A girl walks home alone at night - Film (2014)

A girl walks home alone at night
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/07/16 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 17/07/16 18:43 - 9043 commenti

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Horror vampiresco iraniano, anche se non sembrerebbe. A parte i ritmi (dilatati), i silenzi e i volti degli attori, tutto il resto, infatti, proviene direttamente dal cinema occidentale e soprattutto da quello a americano (che d'altronde produce). La storiellina, con la vampira velata che va in giro a fare pulizia, è poca cosa. Da segnalare una buona qualità visiva con attenzione per le inquadrature ed una bella fotografia. Musica a tratti western e moriconeggiante. Alla fine ci si chiede: perché un'iraniana gira un film così?

Rebis 11/09/16 13:21 - 2337 commenti

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Iraniana, naturalizzata in America, Ana Lily Amirpour riversa nel suo film d'esordio l'afflato che l'adolescente dedica alle pagine del diario segreto, cui confidare languori, smarrimenti in odore di cinefilia, sogni d'amore ribelli e insondabili pulsioni di libertà: il film si sviluppa in una stilizzazione espressionista dell'urbe che ricorda Rumble Fish, in una rarefazione dei caratteri che atterra nelle periferie di Jim Jarmusch, quindi assume la ritmica del sogno e come tale si dissolve, centrifugo, farraginoso, infine perturbante. La forma è ad alti livelli: è ora di una scrittura esigente.

Kinodrop 21/10/16 18:03 - 2950 commenti

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I difetti di un genere di cinematografia orientale che aspira all'Occidente (e/o viceversa), qui in più condizionati dal costume e da certi tabù iraniani. Storia di stampo fumettistico, con una misteriosa vampira tra giustiziera e ammaliatrice, che velata si aggira silenziosamente (perfino sullo skate) mordicchiando qua e là i vari malcapitati. Lentissime e afasiche le scene anche se è notevole la cura della fotografia in b/n. Personaggi fin troppo stilizzati e prevedibili, così come il finale, tanto scontato quanto (involontariamente) ridicolo.

Bubobubo 9/12/19 21:01 - 1847 commenti

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Chi sia, da dove venga e quale sia lo scopo della giovane e affascinante ragazza di chador velata che - in una California del Sud che sembra Iran, tra centrali elettriche e pompe per l'estrazione del petrolio - vampirizza tutti i maschietti maleducati a ritmo di (arab) new wave non è dato saperlo. Se c'è, la critica di genere (assieme alla critica di censo, alla critica geopolitica, alla critica...) è nascosta sotto una coltre di formalismo che affascina e irrita al contempo. L'esotismo premia, ma stimola esigenza, qui appagata solo a metà.
MEMORABILE: Quando Saeed indica la luna, la vampiressa gli stacca il dito.

Daniela 5/03/22 19:22 - 12662 commenti

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Nella squallida periferia di una città indefinita, un ragazzo provvede al padre tossico, vittima di uno spacciatore violento, mentre una giovane donna si aggira di notte per le strade semi deserte mietendo vittime... L'esordio della regista di origini iraniane è un rivisitazione della figura del vampiro che, se non convince del tutto sul piano della scrittura, risulta fascinosa dal punto di vista formale grazie alla suggestiva fotografia in bn e una ost martellante che riccheggia le note dei western di Morricone. Seducente la protagonista in chandor nero e maglietta a righe.

Schramm 25/01/23 22:18 - 3495 commenti

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L'Iran di Dio: per i viottoli, colei che scaccia i mercanti dal temp(i)o, l'agnello di dio che toglie i peccati del mondo ma non dona pace se non eterna, a pusher, ladri, filistei, persino bambini. Intarrbarrata in un ampolloso b/n di un vezzoso narcisismo mai visto, la dipendenza da sovratesto fondamentalista si pasce di un'autoindulgenza che non conosce cavezza. In overdose di velleitarismo, la Amirpour arruffa ieraticità con sterile immobilità, vuoto in cui perdersi col nulla antimaterico, schermo con specchio, Assayas con Bresson. Parafrasando De la Cruz: en el dente, Nad(j)a!
MEMORABILE: Gatto.

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