata dell'audizione e antologicamente agghiacciante l'immagine di Asami immobile col sacco di iuta che prende "vita".

Leandrino 10/07/21 21:28 - 512 commenti

I gusti di Leandrino

Manager televisivo vedovo accetta di condurre dei provini per cercare una nuova moglie. Non è chiaro cosa potrebbe andare storto partendo da una sequenza di eventi abbastanza "ordinari" come questa; eppure siamo di fronte ad un film che cambia repentinamente solo dopo un buon minutaggio, oltre il quale passa a consolidarsi una bizzarra e inquietante linea narrativa frammentata e allucinante. Il disegno registico al contrario è asciutto e posato, quasi sempre statico. Un ottimo thriller al quale spesso piace confondere le acque ma che rifugge dal tranello dell'onirismo.

Teddy 23/02/23 03:33 - 811 commenti

I gusti di Teddy

Atmosfera rarefatta e piena di malevola seduzione, in bilico fra i tormenti della solitudine e la violenza evocativa di corpi torturati e anime avvelenate. La regia di Takashi Miike è esemplare e sempre alla ricerca di soluzioni visive originali, ma il film è letteralmente monopolizzato dal candore pacato e meravigliosamente diabolico di Eihi Shiina. Geniale.

Sonoalcine 5/08/23 22:21 - 184 commenti

I gusti di Sonoalcine

Thriller drammatico psicologico camuffato da horror, investigazione inesorabile non solo della paura, ma anche della solitudine e sul bisogno del prossimo. Con il suo schema pseudo-psicanalitico offre un excursus su dove può giungere il dolore (fisico e mentale) umano. Ma è soprattutto una storia d'amore passionale non disposta a condizioni di alcun tipo. Qui lo spettatore viene rapito a sua volta in un labirinto di flashback e visioni in cui realtà e immaginazione si intercambiano e si contraddicono senza fornire alcun tipo di possibile soluzione.
MEMORABILE: L'agopuntura; Il taglio dei piedi con il fil di ferro.

Diamond 1/02/24 09:49 - 152 commenti

I gusti di Diamond

Il film che lanciò la carriera di Takashi Miike. Profonda analisi sulla solitudine e su quel desiderio che tutti proviamo di amare e di essere amati. Parte come una love story tendente al noir, poi il film cambia completamente registro e Miike accompagna lo spettatore in un mondo sospeso a metà tra incubo e realtà immerso in un atmosfera malsana, inquietante e angosciante. L'ultima mezz'ora è di una perfezione stilistica tale da lasciare a bocca aperta.
MEMORABILE: L'attesa da parte di lei della telefonata e il successivo sorriso; L'ultima mezz'ora; "Papà, ho portato un regalo alla mamma".
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  • Discussione Brainiac • 19/11/09 02:02
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Ho letto, se non sbaglio parla di Soavi come del miglior regista italiano. Vabbè Soavi non è scarso, ma neanche il migliore, credo! :)

    La cosa che mi piace di Tarantino è che non ha paura di mettere in classifica film non ritenuti "canonicamente" belli, di mischiare classici mainstream a serie b spinta.

    Molti si meravigliano del numero di classifiche, ma secondo me è comprensibilissimo variare film anche di anno in anno (anzi, visto la foga con cui divoro-iamo film anche ogni 6 mesi, và!). :)
    Ultima modifica: 19/11/09 02:09 da Brainiac
  • Discussione Undying • 19/11/09 02:28
    Risorse umane - 7574 interventi
    Sì, più o meno: Tarantino ha asserito che Deliria vale più di qualunque Argento e che, con i lavori di quest'ultimo, potrebbe competere solo con Opera.

    Ma è comunque un genio: e i suoi film lo dimostrano.
    E' vero: non solo apprezza e stima pellicole spesso dimenticate, ma riporta alla luce anche attori dati per finiti.
    Ultima modifica: 19/11/09 02:29 da Undying
  • Homevideo Ciavazzaro • 19/11/09 11:15
    Scrivano - 5591 interventi
    Nella versione americana censurata nel finale sono tagliati parecchi particolari delle torture.
  • Discussione Gestarsh99 • 25/11/10 01:03
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    L'enigmatico TRAILER ORIGINALE.
  • Homevideo Buiomega71 • 24/01/15 00:33
    Consigliere - 25943 interventi
    La versione che ho registrato da Sky Cinema Max , nell'anno 2004, dura esattamente 1h, 50m e 29s
  • Discussione Buiomega71 • 24/01/15 10:05
    Consigliere - 25943 interventi
    NOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE

    Nella prima ora abbondante (ma forse anche di più) si assiste ad un film romanticheggiante, di una inusuale eleganza formale (dove Miike non sembra Miike), tra appuntamenti galanti, cotte da adolescenti e la ricerca della ragazza perfetta (come in parecchie commedie americane)

    Poi, pian piano, fà capolino una disturbante inquietudine che vibra sottopelle (quasi polanskiana)

    Quando Shigeharu e Asami si trovano soli in un albergo che da sul mare, quello che mi tornava spesso in mente (cioè la storia d'amour fou romantica e terrifica tra Craig Wasson e Alice Krige in Storie di Fantasmi) diventà quasi realtà

    Essì, perchè Asami si comporta allo stesso inquietante modo della fantasmatica Alice Krige quando rimane sola (in camera con Caig Wasson)

    Si stampa fuori dalla finestra e resta muta per tutto il tempo, fissa un posto non ben definito della stanza, gira catatonica quasi assente, si spoglia e si corica nel letto senza profferir parola

    L'alone di mistero e del "c'è qualcosa che non va" circonda allo stesso modo le due donne.

    Se per Alice Krige nel capolavoro di John Irvin era la frase: "Ti porterò in posti dove non sei mai stato, ti farò vedere cose che non hai mai veduto, e poi vedrò la vita fuggire da te", per Asami e lo scoprirsi il corpo pieno di ustioni e cicatrici e di essere amata, che darà il via all'orrore che si scatenerà di li a poco

    Wasson si trova così ad avere una relazione con una morta vivente in cerca di vendetta, Shigeharu con una gheisa che ha fatto del dolore altrui e del martirio della carne la sua raffinatezza

    E se per più di un ora (praticamente quasi tutto il film) non succede nulla (anche se Miike piazza segnali disturbanti lungo il narrato e divertente l'audizione di un numero consistente di gnocchissime ragazze giappo), sfocia nel delirio febbrile e nelle atroci crudeltà tipicamente e indissolubilmente miikiane

    Una delle sequenza più disturbanti (che davvero mi hanno messo i brividi addosso) e quella in cui Asami, ranicchiata su se stessa dentro il suo squallido tugurio, in compagnia di un sacco che si muove e rimbalza, aspetta la telefonata di Shigeharu. Il telefono trilla, Miike inquadra la bocca della ragazza che si inarca in un ghigno che non promette nulla di buono, e ne esce un filo di bava

    Poi e la folie, che solo una mente fottutamente geniale e fuori dagli schemi come quella del regista di Mdp-Psycho
    poteva partorire

    Un viscido "maestro" sulla sedie a rotelle , coi piedi di cera che tortura la piccola Asami con bacchette arroventate infilate proprio lì "Balla per me , puttana, balla per me", un derelitto monco che esce dal sacco e trangugia il vomito appena sfornato di Asami, una sequela di incubi sessuali dove Shigeharu si trova a che fare con tutte le donne che le gravitano intorno (dalla segretaria segretamente innamorata, fino alla fidanzatina del figlio), un filo d'acciaio "ideale per tranciare carne e ossa" che Asami usa chirurgicamente, e feticisticamente, per mozzare teste e amputare piedi, l'atroce e terrificante agopuntura alla Imprint su tutto il corpo (occhi compresi), una "raffinatezza" del dolore insopportabile (li sentivo pure io, alla fine) da far impallidire i supplizi barkeriani, le lingue mozzate "ballerine", il vecchio sulla sedie a rotelle che si masturba alternato al martirio di Shigeharu

    Tutto il Miike "frenato" fin lì, si sfoga e travolge come un fiume in piena e quella "cosa" che tenta di uscire dalla gola di Asami e l'ultimo suo tocco surreale di questo gioiello di amore e morte, follia femminea e delizie sadiane

    Forse uno dei film meno misogini di Miike e se non raggiunge la folle anarchia devastante di Imprint resta un bel pugno nello stomaco che difficilmente si dimenticherà. Piùgiùpiùgiùpiùgiù...
    Ultima modifica: 24/01/15 10:38 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 24/01/15 10:23
    Consigliere - 25943 interventi
    * Durante la proiezione del film al Rotterdam Film Festival del 2000, una donna si avvicinò a Takashi Miike e gridò: You're evil! («Lei è malvagio!»). Miike dichiarò in seguito: «In qualche modo ho trovato piacevole essere etichettato in quel modo». Durante la proiezione del film all'Irish Film Institute, a Dublino, alcuni spettatori erano in visibile stato di shock, e uno spettatore è svenuto.

    Marilyn Manson chiese a Takashi Miike di girare un remake statunitense del suo film e di dargli una parte come attore. Manson precisò che voleva il regista per un film, non per un videoclip: «il suo stile è un po' troppo estremo per un mio video». asserì il cantante. Miike dichiarò: «Per me fu un vero shock sentire che ero "troppo estremo" per Marilyn Manson»

    [i]Fonte: Wikipedia[i]
  • Discussione Schramm • 24/01/15 11:30
    Scrivano - 7694 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Piùgiùpiùgiùpiùgiù...

    sei un eroe per averlo sopportato in italiano, ha un doppiaggio da colecistite. peraltro quel piùgiùpiùgiù in giapponese (kiri kiri) è un idioma che designa anche la morte, cosa che ovviamente in italiano va del tutto persa.
  • Discussione Buiomega71 • 24/01/15 11:44
    Consigliere - 25943 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Piùgiùpiùgiùpiùgiù...

    sei un eroe per averlo sopportato in italiano, ha un doppiaggio da colecistite. peraltro quel piùgiùpiùgiù in giapponese (kiri kiri) è un idioma che designa anche la morte, cosa che ovviamente in italiano va del tutto persa.


    Sinceramente ho apprezzato molto il doppiaggio italiano (non e che il giapponese te lo insegnano a scuola. Voglio dire, se uno non sà cosa vuol dire Kiri kiri tanto vale in tutte le lingue del mondo)

    E Piugiùpiugiùpiugiù a mo di cantilena infantile, mentre Asami infila gli aghi "barkeriani" negli occhi del povero Shigeharu, l'ho trovata geniale!

    Se c'è il doppiaggio italiano sempre e comunque

    Tornando al film, una di quelle opere che rinforzano la convinzione di rimanere single a vita!
    Ultima modifica: 24/01/15 14:40 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 27/01/23 18:03
    Consigliere - 25943 interventi
    Annunciato in blu ray per Cecchi Gori